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In giro con il Ford E-Transit. La scintilla del cambiamento

La rivoluzione della mobilità elettrica non potrebbe pienamente concretizzarsi senza il coinvolgimento dei veicoli commerciali. Furgoni e van popolano le nostre strade e autostrade e così anche per loro, dopo le autovetture, è arrivata l’ora di iniziare ad abbracciare la trasformazione verso l’elettrico, che peraltro in Europa deve pure compiersi entro un tempo obbligato: 2035, vale a dire la data entro cui la Commissione europea ha indicato all’industria automotive di sospendere la vendita di auto diesel e benzina. Di fatto, ci sarà spazio solo per le auto elettriche, a meno che nel 2026 non dovesse venir fuori una tecnologia ugualmente in grado di azzerare le emissioni.

La genesi dell’E-Transit

Anche se questa «deadline» imposta ai costruttori è sembrata particolarmente drastica, in realtà alcune Case, già prima della proposta della Commissione Ue presentata nel luglio 2021, avevano preannunciato il graduale passaggio dalla produzione di veicoli a combustione interna a quella a batteria. Tra queste c’è Ford, che in Europa detiene la leadership nel settore dei veicoli commerciali con una quota di mercato del 14,8%. L’Ovale Blu, ben prima della decisione Ue del 2021, aveva già svelato infatti le proprie strategie di elettrificazione che l’avrebbero portata a vendere al 2030 oltre i due terzi dei suoi veicoli commerciali con tecnologia ibrida plug-in o completamente elettrica. È del 2019, per esempio, il lancio della versione plug-in hybrid dell’iconico Transit e già l’anno prima cominciavano a circolare le prime indiscrezioni sulla realizzazione della versione 100% elettrica. Per concentrare gli sforzi sulla realizzazione di questa vera e propria roadmap, Ford ha poi costituito a gennaio 2022 Ford Pro, una divisione dedicata solo ed esclusivamente ai veicoli commerciali che, tra gli obiettivi, vanta appunto quello di facilitare la transizione al cambiamento. Ed è da quel momento esatto che la strategia di elettrificazione del marchio ha preso la «scossa». A marzo è stato annunciato il via alla produzione di serie del nuovo E-Transit, il primo large van a batteria che l’Ovale Blu ha introdotto sul mercato e che rappresenta la prima pedina della sua offensiva commerciale nel comparto del trasporto a zero emissioni. Due mesi dopo, un altro importante annuncio: «la gamma a zero emissioni si completerà entro il 2024 con l’arrivo di quattro nuovi modelli All-Electric, che andranno ad allargare la famiglia Transit. Si comincerà nel 2023 con il Transit Custom Van da 1 tonnellata e il Tourneo Custom All-Electric, mentre nel 2024 sarà avviata la produzione delle generazioni a zero emissioni di Transit Courier e Tourneo Courier». Insomma, un «piano storico» per difendere la leadership nel settore e, al contempo, farsi promotore del cambiamento.

Toccare con mano il cambiamento

Il risultato reale e tangibile di questo cambiamento lo abbiamo potuto vedere lo scorso 14 giugno a Verona, nell’ambito di un media drive che Ford ha organizzato per far conoscere da vicino il nuovo E-Transit. In realtà, non si è trattata di una vera giornata da «corriere espresso», in quanto i veicoli erano privi di carico, ma piuttosto di una simulazione di possibili tragitti e scenari che il furgone elettrico potrebbe affrontare. In un percorso misto di circa 30 km tra strade urbane ed extraurbane, nei dintorni di Verona e fino a Valeggio sul Mincio, il test ha insomma voluto ricreare le condizioni di utilizzo reale, per valutare tutte le principali caratteristiche del furgone elettrico e capire perché un professionista o un artigiano possa sceglierlo già oggi (senza aspettare il 2035).

