In Italia, nel 2022, quasi 9.300 rifugiati sono stati inseriti nel mondo del lavoro attraverso il progetto «Welcome. Working for Refugee Integration» dell’UNHCR. Per questo risultato l’Agenzia ONU ha premiato 167 aziende con il logo Welcome, che attesta il loro impegno di inclusione e che potranno esporre e utilizzare nelle loro attività di comunicazione. Tra le imprese insignite anche società che operano nel settore dell’autotrasporto, come Fercam Echo Labs, MAN Truck & Bus Italia e Fiege Logistics. Attraverso il programma di UNHCR, dal 2017 a oggi, sono stati attivati 22 mila percorsi professionali per rifugiati in oltre 520 aziende attive in Italia.
Nato sette anni fa come un premio da assegnare alle imprese che assumono profughi, il progetto Welcome ha fatto incontrare le esigenze di reclutamento delle imprese con le capacità di individuazione dei profili, di orientamento e di accompagnamento al lavoro delle organizzazioni della società civile, mettendo insieme imprese, enti pubblici ed associazioni civili e di categoria.
I numeri di Welcome raccontano la sua crescita costante e il suo impatto positivo
- Dallo scorso anno a oggi, sale da 107 a 167 il totale delle imprese premiate e si allarga la loro presenza sul territorio italiano (17 regioni nel 2022 contro 13 nel 2021), mentre aumenta il numero delle grandi aziende coinvolte (58 contro 35 della scorsa edizione).
- Passando agli occupati, oltre a una crescita in valore assoluto (9.300 contro 6.900), va rilevato un incremento significativo della percentuale di donne inserite, che sale dal 10% al 18%.
- Per quanto riguarda la tipologia di inquadramento professionale, il 93% delle persone assunte ha ottenuto un contratto a tempo determinato, mentre crescono dal 3% al 5% i contratti a tempo indeterminato.
- Dal punto di vista anagrafico, il 76% delle persone ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni. Nigeria e Pakistan si confermano i Paesi di provenienza prevalenti, mentre sono circa 400 i rifugiati ucraini inseriti.
Tra i settori delle aziende premiate, al primo posto troviamo “alloggio e ristorazione” con il 23% (16% nel 2021), davanti a “attività manifatturiere” al 22%, mentre sale al 7% quello delle costruzioni. Tra i fattori che hanno determinato l’assunzione dei rifugiati, al primo posto per il 25% delle aziende c’è la scelta di un “maggiore impegno verso la comunità e verso i soggetti svantaggiati”. Il 10% ha invece scelto di occupare i rifugiati per le loro competenze tecniche (4%) e trasversali (6%), mentre il 4% segnala “l’indisponibilità di giovani italiani per le mansioni ricercate”.
Premiata la falegnameria sociale di Fercam Echo Labs…
Nel settore dell’autotrasporto il riconoscimento UNHCR è andato a Fercam Echo Labs, impresa sociale senza scopo di lucro creata dall’azienda altoatesina, che, attraverso la sua falegnameria sociale, offre formazione e impiego a rifugiati politici e richiedenti asilo. Nel corso del 2022 la falegnameria ha assunto con contratto a tempo indeterminato due persone con status di rifugiato, mentre a un giovane ragazzo del Senegal è stata offerta l’opportunità di effettuare un tirocinio professionalizzante di 5 mesi che gli ha garantito un reddito, occasioni di confronto e socialità con i colleghi di Roma e competenze utili a facilitare l’accesso al mondo del lavoro.
«Il nostro è un laboratorio permanente che offre a tutti, indipendentemente dalla provenienza etnica e culturale, un’occasione preziosa di scambio – ha spiegato Dino Menichetti, presidente di Fercam Echo Labs – A questo proposito mi preme ringraziare per la collaborazione al nostro progetto la Cooperativa Medihospes, che garantisce accoglienza, assistenza e dignità alle migliaia di migranti in fuga da guerra, povertà e persecuzione, svolgendo un ruolo prezioso per il territorio attraverso servizi di accoglienza e di intermediazione professionale».
