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120 Iveco S-Way alimentati a metano entrano il GLS

I nuovi veicoli vanno a sostituire veicoli di un parco diesel composto al 70% da Euro VI e al 30% da Euro V, garantendo così una riduzione di CO2 pari a 7.300 ton (LNG) che potenzialmente salgono a 78.000 ton (bio-LNG)

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Il corriere espresso GLS ha deciso di rinnovare la propria flotta acquistando 120 Iveco S-Way alimentati a LNG e bio-LNG.
I nuovi veicoli, andranno a sostituire un parco diesel piuttosto recente, visto che è composto al 70% da Euro VI e al 30% da Euro V. I nuovi mezzi se verranno mossi da metano fossile ridurranno il CO2 di 7.300 tonnellate (l’equivalente della sostituzione di 745 auto diesel con vetture elettriche al 100% o della piantumazione di 146.000 alberi per un’estensione pari a 487 campi da calcio).
Se, poi, i mezzi verranno alimentati a biometano, ovvero proveniente da fonti rinnovabili (come scarti agricoli) la riduzione di CO2 sale in maniera esponenziale: 78.000 tonnellate. Un po’ come avere 8.000 auto in meno o 1,5 milioni di alberi piantati in uno spazio pari a 5.000 campi da calcio.

L’iniziativa rientra nel progetto Climate Protect di GLS che vuole compensare le emissioni prodotte entro il 2022 attraverso programmi certificati e ridurre significativamente le emissioni entro il 2025 con l’utilizzo di tecnologie eco-compatibili come quelle elettriche e ibride per l’ultimo miglio e per il lungo raggio.

«Questo nuovo progetto con Iveco è un tassello della nostra più ampia strategia che entro il 2022 porterà almeno il 20-25% della flotta a trazione a basso impatto ambientale ed entro il 2025 al 45-50% – ha commentato Klaus Schaedle, Group Area Managing Director di GLS – La tecnologia bio-LNG può avere un impatto rivoluzionario nel nostro settore, contribuendo a ridurre le emissioni sino al 95%».
Dello stesso avviso è Fabrizio Buffa, responsabile per le propulsioni alternative del mercato Italia Iveco che ha sottolineato come «Il biometano costituisce un vantaggio tanto ambientale, quanto economico – aggiungendo che – può essere prodotto localmente attraverso un processo che genera sottoprodotti di valore, come la bio-CO2, riutilizzabile per l’industria alimentare, e il bio-fertilizzante, impiegabile nel settore agricolo».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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