Siamo un paese ingessato, immobile, incapace di fare passi in avanti. Esattamente un anno fa, i giorni finali della prima decade di febbraio erano interessati da nevicate copiose che portarono a bloccare la circolazione dei veicoli pesanti.
Come presidente di Federtrasporti, di fronte allo scenario sconcertante di un paese inginocchiato per qualche fiocco di neve, lanciai una proposta: consentire gli aumenti dei pedaggi non soltanto in relazione agli investimenti sulla rete, ma anche alla verifica di investimenti in macchinari atti a gestire le emergenze maltempo. Proposta – ahimè – caduta nel nulla.
È passato un anno e proprio ieri sera, sulla base di previsioni catastrofiche è andato in onda lo stesso film: un improvviso stato di allerta ha portato, nel giro di poche ore, a bloccare i camion in circolazione sulle strade.
Come al solito non è la neve a stupire (d’altra parte, sarebbe strano piuttosto un inverno del tutto digiuno di neve), ma tante altre cose. Domande che faticano a trovare risposta:
1) perché, malgrado il sistema delle previsioni meteo abbia fatto passi da gigante e lavori ormai con forte anticipo rispetto al verificarsi degli eventi, ci si riduce a prendere decisioni drastiche con circa un paio di ore di preavviso? Non sarebbe possibile trovare la maniera di lavorare di prevenzione, così da dar modo alle stesse imprese di cambiare calendari e programmi di viaggio?
2) Perché in Italia rimane sufficiente una nevicata presunta per bloccare i veicoli? Ho ricevuto decine, forse centinaia di segnalazioni da parte di imprese che denunciano la sosta obbligata dei loro veicoli malgrado dall’alto non scenda nemmeno un fiocco di neve.
3) Perché l’unica soluzione praticabile rispetto alla neve rimane quella di bloccare la circolazione? Non ci si potrebbe attrezzare – come fanno tanti paesi più a Nord – per affrontare la nevicata, piuttosto che subirla con rassegnazione?
4) Perché abbiamo passato un intero autunno e uno stralcio di inverno a ragionare su pneumatici da neve e catene per poi riscontrare che basta la presunzione di una nevicata per rendere inutile ogni acquisto al riguardo?
5) Ma come sistema paese possiamo veramente permetterci il lusso di bloccare – meglio, di «congelare» – l’economia soltanto per una nevicata che fatica a imbiancare il paesaggio? E soprattutto, quanto ci costerà tutto questo, più o meno dell’IMU?
Sì, è vero, quest’ultima domanda è un po’ retorica. Ma tanto non ci sarà mai nessuno che proporrà di restituirci il danno provocato da questa triste mattina d’inverno.
Emilio Pietrelli