Com’è alla guida

Dunque, entriamo nel clou della prova. Il veicolo in dotazione è allestito nella configurazione furgone (ma per il mercato italiano sono disponibili anche le versioni «doppia cabina» e «chassis cabina singola»), spinto da un motore elettrico da 184 CV alimentato da un pacco batterie al litio da 68 kWh, in grado di fornire un’autonomia di 317 km. All’avvio il veicolo regala uno spunto importante, avendo una coppia di ben 430 Nm subito disponibile. E questo è sicuramente un primo punto a favore. Ce ne siamo resi conto soprattutto nel traffico cittadino veronese, quando in prossimità di rotonde o incroci siamo riusciti ad affrontarli con agilità. Inoltre, sempre con riferimento all’uso urbano, le continue decelerazioni e frenate hanno consentito l’azione di recupero di energia delle batterie. Tanto che a metà tragitto, dopo aver percorso circa 15 km, il computer di bordo segnalava un’autonomia di 293 km (dai 300 di partenza). Proiettando questi numeri su più elevati chilometraggi, è quindi lecito ritenere che una giornata-tipo di un corriere possa essere affrontata senza particolari preoccupazioni dal punto di vista della cosiddetta «ansia da ricarica».

Altro elemento che ci ha positivamente impressionato è stato il comfort al volante, molto elevato grazie alla silenziosità del motore elettrico e alle sospensioni in grado di attutire bene le asperità del terreno, soprattutto lungo alcune stradine di campagna attraversate nei pressi di Valeggio sul Mincio. Buona anche la maneggevolezza del mezzo, garantita da un ampio raggio di sterzata. La marcia è fluidissima: se non fosse per le dimensioni esterne importanti, sembrerebbe di essere al volante di una vettura.

L’abitacolo è decisamente spazioso, come si intuisce anche da questa immagine. In generale tutto l’ambiente interno lascia percepire un comfort elevatissimo, restituendo l’impressione di guidare una vettura più che un veicolo commerciale. Il centro della plancia accoglie uno scenografico, nonché utile, display touchscreen da 12’’ con l’infotainment Sync 4, intuitivo nell’utilizzo e con un navigatore chiaro nelle indicazioni.

Raggio di visione ampliato

Le manovre sono aiutate dai sensori di parcheggio e da telecamere che consentono una buona visuale di quanto avviene attorno al furgone. Da citare, in particolare, la nuova telecamera a 360°, che ripropone sullo schermo a 12 pollici una vista dall’alto dei dintorni dell’E-Transit, contribuendo a evitare gli ostacoli quando si effettuano manovre in spazi stretti con una vista limitata. Questa tecnologia lavora insieme al reverse brake assist, che utilizza una combinazione di sensori e telecamere per rilevare pedoni, ciclisti e ostacoli durante la retromarcia. Sempre in tema di visibilità, è utilissimo, poi, il retrovisore interno digitale, che si trova dove solitamente è posizionato lo specchietto classico e offre una visuale posteriore panoramica durante la guida. Grazie a una telecamera posteriore, infatti, lo specchietto consente di vedere la strada dietro al veicolo senza che la visuale venga ostruita da un’eventuale paratia. Il tutto a beneficio di una sicurezza ancora maggiore, soprattutto nei parcheggi.

E a proposito di sicurezza, il veicolo è dotato di un’ampia gamma di tecnologie per l’assistenza alla guida. Citiamo, solo a titolo di esempio, il sistema di frenata automatica d’emergenza con assistenza pre-collisione e riconoscimento dei pedoni, il cruise control adattativo intelligente con riconoscimento dei segnali stradali, i dispositivi di mantenimento e di avvertimento di cambio corsia. Ricca è anche la dotazione tecnologica per la connettività. All’interno, al centro della plancia, giganteggia il display touchscreen da 12 pollici con il sistema di infotainment Sync 4, compatibile con Apple CarPlay e Android Auto, intuitivo nell’utilizzo e con un navigatore chiaro nelle indicazioni.

Costi di gestione ridotti

È stato bello, per una volta, incontrare una “collega” per strada e viaggiare con lei per un po’. Ammetto che è sempre stato il mio sogno poter condividere questa strana passione con un’altra r

Il nostro test drive termina a Valeggio sul Mincio, dove lo staff Ford ci attende per raccontarci qualcosa di più su alcune caratteristiche del veicolo, difficilmente percepibili in una semplice prova simulativa. Quella più significativa riguarda i costi di gestione, che sarebbero inferiori del 40% rispetto ai modelli equivalenti con motore diesel. Tutto merito degli intervalli di manutenzione ridotti e del basso logoramento dei sistemi elettrici, data la loro minor complessità meccanica. Anche il prezzo di listino, che parte da 53.750 euro, è estremamente aggressivo ed è pensato per garantire la massima accessibilità. «Anche per questo motivo – ha sottolineato Marco Buraglio, direttore commerciale Ford Italia – l’E-Transit vuole essere una proposta di mercato altamente competitiva per il mercato europeo e rappresenta già oggi la scelta ideale per le aziende che desiderano inserire veicoli elettrici nelle loro flotte».

