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La Cina è più vicina, grazie al nuovo servizio intermodale ferroviario di Contship

Un treno merci per collegare la Cina con l’Europa e con l’Italia, circolando sulla direttrice ferroviaria euroasiatica e passando per l’hub lombardo di Melzo. È il nuovo servizio intermodale ferroviario attivato da Contship Italia e l’operatore tedesco Bahnoperator GmbH, servizio che di fatto rende l’Italia e la Cina più vicine.

La rotta ferroviaria collegherà vari terminal cinesi nelle città e regioni più produttive interne della Cina con destinazione Melzo, per poi ripartire ogni sabato e percorrere lo stesso itinerario di andata, riducendo in tal modo il transit time e costruendo perciò una valida alternativa al trasporto via mare.

Nel dettaglio, Contship Italia metterà a disposizione la propria rete intermodale che coniuga opportunità marittime e terrestri mostrando, anche con questo nuovo collegamento, la sua potenzialità ed efficienza. Basti pensare che Melzo rappresenta non solo il terminal di riferimento ma anche il baricentro di servizi integrati che Sogemar (la holding del business continentale di Contship Italia) può mettere a disposizione: il servizio doganale di RHM con il vantaggio di avere l’agenzia delle dogane presente a Melzo, il servizio di trasporto intermodale interconnesso con il proprio network di Hannibal da e per la Cina, la presa e consegna dell’ultimo miglio con la nuova driveMybox e infine il potenziamento del collegamento con la Cina attraverso la collaborazione prossima con la società ferroviaria del Gruppo OceanoGate.

Il servizio passerà da una partenza settimanale (sabato) a due partenze (sabato e mercoledì) nei prossimi mesi.

Gestire insieme flotte e pneumatici? Per Bridgestone la soluzione si chiama Fleetcare

Mettere insieme la gestione degli pneumatici e il fleet management per favorire la crescita esponenziale del business legato alle flotte e ridurre il costo totale di proprietà (CTO). È l’idea alla base di Fleetcare, la nuova soluzione gestionale integrata di Bridgestone, produttore leader di pneumatici e progetti di mobilità sostenibile.

Fleetcare, progettato in modo flessibile per adeguarsi alle esigenze e ai requisiti specifici delle singole flotte, combina il top di gamma degli pneumatici Bridgestone – e dei servizi di gestione degli stessi – con Webfleet, la soluzione telematica numero uno in Europa per il fleet management, in modo da formare un pacchetto completo offerto da un unico partner di mobilità.

La nuova soluzione integrata, già disponibile, garantisce una serie di vantaggi ai clienti finali, tra cui, come detto, la riduzione del costo totale di proprietà, la massima customer satisfaction, il risparmio di tempo, la costante conformità con le normative e un aumento in termini di sostenibilità, sicurezza e protezione.

Grazie all’utilizzo dell’IoT (Internet of Things), ai servizi e alle informazioni basate sull’analisi dei dati e a report integrati e connessi, Fleetcare si propone ai gestori di flotte commerciali come una suite di soluzioni completa e modulare, che realizza l’automazione e il controllo dei costi nelle attività quotidiane, consentendo un migliore processo decisionale. Ad esempio, aggregando i dati combinati di pneumatici e veicoli, Fleetcare offre soluzioni di manutenzione più intelligenti e predittive, con conseguenti prestazioni ottimali e maggiore praticità.

«Attraverso il lancio di Fleetcare – commenta Mark Tejedor, vicepresident commercial replacement e OE di Bridgestone EMIA – forniamo una soluzione unica e componibile che risponde a tante esigenze aziendali chiave: dai costi alla conformità, dalla sicurezza alla sostenibilità».

