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La nuova gamma Prometeon per trasporto pesante. Serie 02, una sigla dal futuro

Innovazione e sostenibilità. Sono queste le parole chiave della ‘Serie 02’, la nuova generazione di pneumatici premium presentata da Prometeon Tyre Group, la divisione di Pirelli dedicata ai veicoli pesanti.
La nuova gamma è la prima completamente sviluppata nei centri di Ricerca e Sviluppo del Gruppo, nei quali lavorano oltre 150 persone tra Italia, Turchia, Brasile ed Egitto.
Prometeon ha lavorato molto sulle formulazioni e sui processi di lavorazione, migliorando, nel confronto con la gamma precedente, resistenza al rotolamento (18% medio in meno), chilometraggio e uniformità di usura (per entrambe +10% medio) e durabilità (+20% medio). Inoltre, per la prima volta, uno pneumatico Prometeon per lunghe percorrenze – la linea H02 Profuel – è in categoria A per consumo carburante.

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Le prime cinque linee di prodotto della Serie 02 ad arrivare sul mercato sono:
H02 Profuel, nelle misure 385/55 R 22.5 e 315/70 R 22.5;
R02 Profuel, nelle misure 225/75 R 17.5 e 285/70 R 19.5;
R02 PRO, nella misura 385/65 R 22.5;
U02 Urban-e PRO, nelle misure 275/70 R 22.5 e 315/60 R 22.5;
G02 PRO, nella misura 385/65 R 22.5.

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Anche il peso è stato ottimizzato senza compromettere le prestazioni e tutti i prodotti possono essere oggetto di riscolpitura e sono ricostruibili.
Gli pneumatici della Serie 02 hanno anche la marcatura invernale 3PMSF, sono dotati di sensore RFID e sono omologati dai maggiori costruttori di veicoli europei.

A maggio sono cominciate le consegne dei primi pneumatici Serie 02 alle circa 90 flotte ‘opinion leader’ che Prometeon ha scelto per un progetto di testing europeo mediante Pro Check. Le flotte partner monteranno pneumatici della nuova gamma e della concorrenza e i tecnici di Qualità e Ricerca & Sviluppo del costruttore ne monitoreranno le prestazioni sul medio e lungo periodo.

Webfleet Mobility Conference 2022. Mobilità sostenibile, lampi di futuro

È il 2032. La mobilità sostenibile dei trasporti ha fatto passi da gigante, molto è cambiato… ma cosa esattamente è cambiato? È con questo salto nel futuro che Webfleet Solutions, la società del gruppo Bridgestone che si occupa di gestione del parco veicoli, ha voluto affrontare il tema della mobilità del domani durante la Webfleet Mobility Conference 2022, workshop annuale dedicato appunto ai responsabili delle flotte.
In più di 50 sessioni in 21 Paesi, esperti internazionali e protagonisti della mobilità hanno fornito la loro visione su come il settore si evolverà nella prossima decade. Vediamo allora quale sarà lo scenario futuristico che ci attende.

Alessandro Marchisio, direttore commerciale Bridgestone South Region

«LEGGERA E DIGITALE, ECCO LA GOMMA DEL 2032»

Lo pneumatico del domani potrà dialogare con l’autista e col gestore della flotta in tempo reale, grazie all’integrazione della telematica, ottimizzando servizi e costi. La gomma connessa trasferirà i dati di pressione e temperatura e sarà in grado di prevedere la necessità di manutenzione e l’autonomia residua, in caso di perdita di pressione. Lo sviluppo dell’elettrico porterà infine a pneumatici più leggeri, con bassa resistenza al rotolamento e un disegno del battistrada capace di distribuire uniformemente le forze in gioco e gestire la coppia in accelerazione.

Carla Detrieux, responsabile sviluppo aziendale Volta Trucks

«VOLTA ZERO, IL FUTURO È ADESSO»

Con il Volta Zero abbiamo sviluppato un veicolo da 16 ton completamente elettrico, creato ad hoc per la logistica urbana e per un servizio di consegna “user friendly” nei confronti di pedoni e ciclisti. L’autonomia da 150 a 200 km, le batterie NMC collocate nella parte posteriore del telaio, il design futuristico della cabina vetrata, con il posto di guida centrale, l’altezza di accesso a livello suolo e una visibilità a 220 gradi, tutto concorre a rendere lo Zero protagonista del traffico cittadino. Un modello di veicolo che nelle nostre previsioni sarà nel 2032 parte integrante del panorama urbano.

