Mercedes Atego: il quarto asso dello stesso colore
Quattro veicoli identificati con quattro nomi che iniziano per «A». Quattro assi diversi, pensati specifiche missioni, ma tutti di un colore solo perché modulari e arricchiti con componenti simili se non identici. Prova ne sia che l’Atego Euro 6 è stato innovato pensando a tutto quanto necessita la distribuzione urbana, ma l’odore e la classe di un veicolo pesante è persistente in tanti dettagli
Eccolo il quarto asso del mazzo Mercedes, la quarta «A»corrispondente all’Atego. Ma questo veicolo, chiamato a presidiare il variegatosegmento della distribuzione leggera da 6,5 a 16 ton, non è completamente nuovo, comel’Antos e l’Arocs, ma analogamente all’Actros è stato sottoposto a una radicaleopera di rinnovamento. Gli scopi che l’hanno ispirata sono diversi,dall’esigenza di adottare motorizzazioni in linea con l’euro 6, all’opportunitàdi sfruttare il più possibile le sinergie industriali e modulari, riprendendocioè dai fratelli maggiori tutto quanto possibile adattandoli alle esigenzespecifiche di questo veicolo, fino alla volontà di definire una gamma completadi veicoli tutti identificabili da un tratto comune.
Unaerodinamico design deja vu
Cosa evidente all’esterno, dovel’Atego presenta quella griglia frontale a tre lamelle trasversali su cuistaglia la grande stella, quella linea della grembialatura che finisce perintegrare i fari, rivisti a loro volta per accogliere in un solo blocco anchegli indicatori di direzione e le luci diurne (il LED è optional), e quelparaurti che contiene i fari stessi, elementi che sembrano il marchio difabbrica di tutti i veicoli di Mercedes Trucks. Veicoli con cui l’Ategocondivide pure un altro carattere preminente: l’attenzione all’aerodinamica,qui evidenziata dai nuovi deflettori laterali, funzionali anche a ridurre alminimo l’imbrattamento delle fiancate.
A questi contenuti comuni aiveicoli della Stella, si aggiungono quelli propri dell’Atego. Proprio perquesto viene conservato (anche) l’unico gradino di accesso in cabina o ampliatal’apertura delle porte fino a 90°, così da rendere più agevole la vita a chi,nelle attività distributive, deve salire e scendere frequentemente dal veicolo.
Gli interni: nuovi sedili e cambio in plancia
Quando si entra dentro, ildiscorso rimane lo stesso. Anche qui ci sono una serie di accessori ecomponenti pensati per facilitare la vita del conducente e altri che sonomutuati dalle gamme superiori, in un mix di perfetto equilibrio. Un trattotipico del veicolo da distribuzione è la collocazione del cambio. Non tanto diquello automatizzato (tutto nuovo, come vedremo, inserito tra i comandi alvolante), ma di quello manuale la cui leva di azionamento trova posto nellaplancia, così da non ostacolare gli spostamenti interni. Stesso discorso valeper i nuovi sedili, dotati di poggiatesta integrato, di braccioli sollevabili edi un’ampia corsa di regolazione. È lungo invece l’elenco delleeredità delle gamme maggiori. Si comincia con la plancia nera impreziosita daun display di facile lettura. Si prosegue con il volante multifunzione fornitodi serie, con la nuova autoradio con lettore CD, interfaccia Bluetooth e portaUSB con cui connettere lo smartphone all’impianto audio del veicolo. Per finirecon il sistema di gestione dei trasporti Fleetboard (di serie) e con tutti gliinterruttori e i comandi, identici a quelli di Actros e compagni.
Sta a metà tra dotazionespecifica per il segmento ed eredità di famiglia, il nuovo letto monopezzo a 7zone, che serve a chi utilizza questo veicolo per missioni più lunghe, ma cheal tempo stesso sembra realizzato con una concezione molto simile a quelladelle cuccette dell’Actros.