Il messaggio lanciato da Ford, insomma, centra il punto della questione: ridurre il gap di prezzo tra alimentazioni tradizionali ed elettriche. Ma è anche un invito a precorrere i tempi, sul cui biglietto c’è scritto più o meno così: «Iniziamo subito a lavorare, insieme. Perché il futuro è già qui».

Lo scopriremo solo vivendo

Il 31 dicembre 2019, le autorità sanitarie cinesi notificano un focolaio di casi di polmonite dalla causa sconosciuta nella città di Wuhan. Dieci giorni più tardi, il 9 gennaio 2020, il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie della Cina ne attribuisce l’eziologia a un nuovo coronavirus (provvisoriamente denominato 2019-nCoV, oggi SARS-CoV2) e un mese dopo l’Organizzazione Mondiale della Sanità battezza la malattia respiratoria causata dal 2019-nCoV con il nome di COVID-19. Così due anni e mezzo fa è iniziata la storia della pandemia che ha cambiato le abitudini e il volto del pianeta con più di 6 milioni di morti (due milioni circa solo in Europa). Un’infezione e una malattia nuove su cui la comunità scientifica internazionale continua a ricercare e a raccogliere dati e informazioni, ma che resta troppo recente per non incorrere in errori. Una sconvolgente novità che tuttora impone prudenza e gradualità, attenzione nella comunicazione, continui aggiustamenti di tiro e uso costante dei condizionali. Non per niente a inizio giugno di quest’anno, quando tutti pensavamo a una riduzione della circolazione del virus come accaduto nelle due estati precedenti, una variante sempre più contagiosa, chiamata Omicron 5, ci ha preso in contropiede e ha di nuovo sparigliato le carte e sconvolto previsioni e possibili scenari futuri. Eppure, senza abbassare minimamente la guardia, non bisogna credere che questa inattesa esplosione di contagi ci abbia riportato punto e a capo al 2020.

Oggi, grazie alla vaccinazione di massa, alla cosiddetta «immunità ibrida» delle tante persone che sono già entrate in contatto con il virus e alla disponibilità di farmaci antivirali estremamente efficaci se somministrati precocemente, la variante Omicron con le sue sottovarianti, anche se assai più contagiosa rispetto al ceppo di Wuhan, è meno virulenta e dunque la malattia è meno grave. Si potrebbe obiettare che in queste ultime settimane sono sempre di più le persone che contraggono l’infezione nonostante la vaccinazione. Questo non significa che i vaccini non funzionano. Al contrario, un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet Infectious Diseases mostra come, da dicembre 2020 a dicembre 2021, la vaccinazione abbia consentito di salvare la vita a più di 20 milioni di persone in 185 nazioni. C’è un però. Il virus corre e muta nel tempo e dunque ci si reinfetta perché l’ultima sottovariante Omicron sfugge alla protezione vaccinale che però continua a tutelarci da malattia, ospedalizzazioni, forme più gravi, ricoveri in terapia intensiva e decessi, come dimostrano i dati più recenti. Perciò in questa fase di circolazione così espansiva del virus è fondamentale completare il ciclo vaccinale per chi non l’ha ancora terminato e vaccinare con la quarta dose le persone a maggior rischio di patologie severe e di morte, cioè i pazienti fragili e gli ultrasessantenni. Questo consente anche di proteggere le persone che ci stanno intorno e di ridurre la circolazione complessiva del virus nell’ambiente. Bisogna farlo subito e mettere in sicurezza noi e gli altri, senza aspettare l’autunno e la prospettiva di vaccini “aggiornati” come i cosiddetti vaccini bivalenti che combinano il ceppo originale del virus con Omicron, vaccini che sono in fase di sperimentazione e che potranno essere comunque somministrati come richiamo. Sperando che arrivi l’era dei vaccini spray che, agendo a livello delle mucose, potrebbero rappresentare la strategia principe per proteggere dall’infezione oltre che dalla malattia, cosa che accade con poca efficienza con i vaccini attualmente disponibili.
Certo è che SARS-Cov2 è tutt’altro che sparito. Però, stiamo imparando a conoscerlo e ad affrontarlo. Nella migliore delle ipotesi diventerà endemico e dovremo in qualche modo conviverci.