Jan-Maarten e Mark si stringono la mano con lo sfondo di Fleetcare in background

Controlli dell’Albo Autotrasporto sulle imprese: ecco le istruzioni da seguire in caso di procedimento di verifica

Proseguono le procedure di verifica e controllo della regolarità dei requisiti posseduti dalle imprese iscritte all’Albo Nazionale degli autotrasportatori. Le verifiche, a cura dal Comitato Centrale per l’Albo, sono svolte con l’ausilio di un apposito applicativo informatico che opera in cooperazione con le Amministrazioni e gli enti competenti.

Le imprese hanno 90 giorni di tempo per fornire osservazioni o controdeduzioni alle anomalie che sono state riscontrate e segnalate. Come fare? Ve lo spieghiamo in 5 passi.

1. Bisogna registrarsi innanzitutto al portale www.alboautotrasporto.it. Con le credenziali ottenute a seguito della registrazione, bisogna accedere all’applicativo «Gestione Istruttoria» cliccando su Servizi e poi su Gestione Istruttoria.

2. Nella funzione Gestione Istruttoria, è possibile trovare le segnalazioni di anomalia che riguardano l’impresa. A fianco di ciascuna anomalia c’è anche un campo «Note» dove si possono scrivere direttamente le osservazioni o controdeduzioni. Vi è anche la possibilità di allegare documenti a supporto delle controdeduzioni (come da manuale istruzioni).

3. Se si utilizza il Portale per rispondere ed inviare documenti, non si dovrà fare altro né inviare documentazione cartacea agli Uffici.

4. Se si ha difficoltà nel caricamento della documentazione o altri dubbi è possibile scrivere
– alla casella mail dedicata: ver-regolarita.ccaa@mit.gov.it
– all’indirizzo PEC gdl-verifiche-autotrasporto@pec.mit.gov.it

5. Se non si fornisce riscontro entro i 90 giorni a disposizione, la procedura di verifica di regolarità verrà chiusa e trasmessa al competente Ufficio della motorizzazione che potrà adottare i provvedimenti di sospensione e cancellazione dall’Albo nazionale degli autotrasportatori previsti dalla vigente normativa.

Il Parlamento UE respinge la proposta di allargare l’ETS al trasporto stradale

È in giubilo l’intero settore dei trasporti. La sessione plenaria del Parlamento europeo ha respinto la proposta della Commissione europea di riforma del sistema ETS, il sistema di scambio di quote di CO2 che è parte di un pacchetto di riforme incardinato all’altro contenitore normativo del Fit For 55, con 340 voti contrari, 265 voti a favore e 34 astenuti, rimandando dunque la riforma in commissione Ambiente, che nelle scorse settimane aveva incluso anche il trasporto stradale.

Quindi a questo punto si ricomincia da capo e si spera in un cambiamento di prospettiva. Tantissimi i giudizi entusiastici e provenienti non soltanto dall’Italia e non soltanto dall’autotrasporto. Anche se adesso o, meglio il prossimo autunno, la palla tornerà nuovamente alla Commissione.

Baumgartner (Anita): «Il vero inquinamento lo fa il trasporto persone»

«In questo momento di crisi energetica, un sistema di questo tipo sarebbe deleterio per la struttura economica del Paeseha dichiarato il presidente di Anita, Thomas Baumgartner– in quanto avrebbe sicuramente un impatto negativo su tutte le impresea causa dell’ulteriore aumento dei noli di trasporto e di tutti i costi della logistica». Ma soprattutto Baumgartner sottolinea come il «il trasporto merce stradale incide solamente del 5,6% sulle emissioni complessive di CO2;la gran parte delle quote di emissione di CO2, che incidono per circa il 30% sul totale, è rappresentato invece dal trasporto di persone, soprattutto quello individuale». Da qui l’auspicio «che i gruppi politici trovino il più efficace punto di incontro tra l’applicazione del Green New Deal e le esigenze delle imprese del settore».