Davide Gibellini, CEO GR Advisory

«COSTO/KM INFERIORE CON LA TECNOLOGIA»

Nel 2032 il noleggio di veicoli elettrici commerciali e di pesanti elettrici, abbinati anche all’idrogeno fuel cell, sarà uso comune. Ottimizzando l’efficacia ed efficienza del trasporto con la tecnologia (sicurezza, controllo percorso, manutenzione predittiva, assistenza al guidatore), il costo/km diventerà inferiore e l’investimento sul mezzo avrà un ritorno molto maggiore. Anche la tariffazione sarà più personalizzata, in base alla performance del trasporto e alle richieste del cliente. Si passerà così da un business incentrato sul TCO (Total Cost of Ownership) ad uno basato sul TCM (Total Cost of Mobility).

Marco Ceruti, cofondatore di Resolution Hub

«SOSTENIBILITÀ SOCIALE ED ELETTRIFICAZIONE, QUESTA È LA VIA»

Nel 2032 avremo veicoli più silenziosi in giro per le strade e minore inquinamento locale. Ma soprattutto raggiungeremo una sostenibilità sociale che cambierà in meglio il modo di vivere delle persone. Nuovi prodotti e servizi, quindi, con minor impatto ambientale e migliore fruibilità per la gente, attraverso società benefit che creeranno valore per chi lavora in azienda. Per arrivare a questo punto oggi le imprese di trasporto devono però già elettrificare i mezzi delle flotte adattabili; realizzare infrastrutture di ricarica aziendale; spostare la mobilità dell’ultimo miglio verso la transizione elettrica.

Raghunath Banerjee, vicepresidente Data Solutions & Innovation di Webfleet

«STRADE PIÙ SICURE CON I VEICOLI CONNESSI»

In futuro un ecosistema di dati integrati permetterà di avere strade meno pericolose. Grazie a torri di controllo cittadine, gli autisti dei mezzi connessi che si avvicinano a zone di pericolo potranno essere indirizzati verso un percorso più sicuro con una semplice notifica. Si potrà poi intervenire per effettuare rapidamente le riparazioni stradali necessarie. Infine, la manutenzione delle strade avverrà in forma predittiva, fornendo alle autorità un avviso tempestivo sul deterioramento, sulla base dei dati trasmessi dai veicoli insieme con quelli rilevati dagli pneumatici.

Greg Lindsay, futurologo

«NEL MONDO DELLE CONSEGNE TRIONFANO I ROBOT»

Tra 10 anni emergeranno tre tendenze. La prima è la ’15 minutes economy’, un sistema di distribuzione in cui il driver non si allontana mai oltre 15 minuti dal negozio, con consegne effettuate da veicoli elettrici. La seconda è il ‘Autonomous everything’, con edifici-negozio che si guidano da soli per cercare la domanda e robot di consegna automatica (ed esseri umani utilizzati come portatori dell’ultimo metro, condominiali). Il terzo e ultimo trend è il Metaverso, inteso come mondo virtuale in cui le informazioni si sovrappongono alla realtà e con app che consentono di creare livelli di dati sul panorama circostante.

Al Borgo Trattoria con alloggio | San Martino della Battaglia (BS)

Giuseppe Ricci

Per il ristorante di questo mese ci spostiamo vicino al Lago di Garda, a San Martino della Battaglia. Il locale si chiama Al Borgo e ce lo suggerisce Giuseppe Ricci. Giuseppe, che è nato a Milano 59 anni fa, ma abita a Portogruaro, è dipendente da 6 anni della Trasporti Favro Alessandro, che si occupa di movimentare per l’Italia macchine e attrezzature agricole, carta, carpenteria metallica e altro ancora.
«La cosa che apprezzo di più di questo ristorante – spiega Giuseppe – è la familiarità. Tutti, dai gestori, alla nonna, ai figli e alle cameriere, sono persone adorabili e gentili. È un’oasi di pace in cui posso gustarmi con calma le buonissime penne all’arrabbiata o lo spezzatino, rilassandomi e facendo due chiacchiere. Una pausa che ti rigenera e ti fa ripartire di buon umore».
«Il posto mi piace così tanto – prosegue – che ci ho passato anche la Pasqua con la famiglia. Non si tratta solo di mangiare bene: ci sono 6 camere, belle e pulite e a un prezzo ottimo. In una frase: ti senti veramente a casa tua».