Buon viaggio!

Freeway bar snack ristorante | San Severo (FG)

Bryan Marco Grassi

Il ristorante di questo mese si chiama Freeway e si trova presso un’area di servizio di San Severo, in provincia di Foggia, al km. 655 della SS16. Ce lo segnala Bryan Marco Grassi, un autotrasportatore palermitano di 49 anni, con un’esperienza trentennale come autista e “nipote d’arte”, visto che il nonno faceva pure lui questo mestiere.

Bryan, che lavora nei trasporti frigo, spiega che nel locale «c’è una cura del cliente e in particolare dei camionisti che è difficile trovare da altre parti. Adesso per motivi di linea non ci passo più tanto spesso, ma molti miei colleghi mi confermano che cibo e servizio sono sempre di qualità e soprattutto che ti fanno sentire a casa; il contatto umano che ti sanno trasmettere è impagabile. La cucina è casalinga, nulla di precotto, ma realizzato con prodotti locali, e il prezzo è assolutamente concorrenziale».

FREEWAY BAR SNACK RISTORANTE

Di Freeway ne parliamo con Vittoria Finizio, figlia della titolare Loredana Giordano: «Mio papà Michele e mia mamma hanno aperto il bar/ristorante a maggio del 2019 – racconta – e lo gestiamo con una squadra di 9 persone. Abbiamo un buffet, ma la nostra cuoca Rosaria Manduzio prepara anche piatti al momento e su richiesta come carbonara, amatriciana, spaghetti pomodoro e basilico o aglio, olio e peperoncino, utilizzando sempre materiali di ottima qualità come mozzarella pugliese, pomodoro del Gargano e salumi locali. Inoltre serviamo la colazione e facciamo pure pizza, panini e focacce». Il menu fisso prevede primo, secondo, contorno, acqua piccola e caffè per 15,90 euro. «Il mercoledì e il venerdì, a seconda della disponibilità – aggiunge poi Vittoria – ci sono pure primi di pesce, risotto ai frutti di mare o frittura di calamari. Una delle specialità della casa sono i dolci, che fanno le nostre cuoche artigianalmente».

Al Freeway si può usufruire del servizio doccia, gratuito per chi si ferma a mangiare o a fare colazione. Dall’anno scorso è stato inserito un nuovo piatto doccia per coprire la domanda in aumento: «Spesso ci fanno i complimenti per la pulizia e l’ordine con cui sono tenute le docce e per noi è certamente un punto di orgoglio». Nel parcheggio, che può ospitare fino a 30 autocarri, gli autotrasportatori si fermano a dormire volentieri, perché il piazzale è sorvegliato 24h su 24, con telecamere a 360° e benzinaio e guardiano presenti tutte le notti.

Nel ristorante c’è sempre un grande via-vai di autotrasportatori, specie durante la campagna dei pomodori: «Cerchiamo di rendere piacevole quella piccola sosta a pranzo e cena che può cambiarti in meglio la giornata – conclude Vittoria – Abbiamo una clientela affezionata a cui ci lega un rapporto di amicizia e rispetto. Ma ci piace mantenere buoni rapporti anche con quei camionisti che vediamo solo nella stagione estiva e che però ci chiamano, si fanno sentire e scrivono sulla nostre pagine Facebook o Instagram, a dimostrazione che siamo riusciti a farli stare un po’ come in famiglia».

«Coi nostri clienti trasportatori ci consideriamo una famiglia – afferma il gestore – Quando arriva un conducente e ci chiede il solito, sapendo già i suoi gusti manco dobbiamo andare a prendere la comanda e gli portiamo direttamente i suoi piatti preferiti. E raramente sbagliamo. Insomma, tipo al bar quando si chiede pasta e cappuccino!».

«Del resto – conclude Massimo – senza trasportatori non sapremmo come fare. Pensi che nel periodo del lockdown servivo – sui loro veicoli e in asporto – 70-80 autisti al giorno. Ci hanno tenuto in vita e di questo gliene saremo eternamente grati».

