Ahh… le prove di veicoli, che noia. Se leggete un qualsiasi articolo di un test drive, che sia su carta o sul web, troverete riportate più o meno le stesse informazioni, ripetute in fotocopia. Parola più, parola meno. Analogo discorso per le prove in video: generalmente si va di stand up, cioè un monologo del giornalista rivolto al pubblico con una «pappardellata» di nozioni e aspetti tecnici che soltanto a pensarla ci cascano le braccia.
È per questo motivo che non abbiamo mai creduto molto alle prove dei veicoli. Dal numero di giugno di Uomini e Trasporti, però, abbiamo trovato un modo nuovo e in parte unico di concepire una prova: a valutare il camion, infatti, è un’autista. Una persona cioè che ogni giorno guida camion per lavoro e che quindi, anche quando ne condurrà uno per un test, lo valuterà allo stesso modo, descrivendo la relazione quasi personale che riesce a stabilire. Senza troppi fronzoli tecnici, di quelli che magari piacevano tanto ai padroncini degli anni ‘70 e che oggi, nell’epoca della connettività, hanno perso molto senso. Di fatto, oggi un veicolo pesante è semplice, tecnologicamente assistito, controllato da remoto. Se si ferma non bisogna più rimboccarsi le maniche per rimetterlo in moto. E, tra l’altro, anche questo è uno dei motivi che rende sempre più agevole l’ingresso delle donne al volante.
Ma non è tutto, perché la nostra test-driver, Laura Broglio, non soltanto guida per lavoro, non soltanto testimonia nei fatti che questa professione può essere declinata al femminile, ma per di più è originale nella scrittura. E quindi fa bene alla nostra rivista e, forse, in parte anche al settore.
Il primo articolo di questa nuova rubrica, che abbiamo battezzato con il nome di «A prova di Laura» (spoiler: presto debutterà anche in formato video), è dedicato al nuovo DAF XG+ 480. Ed è la stessa Laura a tracciare un modo innovativo di raccontare il rapporto tra camion e autista, basato sul rispetto di tempi e di spazi umani, più che su bulloni e alesaggi. Rapporto che, come ogni relazione che si rispetti, nasce da un’attrazione.
«Per il più grande dei veicoli DAF di ultima generazione, l’attrazione la si prova in modo quasi fatale, perché è il classico tipo che tutti si girano a guardare – scrive Laura – Per di più, contrariamente al solito, nasconde pure una generosa anima interna. Dimostrata anche quando, sapendo che tocca a te pagare il conto del gasolio, consuma molto poco. Su una cosa però non transige: se si sta insieme, che sia il più a lungo possibile. I viaggetti brevi o per distribuzione li facciano altri».
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