AL BORGO

Paola Ramazzotti e Vito Ciaccia, proprietari della trattoria, insieme a Giuseppe Ricci

I gestori della trattoria sono moglie e marito, Paola Ramazzotti e Vito Ciaccia. «Il nostro è un locale storico – ci dice Paola – aperto da un’ottantina d’anni. Noi l’abbiamo preso 5 anni fa e abbiamo proseguito nella tradizione di una trattoria per camionisti e lavoratori. Il ‘core business’ è questo e rimarrà sempre questo. Lavoriamo praticamente tutto l’anno. Del resto al tipo di clientela che serviamo va dedicato il maggior tempo possibile».

Il menu della trattoria costa 15 euro con piatti fissi come l’arrabbiata già citata, la lasagna, la pasta e fagioli, lo stinco e altri ancora: «Ogni giorno cambiamo 2-3 portate – aggiunge Paola – La scelta è tra 8 primi e 6-7 secondi. Abbiamo poi anche le docce,che costano 2 euro e che piacciono perché spaziose e comode».

«Il nostro parcheggio è veramente grande, contiene circa 50 mezzi – continua la Ramazzotti – è illuminato, con le telecamere e con il parcheggiatore, per cui è molto sicuro. Di fianco c’è poi un parking comunale, dove possono stare altri 30 camion, e in più dietro al ristorante sono disponibili altri 5-6 posti».

Che si respiri aria di famiglia nella locanda lombarda lo si vede anche dalle piccole cose: «Il nostro cuoco, Corrado – specifica Paola – lavora qui da 20 anni. E non c’è camionista che quando entra non lo vada a salutare in cucina». Un’atmosfera che mette a suo agio i trasportatori: «Quando l’autista viene da noi, ritrova la famiglia. Personalmente gli chiedo come va con la moglie, cosa stanno facendo i figli. Mia mamma ha una buona parola per tutti. Insomma, c’è un ambiente sereno».

10 domande a… Michael Barbieri

CARTA DI IDENTITÀ

NomeMichael
CognomeBarbieri
Età30
Stato Civilecelibe
Punto di partenzaGemonio (Va)
Anzianità di Servizio5 anni
Settore di attivitàbobine di carta, terriccio, generico
  • Oggi gli autisti di camion sono diventati «merce rara». Di giovani, poi, vai a trovarne… Tu che sei giovanissimo come mai hai scelto questo mestiere?

È una passione che ho ereditato da due generazioni. Sia mio nonno che mio padre erano autisti. In un certo senso è come se fossi cresciuto con il camion in casa. Ricordo che quando ero piccolo, al sabato mattina, piangevo disperato perché volevo che mio padre mi portasse sul camion con lui.

  • Tornassi indietro, rifaresti la stessa scelta?

La rifarei 100 volte. Salire su un bilico è stato il sogno di una vita. Certo, alcuni giorni è dura e non è sempre tutto rose e fiori, ma sono contento del mio lavoro.

  • C’è ancora qualcuno che oggi vuole fare questo mestiere?

Secondo me i giovani vorrebbero pure farlo, ma uno dei problemi principali sono i costi delle patenti ancora molto elevati. Spendere 5.000 euro tra CE e CQC è una follia. È normale che si vada alla ricerca di altro. E non penso che il meccanismo dei voucher possa risolvere, alla lunga, i problemi.

  • La difficoltà che più comunemente incontri nella tua routine giornaliera?

Il fatto di non sapere mai quando si rientra a casa, a causa del traffico. Troppo spesso mi capita di ritrovarmi imbottigliato in coda per ore, specie quando passo dalle parti di Milano. E ciò è una grande fonte di perdita di tempo e di stress.

  • Gli episodi che ti hanno segnato in questi primi cinque anni di carriera?

È brutto dirlo, ma il mio pensiero va a quando mi è capitato di assistere a incidenti stradali, soprattutto in caso di coinvolgimento di un collega. Sono immagini che ti rimangono impresse. Alla notte non ci dormi.

  • Il tuo mezzo preferito?

Quello che guido attualmente: un Volvo FH 500. Ce l’ho da poco in dotazione dalla ditta dove attualmente lavoro. Per me è il top. Mi è sempre piaciuto il suo design.

  • Sei più un tipo da camion «sobrio» o «decorato»?

I camion decorati son belli da vedere. Al Transpotec ce n’erano veramente di fantasiosi. Ma a me piace tenerlo così com’è. Lo personalizzo il giusto, senza sfociare nell’eccesso. Mi limito magari alle tendine parasole, al tappetino e ai coprisedili.

  • A proposito di Transpotec, grande protagonista è stata l’elettrificazione. Che idea ti sei fatto di questo trend?

