Veicoli - logistica - professione

Home Blog Pagina 281

Artusi sulla post-crisi di governo: «L’autotrasporto non può permettersi pause»

«E’ totalmente condivisibile, allo stato delle cose, l’esigenza espressa dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di accelerare i tempi perché l’Italia abbia al più presto un nuovo Governo, ricordando al tempo stesso all’Esecutivo in carica che ha gli strumenti per operare nell’interesse dell’Italia, e a tutti che non sono possibili pause». Lo ha dichiarato Massimo Artusi, vicepresidente di Federauto, con delega al settore Trucks&Van, commentando le prospettive della situazione politica ed economica dopo le dimissioni del Governo Draghi.

«Se c’è una filiera che sente quotidianamente sulla propria pelle quel ‘non sono possibili pause’, pronunciato dal Capo dello Stato – ha aggiunto Artusi – è proprio quella della logistica e dei trasporti. All’interno di questa, il mercato dei veicoli commerciali e industriali è già colpito pesantemente dalla carenza dei materiali e dei semiconduttori conseguente alla pandemia e alla guerra in Ucraina, poi dalla crisi energetica, che complica il già accidentato cammino del trasporto merci verso la transizione ecologica, e infine dall’inflazione che si riaffaccia prepotentemente sul mercato interno».

Artusi ha inoltre sottolineato come i pesanti ritardi nei tempi di consegna dei veicoli si stiano ulteriormente allungando e come tale situazione richieda «un’urgente verifica delle scadenze previste per accedere alle agevolazioni fiscali per il rinnovo del parco circolante, dal momento che nonostante le proroghe concesse finora per attendere l’arrivo dei veicoli, le attuali scadenze – come, ad esempio, quella per utilizzare il credito d’imposta per i beni strumentali – non appaiono realisticamente in linea con i tempi di consegna dei beni di cui si intende agevolare l’acquisto».

L’auspicio di Artusi è che non solo queste misure rientrino nel disbrigo degli affari correnti, ma che tra gli strumenti per operare sia inclusa anche l’allocazione immediata dei 25 milioni stanziati con il Fondo 2022 per l’autotrasporto e i decreti attuativi dei crediti di imposta per i consumi di LNG e AdBlue. «Questa è l’occasione – ha concluso – per continuare a facilitare gli investimenti per la transizione ecologica, potenziando le misure di agevolazione fiscale per gli investimenti in beni strumentali (in particolare per il rinnovo delle flotte dei veicoli commerciali) in attesa di poter implementare un nuovo assetto del Fondo stesso, in accordo con tutta la filiera».

Manifesto per l’autotrasporto: i 10 punti di Conftrasporto-Confcommercio

Sostenere la transizione green con tempistiche di buonsenso, favorire il rinnovo del parco circolante mantenendo, nella fase di passaggio, le esenzioni sui carburanti meno inquinanti (come il Gnl). E, soprattutto, confermare il protocollo siglato al MIMS il 17 marzo scorso.

Sono alcuni dei punti del Manifesto redatto da Conftrasporto-Confcommercio in vista delle prossime elezioni politiche e trasmesso a tutte le forze politiche e ai candidati. La priorità è quella di accelerare il pagamento dei fondi ministeriali sugli investimenti (circa 500 milioni di euro) e aprire un tavolo di confronto con il prossimo governo. «Il trasporto stradale, che movimenta più del 70% delle merci, è un asset strategico del Paese, fattore abilitante primario del suo progresso economico e sociale – ha dichiarato il presidente di Conftrasporto Paolo Uggè – Un programma di governo lungimirante non può non prevedere un sistema d’interventi volti a favorirne la crescita e lo sviluppo».

Pubblichiamo qui di seguito, in versione integrale, il decalogo redatto dall’associazione.

