Il camion è una cosa seria e produrlo richiede un apporto tecnico molto più complicato di una vettura. Ed Elon Musk lo imparato sulla propria pelle. Dal 2017, da quando cioè mostrò per la prima volta un prototipo di veicolo pesante, chiamato «Semi», e calcolò che nell’arco di due anni ne avrebbe intrapreso la produzione, sono trascorsi più di cinque anni. Nel frattempo ha toccato con mano le difficoltà, ha anche messo alla porta i manager a cui aveva affidato la responsabilità di sviluppare il progetto, ma adesso sembra che ci avvicini veramente «la volta buona». Secondo diverse fonti, confermate peraltro da un tweet dello stesso Elon Musk, i primi camion Semi sarebbero pronti e il 1° dicembre varcheranno i cancelli degli stabilimenti Tesla del Nevada, lì dove è nata anche la Gigafactory che si occupa della produzione di batterie, per essere consegnati alla PepsiCo.
Per la precisione, i camion Tesla sembra entreranno nella flotta di due siti: lo stabilimento californiano della filiale messicana di PepsiCo, Frito-Lay, specializzata nella produzione di snack, e in quello attivo nella produzione di bevande di PepsiCo a Sacramento, in California. In ogni caso i mezzi in consegna sarebbero veicoli pre-serie, anche perché la produzione ufficiale sarà ospitata a partire dal 2023 nello Gigafactory Texas vicino ad Austin.
In ogni caso, come ha confermato lo stesso Musk, queste prime consegne riguardano la variante più prestazionale del Tesla Semi, quella che utilizza tre motori elettrici sugli assali posteriori e una batteria ad alta capacità con cui mettere a disposizione del guidatore più di 800 chilometri di autonomia. Un dato poco diffuso in Europa, ma che negli Usa evidentemente ha un valore, è quello relativo alla velocità: il Semi è in grado raggiungere i 100 km/h in 20 secondi. Molto più interessante il suo consumo energetico, inferiore a 2 kWh per miglio (1,6 chilometri), potendo ricaricare la batteria fino al 70% della sua capacità in 30 minuti utilizzando i caricatori Megacharger. Tutti numeri riferiti, però, a condizioni di carico che non vanno oltre le 37 tonnellate.
PepsiCo aveva dato fiducia a Tesla fin da subito. Nel 2017, infatti, al momento della presentazione, ne aveva prenotati ben 100 e il deposito richiesto per l’ordine – pari a 5.000 euro per veicolo – pare non sia stato incassato fino allo scorso maggio, quando a quella cifra sono stati aggiunti altri 15 mila dollari richiesti per dettagliare meglio la configurazione del camion. Ma la cosa che lascia più stupiti è il prezzo, che viene quantificato dall’agenzia Reuters in 180 mila dollari (circa 185 mila euro). Quindi, già decisamente poco rispetto ai prezzi europei, ma che negli Stati Uniti sarebbero destinati a essere ulteriormente contratti da un’agevolazione fiscale che può arrivare a 40.000 dollari.
Ricordiamo che anche in Italia venne prenotato un Semi della Tesla da parte di Fercam. Ignoriamo, però, se e quando sarà consegnato.