Il Transpotec after-pandemia è stato un successo: troppo era il desiderio di toccare con mano mezzi pesanti e leggeri, in versione elettrica se non a idrogeno. Rispetto ai semirimorchi il discorso cambia: quelli visti a Milano erano tradizionali e basilari. Il perché è presto detto: il settore vuole trailer standard, siano essi isotermici, portacontainer, cisterne per polveri, centinati e piani mobili (vale a dire, le diverse tipologie di allestimento esposte in fiera). Nessun mezzo in materiali innovativi, con altezze particolari, aperture estreme, tare da bicicletta. L’unica nota originale era firmata Carmosino: un 15 metri col telone ad hoc che ritraeva un bassotto molto lungo, legato al Progetto 18 (ora sdoganato normativamente), oltre a un telaio per cisterne interamente in alluminio – comprese gambe e supporto assali – da 2.800 kg di tara.
Insomma, tutti gli allestitori stanno con i piedi piantati a terra e propongono soluzioni pronte all’uso, affidabili e conosciute. Usciti dal Covid il mercato si è subito ripreso, ma la guerra che da oltre tre mesi imperversa in Europa, non lascia dubbi: il settore è destinato ancora a soffrire. Con questa certezza, però, si è comunque andati in scena raccogliendo applausi.
Ne è convinto Alberto Maggi della Multitrax, maggiore importatore di trailer stranieri in Italia, che la mattina del secondo giorno di fiera ha esordito: «Ieri abbiamo ricevuto 40 clienti; se ogni giorno è così, per noi la fiera è fatta. Molta affluenza, begli spazi, facile da raggiungere e con tutto ciò che è utile al business (da una metropoli di livello internazionale agli alberghi, fino ai ristoranti)». E così è stato.
Il colosso cremonese ha esposto in uno degli stand più grandi (800 mq), dieci allestimenti, fra i portacontainer Flexitrailer estensibili o i nuovi scheletrati, le nuove vasche in alluminio Alutipper 59 Steerline e le botti per spurghi SV 2006 Vacuum 30,5 tutti della D-Tec. E ancora le cisterne Feldbinder Eut 40.3 e Kip 60.3 e, infine, i piani mobili Kraker K-Force anche nella versione SD. Senza dimenticare gli assali Valx e i sistemi Cargo Floor, di cui Multitrax è sempre importatrice in Italia.
Non da meno lo stand, più raccolto ma con molti mezzi in mostra, della Tecnokar con al centro il più che attuale progetto di Marco Bettini, la serie Evo 2021 S5, la vasca ribaltabile in kit con pianale da 8 mm e sponde da 6.
Allestibile su ogni telaio in circolazione e trasportabile smontata.
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Ai vari lati dello stand, poi, il Talento SLEV1, vasca per rottami da 9.150 kg, il Supertop F1A e a chiudere il piano mobile Legras, importato da Tecnokar, da 90,3 m3 e 8.453 kg di tara.
Ampio e luminoso stand anche quello della Ifac Inox che «con 1.800 mezzi all’anno», dice Vito Amodio, resta uno dei massimi produttori di mezzi isotermici nazionali. «Certo – prosegue – sentiamo la carenza di telai. Ma nella nuova sede di Trezzo, inaugurata un anno fa, facciamo la logistica dei trailer destinati al Nord e all’estero, senza spostare motrici al Sud e così recuperiamo tempo e spazi». In mostra la biga per Chiggiato, che lavorerà anche in Iran nel settore del trasporto di farmaci. Adotta la serranda posteriore a chiusura pneumatica, doppi piani di carico e gruppo frigo Thermo King SlXI, oltre a un commerciale sul mezzo elettrico delle Officine Goriziane Green G e gruppo frigo Mitsubishi.
Giesse Cisterne dalla Campania è salita con le classiche botti a listino, che in Italia hanno un discreto successo: la fissa CM 42 da 4.700 kg di tara; la CM 39 da 4.600 e la ribaltabile CR60 da 6.700 Kg.
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Ancora un piano mobile per la TMT di Alfredo Spinozzi, che con 180 mezzi all’anno su un totale di 510 immatricolazioni in Italia nel 2021, è in testa all’immatricolato nazionale. E il secondo – Knapen è a 127. «La Lombardia – spiega Spinozzi – resta per noi molto importante. È il nostro primo mercato». Il piano mobile in mostra è il Conchiglia da 94 m3 a 21 doghe da 8.000 kg di tara.
Gervasi ha esposto una vasca tonda a 3 assi da 26 m3 da 6.890 kg di tara, lunga 8.575 mm e alta 3.070.