10 domande a… Alessia Zanaboni

CARTA DI IDENTITÀ

NomeAlessia
CognomeZanaboni
SoprannomeAlessia Ribelle
Età42
Stato Civileconvivente
Punto di partenzaLivorno
Anzianità di Servizio18 anni
Settore di attivitàcorriere
  • Come mai hai scelto di fare la camionista?

Sono figlia d’arte. Mio padre era camionista e quindi si può dire che la passione è nata in famiglia. Ma non è stato un percorso semplice perché ci hanno provato in tutti i modi a farmi fare altro. In pratica non volevano che diventassi camionista perché – dicevano – «non è un lavoro da donna». Anzi, spesso toccava sentirmi dire da mio padre che se avessi preso le patenti, mi avrebbe buttato fuori di casa.

  • Come sei riuscita a gestire queste pressioni?

Andando controcorrente e facendo di tutto per inseguire il mio sogno. Non a caso mi soprannominano «Alessia Ribelle» proprio per questo motivo. L’illuminazione definitiva scattò quando vidi una ragazza alla guida di un bilico e mi dissi: «Quella è la mia strada. Questo è ciò che voglio per me». E così a 24 anni mi decisi, presi le patenti e salii sul camion.

  • A distanza di tempo rifaresti quella scelta?

Assolutamente sì. Sono pienamente convinta e soddisfatta del mio percorso.

  • Donne al volante: resistono ancora i pregiudizi o qualcosa sta cambiando?

La mia percezione è che il settore dell’autotrasporto abbia ancora una forte impronta maschile e maschilista. Tuttavia, devo dire che nella mia esperienza personale mi sono trovata molto bene con tanti colleghi uomini. In situazioni di difficoltà, ad esempio, l’aiuto non mi è mai stato negato e non ho vissuto alcun caso di discriminazione.

  • Un episodio che ti ha segnata?

Ho avuto un brutto incidente stradale circa sei anni fa. Per fortuna sono rimasta illesa, ma lo shock è stato talmente forte che per tre anni mi sono dovuta prendere una pausa da questo lavoro.

  • Come hai superato quel trauma?

È stata dura, anche perché proprio non riuscivo a guidare con serenità. Dopo quell’episodio, appena sentivo dei rumori strani provenienti dal veicolo mi prendeva l’ansia. Ho provato a distrarmi facendo nel frattempo altri lavori. Ma poi, col tempo, il riavvicinamento al camion è stato naturale. Sarà per il fatto che ho il gasolio nelle vene…

  • La tua giornata lavorativa tipo?

Solitamente parto da Livorno verso le 18 e vado in direzione Milano. Una volta arrivata, faccio la mia pausa, sgancio il rimorchio (quello vuoto) e aggancio il pieno. Quindi riparto verso Livorno dove arrivo verso le 3 del mattino. Qui faccio un’altra pausa (prevalentemente per dormire) e poi alle 6 entro in UPS dove effettuo lo scarico. In genere rientro a casa per le 7. In totale, il mio arco di impegno quotidiano copre circa 13 ore.

  • Com’è guidare di notte?

Bisogna prestare il doppio dell’attenzione, perché ci sono parecchi più incoscienti al volante che di giorno. Ne ho viste veramente di cotte e di crude: gente che «whatsappa» col telefono, che gioca sul tablet, che guarda video o fa le parole crociate.

  • Quali altre criticità ravvisi?

Il fatto che ci sono troppi cantieri aperti. Quindi spesso e volentieri capita di stare fermi ore ed ore a causa dei lavori per sistemare le strade.

  • Cosa fai quando scendi dal camion?

Mi piace vivere a contatto con la natura. Ho un orto che curo personalmente, vado a caccia di tartufi e adoro tantissimo i cani. Nel periodo citato in cui mi sono preso una pausa dal camion ho anche conseguito l’attestato di educatrice cinofila.

Per leggere altre interviste ai protagonisti della strada, vai a «Voci on the road».