Genedani (Confartigianato T.): «Assurdo far pagare chi trasporta beni necessari alla società e all’economia reale»

«L’autotrasporto è assolutamente a favore della decarbonizzazione e della sostenibilità ambientale. Ma ciò non può e non deve avvenire – ha sottolineato il presidente di Confartigianato Trasporti, Amedeo Genedani – sulle spalle delle imprese e dei cittadini, che devono essere attori protagonisti e non le vittime della transizione ecologica». Inoltre, Genedani individua l’assurdità della normativa respinta dal Parlamento nel fatto che «avrebbe incluso da subito gli autotrasportatori nei nuovi standards ambientali, escludendo in maniera incomprensibile gli altri settori. A pagare quindi sarebbero stati solo coloro che trasportano beni necessari alla società e all’economia reale, definiti “essenziali” dagli stessi decisori comunitari». Poi, ha concluso sostenendo che «alla luce delle prospettive future di capacità e copertura della rete di carburanti alternativi in Europa (attualmente in discussione a Bruxelles), l’attuazione di ETS2 così come era stata proposta, sarebbe risultata non attuabile. Le imprese di autotrasporto devono prima di tutto poter contare su una infrastruttura di rifornimento di carburanti alternativi capillare ed efficiente su tutto il territorio dell’UE. Solo dopo si potrà parlare di ETS».

Uggè (Conftrasporto): «Consentire di inquinare pagando non è la soluzione»

Anche il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè, sottolinea come l’approvazione della riforma dell’ETS «sarebbe stata assolutamente penalizzante per le imprese della logistica italiana. Una simile decisione avrebbe di fatto comportato una ‘monetizzazione dell’ambiente’», vale a dire «consentire di inquinare pagando» che – ha puntualizzato «non ci sembra la soluzione più adeguata». 

Poi guardando avanti Uggè ha ribadito che «le ripercussioni sul trasporto italiano saranno pesantissime e si aggiungeranno alle evidenti difficoltà in cui già versano gli operatori del settore, recando grave pregiudizio ai lavoratori e alle imprese qualora in Commissione Ambiente le proposte di modifica avanzate dal PPE, e in particolare dall’on. Antonio Tajani, non trovassero riscontro».

Villaescusa (UETR): «Accelerare lo sviluppo dell’infrastruttura per i carburanti alternativi»

Anche da Bruxelles il presidente dell’UETR, Julio Villaescusa, pur ribadendo come «alcune proposte del pacchetto “Fit for 55” rappresentino un passo fondamentale verso il raggiungimento degli obiettivi europei di Green Deal», ha però suggerito all’UE di «dare realisticamente priorità all’accelerazione del pieno sviluppo dell’infrastruttura per i carburanti alternativi (AFIR). L’eventuale inclusione del trasporto stradale nel sistema ETS deve avere come prerequisito essenziale la piena diffusione di tali infrastrutture in tutta l’UE».

Secondo il segretario generale della stessa associazione, Marco Digioia, «è necessario un approccio molto più ambizioso in termini di copertura infrastrutturale, tempistica, livello di potenza in grado di soddisfare le esigenze degli autotrasportatori e quindi della società e dell’economia reale». Da qui l’auspicio che «la bocciatura fornisca l’opportunità di rielaborare la proposta e renderla adatta allo scopo, in piena sincronia con l’AFIR – con i piccoli trasportatori come attori del cambiamento, abbracciando con successo il loro ruolo nella transizione ecologica».

Grimaldi (Alis): «Si rischia un salto indietro di 30 anni con milioni di camion sulle autostrade e il 70% di CO2 in più»

