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Giovannini: «in arrivo 130 mld per le infrastrutture»

«Oltre ai 61 miliardi di euro del Pnrr e del Piano Nazionale Complementare stanno per arrivare 50 miliardi dal Fondo sviluppo e coesione e altri 80 miliardi di fondi europei ordinari. Un totale di 130 miliardi che vanno programmati nel corso del prossimo anno e che costituiscono una grande opportunità per completare e integrare il Pnrr». Lo ha annunciato Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, intervenendo alla 43° edizione del Meeting di Rimini, in corso in questi giorni, partecipando al panel sul tema “Mare nostrum: il Mediterraneo, nuovo nodo di connessioni”.

Il ministro ha sottolineato come non sia possibile pensare all’Italia semplicemente come a «una piattaforma logistica di arrivo delle merci» perché «una piattaforma in cui le merci passano per andare altrove lascia un valore limitato sui territori». Occorre invece immaginare l’Italia come «un luogo di trasformazione e di partenza, non solo di arrivo, delle merci». E questo richiede «un cambiamento di ottica molto importante, che spiega il forte investimento sui retroporti, dove potrebbero installarsi imprese che tornano a produrre in Europa, seguendo la tendenza al reshoring indotto dalla pandemia e dalle tensioni geopolitiche».

«Pensare che le merci arrivino in Sicilia o Gioia Tauro e poi continuino a viaggiare per tutta l’Italia in treno, per poi proseguire verso la Germania e i paesi del centro Europa, a fronte dell’ipotesi di arrivare direttamente a Genova e a Trieste, è un non-senso a causa dei costi». Il Pnrr, ha precisato il ministro, offre un’opportunità unica e irripetibile per realizzare una nuova fase di sviluppo del Paese, compreso il Mezzogiorno, su nuove basi, come una vera intermodalità. «Grazie alle risorse del Pnrr i porti e i retroporti saranno valorizzati e saranno realizzate interconnessioni con ferrovie e aeroporti».  

ContiConnect 2.0, il monitoraggio degli pneumatici diventa predittivo

Si arricchisce l’offerta Continental per quanto riguarda il monitoraggio degli pneumatici. L’azienda tedesca sta introducendo gradualmente un upgrade della soluzione ContiConnect che fornirà strumenti su misura progettati per rendere la gestione della flotta più efficiente, sostenibile e orientata al futuro, con nuovi sensori che permettono di implementare le funzioni e offrire diversi livelli di assistenza.

In particolare, Continental metterà a disposizione sia un pacchetto ‘standard’ per la misurazione della pressione e della temperatura delle gomme sia, in un secondo momento, una versione ‘advanced’ in grado di leggere una serie di dati aggiuntivi, come la profondità del battistrada e la condizione degli pneumatici. Il processo di trasferimento verso il nuovo sistema ContiConnect 2.0 è stato già avviato all’inizio del 2022.

Programmando in anticipo e in modo proattivo i lavori di manutenzione e le visite in officina, prevenendo così guasti imprevisti e minimizzando il tempo di fermo dei veicoli, si garantirà alle aziende di trasporto una maggiore efficienza della flotta, costi ridotti e risparmio di tempo.

Ralf Benack, responsabile Continental per le soluzioni di gestione delle flotte EMEA

Tra i miglioramenti del software da segnalare la nuova On-Site App che porta ContiConnect 2.0 direttamente sullo smartphone dell’utente, rendendolo molto più facile da utilizzare. Grazie alla Driver App, all’On-Site App e al nuovo portale web Continental, più chiaro da interpretare, le eventuali problematiche vengono segnalate in modo più diretto e le informazioni passate più velocemente all’officina che così si attiva per la riparazione.

«Poiché ContiConnect consente una migliore manutenzione degli pneumatici – ha commentato Ralf Benack, responsabile Continental per le soluzioni di gestione delle flotte EMEA – le flotte risparmieranno carburante ed eviteranno la sostituzione anticipata degli pneumatici e i guasti durante il trasporto, portando in aggiunta una riduzione delle emissioni di CO2».

