Il Centro studi e statistiche di Unrae rileva (sui dati forniti dal MIT) nel mese di febbraio la modesta crescita del +2,1% per il settore dei trasporti industriali. I veicoli immatricolati sono stati 2.257 mentre nello stesso mese dell’anno passato furono 2.211 (46 veicoli in più). Ma vediamo meglio questo numero. I veicoli leggeri fino a 6 ton chiudono il mese con l’importante crescita del +47,7%, i medio-leggeri, ovvero quelli nella fascia di peso compresa tra le 6,01 e le 15,99 ton, riportano un positivo pari al +18,6% mentre risultano in flessione i veicoli pesanti di massa uguale o superiore a 16 ton, che perdono lo -1,5%.
Risultati che non colgono di sorpresa Paolo A. Starace, presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae, che già nei mesi scorsi parlava di una «contrazione del mercato nel 2024» e che ora, numeri alla mano, si è puntualmente presentata. Il modesto risultato di febbraio nel comparto dei pesanti «desta forte preoccupazione» sottolinea Starace aggiungendo che «Alla luce di questa tendenza, aggravata da un contesto di forti incertezze geopolitiche, economiche e finanziarie, risulta più che mai necessario che il Governo elabori urgentemente una politica di sostegno continuativa e duratura, al fine di sostenere un settore strategico per l’economia del Paese quale il trasporto stradale delle merci». Il presidente di Unrae, preoccupato dall’«assordante silenzio delle Istituzioni» invita quindi nuovamente l’Esecutivo a istituire «un Fondo ad hoc pluriennale» a sostegno degli investimenti in veicoli e infrastrutture di ultima generazione. «Accogliamo con favore il rifinanziamento delle misure dedicate alla messa in sicurezza di strade e infrastrutture, adottate recentemente con la revisione del PNRR. Tuttavia – conclude – riteniamo che, al fine di incrementare concretamente i livelli di sicurezza stradale, gli interventi non possano limitarsi alla sola rete viaria, bensì debbano considerare anche l’ammodernamento dei veicoli circolanti nel nostro Paese, che scontano ancora un’età media di gran lunga più elevata rispetto agli standard europei».