Che ci vuole ancora tempo per la diffusione su larga scala. Oggi forse può avere un senso sulla distribuzione a corto raggio, ma sulle lunghe tratte non so quanto un camion elettrico possa riuscire a trasportare rispetto a un camion a gasolio. Penso alla tratta Varese-Venezia, che di solito copro caricando 350 quintali di bobine di carta. Solo a pensare di rimanere a secco di energia mi sale l’ansia…

  • Cosa ti ha colpito di più al Transpotec?

Essendo un appassionato di camion non potevo mancare a questo appuntamento. Sicuramente la nuova serie DAF mi ha impressionato. Vederla finalmente dal vivo è stato sensazionale. Le cabine allungate, il colore che gli hanno dato, l’aerodinamica… Hanno fatto davvero un gran bel lavoro.

  • Come vivi il tempo libero?

Mi piace mantenermi attivo e in forma. Quando posso vado in palestra e nei weekend faccio spesso trekking con gli amici.

Per leggere altre interviste ai protagonisti della strada, vai a «Voci on the road».

Petronas (PLI) ad Autopromotec nel segno della sostenibilità

Petronas Lubricants International (PLI) ha scelto la vetrina di Autopromotec, la biennale dell’aftermarket automobilistico che si è tenuta a Bologna dal 25 al 28 maggio scorsi, per presentare le sue più recenti innovazioni tecnologiche nel campo dei lubrificanti.

Durante le giornate espositive, in un ampio stand che ha accolto tra l’altro anche la replica della mitica vettura Mercedes-AMG F1 Team car, Petronas ha messo in mostra la sua nuova gamma di lubrificanti PETRONAS Syntium con tecnologia CoolTech, studiata per tenere sotto controllo il calore, massimizzare l’efficienza, ridurre le emissioni e il consumo di carburante fino al 3%. «Abbiamo rilanciato il nostro brand Syntium secondo tutte le nuove specifiche richieste dai costruttori – spiega Fausto Lupone, technical service per il mercato EMEA di Petronas – La gamma è stata aggiornata sia a livello tecnico ma anche di marketing, con molta più comunicazione, e con nuovi imballaggi che ne hanno ridotto la plastica. Il tutto con l’obiettivo di avere un’impronta sempre più sostenibile».

I nuovi prodotti Syntium, Tutela e Iona

Accanto alla gamma Syntium, PLI ha poi presentato anche PETRONAS Tutela, la linea di prodotti che raggruppa tutto quello che non è olio motore. Parliamo cioè di quei liquidi funzionali che servono per «tutelare», appunto, le parti meccaniche: cambi automatici, cambi manuali, assali (sia di autovetture, sia di mezzi pesanti). I prodotti trasmissione della linea Tutela sono, ad esempio, in grado di ridurre il carico combinando un olio a bassa viscosità con una pellicola fluida in grado di resistere alla pressione che si viene a creare all’interno del gruppo cambio. A sua volta, questo riduce l’attrito e migliora il consumo di carburante. 

Fausto Lupone, Automotive Sector Expert Technical Service EMEA

Ma la grande novità che Petronas ha portato ad Autopromotec è PETRONAS Iona, il brand dedicato alle nuove motorizzazioni elettriche. Lanciata nel 2019, questa linea di fluidi è stata riprogettata per venire incontro alle molteplici esigenze dell’Electric Drive Unit e degli assali elettrici, diminuendo attrito e usura e migliorando la gestione termica al fine di massimizzare le prestazioni, l’efficienza energetica e l’affidabilità dei veicoli elettrici ad alte performance.

Ovviamente parliamo di lubrificanti che hanno caratteristiche completamente diverse rispetto a quelli utilizzati per i motori termici, come precisa Lupone: «La caratteristica principale è la bassa viscosità, che aiuta a mantenere una maggiore stabilità termica. E a sua volta, una maggiore stabilità termica aiuta l’efficienza del motore elettrico. In questo caso parliamo infatti di una soluzione che assolve a compiti di ‘energy saving’, piuttosto che di ‘fuel economy’. Altra fondamentale caratteristica di questi lubrificanti è la dielettricità, cioè devono avere una conducibilità elettrica nulla».

«È chiaro che ad oggi – conclude Lupone – le applicazioni di fluidi per motori elettrici sono ovviamente molto concentrate su ciò che il mercato offre già di disponibile, quindi sulle autovetture. Tuttavia stiamo anche lavorando, insieme ai nostri partner, sulle applicazioni per mezzi pesanti, quindi sia camion che veicoli per l’agricoltura».