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Gradito ritorno in una fiera per l’allestitore mestrino Bolgan. «Ho ripreso l’attività di mio padre», spiega Sandro Bolgan, «e da alcuni anni costruiamo e facciamo carpenteria per cisterne per benzine e chimici».
Vasche in mostra anche per Mantella con il Dominator su motrice, anche carrato su uno Scania allo stand svedese e la vasca Stratosphere a 3 assi (anche in versione isolata Thermo per asfalto). Tutti e due utilizzano acciaio Ssab Strenx 960 Plus, che garantisce elevata elasticità e resistenza alle torsioni anche con bassi spessori.
Tradizionali gli Schmitz, sia vasca tonda sia isotermico, presentati da Bartoli, che ha abbinato però un Renders allungabile, tipo Euro 820, da 5.950 kg di tara per container da 40 e 45 piedi e che con la trave centrale permette il carico del 20 e il suo traslamento a filo posteriore. E un centinato portacoil Berger LTCN Ecospecial 3, da 5.802 Kg sulla bilancia e con fossa da 8,22 m.
Benalu, tramite l’agente Gianluca Riscazzi, ha esposto un suo classico piano mobile tipo Jumboliner da 96 mc, lungo 13,45 m e 6.900 kg di peso.
Nuova veste ufficiale per Schwarzmuller che inizia a essere rappresentato in esclusiva dalla Ev Industrial di Cremona. «In veste di nuovo importatore ufficiale per l’Italia», spiega Nicholas Ravani, «la fiera è andata molto bene. Abbiamo riscontrato un’alta affluenza allo stand e registrato innumerevoli richieste di informazioni da parte del pubblico, interessato a tutta la gamma: non solo quindi semirimorchi centinati, ma anche piani mobili e vasche ribaltabili. La clientela si è rivelata inoltre positivamente sorpresa, interessata e contenta della scelta fatta da Schwarzmuller di affidarsi a Ev Industrial per la distribuzione in Italia. Per quanto riguarda, poi, le immatricolazioni, ci aspettiamo di chiudere l’anno con circa 7-800 unità, in crescita per i prossimi anni».
L’esposizione Alkom ha incluso, dice Andrea Brentolan, «una cisterna in alluminio per trasporto prodotti petroliferi da 31.500 litri, con impianto di misurazione a gravità Alfons Haar che offre maggiore rapidità di utilizzo con la garanzia di zero contaminazioni e garantisce un’erogazione fino a 750 litri al minuto. Le tubazioni di carico e scarico sono opportunamente studiate per far funzionare il veicolo senza problemi di pendenze». Mentre per la linea acciaio Inox si conferma la CC315XN per trasporto e distribuzione di Adblue, cisterna in acciaio a sezione circolare, appoggiata a un telaio Tecnokar da 9,5 metri e 30.000 litri. Pesa 6.400 kg.
A chiudere il costruttore tedesco Meusburger, già incrociato a Piacenza al Gis, che qui ha esposto un carrellone 3 assi ribassato da 10.700 Kg e portata di 41.500 kg con piano a 890 mm dal suolo e lungo 10.050 mm.
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Inaspettata la presenza a Milano di molti allestitori turchi, alcuni in mano a importatori italiani appena nati o con pochi anni alle spalle, come la One Trailer di Iacopo Giop, che spiega come «Rispetto a tre anni fa, a Milano ci sia stata più affluenza e clienti molto determinati agli acquisiti». Per il gruppo toscano c’erano due modelli di iso, uno standard per lunghe percorrenze con cassettoni laterali e un portale più nuovo. Alto 2,70. E un secondo in doppia temperatura per distribuzione con sponda posteriore da 25 quintali.
Non mancavano i porta tankcontainer, uno fisso, per 20 piedi, e un 30 piedi ribaltabile, e un 45 fisso a collo d’oca e un estensibile dal 20 al 45 con doppio sollevatore.
Altri turchi sono stati gli Ozgul, importati dalla ETS-trailer, con in mostra carrelloni per macchine operatrici e ribaltabili, e il nuovo Gruppo piemontese OKZ, con a capo Adamo Oksuz ex socio della lombarda Kita, che in fiera ha esposto quattro marchi: Darx, Reis, Vega e gli isotermici BRF. A sottolineare come l’Europa e l’Italia sono molto in affanno nell’offerta di trailer in pronta consegna e quindi trovano spazio prodotti mai sbarcati nel continente, proposti peraltro a prezzi non molto più bassi. Almeno quando sono equipaggiati con assali europei. «Anche perché – sottolinea Giop –se si montano accessori provenienti dall’Oriente, il prezzo scende, ma pure l’affidabilità e la qualità dei ricambi ne risentono».