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Scania 500S Super (Cassiopea). Come essere unici anche senza essere un v8

Il motore non è il massimo della cilindrata e della potenza, ma è il massimo dell’efficienza. Dote unica, in grado di tagliare consumi e quindi emissioni, anche rimanendo aggrappati al solco della tradizione diesel. È una delle tante ragioni per cui lavorare insieme a questo Scania dal nome femminile infonde soddisfazione, suscita sicurezza e stimola il gioco di squadra. Tutte cose piacevoli da imparare

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«Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare». È l’espressione che serve a ribadire quella costante, perenne e invisibile differenza che divide gli intenti dalle azioni. Dire di accettare le donne nel trasporto è una cosa, trattarle alla pari è tutt’altra. Anche se, a volte, capita che siano le stesse donne a non riuscire ad aggregarsi per lavorare insieme.
È per questa ragione che sono felicissima di incontrare nuovamente Cassiopea, il nome utilizzato per identificare lo Scania 500S Super (il primo contatto è staro in occasione del n. 380 di UeT): perché insieme costituiamo un team di lavoro tutto al femminile in cui si annulla la competizione, giacché ognuna conserva nel gruppo una propria unicità. Lei – come e più di me – dispone della determinazione necessaria per trovare un posto nel trasporto senza sacrificare la propria individualità. Lei, in più, ha quell’aspetto deciso e superbo, che io non potrò mai avere. Ma soprattutto di lei mi fa impazzire quel modo di motivarti, guardandoti dritto negli occhi, mentre dice: «Si può riuscire a essere riconoscibili anche senza essere un V8». Come a dire, si può riuscire a fare il massimo nella vita anche senza essere dei giganti. E io, prima ancora di mettere in moto, quasi quasi mi sento di darle ragione.

Fuori imponente, dentro accogliente

La cabina S20 Highline del Super 500 è talmente imponente ed elegante da metterti in soggezione, anche sei hai trascorso diversi giorni in sua compagnia. E magari saresti tentata a pensare che si tratti di un approccio utile a non entrare troppo in confidenza con tutti per poter cavalcare meglio l’onda della leadership.
Ma sono pensieri che durano fin quando non si entra in cabina, perché lì Cassiopea ti mette assolutamente a tuo agio. Lo spazio è tanto e la logica lo avvolge, ma se posso darvi un consiglio, evitate – a meno che non abbiate necessità – di optare per la configurazione con la seconda branda in quanto, non essendo totalmente richiudibile a parete, tende a sacrificare in parte la zona sopra il letto.
Ottima la configurazione della plancia e l’ergonomia della consolle laterale, così come il ripiano d’appoggio organizzato con la tipica impostazione Scania, presente – non a caso – anche nel mio 164. Vi confesso un’emozione: quando ho notato questo dettaglio, mi sono sentita come una bimba in un laboratorio, che osserva al microscopio il dna distintivo di un individuo. O, meglio, di un marchio.

Una guida assicurata

In guida Cassiopea si dimostra impeccabile, preparata e capace di interagire sul palco con ospiti diversi, adeguando il proprio linguaggio al partner di scena.
L’impostazione di guida è libera, la si può personalizzare al millimetro e, con grande fluidità, è possibile condurla in qualunque scenografia, avendo la certezza di non rimanere mai delusi. Né in spunto, né in traiettoria.
Mentre l’anno scorso ebbi l’impressione di essere seduta troppo in alto per riuscire ad avere la  sensazione di avere pieno controllo del tutto (complici anche le sospensioni completamente pneumatiche e i quattro soffietti cabina, che offrono sì estremo comfort, ma che, almeno nei primi metri di guida, se non sei abituata, ti trasmettono una sensazione di «eccessivo dondolìo»), questa volta essere così sospesi è stato piacevole e divertente, a dimostrazione del fatto che abituarsi ad altri modi di guidare (riferiti al camion e al settore) non è nulla di spaventoso e, superata l’incertezza iniziale, diventa addirittura spassoso.
Anche perché, oggi, l’incertezza tipica dell’animo umano, viene compensata dalla freddezza calcolatrice dei veicoli: si fidano di te, certo, ma fino a un certo punto.
È un po’ come quando una donna, dopo aver tentato di delegare un compito a un uomo facendogli fare a modo suo, riprende il comando con due parole secche: «Faccio io».
Scania 500S Super si comporta in modo analogo, ma con più tatto e soprattutto avendo a sua disposizione una cascata di strumenti: frenata di emergenza avanzata, allarme per abbandono corsia, mantenitore di corsia, Esp disinseribile, Scania Active prediction, assistenza partenza in salita, Cruise Control adattivo e, forse, anche altro.
Insomma, la guida diventa talmente assistita e sicura che lascia a me il piacere di condurre il ballo, indicandomi semplicemente la strada verso l’attenzione. «Semplicemente» fino a un certo punto: quando si va per strada riuscire a conservare una soglia di concentrazione è fondamentale, perché uno degli errori più frequenti degli autisti è proprio quello di rilassarsi e lasciarsi un po’ andare proprio perché c’è il camion ad assisterti.
Il senso dei dispositivi di sicurezza e di ausilio, invece, deve essere proprio quello di lasciare al conducente la possibilità di concentrarsi maggiormente sulle dinamiche del traffico, di prevederle e di intervenire con tempestività. Ognuno deve garantire il suo ruolo affinché lo spettacolo continui. E Cassiopea non ha difficoltà al riguardo.

