Il primo DAF Used Trucks Center italiano nasce a Piacenza. Nulla di nuovo, si dirà, visto che la città emiliana è la capitale della logistica nazionale ed è collegata con tutte le direttrici di traffico da un fitto reticolo di autostrade. Ma a giustificare la scelta in questo caso c’è anche dell’altro. Piacenza, infatti, è il luogo opera la Ovip, un concessionario di proprietà della famiglia Storti che, oltre ad aver fatto incetta di riconoscimenti («Concessionario con il più alto tasso di crescita in Europa» nel 2020 e il «Best Italian DAF Dealer» nel 2021), «è anche dotata – come ha notato Giovanni Sbardella, Responsabile DAF Used Trucks – «di una particolare sensibilità a sposare quelli che sono i valori del business dell’usato di DAF. Vale a dire, la sostenibilità, l’attenzione al cliente e la qualità del prodotto».

Un Centro dal respiro europeo
Ciò detto, entriamo dentro al nuovo Centro. La prima cosa che colpisce è la dimensione: parliamo di un piazzale espositivo di oltre 21 mila metri quadri ed è quindi in grado di accogliere centinaio di veicoli. Anche se la sfida sarà quella di farli restare su quel piazzale il minor tempo possibile. A questo scopo il nuovo Used Trucks Center gioca su due tavoli: una continentale e l’altra locale. La dimensione più ampia deriva dall’essere un tassello di un’organizzazione che conosce altri 7 Centri sparsi un po’ in tutta Europa e che continua a piantare nuove bandiere, mettendo sul piatto un investimento di 16 milioni di euro. Oltre a Piacenza, infatti, hanno tagliato il nastro in tempi recenti i Centri di Lione, Praga e Madrid, mentre quello di Varsavia lo farà nelle prossime settimane. La dimensione qui aiuta a giocare a sua volta su doppi tavoli perché i veicoli usati arrivano da una ventina di paesi europei, ma poi si cercano acquirenti in almeno una cinquantina in tutto il mondo.
Un business importante, ma anche circolare, perché, come ha chiarito Gerrit-Jan Bas, Managing Director PACCAR Financial Europe, il mercato del nuovo e quello dell’usato si condizionano reciprocamente e quindi – ha puntualizzato «più saremo in grado di elevare il valore del nostro veicolo usato, migliore sarà la performance della nostra rete vendita dedicata ai veicoli nuovi, perché oggi il cliente, cioè le aziende di trasporto, guardano globalmente all’investimento effettuato, all’intero ciclo di vita del prodotto, e quindi anche al valore residuo».
Una garanzia che poggia su 200 controlli
Dietro alla spinta commerciale dei Centri Usati DAF c’è una leva distintiva. La casa olandese, infatti, riesce a coprire una parte dei veicoli usati che propone di una speciale garanzia denominata «First Choice». In particolare, a quelli che: riescono a superare circa 200 controlli; non hanno più di cinque anni sulle spalle; non hanno percorso più di 600 mila chilometri; hanno osservato una corretta manutenzione. Verificate positivamente tali condizioni il veicolo ottiene una garanzia flessibile che va da 6 sei a due anni e che vale in tutta Europa. E proprio perché sono mezzi fidati, il costruttore ne finanzia l’acquisto tramite PACCAR Financial e li copre anche con un programma di riparazione e manutenzione MultiSupport.
Ovip, un partner qualificato
Ma il Centro Usato di Piacenza è anche una realtà che vive e respira una specifica territoriale e che – come ha spiegato Paolo A. Starace, amministratore delegato di DAF Veicoli Industriali –«è il frutto di un’inedita partnership, in cui ogni parte conferisce il meglio di quanto dispone. Una relazione particolare, limitata a un ambito geografico preciso, ma che non è detto che, trovando analoghe condizioni, non si possa replicare altrove».
Il partner di DAF, come detto, si chiama Ovip, una concessionaria che non a caso in appena quattro anni di vita è riuscita a ritagliarsi nel territorio uno spazio riconoscibile. Dei premi abbiamo già detto, ma forse ancor più dei riconoscimenti parlano i numeri: dal Covid a oggi il personale della società è passato da 15 a 54 unità. Di conseguenza anche il fatturato ha seguito un’onda crescente che, partendo da zero, è arrivata fino agli attuali 27 milioni di euro. E proprio la conquista di queste spalle solide oggi la mette in condizione di investire in un’operazione come il Centro Usato che ha richiesto un esborso di 3 milioni di euro. Per rientrare da questo investimento è stato realizzato un business plan che prospetta di arrivare a commercializzare a regime un migliaio di veicoli usati in tre anni. Calcoli basati su una quantificazione del mercato dell’usato che per il Nord Italia cuba circa 29 mila mezzi sopra le 6 tonnellate. Una sfida impegnativa che la Ovip si è attrezzata per vincere. Tra le frecce al suo arco, per esempio, oltre al ricordato spazio espositivo, c’è sia la capacità di assecondare il cliente. Se cioè un trasportatore individua un veicolo che potrebbe fare al suo caso come età e come catena cinematica, ma richiede una qualche personalizzazione rispetto alla tipologia di lavoro che svolge, ecco che alla Ovip sono attrezzati in tal senso. Ma soprattutto, siccome la garanzia First Choice copre soltanto i veicoli DAF e sul piazzale di Piacenza possono giungere anche veicoli di marche diverse, la concessionaria piacentina ha affinato una particolare garanzia dedicata proprio a questi mezzi e che quindi costituisce un motivo commerciale in più. Tutte cose possibili perché – spiega il Direttore generale della concessionaria, Mariano Abramo – «la Ovip dispone di personale dedicato, di un magazzino ricambi di 1.000 metri quadri e di un’officina di 5.000 che ha il pregio – abbastanza unico sul mercato – di osservare un’apertura continuata dalle 7 alle 20».
D’altra parte, arrivare a «essere un DAF Used Trucks Center – ha sottolineato Stefano Storti, che con il padre Elvezio e il fratello Massimo amministra l’omonimo Gruppo – non fa che arricchire l’offerta che già forniamo come concessionario e officina. Perché da oggi abbiamo la possibilità di recuperare i veicoli della nostra clientela, di rigenerarli e di ripristinarli, dando loro una nuova vita e rimettendoli quindi in strada in ottica di sostenibilità ed economia circolare».