  • Costi minimi. Definire l’obbligatorietà dei costi minimi di sicurezza e i tempi di pagamento e regolamentazione delle soste improduttive.
  • Libera circolazione. Difendere presso l’Ue del principio della libera circolazione delle merci, con particolare riferimento all’asse del Brennero.
  • Fit For 55. Prevedere tempistiche congrue e strumenti idonei per accompagnare le imprese verso il cambiamento senza esserne travolte: ‘no’ all’ipotesi di revisione della direttiva sulla tassazione sui prodotti energetici e all’eliminazione del meccanismo di rimborso parziale (le nostre imprese hanno l’accisa più elevata d’Europa); ‘no’ all’eliminazione delle esenzioni consentite per il gas naturale (per non penalizzare le filiere presenti nel Paese: 30% di veicoli pesanti alimentati a GNL); ‘no’ all’estensione per l’autotrasporto del sistema ETS (se applicato si tradurrà in un incremento ulteriore di costo di circa 25 centesimi di euro al litro); sì al finanziamento per il rinnovo dei mezzi così da consentire l’accesso di nuove imprese al mercato solo se dotate di autoveicoli di categoria Euro VI o a trazione alternativa e non inquinante.
  • Indennità di trasferta. Incrementare l’indennità di trasferta esente da tassazione per i conducenti, anche per fronteggiare il grave problema della carenza di autisti, per il quale proponiamo inoltre di abbassare l’età minima a 18 anni, con un salario di ingresso adeguato agendo sulla parte contributiva e fiscale.
  • Divieti di circolazione. Vanno revisionati: attualmente sono oltre 80 le giornate interdette ai mezzi pesanti, limitazioni che ostacolano l’approvvigionamento delle merci ai negozi.
  • Motorizzazioni civili. Immettere in organico nuovo personale qualificato ed eventualmente privatizzare alcune funzioni. Ricostituzione dei Centri di revisione Mobili nei punti di ingresso nel Paese (Porti e confini).
  • Authority Trasporti: ridefinizione dei compiti per garantire il rispetto delle regole (oggi è solo un costo per attività inesistenti).
  • Trasporti eccezionali. Rivedere criteri e adempimenti burocratici eliminando gli ostacoli alla piena esecuzione di questa importante tipologia di trasporti.
  • Trasporto rifiuti. Sulla nuova ‘app’ R.E.N.T.R.I. del sistema di tracciabilità occorre un periodo di sperimentazione per evitare gli errori già commessi con il sistema Sistri, rivelatosi oneroso e inefficace.
  • Divieto di scarico per autisti. Istituire il divieto di carico e scarico dei veicoli industriali da parte degli autisti, così come in Spagna e Portogallo, con alcune eccezioni (dove l’apporto dell’autista è fondamentale).

Nei giorni scorsi anche un’altra associazione dell’autotrasporto, Assotir, avevo scritto alle forze politiche presentando un programma articolato in 4 punti per ridare slancio al settore (ne abbiamo parlato qui).

Ford E-Transit: con DHL partono i test per consegne «green»

Un programma di test che punta alle consegne «green» a bordo del nuovo E-Transit. Lo ha avviato Ford Italia con DHL Express Italy. L’obiettivo? Far conoscere all’azienda di logistica tutti i vantaggi della guida a zero emissioni per massimizzare la produttività. Per sei mesi infatti, in diverse regioni italiane, gli autisti della flotta DHL Express Italy avranno la possibilità di guidare il primo veicolo commerciale 100% elettrico di Ford, apripista di una gamma All-Electric che, entro il 2024, si arricchirà di quattro nuovi modelli.

Il programma di sperimentazione coinvolgerà 6 DHL partners in tutta Italia e metterà alla prova il furgone 100% elettrico di Ford in differenti contesti urbani, attraverso differenti scenari di guida su tutto il territorio nazionale. Attraverso i software di gestione delle flotte, la raccolta dei dati del veicolo in tempo reale permetterà di monitorare le prestazioni e l’efficienza dell’E-Transit, consentendo, quando necessario, di effettuare una diagnostica intelligente e predittiva, per ridurre i tempi di fermo e aumentare la produttività.

