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HVO, il rimborso delle accise equiparato a quello del gasolio

Il vantaggio ambientale è quello di tagliare le emissioni fino al 90%. Ma poi, a partire dall’estate 2023, il trattamento fiscale dell’HVO è equiparato a quello del gasolio. E poi ci sono gli obblighi di immissione sul mercato di una quota minima di biocarburanti, che potrebbe influire positivamente sui prezzi. Intanto anche DKV

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L’HVO suscita sempre più interesse e un numero crescente di flotte di autotrasporto lo stanno utilizzando con più di una soddisfazione. La prima è quella di ridurre in modo drastico le proprie emissioni: nel calcolo «pozzo ruota» si arriva anche al 90% in meno. Aspetto che sembra destare interesse soprattutto nei confronti di una certa committenza. Per esempio, quella che domanda trasporti per muovere alimentari o quella che, essendo attiva in settori particolarmente energivori e inquinanti, necessita di avere fornitori che vadano in direzione opposta e compensino in parte le proprie emissioni. 

L’altra importante soddisfazione riguarda il trattamento fiscale. Contrariamente a quanto avviene per gli altri biocarburanti a partire dalla scorsa estate anche l’HVO consente di ottenere gli stessi rimborsi delle accise di cui beneficia il gasolio

Il rimborso delle accise pari al gasolio

In particolare tale opportunità è entrata in vigore grazie al cosiddetto decreto Rigassificatori, convertito in Legge 26 luglio 2023, n. 95, apparsa sulla Gazzetta Ufficiale del 27 luglio n. 174. Qui, all’art. 3, quinquies, comma 2, si puntualizza che «il trattamento specifico sul gasolio commerciale (…) si applicano, nel rispetto delle norme prescritte, anche ai gasoli paraffinici ottenuti da sintesi o da idrotrattamento utilizzati, tal quali, nell’uso previsto in sostituzione del gasolio». 

L’obbligo di immissione sul mercato dei biocarburanti

Inoltre, a calmierare i prezzi nei prossimi anni potrebbe anche essere l’effetto dell’aumento della quota minima di biorcarburanti – e quindi anche dell’HVO – a cui sono obbligati coloro che immettono in consumo benzina e gasolio prodotti a partire da fonti primarie non rinnovabili. Questa quota era pari all’1% nel 2007, poi è cresciuta nel tempo fino ad arrivare al 10% e nei prossimi anni andrà progressivamente aumentando dal 10,80% del 2024 fino al 16% del 2030. Inoltre, il D.M. ambiente del 16 marzo 2023, n. 107 all’articolo 3 prevede è possibile soddisfare tali obblighi di immissione sia tramite l’immissione diretta, sia tramite la miscelazione del quantitativo minimo di biocarburante richiesto, sia sostituendo l’obbligo di miscelazione con l’acquisto dei CIC (Certificati di immissione in Consumo) emessi dal Gestore Servizi Energetici (GSE). In più dell’attuale 10% almeno il 3,4% deve essere composto da biocarburante avanzati, prodotti utilizzando materie prime di scarto e non alimentari. E per chi non si adegua ci sono sanzioni anche pecuniarie.
In ogni caso i prezzi dell’HVO attualmente sono abbastanza in linea con quelli del gasolio, forse qualche centesimo in più. Ma anche tali differenze tendono a livellarsi.

Disponibile anche sulla rete DKV

Da ultimo anche DKV Mobility comunica di aver ampliato la sua offerta di fornitura di carburanti alternativi fornendo ai propri clienti la possibilità di acquistare il diesel HVO a ridotto contenuto di CO2 (in varie miscele fino a HVO100) presso circa 650 stazioni di servizio in Europa (di cui circa 60 in Italia) tramite la DKV Card. Un’opportunità di cui va particolarmente fiero Sven Mehringer, Managing Director Energy & Vehicle Services di DKV Mobility, perché consente «di ridurre le emissioni di CO2 della loro flotta fino al 90%, senza dover convertire o sostituire i veicoli. Cosa che rende questo carburante a riduzione di CO2 uno strumento efficace per i nostri clienti per migliorare il loro impatto ambientale».

Caratteristiche dell’HVO

Ricordiamo che gli oli vegetali idrogenati (HVO) sono convertiti in idrocarburi mediante reazione catalitica con l’idrogeno. Sono prodotti a partire da oli vegetali (tra cui olio di colza o di palma), loro derivati e materiali di scarto, o anche oli da cucina usati (vegetali e animali). Poiché le materie prime dell’HVO possono essere facilmente recuperate, il carburante rientra tra i diesel rinnovabili, tant’è che la sua combustione produce meno emissioni di gas a effetto serra, come anidride carbonica (CO2), ossidi di azoto (NOx) e particolato. 

L’esatto grado di riduzione delle emissioni dipende dalla fonte della materia prima, dal metodo di produzione e dalla specifica forma di miscela del carburante HVO. L’HVO può essere utilizzato nei carburanti diesel come miscela (per esempio, HVO20 o HVO30) o come carburante puro (HVO100). È conforme alla norma DIN 590 per i carburanti diesel (ad eccezione della densità) e non richiede modifiche al motore o al sistema di distribuzione per la maggior parte dei veicoli. L’HVO100 e altri carburanti paraffinici puri secondo la norma DIN EN 15940 possono quindi essere utilizzati in tutti i motori diesel più recenti verificando l’omologazione in tal senso da parte del costruttore del veicolo.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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