Oltre lo stretto steccato dell’autotrasporto si è fatta sentire anche la voce di Alis, il cui presidente, Guido Grimaldi, ha ricordato di aver sempre avuto una «posizione contraria a questo nuovo sistema di tassazione, dal momento che rappresenterebbe nel trasporto marittimo un serio problema per le compagnie armatoriali, con il concreto rischio di chiusura di alcune linee di Autostrade del Mare e di aumento dei costi operativi per le aziende nonché dei prezzi di alcuni collegamenti con le isole a danno della continuità territoriale». Proprio per questo Grimaldi si è detto soddisfatto del fatto che il Parlamento Europeo «abbia riconosciuto i potenziali danni ambientali ed economici che deriverebbero dall’applicazione dell’ETS nel settore marittimo, e soprattutto il violento rischio di un vero back shift modale e di un salto indietro di 30 anni facendo tornare milioni di camion all’anno sulle autostrade italiane ed europee, con il conseguente aumento delle emissioni di CO2 di almeno il 70% e un incremento dei costi di esternalità derivanti ad esempio dall’aumento dell’incidentalità».

Guardando alle prossime mosse, Grimaldi auspica «che i prossimi lavori autunnali della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo confermino l’esclusione dal sistema ETS delle Autostrade del Mare e delle linee di cabotaggio insulare, che collegano le isole in Italia e in tutta Europa, continuando a sostenere le imprese nel percorso di sostenibilità economica ed ambientale».

«A prova di Laura», la nuova rubrica di Uomini e Trasporti: i camion raccontati attraverso l’occhio dell’autista

Ahh… le prove di veicoli, che noia. Se leggete un qualsiasi articolo di un test drive, che sia su carta o sul web, troverete riportate più o meno le stesse informazioni, ripetute in fotocopia. Parola più, parola meno. Analogo discorso per le prove in video: generalmente si va di stand up, cioè un monologo del giornalista rivolto al pubblico con una «pappardellata» di nozioni e aspetti tecnici che soltanto a pensarla ci cascano le braccia.

È per questo motivo che non abbiamo mai creduto molto alle prove dei veicoli. Dal numero di giugno di Uomini e Trasporti, però, abbiamo trovato un modo nuovo e in parte unico di concepire una prova: a valutare il camion, infatti, è un’autista. Una persona cioè che ogni giorno guida camion per lavoro e che quindi, anche quando ne condurrà uno per un test, lo valuterà allo stesso modo, descrivendo la relazione quasi personale che riesce a stabilire. Senza troppi fronzoli tecnici, di quelli che magari piacevano tanto ai padroncini degli anni ‘70 e che oggi, nell’epoca della connettività, hanno perso molto senso. Di fatto, oggi un veicolo pesante è semplice, tecnologicamente assistito, controllato da remoto. Se si ferma non bisogna più rimboccarsi le maniche per rimetterlo in moto. E, tra l’altro, anche questo è uno dei motivi che rende sempre più agevole l’ingresso delle donne al volante.

Ma non è tutto, perché la nostra test-driver, Laura Broglio, non soltanto guida per lavoro, non soltanto testimonia nei fatti che questa professione può essere declinata al femminile, ma per di più è originale nella scrittura. E quindi fa bene alla nostra rivista e, forse, in parte anche al settore.

Il primo articolo di questa nuova rubrica, che abbiamo battezzato con il nome di «A prova di Laura» (spoiler: presto debutterà anche in formato video), è dedicato al nuovo DAF XG+ 480. Ed è la stessa Laura a tracciare un modo innovativo di raccontare il rapporto tra camion e autista, basato sul rispetto di tempi e di spazi umani, più che su bulloni e alesaggi. Rapporto che, come ogni relazione che si rispetti, nasce da un’attrazione.

«Per il più grande dei veicoli DAF di ultima generazione, l’attrazione la si prova in modo quasi fatale, perché è il classico tipo che tutti si girano a guardare – scrive Laura – Per di più, contrariamente al solito, nasconde pure una generosa anima interna. Dimostrata anche quando, sapendo che tocca a te pagare il conto del gasolio, consuma molto poco. Su una cosa però non transige: se si sta insieme, che sia il più a lungo possibile. I viaggetti brevi o per distribuzione li facciano altri».

Leggi l’articolo completo al link diretto bit.ly/a-prova-di-laura-DAF-XG-480 (riservato agli abbonati).