500 milioni all’autotrasporto: ecco come presentare domanda

Ci sono voluti quattro mesi e mezzo, ma adesso c’è quasi tutto almeno a livello normativo. È stato pubblicato infatti il 29 luglio il Decreto 324 della Direzione Generale per la sicurezza stradale e l’autotrasporto che detta le modalità con erogare i 500 milioni di euro che servono a mitigare gli extra costi dei carburanti.
Possono beneficiare della misura le imprese di autotrasporto iscritte all’Albo Nazionale degli Autotrasportatori e al REN (Registro elettronico nazionale) che lavorano con veicoli di massa totale pari o superiore a 7,5 tonnellate con motori diesel di categoria Euro 5 o superiore.

Il valore dell’erogazione è pari al 28% della spesa sostenuta nel primo trimestre del 2022 per l’acquisto di gasolio, al netto dell’imposta sul valore aggiunto, documentato tramite fatture d’acquisto.

Il credito di imposta però si può cumulare con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, sempre che la non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive, non porti al superamento del costo sostenuto.

Le domande devono essere presentate esclusivamente attraverso una piattaforma informatica dedicata dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, in fase di attivazione.

La data della presentazione delle domande sarà indicata presto dalla stessa Direzione Generale per la sicurezza stradale e l’autotrasporto direttamente sul sito del ministero (ovviamente vi informeremo al ri guardo) . La piattaforma informatica sarà fruibile per un periodo pari a 30 giorni dalla data di apertura.
In caso di esito negativo dell’istanza, potrà essere ripresentata una nuova istanza sempre entro lo stesso termine.

Alla piattaforma si potrà accedere esclusivamente tramite SPID, Carta Nazionale dei Servizi (tessera sanitaria), CIE (Carta d’Identità Elettronica) e, superate le fasi di autenticazione e autorizzazione, si potrà procedere con l’inserimento della domanda, unica per ogni azienda. È prevista poi l’autodichiarazione della qualità di società di trasporto merci.

L’utente che accede alla piattaforma deve selezionare il soggetto per cui intende operare, vale a dire:

  • sé stesso, aziende di cui è titolare (ditta individuale)
  • aziende di cui è rappresentante legale o incaricato.

 Non è possibile delegare altri soggetti alla presentazione dell’istanza.

Le domande, inoltre, devono contenere gli identificativi SDI delle fatture di acquisto in Italia del gasolio relativamente al primo trimestre dell’anno 2022 ed il credito d’imposta verrà assegnato nei limiti delle risorse disponibili, in base all’ordine cronologico di presentazione delle istanze e nel rispetto dei limiti del Registro Nazionale degli Aiuti di Stato.

In allegato ci sono due modelli che vanno compilati secondo le indicazioni del decreto, salvati con estensione .CSV e quindi inseriti nella piattaforma.


Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, presentando il modello F24 unicamente attraverso i servizi telematici messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.
Il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.

Le istruzioni per la predisposizione e  la memorizzazione dei dati sono reperibili sul sito del ministero a questo link: Decreto Direttoriale n. 324 del 29 luglio 2022

Incidenti stradali: 169 autisti di mezzi pesanti morti nel 2021 (+44,4% sul 2020)

La pandemia ha influenzato l’andamento dell’incidentalità stradale e della mobilità anche nel 2021. Incidenti, morti e feriti sono infatti aumentati rispetto al 2020, ma risultano ancora inferiori rispetto al 2019. È questo il quadro generale che si ricava dal recente Rapporto ACI-ISTAT sull’incidentalità stradale 2021.

I numeri parlano di 2.875 morti in incidenti stradali in Italia (in media 7,9 al giorno; +20% rispetto al 2020) e 204.728 feriti (+28,6%). Nel complesso gli incidenti stradali sono stati 151.875 (+28,4%). Tutti valori in aumento, dunque, rispetto al 2020, anche se ancora in diminuzione rispetto al 2019 (vittime -9,4%; -15,2%, feriti -15,2%: -11,8%, incidenti). 

Tra le vittime, 169 sono autisti di mezzi pesanti (+44,4% rispetto a 2020), 695 i motociclisti (+18,6%), 471 i pedoni (+15,2%), 1.192 gli occupanti di autovetture (+17,1%), 67 i ciclomotoristi (+13,6%), 229 i conducenti di biciclette e monopattini elettrici (+30,1%).

