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Progetto ANITA: quando il camion viaggia solo

Proseguono i test sulla guida autonoma all’interno del terminal intermodale di Ulm per il trasferimento di container dalla strada alla ferrovia

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È positivo il bilancio del progetto ANITA (Autonomous Innovation in Terminal Operations) che vede impegnati dal 2020 MAN Truck & Bus, Deutsche Bahn, Fresenius University of Applied Sciences e Götting KG nell’utilizzare autocarri a guida autonoma per il trasferimento di container dalla strada alla ferrovia, e rendere i processi più efficienti. I partner, presentando i risultati ottenuti sinora, hanno annunciato nuovi sviluppi sul deposito di container di DB Intermodal Services e il terminal DUSS (Deutsche Umschlaggesellschaft Schiene-Straße mbH) a Ulm, nel sud della Germania.

Dal canto suo, la Casa di Monaco nei prossimi mesi si concentrerà sullo sviluppo del software. Il sistema autonomo dovrà essere in grado di coprire tutte le decisioni che un autista può prendere sulla base delle sue impressioni sensoriali. I programmatori MAN parlano infatti di «migliorare i sensi elettronici del veicolo autonomo» nelle attività operative reali al fine di percepire sempre meglio l’ambiente circostante per reagire e operare come se al volante ci fosse realmente un autista.
«La tecnologia base di automazione per ANITA è pronta. Per la definitiva messa a punto, stiamo ora avviando un confronto pratico diretto per sviluppare ulteriormente il sistema in termini di affidabilità operativa e di valore aggiunto per il futuro utente – ha affermato Frederik Zohm, Member of Research and Development di MAN Truck & Bus – Contiamo di poter offrire camion autonomi per i collegamenti nei terminal come tecnologia di serie dalla fine del decennio. Partner come Deutsche Bahn, Götting KG e la Hochschule Fresenius University of Applied Sciences sono essenziali per raggiungere questo obiettivo».

Premesso, in questo periodo di test drive per verificare il prototipo autonomo delle reali condizioni di impiego, l’autista è sempre rimasto a bordo per intervenire nel caso fosse necessario. I test drive sono utili, non solo per gli sviluppi della guida autonoma, ma anche per la preparazione dei terminal a integrare la nuova tecnologia «Ferrovia e strada combinate, questa è la soluzione ecologica per la logistica del futuro – afferma Sigrid Nikutta, Member of Management Board di Deutsche Bahn AG e Responsabile del trasporto merci e CEO di DB Cargo AG – stiamo lavorando insieme per far crescere i trasporti intermodali. La digitalizzazione e l’automazione ci aiutano a rendere semplici e veloci le interfacce con il treno merci e i processi nei terminal».

L’autocarro autonomo per svolgere il suo compito deve comunicare con l’infrastruttura del deposito DBIS e del terminal DUSS ed è a questo che stanno lavorando gli scienziati della Fresenius University of Applied Sciences analizzando i processi, le procedure e i comportamenti esistenti di persone e macchine in loco nella prima fase del progetto per poi trasferirli in un insieme digitale di regole.
«Durante le prove pratiche nel terminal apprenderemo ogni giorno di più – afferma Amelie Jacquemart-Purson, Project manager MAN – Sono richieste elevate competenze ingegneristiche per unire i dati di fotocamera, Lidar (acronimo di Laser Imaging Detection and Ranging) e radar, interpretarli e implementarli correttamente».

Il progetto ANITA ha preso il via nel luglio 2020 ed è finanziato con 5,5 milioni di euro dal programma New Vehicle and System Technologies del Ministero federale tedesco dell’Economia e della Protezione del Clima. La durata prevista è di 39 mesi. Maggiori info sul progetto: https://www.anita.digital/en.

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Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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