Il van elettrico realizzato per DHL Express Italy è allestito con scaffalature interne e rivestimenti alla pavimentazione e alle pareti che, grazie alla batteria in posizione ribassata, consente di avere a bordo lo stesso spazio della versione termica. In questo modo, i corrieri avranno la possibilità di riporre con facilità tutta la merce da consegnare, per un volume di carico massimo di 15,1 m3.

Ti può interessare: In giro con il Ford E-Transit. La scintilla del cambiamento

Credito d’imposta gasolio, l’appello di Assotir: «Servono indicazioni chiare su come ottenerlo»

Fornire indicazioni chiare per ottenere il 28% di credito d’imposta a favore delle imprese di autotrasporto merci per i consumi di gasolio sostenuti nel primo trimestre 2022. È questa la richiesta di Assotir in un lettera indirizzata al Mims, dopo la pubblicazione del Decreto Direttoriale n.324 del 29 luglio scorso sulle modalità per ottenere il 28% del credito d’imposta (ne abbiamo parlato qui).

Per l’associazione non risulterebbe affatto chiaro il meccanismo di riscossione del credito. Anche perché nel decreto si fa riferimento al fatto che le imprese devono presentare domanda tramite una piattaforma telematica dedicata, che deve essere realizzata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ma tuttavia non si sa ancora quando questa piattaforma sarà pronta. Inoltre, lascia perplesso il meccanismo del «click day».

A sottolinearlo è Claudio Donati, segretario generale di Assotir: «Pensiamo sia dovere del Governo dare ogni assicurazione alle imprese su chi ha il diritto al credito d’imposta e che questo diritto sia garantito. Sotto tale aspetto, il meccanismo del click day lascia tutt’altro che tranquilli sul fatto che ‘nessuno venga escluso’. In generale, le imprese hanno bisogno di indicazioni chiare e certe, anche rispetto ai possibili meandri tecnico-informatici».

Considerando che oltre il 50% delle imprese di autotrasporto è costituito di microimprese (con non più di 5 addetti), per Donati servirebbero quindi «meccanismi procedurali adeguati, semplici e alla portata dei trasportatori», anche perché l’eventuale esclusione dal bando comporterebbe non solo la perdita del beneficio costituito dal credito di imposta (il 28% del costo del carburante consumato nel primo trimestre 2022), ma anche la contestuale esclusione dalla domanda di rimborso delle accise, che vale altri 21 centesimi per litro di gasolio. «Insomma si rischia, oltre al danno, la beffa», ha concluso Donati.

Sulla stessa lunghezza d’onda è anche la Presidente Nazionale dell’Asspciazione Italiana Imprese di Trasporto, Anna Vita Manigrasso, secondo cui la pubblicazione del decreto rappresenta «un passaggio che, a parte il ritardo, evidenzia non pochi motivi di preoccupazione, per gli aspetti procedurali, al momento, tutt’altro che chiari. Abbiamo chiesto al Governo di promuovere urgentemente un incontro tecnico per illustrare agli utenti come dovrebbe funzionare il nuovo sistema».

Iveco: cinque Daily per la Samag Holding Logistica

Iveco ha consegnato cinque Daily alla Samag Holding Logistica, azienda di trasporto e distribuzione con specializzazioni nel settore alimentare, merci deperibili e nella logistica rivolta alla GDO. La cerimonia di consegna si è svolta a Molteno (Lecco) presso la sede di Tentori Veicoli Industriali, concessionario di riferimento Iveco per la provincia di Lecco, Monza e Brianza e parte di Milano.