Il rapporto ACI-ISTAT mette in fila anche le principale cause che hanno dato origine agli incidenti stradali:

  • guida distratta o andamento indeciso: 15,4% del totale, 30.478 incidenti;
  • mancato rispetto della precedenza o semaforo: 14,3%, 28.293 incidenti;
  • velocità troppo elevata: 10%, 19.706 incidenti;
  • manovre pericolose (retromarcia, inversione di corsia, attraversamento della carreggiata, sosta irregolare): 7,9%, 15.534 incidenti.
  • mancato rispetto della distanza di sicurezza: 14.081 casi: 7,1%.

«Una corretta educazione stradale è fondamentale per la prevenzione e la riduzione del fenomeno dell’incidentalità e per garantire una mobilità sicura, sostenibile e inclusiva. La formazione, per essere compiutamente efficace, deve essere continua, perché è assolutamente necessario praticare costantemente un vero e proprio allenamento alla sicurezza stradale», ha dichiarato Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’ACI, intervenuto in occasione della 52sima edizione del Giffoni Film Festival. «Il grande impegno dell’ACI nella promozione dell’educazione stradale è testimoniato da molteplici attività, la prima è quella con il Ministero dell’Istruzione per la realizzazione dei corsi presenti sul Portale Edustrada».

Al lavoro con i nuovi DAF | Ep. 5 – La sosta

Dopo tante ore di guida il momento del riposo per un autista dovrebbe essere sacro. E invece… anche la pausa diventa motivo di stress. Carenza di posteggi, condizioni igieniche pessime e totale assenza di servizi rendono la sosta un vero e proprio incubo.

Laura Broglio dice che se c’è una cosa che non sopporta delle aree di sosta, al di là dei costi esagerati per riuscire ad avere un pasto più o meno decente, è che «i bagni non sono mai puliti, soprattutto d’estate quando c’è un grande afflusso. Inoltre le docce, laddove presenti, sono in condizioni indecenti o altrimenti sono chiuse. Dopo una giornata di lavoro riuscire a farsi una doccia dovrebbe essere un diritto, più che un lusso».

«Una settimana con Laura Broglio» è la nuova serie firmata da K44, il contenitore di video e podcast a cura delle testate Uomini e Trasporti Trasporto Europa.

In cinque episodi in onda da lunedì 25 a venerdì 29 luglio 2022, la prima stagione racconta i nuovi DAF attraverso l’occhio di un’autista frizzante e attenta come Laura Broglio. E lo fa in una forma nuova, diversa e più profonda, senza fronzoli tecnici e lontana dai soliti test drive, mettendo l’autista al centro di tutto.

Guarda qui tutti gli episodi.

Boom di multe ai camionisti perché fermi col condizionatore acceso

Si moltiplicano le proteste degli autotrasportatori per una delle sanzioni meno conosciute e che negli ultimi giorni ha messo la categoria al centro dell’attenzione della Polizia: tenere il motore acceso, a veicolo fermo, per far funzionare l’aria condizionata. L’infrazione è contemplata dal Codice della Strada (articolo 157, comma 7-bis) ed è anche piuttosto salata (prevede una multa che va dai 216 ai 432 euro).

Le associazioni dell’autotrasporto segnalano infatti un deciso aumento delle contravvenzioni elevate soprattutto dalla polizia locale, con sanzioni molto pesanti. Di qui l’appello già lanciato dal Comitato «Uniti per la Vita dei Conducenti» e condiviso dall’Asaps, affinché il Ministero dell’Interno preveda una «deroga all’articolo 157 CDS comma 7 bis nel periodo estivo più caldo».

Nella lettera del Comitato si precisa che se la legge «può andar bene per chi usa un veicolo a scopo ricreativo e sporadico, non può più andar bene per gli autisti dei mezzi pesanti che, loro malgrado si ritrovano per ore sotto il sole accusando malori e talvolta, come ci confermano gli ultimi avvenimenti di cronaca, perdendo la vita e venendo ritrovati solo molte ore dopo il decesso». Il Comitato ricorda che, a fronte dei divieti di circolazione e a causa della carenza di parcheggi, gli autisti si ritrovano loro malgrado a trascorrere le ore più calde della giornata all’interno dei loro abitacoli e senza nessuna infrastruttura adeguata che possa consentirgli un riposo adeguato al fine di poter riprendere il viaggio alla fine del divieto di circolazione.