Le soluzioni green di Shell Italia ad Autopromotec

Le scelte sostenibili ambientalmente nel processo di transizione energetica della mobilità sono state al centro della presenza di Shell Italia all’Autopromotec 2022 di Bologna, in linea con l’obiettivo del colosso della lubrificazione di diventare una ‘energy business company’ a emissioni zero entro il 2050.

In questo contesto, un anno fa venivano lanciati in Italia i lubrificanti Carbon Neutral, che ad oggi hanno evitato l’emissione di circa 28.000 tonnellate di CO2, l’equivalente della quantità di anidride carbonica assorbita in un anno da 57.000 alberi (fonte: Shell Analogy Calculator), con una superficie occupata pari a oltre 30 volte Piazza del Duomo a Milano.

Interessante anche la novità della Shell Card ibrida, una carta carburante che permette di effettuare con un solo strumento sia il rifornimento tradizionale sia, attraverso Shell Recharge Solutions, la ricarica per i veicoli ibridi ed elettrici, rendendola un ottimo mezzo per attuare la transizione energetica nel settore della mobilità.

Davide Bovio, responsabile per le soluzioni delle flotte e per la mobilità elettrica di Shell Mobility Italia

«La divisione della gestione carte tra trasporto pesante e leggero che abbiamo operato – ha sottolineato Davide Bovio, responsabile per le soluzioni delle flotte e per la mobilità elettrica di Shell Mobility Italia – deriva dalla consapevolezza che si tratta di trasporti con necessità profondamente diverse. La presenza sempre maggiore dell’elettrico nei commerciali ci ha fatto scegliere una carta ibrida che permette di utilizzare circa 26.000 punti di ricarica pubblici su un totale di 27.800, oltre alle 7.000 stazioni di rifornimento tradizionali che a completamento implementazione accetteranno la nostra carta, restituendo una rete di accettazione molto vasta su tutto il mercato».

«Certamente l’aumento del gasolio ha abbassato la soglia del carburante disponibile col plafond – ha risposto Bovio sui problemi del prezzo del diesel – ma restano comunque i vantaggi della semplificazione amministrativa e dello sconto, che vanno comunque a mitigare la situazione».

Ricordiamo tra l’altro che il report «Global Lubricants Industry: Market Analysis and Assessment 2020», condotto da Kline & Company, ha riconosciuto Shell come leader del mercato dei lubrificanti per la quattordicesima volta consecutiva. L’analisi tiene in in considerazione tutti i principali mercati dei Paesi consumatori di lubrificanti, i segmenti di mercato, i tipi di prodotti e le formulazioni.

I lubrificanti «nature based» a impatto zero di CO2 di Shell saranno disponibili nei principali mercati europei, tra cui Regno Unito, Germania, Francia, Italia, Spagna, Polonia, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo e Turchia. I prodotti Shell Carbon Neutral fanno parte di diverse gamme, tra cui Rimula per i motori diesel per autotrazione pesante.

Carburanti, nuova stangata: le ragioni dietro l’aumento dei prezzi

Da quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina, a fine febbraio, il prezzo dei carburanti ha raggiunto picchi da record. Nei mesi successivi è seguito un periodo di assestamento, agevolato anche dal taglio delle accise, ma adesso la situazione è tornata a essere particolarmente critica. Secondo le ultime rilevazioni settimanali del Mise, aggiornate al 6 giugno, i prezzi dei carburanti sono tornati a salire, con la benzina che in modalità self ha raggiunto 1.940,54, circa 5 centesimi in più (+2,92%) rispetto alla settimana precedente. In netto rialzo anche il gasolio che, sempre al self, si attesta a 1.851,52 euro al litro, di oltre 3 centesimi (+2,14%).