Cabine e 42 varianti
Disponibili quattro diversesoluzioni di cabina, ognuna pensata in funzione di un utilizzo diverso, anchese tutte larghe esternamente 2,30 metri: S ClassicSpace in versione normale eallungata, L ClassicSpace e L BigSpace. In più per impieghi speciali (vigilidel fuoco o impieghi comunali) è disponibile anche una doppia cabina a 6 posti.Se a queste varianti di cabinasi aggiungono quelle relative ai passi si arriva a declinare l’offerta delveicolo in 42 modelli.
Una coppia di motori con coppia
È sotto la cabina, però, che si trova il cuore del rinnovamentodell’Atego 2013. Ma anche qui è possibile ripetere il ritornello intonato.Perché anche qui ci sono contenuti specifici e contenuti mutuati. Il motorespecifico per l’Atego più leggero è l’OM 934, un quattro cilindri da 5,1 litri, offerto inquattro fasce di potenza, da 156 a 231 cv, con coppie chevanno dai 650 ai 900 Nm a partire dai 1.200 giri.
Il motore mutuato, utilizzatoanche su Actros e Antos, è l’OM 936, un sei cilindri da 7,7 litri, disponibilein tre versioni di potenza da 238 a 299 cv, con valori di coppia tra i 1.000 e i 1.200 Nm sempre apartire da 1.200 giri. Entrambi godono di eccellente ripresa già ai bassiregimi e riescono a contenere i consumi di gasolio del 2% rispetto all’euro 5(ma se si capitalizzano tutti gli altri sistemi messi a disposizione si arrivaal 5%), ad allungare gli intervalli di manutenzione fino a 120.000 km, a dimezzareil consumo di olio e a ridurre del 50% l’esigenza dell’adblue, anche perché quia dare man forte al sistema SCR nella conquista della vetta Euro 6, c’è ancheil ricircolo dei gas di scarico raffreddati e un filtro antiparticolato chiuso.
Buono ilmanuale, ottimo l’automatizzato
Ma non sitratta soltanto di motori. Con il nuovo Atego entra in scena anche una nuovagenerazione di cambi automatizzati Mercedes PowerShift 3, disponibilein tutte le versioni di peso e potenza. Fino a 238 cv si può optare per i G70,G71 e G90-6 asei rapporti, più su ci vuole l’inedito 8 marce.Entrambi sonodisponibili con 4 programmi di marcia, selezionabili dall’asta sul volante:Economy, Manuale, Power e, per gli impieghi fuoristrada, l’Offroad. Per gliimpieghi antincendio c’è la modalità Fire-Service.
Il cambio manuale – che in Italia rimane di serie – è stato ugualmenteinnovato. Ne esistono due varianti, a 6 e a 9 rapporti governati da quellaricordata leva in plancia, collegata alla tramismissioni da tiranti e dotata diservoassistenza pneumatica per facilitare gli innesti.
La versione a 9marce – lo ZF 9S 1115 – è caratterizzata da un rapporto estremamente cortodella marcia lentissima, utile quindi per missioni – come quelle comunali – cherichiedono un avanzamento lento.
Tara e telaio
In conclusione, se proprio si vuol trovare un neo aquesto nuovo Atego, lo si trova nel peso, anche se in definitiva aumenta – aseconda delle versioni – dai 53 ai 90 kg rispetto all’Euro 5. Ma vista tutta laquantità di componenti utilizzati per ottenere l’Euro 6 non è nemmeno grancosa. Anche se, a onor del vero, questo contenuto incremento non è tutto meritodel lavoro sul motore, ma pure di quello sul telaio, che ha interessato lastruttura stesa, la taratura dell’asse posteriore con sospensioni più rigide infunzione anti-rollio e quella dell’asse anteriore per rendere più precisa la sterzata. Un lavoroanti-tara utile per chi è impegnato nella distribuzione urbana, ma pure moltosimile a quello sperimentato su Actros e Antos. Ancora: un occhio alle esigenzespecifiche e uno alle sinergie.