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Il lancio dell’Iveco T-Way. La dura strada della tenacia

Acciaio ad alta resistenza, longheroni da 10 mm, resistenza torsionale al top del segmento. Il carattere dell’erede del Trakker, dedicato al cava-cantiere, si esprime tutto sul telaio. Il resto – dalle tante funzioni di gestione della frizione alla nuova trazione idrostatica – sono contorni gustosi per accompagnare il piatto più forte

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La gamma Way di Iveco è figlia del lavoro. Ed ecco perché, seppure declinata tramite lettere dell’alfabeto, è stata svelata per step riferiti a missioni di trasporto, mostrando prima il veicolo stradale dall’impiego più allargato (S-Way), poi quello di approccio leggero al cantiere (X-Way), per chiudere ora con l’ultraspecializzato T-Way, quello per il segmento più duro, ma anche quello in cui il costruttore italiano si sente maggiormente in dovere di difendere una tradizione di robustezza imposta dalla sua storia di innovazione nel cava-cantiere, ma anche dalle regole normative del nostro paese, che hanno creato il mezzo d’opera e gli hanno consentito di raggiungere carichi sopportabili veramente da spalle molto forti.

L’intera area di guida è stata studiata per creare un ambiente pratico e facilmente vivibile. Il sedile di guida, comodo ed ergonomico, è abbinato a un nuovo concept di volante multifunzionale per offrire agli autisti il massimo comfort.

IL TELAIO, IL CUORE DELLA FORZA

Non sarà un caso, allora, che per fare la conoscenza del T-Way è necessario imbrattarsi e piegare la schiena per buttare lo sguardo laddove si valuta la tenacia (e T, neanche a dirlo, sta per tough,in inglese tenace) di questa categoria di veicoli, su quel telaio su cui si scarica il peso trasportato. Così, si scopre che è realizzato in acciaio ad alta rigidità, che è composto da longheroni spessi 10 mm e dotati di una resistenza torsionale di 177 kNm, valore al top del segmento. Sull’anteriore il telaio è associato a un assale con 9 tonnellate di portata, mentre il tandem posteriore è di nuovo disegno e propone di serie il mozzo di riduzione, funzionale per massimizzare la resistenza e le prestazioni del veicolo. Invece, per aumentare l’altezza da terra, così da garantire maggiore protezione agli organi sottoscocca, sempre sul posteriore si è optato per un nuovo sistema di sospensione per assali tandem, che aiuta anche a distribuire i pesi e a velocizzare gli spostamenti su buche e dislivelli. Ma il beneficio più rilevante di questa innovazione si registra sulla bilancia, dove il T-Way dimostra una forma smagliante, essendo di ben 325 kg più leggero del Trakker, anche grazie al ricorso a un supporto del tandem fuso in un unico pezzo. Completano la dotazione (almeno delle versioni non integrali) i freni a disco su tutte le ruote.

LE TANTE FUNZIONI ABBINATE AL CAMBIO

I cambi automatizzati Hi-Tronix dispongono di nuove funzioni: l’Hill Holder, che rilascia in modo ritardato i freni per facilitare le partenze in salita; la Rocking, che disinnesta la frizione se si lascia l’acceleratore con veicolo bloccato; la Creep, che aiuta a guidare a velocità bassissime così da rendere precise le manovre. Fuori dal cantiere, poi, c’è la Hi Cruise, che migliora l’efficienza della trasmissione, ottimizza i consumi sfruttando anche il cruise control predittivo e include l’Eco-Roll, che sfrutta l’inerzia del veicolo in discesa.

Il motore dell’Iveco T-Way è il Cursor da 13 litri con potenza fino a 510 CV, 10 in più rispetto al top del Trakker. Per chi dovesse avere esigenze più modeste, l’offerta scende direttamente sul Cursor 9, mentre non è contemplato il Cursor 11. Entrambi i propulsori adottati dialogano sulla catena cinematica con cambi automatizzati Hi-Tronix a 12 e 16 velocità, che dispongono ora di nuove funzioni dipendenti dalla gestione della frizione e concepite per soddisfare esigenze tipiche dell’off-road: l’Hill Holder, che rilascia in modo ritardato i freni per facilitare le partenze in salita; la Rocking, che disinnesta la frizione se si lascia l’acceleratore con veicolo bloccato e quindi serve a riprendere trazione in condizioni scivolose; la Creep, che aiuta a guidare a velocità estremamente basse quando ci si muove in spazi contenuti e la manovra deve essere di precisione. Se poi si esce dal cantiere e si va per strada, a quel punto torna utile, per contenere i consumi, la funzione Hi Cruise, che migliora l’efficienza della trasmissione, sfrutta cambiata e cruise control in modo predittivo e include l’Eco-Roll, che sfrutta l’inerzia del veicolo in discesa.

SE LA TRAZIONE NON BASTA

Ma non è finita. Perché, almeno cabinati e trattori 6×4, possono avere in opzione l’assale anteriore con trasmissione idrostatica Hi-Traction. Si tratta di un sistema che si innesta fino a una velocità di 25 km/h per fornire un surplus di motricità, aggirando però quegli attriti generati dalla trazione integrale permanente, presente comunque sui modelli 4×4, 6×6 e 8×8. Anche qui, va ricordata in termini di trazione, l’offerta di una nuova presa di forza “a sandwich” in grado di trasmettere fino a 2.300 Nm.

UNA GAMMA FLESSIBILE

Il T-WAY è disponibile in versioni rigide e articolate, da 2 a 4 assi con trazioni parziali o integrali, queste ultime disponibili anche con le nuove varianti di passo da 4, 4,2 e 4,5 metri, pensate per riuscire a gestire speciali allestimenti senza necessità di modificare il telaio.
La cabina è disponibile in due versioni: la corta AD o la lunga AT con tetto standard o rialzato. Entrambe vanno incontro alle esigenze quotidiane dell’autista, garantiscono buona visibilità, proteggono dallo sporco e semplificano le operazioni di manutenzione e riparazione. La zona conducente è disegnata per creare un ambiente comodo, chiedendo un aiuto in tal senso all’avvolgente sedile e al volante multifunzione di nuova concezione.
Sotto il capitolo sicurezza, il T-Way annovera il nuovo sistema frenante con EBS di serie, i freni a disco pieno sono disponibili sui modelli con PWD ei nuovi sistemi avanzati. su tutta la gamma.

Daniele Di Ubaldo
Daniele Di Ubaldo
Direttore responsabile di Uomini e Trasporti

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