Le cause del nuovo «rally» impazzito dei prezzi sono diverse. A pesare è in primis il fatto che le scorte di prodotti petroliferi raffinati sono scese a livelli estremamente bassi. Lo stop al petrolio russo contenuto nel sesto round di sanzioni occidentali contro Mosca, infatti, sta mettendo a dura prova la capacità delle raffinerie di tenere il passo con l’aumento della domanda di benzina e diesel utilizzati nella produzione e nel trasporto merci. Emblematico in questo senso è il caso della Lukoil di Siracusa. La raffineria siciliana rischia seriamente lo stop, perché lavora solo il greggio che viene approvvigionato via nave dalla Russia. E considerato l’embargo al petrolio di Putin, il rischio che tutto il polo petrolchimico si fermi è molto alto. Ricordiamo che la Lukoil da sola vale il 26% della raffinazione nazionale. Molti esperti parlano non a caso di «effetto boomerang» delle sanzioni contro Mosca.

Naturalmente, anche le quotazioni del greggio rappresentano un fattore chiave alla base dell’impennata dei prezzi. Dopo l’altalena delle settimane scorse, il prezzo del petrolio Brent ha ripreso a correre, arrivando a toccare quota 120 dollari al barile (dato aggiornato al 7 giugno).

Molti analisti ritengono in particolare che sia stata soprattutto l’allentamento delle misure lockdown in Cina, importatore di petrolio numero uno al mondo, a contribuire a spingere al rialzo i prezzi del greggio. Fattore che, di fatto, ha «drogato» il mercato globale aumentando la corsa speculativa. Non a caso l’Arabia Saudita, primo esportatore di petrolio al mondo, ha aumentato i prezzi del greggio di luglio nei confronti degli acquirenti asiatici proprio per le aspettative di una forte domanda estiva.

In questo scenario, guardando in casa nostra, è molto probabile che il governo intervenga ancora sulle accise per calmierare i prezzi medi dei carburanti. Ad affermarlo, nei giorni scorsi, è stata tra l’altro la stessa sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra, che a Rainews 24 ha dichiarato che il governo sta appunto valutando di intervenire nuovamente sulle accise. «Banalmente l’aumento dei prezzi – ha affermato – fa anche aumentare il gettito dell’Iva, che non vogliamo mettere nelle casse dello Stato, ma lo utilizziamo per abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo».

Tutte le lampade truck di Osram all’Autopromotec

Dall’Original line a 24 volt alle Truckstar Pro, che irradiano più luce e hanno una durata molto maggiore, fino alle lampade del retrofit. Osram, azienda tedesca leader nel settore dell’illuminazione, ha portato all’Autopromotec di Bologna tutte le sue gamme di luci per veicoli, comprese quelle pensate specificamente per i truck.

Tra i prodotti indirizzati agli autocarri, particolare interesse hanno suscitato le LEDriving HLT (la T sta appunto per truck). Si tratta di abbaglianti addizionali che proiettano una brillante luce bianca, sia per l’on-road che per l’off-road, con una potente illuminazione da vicino e da lontano. Sono luci ad omologazione ECE, con LED performanti di durata fino a 50.000 ore ed ottica in policarbonato infrangibile, disponibili in diverse forme e fasci di luce e, non da ultimo, resistenti all’acqua, alla polvere, alle temperature fredde e calde, ai raggi UV, alle vibrazioni e agli urti continui. L’installazione plug-in è semplice e il livello di prezzo competitivo.

La gamma LEDriving

“Ma anche la gamma premium HL – ci racconta Giovanni Madonia, key account manager automotive aftermarket di Osram – hanno la doppia alimentazione 12/24 volt, ad un costo leggermente superiore. Quest’ultima lampada è realizzata a Treviso, unico proiettore made in Italy per l’illuminazione aftermarket. Abbiamo poi le barre abbaglianti tradizionali, molto richieste come accessorio, anche per la resa estetica, e la nuova gamma di lampeggianti 12/24 v”.

Osram produce anche cavi di ricarica 220 volt per i veicoli elettrici – utilizzabili quindi nei commerciali leggeri – con la classica presa Schuko. Tutte le lampade truck hanno poi garanzia da 3 a 5 anni.