Alla cerimonia di consegna del premio era presente Sebastien, che da oltre un anno lavora presso la falegnameria sociale: «In FEL il clima è sempre positivo – ha detto – e sono circondato da persone che si supportano a vicenda. Avere un contratto di lavoro in un’azienda solida mi dà sicurezza e serenità».
… e il progetto “Giovani Meccanici” di MAN Italia
Altra azienda del settore premiata quella di MAN Truck & Bus Italia per il progetto “Giovani Meccanici Man”, da poco rilanciato con la seconda edizione. Dei 12 ragazzi selezionati e avviati con la prima edizione, l’estate dello scorso anno, sono ben cinque quelli che hanno completato con successo il percorso formativo e che all’inizio di quest’anno sono stati inquadrati all’interno delle officine MAN con un contratto di apprendistato. Un sesto, fuori quota per l’età, ha trovato comunque un impiego presso un’altra officina MAN, mentre gli abbandoni lungo il percorso formativo sono da addebitare a varie cause: dal trasferimento in un’altra nazione di tutta la famiglia d’origine alle difficoltà con la lingua e quindi con l’apprendimento, fino alla verifica che quello non era il lavoro a cui aspiravano.
«Un riconoscimento che premia la nostra rete assistenziale e i formatori della Man Academy – ha commentato Marco Petrarca, responsabile della qualità del servizio e della formazione di MAN – che hanno affrontato con successo una situazione inedita, in cui i ragazzi erano completamente digiuni di conoscenze tecniche o ne avevano, ma su tecnologie obsolete».
«Lo scorso mese di aprile ha preso il via la seconda edizione del progetto che presenta significative novità – ha continuato Petrarca – Sono stati creati tre indirizzi professionali distinti: meccanici, magazzinieri e accettatori. Poi la selezione è stata aperta anche alle ragazze. La durata è stata raddoppiata, da sei mesi a un anno, con una verifica intermedia per individuare le vocazioni attitudinali. Ma già dopo i primi tre mesi scatterà un aumento del contributo economico perché, è importante ricordarlo, per tutta la durata dello stage l’allievo riceve una regolare retribuzione. Importanti innovazioni sono state introdotte anche nei percorsi formativi, affiancando fin da subito alla preparazione tecnica corsi di lingua e altri momenti aggregativi. Lo stesso numero totale di partecipanti è stato ridotto – conclude il responsabile – per riuscire maggiormente a fare gruppo e creare coesione tra i ragazzi coinvolti».
«Il mondo delle aziende è sempre più pronto a svolgere un ruolo attivo nel promuovere i percorsi di integrazione – ha precisato Chiara Cardoletti, rappresentante UNHCR per Italia, Vaticano e San Marino – ed è ormai pienamente consapevole che i rifugiati portano con sé talenti e abilità che generano sviluppo economico a beneficio di tutta la comunità. La nostra economia e più in generale la società nel suo complesso hanno bisogno del loro contributo, anche nella prospettiva di una maggiore sostenibilità delle politiche sociali, dei sistemi sanitari e delle pensioni. Il 100% delle aziende premiate ha dichiarato di voler inserire in futuro beneficiari di protezione internazionale».
In questa quinta edizione, l’UNHCR ha inoltre assegnato il logo We Welcome a 51 cooperative, onlus, fondazioni, associazioni di categoria, sindacati, servizi per il lavoro ed enti locali che, a vario titolo, si sono impegnati per favorire l’inclusione nel mercato del lavoro dei richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale. Il network – WelcomeNet – creato dall’agenzia ONU conta oggi 56 associazioni distribuite su tutto il territorio nazionale.
Nelle prossime settimane sarà online la piattaforma Welcome-in-one-click che contribuirà a rafforzare il programma offrendo agli attori coinvolti – rifugiati, aziende e organizzazioni della società civile – uno spazio ulteriore di incontro e collaborazione.