Le stime Unrae, l’Associazione delle Case estere, restituiscono a settembre un segno positivo sulle immatricolazioni di rimorchi e semirimorchi con massa totale a terra superiore a 3,5 tonnellate che, con 850 unità (dati MIT), è pari al 21,4%. Un andamento che porta il dato consolidato dei primi nove mesi dell’anno a -28,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (7.920 unità immatricolate contro 11.093) e che può essere ricondotto al ritorno a una relativa normalità delle attività tecnico-amministrative di approvazione e immatricolazione, che hanno cominciato a far recuperare i ritardi accumulati.
«Vogliamo però anche leggere segnali incoraggianti in questi andamenti – commenta Paolo A. Starace, presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae (*) – perché il veicolo rimorchiato è una componente essenziale del trasporto merci su strada: se si escludono ultimo miglio e distribuzione, effettuati con autoveicoli isolati, il trasporto di merci a media e lunga distanza avviene oggi quasi esclusivamente con complessi formati da trattori e semirimorchi, in considerazione della loro maggior flessibilità d’impiego».
L’Associazione rileva che tra le richieste di finanziamento i mezzi rimorchiati sono quelli per i quali sono state presentate, in proporzione alle risorse disponibili, il minor numero di domande. Anomalia ascritta al fatto che sono ammessi al contributo solo i rimorchi e semirimorchi allestiti per il trasporto intermodale; possibile segnale di saturazione di quel mercato. «Non possiamo quindi che ribadire la posizione di Unrae – sottolinea Starace – che sia necessario provvedere a finanziare adeguatamente, contro radiazione per rottamazione, anche i rimorchi destinati al solo impiego stradale, visto che l’anzianità media del parco circolante relativo – ben più alta dei 13,6 anni dei veicoli industriali – denuncia un alto fattore di rischio per la sicurezza del trasporto e della circolazione, accompagnando provvedimenti incentivanti con una normativa severa di controllo delle importazioni dell’usato dall’estero e delle revisioni, da rendere più stringenti e concedere anche ai privati».
Un rinnovo del parco italiano dei veicoli trainanti, rimorchiati e dei loro sarebbe importante sia per una maggiore sicurezza su strada sia «perché oggi costruttori e allestitori di rimorchi e semirimorchi, destinati al trasporto delle più diverse tipologie di prodotto, dal collettame generico ai trasporti specifici in regime di temperatura controllata o delle materie pericolose, offrono sul mercato prodotti “intelligenti”, in grado di garantire non solo la massima sicurezza e sostenibilità, ma anche la miglior integrazione col veicolo trainante al fine di contribuire alla riduzione dei consumi e i costi di gestione».
(*) In attesa della nomina del nuovo Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti.