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Mercato veicoli commerciali, il 2023 apre (finalmente) con segno positivo: +9,3%

Unrae: Il 41,4% dei mezzi è ante Euro 4, per rinnovo parco necessari 26 anni. Occorre estendere gli incentivi ai non-elettrici con rottamazione e accelerare la rete infrastrutturale

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Dopo un anno contrassegnato dal costante segno rosso sulle immatricolazioni dei veicoli commerciali (fino a 3,5 tonnellate), il 2023 apre con una inversione di tendenza e registra a gennaio una crescita del 9,3%, con 13.264 immatricolazioni (a gennaio 2022 furono 12.139).
A comunicarlo è l’associazione dei costruttori esteri Unrae preoccupata per il perdurante processo di invecchiamento del parco circolante: a fine 2022, secondo gli ultimi dati, dei 4.227.000 veicoli, il 41,4% era composto da mezzi ante Euro 4, con un’età media di 14 anni.

Numeri preoccupanti, come commenta Michele Crisci, presidente di Unrae «Con l’attuale trend delle immatricolazioni, per la sostituzione completa del parco circolante sarebbero necessari oltre 26 anni». Per il presidente di Unrae «per lo sviluppo della mobilità urbana delle merci a zero o bassissime emissioni è necessario puntare sull’estensione degli incentivi anche ad alimentazioni diverse dall’elettrico compreso il diesel, a fronte di rottamazione». Una puntualizzazione derivante dalla considerazione che «i veicoli commerciali elettrici puri sono oggi appena il 2,7% del mercato».
Per accelerare il processo di svecchiamento del parco, a beneficio sia dell’ambiente ma anche della sicurezza stradale, Crisci ribadisce l’urgenza di intervenire sullo sviluppo della rete delle infrastrutture di ricarica «concedendo un credito d’imposta al 50% dal 2023 al 2025 per gli investimenti privati in ricariche fast da oltre 70 kW». Unrae auspica una rapida emanazione delle norme per l’installazione delle stazioni di ricarica su strade urbane e superstrade (i decreti del del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica-MASE sono in fase di pubblicazione in GU), e che per il contributo per le infrastrutture domestiche, venga adottato da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) il decreto attuativo e venga presto realizzata la piattaforma Invitalia.

La struttura del mercato 2022 evidenzia un forte calo dei volumi immatricolati dai privati (-22,9%), che si fermano al 18,8% di quota (-2,4 punti), e delle autoimmatricolazioni che scendono al 5,0% di share. Anche le società flettono a doppia cifra, fermandosi al 42,7% di quota (-0,6 punti), il noleggio a breve termine con la perdita di 1/4 dei volumi immatricolati, si ferma al 4,6% di rappresentatività. Il noleggio a lungo termine rimane stabile in volume, con una quota che sale al 28,9% del totale (+3,9 punti).
In merito alle motorizzazioni, il diesel scende al 76,5% di quota, cedendo 6,6 punti, il benzina continua a crescere, raggiungendo una share del 5,4% (+2,2 p.p.), il Gpl sale al 3% di quota, il metano riduce la rappresentatività all’1,2%. I veicoli ibridi chiudono l’anno in crescita, con il 10,9% di share (+4,2 p.p.), confermando la seconda posizione fra le preferenze, i plug-in rappresentano lo 0,4% del totale e gli elettrici salgono al 2,7% del totale.
La CO2 media ponderata dei veicoli con ptt fino a 3,5 ton nel 2022 scende del 5,4% a 181,8 g/Km (rispetto ai 192,2 g/Km del 2021).

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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