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Chereau scommette sul semirimorchio iperconnesso

Nelle fabbriche in Normandia l’azienda francese sta lavorando su un prototipo di semitrailer frigorifero “multiplexed” in cui ogni elemento – gruppo frigo, controllo temperatura, luci sponda, chiusura porta - è collegato e cablato, permettendo così al conducente di tenere tutto sotto controllo dalla cabina

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Collegare tutti i sistemi chiave del veicolo attraverso sensori, in modo da assemblare tutti i dati relativi alla loro utilizzazione, e farli interagire tra loro. È questo l’ultimo, ambizioso progetto di Chereau, l’azienda francese specializzata nella produzione di rimorchi e semirimorchi frigoriferi. Durante una visita alle fabbriche dell’impresa in Normandia è stato infatti presentato un nuovo veicolo, attualmente ancora a livello di prototipo, nel quale i sistemi elettrici e digitali sono connessi a un’unità centrale che li fa dialogare l’uno con l’altro.

Questa architettura – definita ‘multiplexing’ – presenta numerosi vantaggi per l’utilizzatore. Mentre in precedenza l’interazione tra trasportatore e semirimorchio era limitata ai dati relativi alla frenatura e all’illuminazione, ora l’autista può ricevere informazioni chiave dal semirimorchio direttamente sul cruscotto, come eventuali variazioni di temperatura o scostamenti da quella ideale, gli allarmi per l’unità di raffreddamento, il livello di carburante dell’unità refrigerante, l’avviso di porte aperte, ecc. I sistemi inoltre, collegati al CAN bus, sono più automatizzati e migliorano l’ergonomia del mezzo. Ad esempio: quando la sponda montacarichi viene azionata, in contemporanea si apre la chiusura a tapparella originale SmartOpen-C, si accende l’illuminazione interna del veicolo e l’unità di refrigerazione viene disattivata, mentre si mette in funzione l’Airshutter-C, il dispositivo che crea una barriera d’aria per impedire l’innalzamento della temperatura a ogni apertura durante il carico-scarico. Tutte queste operazioni vengono visionate sul cruscotto. Le funzioni accoppiate aumentano poi significativamente il livello di sicurezza per i conducenti e gli altri utenti della strada. Per esempio, la porta posteriore di SmartOpen-C, durante la chiusura, fa lampeggiare l’illuminazione interna, per avvertire chiunque possa essere all’interno del veicolo. È inoltre possibile avvisare il conducente e impedire la messa in moto del veicolo, se la sponda o le porte del cassone vengono aperte.

Poiché infine il semirimorchio è “plug and connect”, sarà possibile raccogliere tutti i dati dei sistemi presenti nella rete e inviarli a un altro sistema remoto, senza dover aggiungere ulteriori sensori o montare una rete di cablaggio sul veicolo. Anche sulla manutenzione il nuovo sistema permetterà di risolvere più velocemente i problemi, identificando i codici di guasto allo stesso modo dei veicoli a motore. Per esempio si potranno contare il numero di cicli di SmartOpen-C, al fine di consentire un’efficace manutenzione preventiva.

Chereau, che sta lavorando su questo progetto da più di 3 anni, ha finora sviluppato un prototipo avanzato. Il modello finito verrà presentato a fine novembre 2017 al Solutrans di Lione, con ulteriori funzioni che saranno aggiunte, avvicinandosi alla data.

 

I NUMERI DI CHEREAU
La società francese è stata rilevata l’anno scorso dal gruppo ‘The Reefer’, società di private equity, insieme all’omologa azienda spagnola Sor. Svolge la sua attività nelle tre fabbriche normanne di Avranches e Ducey (2), su una superficie di 49.000 mq tra siti produttivi ed uffici. Gli addetti sono 950 e il fatturato di 199 milioni di euro l’anno. Circa 4000 i veicoli prodotti, il 50% dei quali viene esportato. Ogni giorno vengono realizzati 17 semirimorchi, un numero non molto alto per la qualità artigianale della produzione, che ha ampie fasi di lavorazione a mano. La quota di mercato in Francia è del 46% e nel resto d’Europa sul 10%, mentre in Italia negli ultimi anni si era assestata al 15%, anche se il 2016 è stato un anno più complicato (solo 7%). Infine per gli investimenti produttivi le risorse si attestano a 2,5 milioni di euro, mentre 3,1 milioni sono dedicati alla ricerca e allo sviluppo

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La redazione di Uomini e Trasporti

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