I cinque Daily, modello 35S14H, sono dotati di motore da 140 cavalli in abbinata al cambio manuale e allestiti con cella frigo. I veicoli saranno utilizzati per le attività di consegna «home-delivery» di Bennet Italia, un’attività che per sua natura richiede di ottimizzare i tempi di consegna. Infatti, all’interno del cassone, sono presenti dei binari che consentono di stabilizzare le cassette trasportate e aumentare il comfort dell’addetto ai lavori nelle operazioni di carico e scarico. Nell’ottica della massima sicurezza, è stata inserita anche una scaletta di accesso posteriore saldata al telaio e zincata, antiscivolo e antiruggine e il ferma porte a calamita facilita i tempi di apertura e chiusura del portellone.

Tutti i mezzi sono dotati di un pozzetto equipaggiato con un evaporatore capace di funzionare indipendentemente dal numero di giri del motore. «Questo sistema – ha spiegato Ivan Razzetti, responsabile divisione trasporto Samag Holding Logistica – garantisce il mantenimento del fresco e di conseguenza anche l’impatto ambientale si riduce perché il dispositivo sfrutta l’energia che produce il mezzo».

Operazione Truck & Bus: in una settimana rilevate oltre 3.000 infrazioni in Italia

Più di 3.000 violazioni contestate su un totale di oltre 9.000 controlli. È il bilancio reso noto dall’Asaps in seguito alla conclusione della terza campagna di controlli mirati sui mezzi pesanti, Truck & Bus, che si è svolta dal 18 al 24 luglio scorsi (ne avevamo parlato qui).

La campagna, lo ricordiamo, è volta a verificare le condizioni di sicurezza dei mezzi pesanti usati per il trasporto di merci, anche pericolose, e di persone. Viene svolta con cadenza periodica e comprende tutti i paesi dell’Unione Europea (esclusi Grecia, Slovacchia) insieme a Svizzera, Serbia e Turchia.

Nel dettaglio, gli agenti della Polstrada hanno proceduto al controllo di 9.823 mezzi pesanti e 423 autobus, contestando 3.306 violazioni. Praticamente, un mezzo pesante su tre (il 33,6% sul totale) è stato colto in infrazione. Diverse le irregolarità riscontrate: nell’ordine, 586 relative al cronotachigrafo, 473 relative ai documenti dei veicolo e di trasporto, 286 relative alle inefficienze tecniche ed al carico, 257 per il superamento dei limiti di velocità, 202 per mancato uso delle cinture di sicurezza, 31 relative al trasporto di merci pericolose, 22 per guida sotto l’effetto di alcol, 4 relative al trasporto dei rifiuti. Ci sono poi altre 1.445 infrazioni classificate come «altre». Sono state ritirate inoltre 149 patenti e decurtati 8.131 punti patente.

La quarta campagna Truck & Bus del 2022 sarà in programma ad ottobre 2022.

È online il numero di agosto/settembre di UeT

È uscito, e può essere consultato online, il numero di agosto/settembre di Uomini e Trasporti. Abbiamo dedicato la copertina al nuovo Scania Super 500S, battezzato dalla casa svedese con il nome di «Cassiopea». Scania infatti assegna ai propri veicoli un nome di persona e in questo caso la scelta è ricaduta su un personaggio mitologico celebre per la bellezza e per il carattere forte e arrogante (esattamente ciò che serve per farsi strada in un mondo coniugato al maschile).

La nostra test-driver Laura Broglio non si è fatta però intimorire, affrontandola come una sorta di collega: l’ha trattata bene e si è fatta trattare bene, prendendo coccole e ausili alla guida e lasciandole pagare il conto (leggero) del gasolio. E alla fine hanno scoperto passioni comuni (leggi qui l’articolo).

All’interno del numero, come da tradizione, ampio spazio all’attualità: parliamo del fondo dei 500 milioni destinato all’autotrasporto, dell’estensione dell’ETS all’autotrasporto e delle nuove sfide della logistica (con un’intervista al nuovo presidente di Fedespedi, Alessandro Pitto). Spazio anche all’intermodalità, con un approfondimento su due pionieri del settore come Giezendanner e Trasporti Pesanti, e alcune anteprime del prossimo Salone di Hannover (tra cui quelle di Schmitz Cargobull).

