L’economia riprende a correre, eppure le immatricolazioni dei veicoli industriali – che dell’andamento economico dovrebbero essere lo specchio – continuano a frenare. Stando ai dati – diffusi dal ministero delle Infrastrutture ed elaborati dal Centro Studi Unrae – relativi ai veicoli con massa superiore alle 3,5 tonnellate, a maggio di quest’anno la flessione è stata del 15%, rispetto allo stesso mese del 2019. In termini assoluti, parliamo di 2.060 unità immatricolate a fronte delle 2.423 immatricolate nel 2019. Insomma, 363 veicoli industriali in meno. Se, invece, si guarda l’andamento da inizio 2021 il trend vede una crescita in positivo del 5,5% delle immatricolazioni rispetto allo stesso periodo del 2019.
A subire la perdita più consistente in termini di immatricolazioni è stato il segmento dei veicoli industriali con massa da 3,51 a 6 tonnellate, parliamo di una perdita del 39,7%. Quella meno significativa – coincidente con la crescita da inizio anno più rotonda (+8,8%) – si registra invece nei veicoli pesanti per antonomasia, quelli cioè sopra le 16 tonnellate.
«Se non temessimo di fare del sarcasmo fuori luogo, potremmo commentare l’andamento di maggio con un semplice “finalmente!”. C’è voluto solo qualche mese – afferma Paolo A. Starace, presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae – per vedere purtroppo confermati i nostri timori: evaporati gli effetti del rimbalzo post pandemia, il mercato, lasciato a sé stesso, comincia a denunciare tutta la sua fragilità, risentendo della caduta di attenzione da parte della politica, nonostante la retorica dei mesi scorsi che definiva il settore “strategico, se non eroico”».
Il disappunto del presidente della Sezione Veicoli Industriali Unrae riguarda soprattutto il mancato interesse delle forze politiche per il mondo dell’autotrasporto: «Di fronte alla totale assenza di disposizioni a sostegno dell’autotrasporto e considerato che anche i benefici della Legge Sabatini sono al termine, ci domandiamo come sia possibile parlare di transizione ecologica lasciandone l’intero costo sulle sole spalle della filiera. È necessario a questo punto che le scelte politiche siano tradotte in fatti concludenti, in linea con gli obiettivi che si dichiara di voler raggiungere e rispetto ad un parco circolante che continua a vantare il triste primato di essere tra i più obsoleti d’Europa, con oltre la metà dei veicoli ante Euro IV».