Il confronto tra i fasci di luce delle linee Original, Truckstar Pro e LEDriving

Per quanto riguarda il mercato, Madonia spiega che “al momento Osram non ha criticità in termini di fornitura, riusciamo a gestire tranquillamente la domanda. Per i costi invece saremo costretti a ritoccare i prezzi del 5-10% a causa del forte rincaro delle materie prime, fino a 6 volte rispetto alla situazione pre-pandemia e guerra russo-ucraina, come nel caso del prezzo del gas con cui riempiamo le lampade. Purtroppo non c’è alternativa”.

A proposito della guerra, Osram si è data parecchio da fare per la situazione ucraina: dalle raccolte fondi coi dipendenti alle donazioni alla Croce Rossa tedesca e associazioni umanitarie fino alle lampade per l’illuminazione inviate gratuitamente per risolvere i problemi di blackout.

Attualmente Osram ha circa 24.000 dipendenti in tutto il mondo, con oltre 15.000 brevetti concessi e applicati. La sede centrale è a Premstaetten/Graz (Austria) e un’altra secondaria a Monaco (Germania). Il gruppo ha raggiunto nel 2021 un fatturato di oltre 5 miliardi di euro.

Gugel acquisisce CD Transport: nasce un polo logistico del trasporto mobili

È in corso un processo di consolidamento nell’autotrasporto italiano. E spesso passa dall’iniziativa di una singola azienda che ne acquisisce e ne ingloba un’altra. Operazione che si dimostra tanto più utile ed efficace in settori merceologici a elevata specializzazione, come può essere quello del trasporto di mobili. È questo il caso di Gugel, operatore logistico e di autotrasporto attivo nel trasporto di mobili dalla metà degli anni Novanta, anche se l’attuale proprietà espressa dai tre fratelli Fabio, Fabrizio e Loretta ha raccolto il testimone dal padre Pierluigi che già prima era attivo, con dimensioni più ridotte e senza il supporto logistico, nello stesso settore. Ebbene questa realtà, insediata a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, dove dispone di un magazzino di circa 20mila metri quadrati utilizzato per il consolidamento dei carichi e per il groupage e di una flotta che supera le 150 unità, oggi fa il salto in avanti, acquisendo il gruppo CD Transport, una casa di spedizioni attiva da oltre trent’anni nella movimentazione di arredi, ma particolarmente vocata alle esportazioni, che nel corso del tempo ha portato avanti allargando sempre di più il perimetro della propria azione commerciale e mettendola al servizio della produzione brianzola di arredi. In pratica due distretti fondamentali del mobile italiano, quello della marca trevigiana e quello della Brianza si trovano riunite sotto un unico tetto, marcando sempre di più la vocazione all’export e mettendo quindi sempre più aziende della penisola di raggiungere ulteriori mercati di sbocco nell’intera Europa e oltre.

Tutte affermazioni suffragate dai fatti, perché da oggi il gruppo Gugel si troverà a poter confidare non soltanto sull’organizzazione interna della CD Transport, situata a Casnate con Bernate, in provincia di Como, ma anche dell’agenzia doganale Eurodimo, che per il gruppo si occupa, in particolare, dell’emissione dei documenti doganali necessari per il trasporto internazionale. In più, sempre in pancia a CD Transport ci sono due filiali: la prima in Svizzera a Novazzano, la seconda nel Regno Unito, a Belvedere (Kent), nei pressi di Londra, utilizzata soprattutto per la distribuzione finale dei mobili in tutta l’isola.

Tutto questo si andrà a sommare alla squadra di Gugel, già forte di circa duecento collaboratori specializzati e formati alla gestione logistica del mobile e soprattutto supportati da servizi informatici d’avanguardia. 

Gugel dispone di magazzini per circa 20mila mq utili per consolidare i carichi e gestire il groupage

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