Dopo cinque anni di totale inattività il settore container del porto di Taranto è ripartito. O meglio ancora da ieri, nel Molo Polisettoriale dato in concessione alla San Cataldo Container Terminal (SCCT), questa società controllata dal gruppo turco Yilport, è diventata ufficialmente operativa con l’attracco della prima nave. Si tratta de La Nicola, nave della compagnia CMA CGM, che ha attivato una linea feeder da Malta per ora settimanale, ma prestissimo diventerà bisettimanale, per collegare il porto di Taranto con Turchia e Tunisia in appena tre giorni. E poi da qui i container potranno raggiungere in fretta gli interporti e i centri intermodali di Milano, Piacenza, Bologna, Jesi e Marcianise.
Per mettere in funzionamento il terminale la general manager di SCCT, Raffaella Del Prete, ha siglato un accordo con i sindacati per impiegare 72 addetti attualmente messi in disponibilità dell’Agenzia per il lavoro portuale (la Taranto Port Worker Agency) e in passato alle dipendenze della Evergreen, che saranno assorbiti dalla San Cataldo Container.
Ricordiamo che la concessione affidata a Yilport dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Jonio ha una durata di 49 anni. Proprio per questo la società turca, che ha in gestione nel mondo 22 porti, ha investito e continuerà a investire per ammodernare lo scalo pugliese. Nelle scorse settimane aveva iniziato la sostituzione delle gru per opera della Konecranes (per la precisione due di banchina hanno un’estensione di 22 file e cinque di 18 file, a cui vanno aggiunte le 16 di piazzale e una mobile). Agli oltre 20 milioni di euro spesi per questa operazione si aggiungeranno altri 50 milioni, ugualmente destinati a riattivare la piena operatività dello scalo.