Grimaldi battezza la Eco Malta, grande ro-ro ibrida del Mediterrano

Con il recente battesimo della Eco Malta, salgono a sei le navi ro-ro ibride operative per il Gruppo Grimaldi. Si tratta della sesta di 12 navi ibride della innovativa classe GG5G (Grimaldi Green 5th Generation) ordinate dalla compagnia ai cantieri cinesi Jinling di Nanjing e, come le cinque gemelle che l’hanno preceduta, è già in servizio nel Mediterraneo per il trasporto di corto raggio. La Eco Malta è tra più grandi ed ecofriendly navi ro-ro al mondo, con una capacità di trasporto di oltre 500 semirimorchi. Ecofriendly perchè è in grado di dimezzare le emissioni di COin navigazione e di azzerarle mentre è ferma in porto: durante la sosta in banchina, le navi GG5G possono infatti servirsi dell’energia elettrica immagazzinata da mega batterie al litio dalla potenza totale di 5MWh, che si ricaricano in navigazione grazie a shaft generator e a 350 m2 di pannelli solari. Inoltre, sono dotate di motori di ultima generazione controllati elettronicamente e di un impianto di depurazione dei gas di scarico per l’abbattimento delle emissioni di zolfo e particolato.
Nelle ultime settimane la Eco Malta si è affiancata alla gemella Eco Catania sui collegamenti tra Ravenna, Brindisi, Catania e tra Genova e Malta.

«Essere qui oggi a Malta per questa occasione speciale, ovvero per battezzare la nave più grande e sostenibile del mondo, è per noi motivo di grande orgoglio – ha dichiarato Eugenio Grimaldi, in occasione della cerimonia di varo – Siamo presenti a Malta da oltre sessant’anni e questo evento segna una pietra miliare importante per l’industria marittima e dei trasporti a livello locale così come in tutto il Mediterraneo».

Il Gruppo Grimaldi è presente a Malta da una sessantina di anni e i legami con l’arcipelago si sono ulteriormente rafforzati nel 2005 con la fondazione di Malta Motorways of the Sea (MMOS) Ltd: una società di navigazione controllata che attualmente gestisce un servizio regolare tra Malta e l’Italia continentale (Genova, Livorno, Salerno e Catania). La flotta MMOS è composta da navi battenti bandiera maltese e la società coopera in maniera permanente con l’istituto di istruzione e formazione professionale MCAST, con percorsi formativi dei cadetti a bordo delle sue navi, molti dei quali sono stati assunti anche dalle società del Gruppo Grimaldi.

È di queste ultime ore la notizia che si è spenta all’età di 89 anni Paola Grimaldi Arcidiacono, coniugata al Cav. Guido Grimaldi, fondatore del Gruppo Grimaldi. Presidente Onorario dal 2020 della Fondazione Grimaldi Onlus, donna Paola Grimaldi ha rappresentato un esempio di forza e unità familiare. Donna schiva, in una rara intervista dichiarò «Per me occuparmi della Fondazione in tutti questi anni ha rappresentato la continuazione di tutto quello che ho sempre fatto nella mia vita: prendermi cura, se pur in maniera diversa, degli altri, soprattutto di quelli più poveri ed in difficoltà. A me è sempre piaciuto girare per le parrocchie, soprattutto quelle più povere e dimenticate, accogliere e condurre in porto i progetti riguardanti le periferie di Napoli e non solo e, contemporaneamente, dedicare una particolare attenzione a tutti i marittimi che si trovano in difficoltà o vivono momenti difficili o dolorosi. Questo è il sale della mia vita – commenta Paola Grimaldi – anzi, è il sorriso dei miei ultimi anni».

Compressori d’aria ElGi, più efficienza a supporto dei magazzini logistici

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ELGi Compressors Europe, consociata di ELGi Equipments Limited, uno dei principali produttori mondiali di compressori d’aria, ha presentato in occasione di Autopromotec la nuova gamma di compressori d’aria alternativi lubrificati a trasmissione diretta «Serie LD». Si tratta di una nuova tecnologia di compressori a pistoni che si rivolge a tutti  i settori che cercano compressori d’aria compatti con prestazioni elevate, parti durevoli e un numero minimo di punti di manutenzione.

Nel dettaglio, sono ideali per applicazioni nei settori dell’ingegneria generale, dell’autoriparazione, della plastica, della gomma, del metallo e della lavorazione del legno, nonché nel settore della logistica (il loro impiego può essere di grande supporto nel lavoro quotidiano di centri e magazzini logistici).  Questi segmenti industriali richiedono infatti specificamente compressori d’aria a pistoni ad alte prestazioni per soddisfare le fluttuazioni del fabbisogno di aria e garantire efficienza energetica, facilità di manutenzione e bassa rumorosità.