Giordano Biserni, presidente di ASAPS, ha dichiarato come «questa sia una richiesta legittima. Capisco che le leggi siano fatte per essere rispettate, che proteggere il pianeta sia giusto, ma che lo sia anche salvare delle vite. Queste categorie di lavoratori, che sono continuamente sotto pressione e sono costretti a stare per molte ore fermi con queste temperature record, devono essere messi nelle condizioni di svolgere il loro lavoro nelle migliori condizioni possibili. E aggiungo che finché non si realizzeranno anche delle aree di servizio apposite, come vedo che vengono costruite in altri paesi d’Europa, con tutti i servizi utili per il benessere del conducente, le cose non cambieranno».

Biserni sottolinea inoltre l’importanza di una norma dell’Inps, già in vigore da tempo, ma ribadita in una nota pubblicata sul sito ufficiale e con il «placet» del Ministero del Lavoro, norma che prevede che «le imprese potranno chiedere all’Inps il riconoscimento della cassa integrazione quando il termometro supera i 35 gradi centigradi». Per il presidente dell’Asaps bisognerebbe far leva su questa norma prevista dall’Istituto Nazionale di Previdenza: «Agganciandosi a questo modello di presa di coscienza di un problema, non si dovrebbe permettere di applicare tali sanzioni ai camionisti».

Logistica del freddo: Tive lancia l’etichetta smart per il monitoraggio della temperatura

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Immaginate un registratore di temperatura abilitato al cloud, con la forma di un’etichetta di spedizione sottile e flessibile e che costa la metà di un registratore convenzionale. Immaginate ora che duri un anno, che sia progettato per essere riutilizzato viaggio dopo viaggio nel corso di quell’anno e dotato di una batteria non al litio. Ecco, tutto questo esiste già e si chiama Tive Tag. Funziona allo stesso modo di un’etichetta di spedizione, con la differenza che al suo interno incorpora un’incredibile quantità di tecnologia.

È stata sviluppata da Tive, società specializzata in tecnologie per la supply chain e la logistica. Ma come funziona? Questa speciale etichetta può essere attaccata a un contenitore di plastica riutilizzabile, a un cartone o a una scatola ed è in grado di fornire la prova dell’avvenuta consegna e quindi del mantenimento della catena del freddo.

«Utilizzando un dispositivo iOS o Android – spiegano da Tive – basta inquadrare il tag per raccogliere i dati sulla temperatura degli oggetti trasportati dall’origine alla destinazione. Tive Tag carica quindi istantaneamente tutti i dati sulla temperatura nell’applicazione cloud Tive Tag per la revisione e la conformità alle normative. Nella dashboard di Tive Tag è possibile visualizzare la storia completa della spedizione».

Tive spiega che si tratta di una «soluzione semplice per spedizionieri, retailer, operatori di magazzini refrigerati e per chi effettua consegne del primo e dell’ultimo miglio, così come per la gestione della catena del freddo su strada, su ferrovia, in aereo e per mare».

Al lavoro con i nuovi DAF | Ep. 4 – Il viaggio di linea

Non tutti i lavori sono uguali e infatti non tutti gli autisti guidano (e vivono) il camion allo stesso modo. Distribuzione e linea, ad esempio, sono completamente differenti. Se la prima è un’attività che porta l’autista a lavorare a contatto col cliente in maniera più frequente, per via dei tanti momenti di carico e scarico, la seconda invece porta a trascorrere molto più tempo continuativo all’interno del veicolo, perché in genere ci sono meno scarichi e i percorsi sono molto lunghi.

Laura Broglio dice che «a parità di ore, la distribuzione è sicuramente più stancante a livello fisico, mentre la linea lo è di più a livello mentale proprio perché si passano tante ore, da soli, al volante. E la solitudine si fa sentire…».

«Una settimana con Laura Broglio» è la nuova serie firmata da K44, il contenitore di video e podcast a cura delle testate Uomini e Trasporti Trasporto Europa.

In cinque episodi in onda da lunedì 25 a venerdì 29 luglio 2022, la prima stagione racconta i nuovi DAF attraverso l’occhio di un’autista frizzante e attenta come Laura Broglio. E lo fa in una forma nuova, diversa e più profonda, senza fronzoli tecnici e lontana dai soliti test drive, mettendo l’autista al centro di tutto.

Guarda qui tutti gli episodi.

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