Stabilire un contatto con i trasportatori: era questo lo scopo che si poneva il MAN tour iniziato lo scorso 1° marzo a Vercelli e concluso il 26 con l’arrivo a Rimini e il successivo trasferimento a Milano dei cinque veicoli reduci da incontri, autisti e autotrasportatori consumati, come un buon pasto, in autogrill e trattorie.
Il tour ha avuto come protagonisti, insieme ai trasportatori e agli istruttori dell’accademia MAN ProfiDrive, due trattori TGX 18.470, un carro TGX 26.430 6×2 allestito con centina, un trattore TGS 18.470 e un TGM 18.320 con allestimento frigo. Più che come una promozione commerciale, dove poter toccare con mano i veicoli, l’iniziativa si è rivelata un momento di incontro e confronto con i principali protagonisti di un mondo, rilevatosi fondamentale durante il periodo emergenziale in quanto garanzia della continuità degli approvvigionamenti del Paese.
I chilometri percorsi sono stati circa 8.500, di cui 2.100 solo nell’ultima settimana. Nel corso della quale, i veicoli partiti da Firenze, hanno risalito l’Italia attraverso la Liguria fino a Savona, per poi attraversare da ovest a est la pianura padana e salire verso il Brennero per poi ridiscendere a Pesaro e a Rimini.
Durante le soste degli autotrasportatori per una pausa caffè o per uno spuntino in trattoria di chiacchiere con loro se ne sono fatte tante e quello che è emerso dalle testimonianze raccolte è una preoccupazione per il futuro, al quale, però, non guardano con rassegnazione.
Scambi interessanti ci sono stati soprattutto in direzione del Brennero, dove, fra limitazioni alla circolazione e obbligo di test anti-Covid, gli autotrasportatori in questo periodo hanno dovuto ingegnarsi per gestire al meglio le tempistiche senza incidere sui calendari di consegna delle merci trasportate.
È il caso di Antonio, pugliese, 45 anni, incontrato durante una rapida sosta nell’area di servizio poco dopo Trento. «Parto tutte le settimane dalla Puglia con un carico di frutta e verdura – dice – faccio una sosta a Milano, dove ne scarico una parte ma ricompleto il carico con altre derrate alimentari, quindi riparto per la Germania dove mi aspettano due mete fisse nell’area di Monaco; qui scarico e ricarico con collettame vario per il rientro. Ovviamente sono stato coinvolto in pieno nel grande ingorgo che si era creato al Brennero quando, per l’ingresso in Austria, sono stati imposti i tamponi, poi mi sono organizzato per gestire al meglio anche questi controlli».
Qual è la tecnica taglia-tempo di Antonio? La sua strategia serve a perdere il minor tempo possibile e funziona grosso modo così: «Il tampone non lo faccio più a Verona – risponde – dove ho incontrato più colleghi, ma a Vipiteno, più vicino al confine, in un hub gestito dagli Alpini; è l’ultimo prima del confine e c’è poca gente perché si sono fermati quasi tutti prima. Inoltre, se calcolo bene i tempi, posso far coincidere questa sosta con il riposo di 45 minuti e quindi ottimizzo il tutto. Certo, la paura di risultare positivo c’è sempre anche se ti senti benissimo. In caso di positività la mia ditta si è tutelata e c’è sempre un autista pronto a subentrare nel trasporto».
Interessante anche l’incontro con Ivano di Savona, titolare di una ditta di traslochi, che riporta il focus sul prodotto. Al centro dell’attenzione è il MAN TGS, quello nella versione carro con cabina corta. «Un camion compatto – lo definisce Ivano – che lascia spazio a un grande box di lega leggera, soluzione ideale per molti traslocatori. In Liguria, con le strade strette dei centri storici e quelle tortuose dell’Appennino, siamo sempre combattuti tra il bisogno di trasportare il più possibile e la necessità di poterci muovere e raggiungere abitazioni in luoghi impervi o, semplicemente, angusti». E quindi perché il MAN TGS motrice diventa la soluzione che meglio risponde a tali esigenze? «Perché la cabina corta – risponde il traslocatore – migliora la dinamicità del veicolo senza però rinunciare al comfort di bordo». Ovvio che quando cambia il contesto, a quel punto si modifica anche la scelta del veicolo. Se infatti un cliente chiede un trasloco internazionale, allora – puntualizza Ivano – «la cabina del TGX con cuccetta diventa la scelta migliore». Continuando a raccontare la propria attività , Ivano rivolge lo sguardo al furgone MAN TGE, veicolo presente in carovana e impiegato da MAN Italia per il supporto logistico ai cinque truck: «Per i piccoli traslochi è l’ideale. Grande vano di carico, ma anche tanta maneggevolezza per muoversi senza problemi nei caruggi di Genova, dove spesso siamo chiamati ad operare».
Conclusione evidente: c’è un MAN giusto per ogni diversa esigenza di trasporto. Tutto sta a saperla individuare…