La serie ELGi LD, che spazia da 2.2 a 11 kW, è dotata di un compressore a due stadi ad azionamento diretto in ghisa montato su un serbatoio di accumulo e dotato di serie di un avviatore stella-triangolo. L’inizio delle vendite è fissata a partire da metà giugno.

Mercedes-Benz Trucks svela il primo eEconic a trazione elettrica

Mercedes-Benz Trucks ha scelto il palcoscenico dell’IFAT di Monaco (fiera internazionale dedicata al settore delle tecnologie per l’ambiente, in corso in questi giorni nella città bavarese) per presentare in anteprima assoluta l’eEconic 100% elettrico, il nuovo veicolo autocompattatore della Stella, tutto a batteria, pensato per le amministrazioni comunali nel campo della raccolta dei rifiuti.

Per vederlo in Italia dovremo aspettare ancora un po’ (l’occasione sarà a Rimini dal prossimo 8-11 novembre per Ecomondo 2022) ma intanto possiamo anticiparvi già qualcosa dalla première alla quale abbiamo assistito.

In continuità con il progetto eActros

Innanzitutto parliamo di un veicolo che condivide la struttura di base con l’eActros per il servizio di distribuzione pesante, che ha debuttato in anteprima mondiale alla fine di giugno 2021 ed è già all’opera nelle flotte di numerose ditte di trasporti (in Italia la prima consegna è avvenuta per mezzo del Gruppo Di Martino, che l’ha scelto per la sua flotta Niinivirta Transport).

Il truck elettrico si presenta quindi con il pianale ribassato, che facilita accesso e discesa degli operatori, con peso complessivo ammesso di 27 tonnellate ed asse elettrico con unità di azionamento integrata e due motori elettrici. Le batterie dell’eEconic sono costituite da tre pacchetti batteria, proprio come nell’eActros (anche se lì c’è l’opzione di configurazione anche a quattro pacchetti), ciascuno dei quali offre una capacità installata di 112 kWh e una capacità utile di circa 97 kWh.  

A prova di città

L’e-truck – assicurano da Mercedes – può coprire la stragrande maggioranza dei percorsi di raccolta dei rifiuti tipici dell’Econic, nell’impiego in un solo turno senza ricarica intermedia. E non è tutto. Se si adotta uno stile di guida attento ai consumi, il veicolo è anche in grado di recuperare energia elettrica. Si tratta di un grande vantaggio, specialmente nell’impiego stop-and-go per la raccolta rifiuti. Tra l’altro, il Multimedia Cockpit Interactive, di serie sull’eEconic, informa costantemente sul livello di carica delle batterie, sull’autonomia residua e sul consumo di energia istantaneo e medio in kWh per 100 chilometri.

Il truck può essere ricaricato fino a un massimo di 160 kW: presso una normale stazione di ricarica rapida DC con corrente di ricarica a 400 A, i tre pacchetti batteria dell’eEconic impiegano poco più di un’ora per essere ricaricati dal 20 all’80%.

Inizio produzione a fine 2022

Mercedes-Benz Trucks ha annunciato che il mezzo elettrico entrerà in produzione di serie nella seconda metà del 2022. Anche se già da questo mese di maggio, nell’ambito di una sperimentazione pratica condotta con alcuni clienti, la società di gestione dei rifiuti di Francoforte FES (Frankfurter Entsorgungs- und Service GmbH) ha già deciso di mettere il veicolo alla prova nell’uso concreto.

All’IFAT di quest’anno, accanto all’eEconic elettrico e ad un’esposizione di vari veicoli Unimog, Mercedes-Benz Trucks ha portato anche un eActros ribaltabile con cassone smontabile PS T 18 di PALFINGER (qui in foto)

Ritorno del camion nello Stato di stabilimento, Bruxelles risponde ai dubbi

Come si contrasta il cabotaggio? La principale risposta fornita dal primo Pacchetto Mobilità riguarda l’obbligo inflitto ai camion e ai relativi autisti impegnati in un trasporto internazionale di rientrare nel Paese di stabilimento dell’impresa quando sono trascorse otto settimane dall’inizio del servizio. Una norma apparentemente chiara, contenuta nel Regolamento UE 1055/2020 – che andava a modificare l’art. 5, paragrafo 1, lettera B del Regolamento CE 1071/2009 – ma che però ha sollevato una serie di dubbi su vari fronti.

A dipanare la matassa è intervenuta la Direzione Generale della Mobilità e dei Trasporti Europea (DG MOVE), che ha emanato una serie di chiarimenti in merito alla corretta applicazione della normativa in questione.

