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Artusi (Federauto): «Dopo voto europarlamento siano valorizzati i biocarburanti» 

Il vice presidente di Federauto con delega a Truck&Van e componente del Board dell’associazione dei dealer europei AECDR commenta la decisione del Parlamento europeo definendola deludente anche se introduce alcuni elementi migliorativi

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La decisione della plenaria del Parlamento europeo che ha ribadito gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 dettando modalità, target e tempi della decarbonizzazione dei veicoli pesanti non piace a Federauto, anzi, Massimo Artusi, vice presidente di Federauto con delega a Truck&Van e componente del Board dell’associazione dei dealer europei AECDR la definisce proprio deludente «anche se introduce alcuni elementi migliorativi aprendo alla facoltà di ampliare ai biocarburanti e ai carburanti sintetici il ventaglio di alimentazioni possibili dal 2040, riconoscendoli finalmente per quello che sono: carburanti rinnovabili in grado di fornire da subito un concreto contributo per i target di decarbonizzazione, ai sensi della Direttiva RED III».

Secondo Artusi, le pressioni delle lobby electric-friendly più ideologizzate non hanno consentito l’approvazione del meccanismo del Carbon Correction Factor (CCF) che avrebbe accelerato e regolato il loro impiego (quello dei combustibili rinnovabili) con modalità operative ed oggettive. «Si tratta di una chiusura del tutto irragionevole, alla luce dei notevoli benefici in termini di riduzione dei climalteranti generabile da subito con l’uso di vettori energetici carbon neutral». 

Per Artusi il voto dell’europarlamento «continua a imporre di fatto l’obbligo di acquisto di veicoli a zero emissioni, con modalità astratte e prive di aderenza alle dinamiche e alle necessità del mercato reale. È per questo che dovrà aumentare ancora di più l’impegno per rendere i prossimi decisivi appuntamenti comunitari – a cominciare dal “Trilogo” che si terrà in gennaio e successivamente negli step di verifica previsti dopo le elezioni, con un nuovo assetto istituzionale dell’UE – in grado correggere i contenuti meno realistici del Regolamento». 

«Occorre, infatti, il massimo della consapevolezza – conclude Artusi – sulla necessità di promuovere una politica per la decarbonizzazione pragmatica, concreta, complessiva ed estranea alle pulsioni demagogiche che stanno adottando le lobby del full electric per imporre – spesso con argomentazioni fallaci – una logica mono-tecnologica che si dimostra sempre di più come poco razionale in termini sia ambientali che economico-funzionali». 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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