Leggi l’editoriale: Gli ultimi sono i primi… a chiudere 

Sfoglia il numero di agosto/settembre 2022 

Abbonati alla rivista: https://www.uominietrasporti.it/abbonamento/

Note in viaggio | La playlist di Una settimana con Laura Broglio

«Una settimana con Laura Broglio», la nostra nuova web serie ideata insieme a Trasporto Europa per K44, ha raggiunto risultati oltre le più rosee aspettative: a 7 giorni dal lancio sono state più di 30.000 le visualizzazioni organiche, oltre un migliaio i like e condivisioni e soprattutto ha generato tantissimo dibattito nei commenti. Segno di un format che ha colto nel segno.

In cinque episodi andati in onda da lunedì 25 a venerdì 29 luglio 2022, la prima stagione ha raccontato i nuovi DAF attraverso l’occhio di un’autista frizzante e attenta come Laura Broglio. E ha provato a farlo in una forma nuova, diversa e più profonda, senza fronzoli tecnici e lontana dai soliti test drive, mettendo l’autista al centro di tutto (qui è possibile guardare tutti gli episodi).

E intanto oggi è uscito un nuovo video «extra», a tema musicale: è la playlist con i brani e i samples tratti dalla colonna sonora della web serie. Per chi è in viaggio, buon ascolto!

75 anni di Smet

Il Gruppo SMET taglia il traguardo dei 75 anni di vita. Fondato a Salerno nell’immediato dopoguerra, oggi il Gruppo è diventato un importante operatore intermodale a livello europeo. Nel 2021 ha raggiunto un fatturato aggregato di 450 milioni di euro, dispone di un parco veicolare di 5.500 unità, dà lavoro a più di 2.000 persone tra dipendenti diretti e indiretti e opera con più di 30 sedi operative dislocate in Italia e in Europa.

I 75 anni del Gruppo verranno celebrati il prossimo 4 agosto. Ad accogliere clienti e stakeholder presso Spa Easy Fuel, in Via Cappello Vecchio a Salerno, ci saranno le tre generazioni della famiglia De Rosa: il fondatore Domenico De Rosa Senior, il Cavaliere del Lavoro Luigi De Rosa – al quale si deve l’internazionalizzazione del business e la prima caratterizzazione specialistica dell’azienda – e l’attuale Presidente e Amministratore Delegato Domenico De Rosa Junior.

«Il nostro 75° anniversario ricorre in un momento storico particolare – ha affermato il CEO Domenico De Rosa – caratterizzato da un quadro geopolitico che non ha precedenti e che certamente non favorisce gli investimenti delle aziende, in tutti i comparti produttivi. Ciò nonostante, il Gruppo SMET festeggia questa importante ricorrenza confermando tutti gli investimenti programmati: continuiamo ad investire a favore della decarbonizzazione del trasporto su strada e a beneficio del processo di transizione ecologica»

Domenico De Rosa, Ceo del Gruppo Smet

EDITORIALE | Gli ultimi sono i primi… a chiudere

Gli ultimi saranno i primi! Mah. Forse, in un qualche mondo lontano. Ma qui, ora, sul pianeta Terra le cose funzionano all’opposto. A maggior ragione quando, di fronte a una criticità di qualsiasi natura, gli ultimi finiscono se possibile per peggiorare la loro condizione e i primi per consolidarla. Non è demagogia, ma descrizione cruda di una realtà, in cui gli scenari avversi sono la regola e quelli sereni diventano rapidi momenti in cui si percepisce come prossima una ripresa, destinata poi a trasformarsi in ansia – un po’ come la domenica di Leopardi – per quanto di sconveniente riserva il domani. La guerra dopo la pandemia, l’inflazione dopo la penuria di componenti e materie prime, le elezioni anticipate dopo la crisi energetica. È un processo generale, valido in ogni contesto economico, alimentato dalle crisi globali come un gatto che beve nelle pozzanghere.
Lo dicono i numeri. Attualmente meno del 10% della popolazione possiede il 76% di tutta la ricchezza mondiale, con un trend inequivocabile: il divario tra i redditi medi del 10% più ricco e del 50% più povero è quasi raddoppiato negli ultimi anni.