A QUALI VEICOLI SI APPLICA
La prima questione riguarda la tipologia dei mezzi che rientrano nel campo di applicazione dell’art. 5, che la DG MOVE ritiene si applichi:
– ai veicoli o insieme di veicoli utilizzati per il trasporto internazionale di merci per conto terzi che lasciano lo Stato membro di stabilimento;
– ai rimorchi e semirimorchi quando gli stessi siano a disposizione dei trasportatori di merci su strada ai sensi dell’art. 5 e come tali siano immatricolati o immessi in circolazione e autorizzati a essere utilizzati conformemente alla legislazione dello Stato membro in cui è stabilita l’impresa.

QUANDO LA NORMA NON SI APPLICA
La norma invece non si applica nei seguenti casi:
– nel caso di trasportatori di merci su strada, per veicoli a motore o insiemi di veicoli, la cui massa a carico ammissibile non superi le 2,5 tonnellate;
– per veicoli utilizzati da imprese che effettuano servizi di trasporto di passeggeri su strada esclusivamente a fini non commerciali o che esercitano un’attività principale diversa da quella di trasportatore di passeggeri su strada;
– per veicoli a motore con una velocità massima autorizzata non superiore a 40 km/h.

DOVE DEVE TORNARE IL VEICOLO
Altro problema è quello del luogo dove il veicolo deve ritornare il veicolo dopo aver svolto il periodo fuori dallo Stato di stabilimento. Secondo la DG MOVE, il mezzo dovrebbe tornare in uno dei centri operativi dello Stato membro di stabilimento dell’impresa che dispone del veicolo stesso, intendendosi per Stato membro di stabilimento lo Stato in cui l’impresa è stabilita, indipendentemente dal fatto che il suo gestore dei trasporti provenga da un altro Paese.
Il veicolo, inoltre, può tornare ogni volta allo stesso centro operativo o anche a un centro operativo diverso, ma sempre nello Stato membro in cui è stabilita l’impresa. Il requisito non è soddisfatto, ovviamente, quando i veicoli tornano a succursali o filiazioni in uno Stato membro diverso dallo Stato membro di stabilimento.

TEMPISTICHE DI FERMO E MODALITÀ DI RITORNO
Altra questione: per quanto tempo deve fermarsi il veicolo, una volta rientrato nello Stato membro di stabilimento? La Direzione Generale sottolinea come il Regolamento 1055/20202 non specifichi il periodo di tempo per il quale il veicolo debba tornare nello Stato membro di stabilimento. Perciò questo può anche essere di breve durata, sempre che siano rispettate le norme sui tempi di guida.
La DG MOVE raccomanda poi che il ciclo dei ritorni del veicolo sia preferibilmente sincronizzato con l’obbligo per l’impresa di trasporto (Regolamento CE n. 561/2006) di organizzare le proprie operazioni in modo da consentire al conducente di tornare a casa almeno ogni quattro settimane.
In questo modo entrambi gli obblighi potranno essere adempiuti attraverso il ritorno del conducente insieme al veicolo al più tardi ogni secondo ciclo di quattro settimane.
Rispetto al come il veicolo debba rientrare, la DG MOVE risponde che il regolamento non specifica nulla, per cui potrà tornare anche con qualsiasi altro mezzo di trasporto come treno, traghetto, ecc.

LA QUESTIONE DELLE 8 SETTIMANE
Un problema particolarmente delicato è quello del periodo delle 8 settimane (tempo massimo entro il quale il veicolo deve rientrare nello Stato membro di stabilimento) e dei criteri secondo cui calcolarlo.
Innanzitutto la Direzione ribadisce che il veicolo dovrebbe essere restituito a uno dei centri operativi dell’impresa nel suo Stato membro di stabilimento almeno otto settimane dopo aver lasciato tale Stato membro.
– Secondo le norme dell’UE sul calcolo dei periodi, delle date e dei termini, il periodo complessivo di 8 settimane di cui si tratta decorre dalle ore 00:00 del giorno successivo all’uscita del veicolo dallo Stato membro di stabilimento e termina alla fine dello stesso giorno dell’ottava settimana successiva. Il veicolo dovrebbe pertanto tornare a tale centro operativo (o a qualsiasi altro centro operativo dell’impresa) nel suo Stato membro di stabilimento, al più tardi alle ore 23:59 dello stesso giorno della settimana, 8 settimane dopo. Ad esempio, se il veicolo lascia lo Stato membro di stabilimento in qualsiasi momento martedì 29 marzo 2022, dovrebbe tornare in qualsiasi centro operativo dell’impresa nel suo Stato membro di stabilimento al più tardi alla fine (23:59) di mercoledì 25 maggio 2022.
– In relazione a come vengono presi in considerazione i giorni festivi e i fine settimana per quanto riguarda il calcolo del periodo di 8 settimane, viene chiarito che, secondo le norme dell’UE sul calcolo dei periodi, delle date e dei termini, se l’ultimo giorno di un periodo espresso in settimane è un giorno festivo (domenica o sabato), il periodo termina con la scadenza dell’ultima ora del giorno lavorativo successivo. Dato che l’obbligo riguarda la riconsegna del veicolo nello Stato membro di stabilimento, sono pertinenti solo i giorni festivi in tale Stato membro. Di conseguenza, se il veicolo lascia la centrale operativa in qualsiasi momento venerdì 25 marzo 2022, il periodo di 8 settimane terminerà sabato 21 maggio 2022. Tuttavia, poiché l’ultimo giorno di tale termine è un sabato, il periodo è considerato terminare alle 23:59 del giorno lavorativo successivo, vale a dire lunedì 23 maggio 2022.

