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Scania Super 500S Cassiopea. Quando il camion è donna

La casa svedese assegna ai propri veicoli un nome di persona. Quello che identifica il camion testato da Laura Broglio è Cassiopea, personaggio mitologico celebre per la bellezza e per il carattere forte e arrogante. Esattamente ciò che serve per farsi strada in un mondo coniugato al maschile. La nostra test-driver non si è fatta intimorire, affrontandola come una sorta di collega: l’ha trattata bene e si è fatta trattare bene, prendendo coccole e ausili alla guida e lasciandole pagare il conto (leggero) del gasolio. E alla fine hanno scoperto passioni comuni

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Èuna lei – esordisce Mikael, il driver svedese di Scania.

«Anch’io» – controbatto.

Ecco in cinque sillabiche parole la dimostrazione vivente di come il trasporto sia sempre di più – e finalmente – un settore (anche) per donne. Ridendo io e Mikael ci avviciniamo a Cassiopea, la mia compagna di viaggio per oggi. Sì, perché Scania – ho scoperto – dà un nome ai propri camion, quasi a voler confermare che il veicolo pesante oggi non è solo un mezzo di trasporto, ma diventa una sorta di alter ego del proprio driver e, come si diceva in Grey’s Anatomy, della tua persona. Mikael lo sa ed è estremamente geloso e orgoglioso della sua Cassiopea, vale a dire il nuovo Scania Super 500.

Il nome perfetto

Arrogante e vanitosa, esattamente come la ninfa da cui prende il nome. Un’arroganza positiva, di quelle che ti permettono di farti strada in un mondo prettamente maschile e che, se ne sei sprovvista, ti porta a soccombere. Quella tipologia di arroganza di chi sa cosa vuole e che ha ben chiaro il proprio destino. Ce ne vuole tanta per portare avanti l’obiettivo ambizioso di voler abbattere le emissioni creando un nuovo motore e una nuova driveline. A maggior ragione oggi, quando ormai nulla sembra essere una novità. Se non il fatto – appunto – di essere una donna al volante. Cassiopea è imponente, ha un portamento elegante e sicuro e mette un po’ in soggezione per via dei suoi lineamenti affilati. Ottima padrona di casa, ti accoglie nel suo universo chiedendoti di fare un gradino in più e facendoti percepire la sua decisa vanità. Tutto a ragione, comunque. Chiedo gentilmente permesso e mi accomodo su una poltrona di pelle nera, ventilata e (volendo) riscaldata. Se non stessi guidando, potrei incrociare le gambe e concedermi qualche chiacchierata filosofica con un bel bicchiere di vino rosso a fare da cornice.

Per la donna che non deve chiedere mai

Cassiopea si preoccupa di non farmi mancare nulla e di offrire tutto quanto può senza mai farmi spostare nemmeno di un millimetro dalla mia postazione. Lei sa ciò che una donna vuole: tutto è perfettamente organizzato e nulla è lasciato al caso. Ampi cassettoni sia sopra al posto guida che dietro, per accogliere la pretesa (tipicamente femminile) di avere ogni cosa al proprio posto. Anche se è un ripiano porta-oggetti, simile a una libreria vicino al comodo letto, il tocco di classe che ho votato come mio preferito. Amo ritrovare elementi tipici di una casa in un camion: contribuiscono a farti sentire più accolto anche a chilometri di distanza. Così, «il camion è la mia seconda casa» non è più soltanto una frase di circostanza, ma una realtà.

La funzionalità va colta nella spontaneità. In questa foto Cassiopea è vagamente spettinata, con il volante girato e tanti oggetti quotidiani buttati lì, ai suoi lati. Ed è in questo modo che si apprezza il valore dell’ergonomia, di quella ricca disposizione di tasti, comandi e ripiani che consentono all’ospite del camion – vale a dire l’autista – di non doversi spostare nemmeno di un millimetro.

In guida, con lei che guida

Il piano di appoggio è comodo ed essenziale, anche se non è tra i più
ampi. In compenso lascia più spazio in cabina, in modo da facilitare
gli spostamenti.