Ma lo confermano pure i processi economici, segnati da una concentrazione imperante. Non serve ricordare quanto accade nel trasporto marittimo, dove otto compagnie, riunite in tre alleanze, nel 2021 hanno incamerato utili per oltre 150 miliardi, moltiplicati da un aumento dei noli tra Asia ed Europa di più del 500%.
Ma l’incremento della ricchezza era in corso da anni, sospinto da economie di scala (una portacontainer trasportava 1.500 teu fino a un paio di decenni fa e oggi arriva a 24.000), da ridotta imposizione fiscale (in Europa si ferma al 7%), ma soprattutto dallo sbarco a terra, dove le concentrazioni societarie acquisiscono terminal, aziende di movimentazione portuale, di trasporto ferroviario, di autotrasporto merci e di trasporto aereo. E ciò che dovrebbe far scattare l’allerta nelle piccole aziende di autotrasporto è che quando la merce movimentata dal grande gruppo attraversa i diversi anelli della catena, la fattura è unica e la pressione fiscale è la stessa di cui beneficia la società madre.
Con buona pace della libera concorrenza

In realtà l’autotrasporto ha vissuto una breve stagione felice. Il suo sabato del villaggio si è consumato quando sul mercato si è diffusa la sensazione, corroborata da numeri, che per la prima volta dopo anni voleva la domanda superare l’offerta. Di fatto, se dietro alla ridotta offerta c’erano mancanza di autisti e consegne allungate dei veicoli, dietro alla domanda c’era una montagna di denaro pubblico iniettata sul mercato in funzione anti-pandemica e poi arrivata a valle sotto forma di inflazione. E questa il trasportatore l’ha accusata molto. Perché a fine 2021, come la fanciulletta di Leopardi, è andato felice dal committente a chiedere e a ottenere un aumento delle tariffe. In qualche caso ha anche bissato. Poi si è fatto scrupolo perché si rende conto che non è possibile chiedere ogni settimana di ritoccare le tariffe. E in tale consapevolezza c’è una delle fragilità di chi fornisce servizi: ogni giorno si dota di tutto ciò che serve a far girare l’attività pagandolo a prezzo maggiorato, ma fatica poi a riversare tali costi a valle, al contrario di chi espone un prodotto con relativo costo su uno scaffale.
Normale, quindi, che proprio nel momento in cui la vivacità segnava il mercato, tante piccole aziende, quelle impossibilitate ad avere un rapporto diretto con il cliente, abbiano fatto fatica a tenere il passo. E quelle che lavorano al servizio di altri trasportatori stanno pure peggio, perché questi trovano nel subvettore la camera di compensazione dei maggiori costi di cui (anche loro) sono gravati. Di conseguenza tanti ultimi sono stati i primi a chiudere l’attività.

Vi consiglio una serie TV intitolata Il racconto dell’ancella (The Handmaid’s Tale), in cui si racconta di una società che, alle prese con difficoltà traversali, finisce, nell’inerzia consapevole dei più, per concedere spazio all’instaurazione di una dittatura teocratica. A quel punto le donne fertili sono assegnate a famiglie elette per assolvere a funzioni riproduttivie e quelle infertili condannate a mansioni degradanti. Non è importante la storia, ma i meccanismi che sottende: quando una società compie un passo indietro, quando il potere è concentrato nelle mani di pochi, le categorie chiamate a pagare il prezzo più alto sono inevitabilmente quelle più deboli, quelle che avevano appena iniziato a emanciparsi. Donne e autotrasporto, forse, sono accomunati anche in questo.

close-link