Unica, non diversa

A proposito di spettacolo, un personaggio di questo mondo come Drusilla Foer sostiene che la «diversità ha in sé qualcosa di comparativo e una distanza che proprio non mi piace». È un pensiero che calza perfettamente addosso a Cassiopea, il cui tratto distintivo, secondo me, è quella di essere «unica» piuttosto che «diversa». Di un’unicità, però, radicata nella tradizione. Il suo motore, infatti, è un consueto sei cilindri diesel da 13 litri, che punta a contenere le emissioni tagliando drasticamente i consumi. Rispetto alla tipologia di alimentazione finora imperante, quindi, non è differente, ma semplicemente più produttivo, perché più in grado di trarre il meglio – o, per essere più precisi, il massimo dell’efficienza termica – da quanto dispone. Certo, le sue prestazioni migliori le esprime nel lungo raggio, quando cioè viene meno esposta a sforzi o a repentini cambi di andatura. Ma qui ciò che conta è il risultato, vale a dire il ridotto quantitativo di gasolio utilizzato, facendo ricorso a un dispositivo che ottimizza la combustione del carburante filtrandolo per sfruttarlo fino all’ultima goccia, riuscendo ad abbassare al minimo la voce – se il contesto lo consente – tramite l’inserimento di una tredicesima marcia in overdrive (sono quattordici compreso un primino e otto retromarce, anche se, lo ammetto, non sono riuscita a innestarle tutte), che contiene ad appena 820 i giri del motore o, addirittura, staccando completamente la trasmissione e affidando tutto all’ecoroll.
Poi, chi ha a cuore le ragioni del pianeta sarà interessato a sapere che, per contenere al massino le emissioni, qui l’adblue viene gestito tramite un sistema a doppia iniezione (SCR Scania Twin Dosing). Sull’altare dell’ambiente lascia consumi leggermente più alti rispetto alle precedenti generazioni, ma è il sovrapprezzo da versare all’ambiente, analogamente a chi fa ricorso all’HVO. Perché Cassiopea va matta per questo carburante privo di origine fossile (la sigla significa “olio vegetale idrotrattato”) e generato invece dalla lavorazione di scarti rinnovabili, proprio perché inquina tanto tanto meno, ma il problema – anche qui – è di riuscire a trovarlo a un prezzo allineato a quello del diesel. Impresa complicata, ma non impossibile.
Attenzione, però: questi sono retropensieri che faccio qui, mentre riorganizzo gli appunti mentali per scrivere questo articolo. Ma mentre sei lì con le mani sul volante, non ti accorgi nemmeno di avere tutte queste cose a disposizione: tu ti godi la guida e a tutto il resto ci pensa Cassiopea. Capite, allora, perché mi piace fare squadra con lei?

In conclusione

Cassiopea mi ha insegnato la bellezza di riuscire ad aggregarsi, di riconoscere l’unicità nell’altro, di apprezzarne le qualità per entrare in una logica di condivisione reciproca con cui si finisce per arricchirsi.
Lavorare con un’altra donna mi ha fatto toccare con mano la forza dell’empatia e dell’ascolto reciproco: il camion deve accogliere le esigenze del conducente e l’autista deve rispettare modi e tempi del proprio veicolo.
Ho scoperto quello che può fare una buona comunicazione, attraverso l’interazione continua con i sistemi di bordo e capito quanto può migliorarti continuamente, grazie ai consigli di guida e al controllo dei propri punteggi.
Scania 500S Super mi ha insegnato ad abbracciare, ad accettare tutte le mie caratteristiche, mi ha fatto capire che, al mondo, c’è posto per tutti. Proprio per questo possiamo rinunciare alla competizione, a maggior ragione se per affermarci cerchiamo di essere ciò che non saremo mai.
L’abbraccio collettivo delle proprie caratteristiche può metterci su un piano paritario di personalità non alternative, ma complementari, capaci di guidare insieme verso una nuova direzione.

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