OBBLIGO DI CONTROLLO DELL’IMPRESA
Per quanto riguarda l’adempimento dell’obbligo di controllo da parte dell’azienda, la Direzione sottolinea come le imprese di trasporto siano tenute a fornire prove evidenti del fatto che i veicoli a loro disposizione ritornano in uno dei centri operativi del loro Stato membro di stabilimento almeno entro otto settimane dall’uscita dallo Stato membro. Per dimostrare la conformità a tale requisito dovrebbero essere in grado di utilizzare qualsiasi prova. La valutazione delle prove è effettuata dalle autorità di controllo dello Stato membro in cui è stabilita l’impresa, sotto il controllo delle autorità giudiziarie competenti.
In pratica, questo vuol dire che le imprese possono presentare, su richiesta delle autorità, qualsiasi documento che dimostri l’ubicazione del veicolo nel luogo di stabilimento nelle ultime 8 settimane e/o ogni 8 settimane. Tali documenti possono essere, ad esempio, le registrazioni del tachigrafo o i registri di servizio dei conducenti o le lettere di vettura.

I DATI DEL TACHIGRAFO VALGONO COME PROVA DEL RIENTRO
Più in particolare, la DG MOVE si è espressa favorevolmente sulla possibilità di utilizzare i dati del tachigrafo come strumento di prova per dimostrare che il veicolo sia stato ricondotto presso lo Stato membro di stabilimento entro le 8 settimane successive dalla sua partenza verso un altro Stato. «I dati del tachigrafo – spiega la nota – possono essere ulteriormente utilizzati per dimostrare che il veicolo è stato restituito a uno dei centri operativi dell’impresa in tale Stato membro. Il controllo dei tachigrafi può avvenire durante i controlli su strada o i controlli nei locali dell’impresa ed è un modo affidabile ed efficace per dimostrare la conformità alla norma sulla riconsegna del veicolo. In caso di controllo su strada, l’impresa dovrebbe sempre avere la possibilità di dimostrare il rispetto dell’obbligo in una fase successiva, attraverso documenti e prove disponibili nei locali dell’impresa».

LA COOPERAZIONE TRA GLI STATI MEMBRI SUL CONTROLLO
Infine, qualora i dati disponibili nel veicolo o presso il conducente non siano sufficienti a certificare la conformità o la non conformità alle disposizioni della norma sul controllo del ritorno del veicolo, l’obbligo dovrebbe avvenire attraverso la cooperazione tra l’autorità di controllo di uno Stato membro in cui l’impresa è attiva e le autorità competenti del comitato membro in cui l’impresa è stabilita. Infatti, le autorità competenti degli Stati membri hanno l’obbligo – art. 18 del Regolamento CE n. 1071/2009 – di cooperare strettamente e di prestarsi rapidamente assistenza reciproca e qualsiasi altra informazione pertinente al fine di facilitare l’attuazione e l’applicazione di tale regolamento. Le autorità competenti di ogni Stato membro devono in particolare rispondere alle richieste di informazioni presentate da tutte le autorità competenti degli altri Stati membri ed effettuare controlli, ispezioni e indagini in merito al rispetto, da parte dei trasportatori su strada stabiliti nel loro territorio, dell’obbligo di uno stabilimento effettivo e stabile in uno Stato membro, anche per quanto riguarda la restituzione del veicolo. Tale cooperazione amministrativa e assistenza reciproca tra le autorità competenti degli Stati membri è attuata attraverso il sistema di informazione del mercato interno (IMI) – regolamento UE 1024/20128.

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