Cassiopea è austera e «superba», trasmettendoti subito una sensazione di leggera soggezione: non sai bene se devi lasciare che sia lei a condurre il gioco o se puoi permetterti di governarla. Nelle salite sfodera forza, nelle curve eleganza. Scivola al punto che sembra danzare un valzer seguendo il Berceto e io, non essendo particolarmente abile nei balli da sala, ho dovuto usare i freni prima di abituarmi alla sensazione di essere guidata da chi ne sa più di me. Però, vi assicuro che alla fine è stata una danza meravigliosa. Il cambio non tradisce le aspettative e le due marce in overdrive (che permettono al motore di viaggiare ad alta velocità riducendo il numero di giri), contribuiscono a sfruttare al massimo ogni goccia di carburante, grazie anche al fatto che Cassiopea legge anticipatamente la strada per dare il massimo in ogni occasione, come un’attrice che studia il copione. E come ogni attrice che si rispetti, è in grado di trattenerti con lei se ti distrai. Gli Adas sono, ovviamente, presenti e il freno motore rallenta con dolcezza, forse un po’ troppa. A una donna di questo calibro, servirebbe qualcosa di più deciso. Si sente che è svedese, dal temperamento calmo e ponderato, qualche volta timido (così mi racconta Mikael), ma noi italiani preferiamo emozioni forti e dirompenti. Siamo passionali, forse anche troppo… «Ma è per questo che piacciamo».

Il conto leggero

Cassiopea è distinta anche quando è ora di pagare e non è di certo la tipa che fa «alla romana». Offre lei, anche se il conto è effimero: 20 litri per 100 km in un viaggio di 300 km (5 km x l). Puntualizziamo, per dovere di cronaca, che la velocità media è stata di 70 km/h a causa del traffico. Quindi, considerati i diversi cambi di andatura, Cassiopea è una signora di alta classe anche nei consumi. Il nostro viaggio insieme è avvenuto in una giornata abbastanza complicata in termini di viabilità. Ci siamo incontrate subito dopo il ponte del 2 giugno quando a Milano era in corso la fiera del libro, causa di pesanti disagi sul traffico. Cassiopea però, nonostante l’altezza, non teme gli assembramenti: gli specchi offrono profondità di sguardo e il montante del parabrezza è stato snellito per favorire la visibilità. Nel complesso veramente buona, malgrado lei non sia un carattere dalle ampissime vedute.

La condivisione va basata sulla passione

Voto dieci al ripiano vicino alla branda (qui nascosto in parte dal poggiatesta del sedile passeggero): sembra una piccola libreria e ti fa tanto sentire a casa.

È stato bello, per una volta, incontrare una “collega” per strada e viaggiare con lei per un po’. Ammetto che è sempre stato il mio sogno poter condividere questa strana passione con un’altra ragazza. Sebbene ce ne siano di autiste donne, ancora siamo poche e facciamo fatica a incontrarci. Purtroppo, spesso capita di cadere in quel luogo comune che pretenderebbe la convivenza tra donne molto difficile. Anche se, devo ammettere, che in qualche caso – e a torto – siamo noi per prime a costruirci barriere difensive per evitare complicazioni. Il viaggio con Cassiopea mi ha dato un’importante lezione di vita: quando si condivide una passione è bene farne il fulcro della propria relazione e non cercare a tutti i costi di creare battibecchi a causa delle rispettive diversità. Un progetto ambizioso, quello di Cassiopea (e di tutta la nuova generazione Scania), e forse è proprio in questa ambizione che si deve ricercare la ragione del nome che Scania ha voluto dare al suo 500 Super. Un nome che porta con sé la vanità, la veleggiante arroganza e impertinenza tipiche della Ninfa e la volontà di brillare nell’universo delle nuove generazioni di veicoli che guardano alla lotta delle emissioni. Caratteristiche tipiche (e necessarie) di una donna che vuole farsi strada in un settore percorso fino a ieri soltanto da vicoli stretti.

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