Gruber Logistics conferma il trend: +30%

Non si arresta la crescita di Gruber Logistics, l’azienda di logistica con sede a Ora (Bz) e oltre 30 filiali in Italia, Austria, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Romania, Lituania, Russia e Cina. Con un post sul suo profilo Facebook l’azienda altoatesina comunica di aver «ultimato da poco il consolidamento del nostro fatturato globale 2021 con 438,9 milioni di euro che significa +28,5% rispetto all’anno precedente». E l’anno in corso sembra tenere il passo con un tasso di crescita organica intorno al 30% nel primo semestre 2022, il che porterà l’azienda a superare i 500 milioni di fatturato entro quest’anno. Un traguardo previsto nel piano industriale per il 2023.

Martin Gruber, CEO Gruber Logistics

«Il risultato ottenuto è la conseguenza delle decisioni prese durante la crisi pandemica – spiega Martin Gruber, CEO dell’azienda in una intervista pubblicata su nordesteconomia.gelocal.it – Persino la stampa internazionale è rimasta sorpresa dal nostro comportamento durante la crisi sanitaria, considerando il rallentamento o addirittura la diminuzione dell’economia globale. Mentre le altre aziende interrompevano i loro piani di investimento, noi abbiamo deciso di accelerare e di concentrarci ancora di più su quelli che consideravamo gli aspetti competitivi più importanti per la nostra crescita: sostenibilità, digitalizzazione e, ovviamente, i nostri collaboratori».

Con l’ottica di ampliare la propria rete, nel corso del 2021 la multinazionale ha rilevato diverse società tra cui anche la romagnola Combitras, azienda con trent’anni di esperienza nelle spedizioni di carichi parziali e nella logistica integrata. In termini di sostenibilità, i passi effettuati nel primo semestre di quest’anno hanno visto la Gruber avviare dei test con veicoli alimentati a LNG impegnati nei trasporti internazionali tra Germania e Regno Unito e l’inserimento in flotta di un veicolo elettrico che opererà  per Electrolux Italia tra l’Emilia-Romagna e la Lombardia.

Con un treno navetta DB Group collega l’Italia alla Cina

È arrivato, nei giorni dopo Ferragosto, a Melzo (Milano) un treno composto da 39 vagoni, partito dalla città cinese di Xian per conto della società di logistica D.B. Group di Montebelluna (Treviso).
Il convoglio, ‘DB Group Block Train’, che rappresenta la navetta italiana delle merci tra la Cina e il Nord Italia, ha compiuto un viaggio di 22 giorni attraverso Asia ed Europa. Dopo una tappa all’interporto di Padova, concluderà il suo viaggio al Quadrante Europa di Verona.

Il ‘DB Group Block Train’ offre un servizio door to door senza interruzione di continuità pur attraversando diversi Paesi e i container trasportati sono dotati di GPS per tracciabilità e sicurezza. «Da quando le merci sono caricate alla stazione di partenza e fino a quando vengono consegnate al domicilio del cliente, esse sono in esclusiva gestite dalla nostra società e sul nostro treno idealmente già in territorio italiano» spiega Silvia Moretto, CEO di D.B. Group, che sottolinea la sostenibilità ambientale del progetto «che assicura la flessibilità di poter mutare rotta rispetto a quella decisa alla partenza, visibilità delle movimentazioni con il controllo satellitare e una buona suddivisione del rischio. È la reale alternativa anche dal punto di vista ambientale: il traino è di una motrice elettrica cinese, con un quarto di emissioni CO2 rispetto al via aerea».

Il progetto prevede due treni al mese in partenza da Xian con arrivo a Quadrante Europa.

Traforo Monte Bianco: interruzioni alla circolazione dal 29 agosto al 7 novembre 2022

Dalla fine di questo mese di agosto e fino alla metà del mese di novembre 2022, il Traforo del Monte Bianco sarà impegnato nel risanamento di una porzione di impalcato stradale e nel completo rifacimento della pavimentazione stradale con interventi conservativi su tutte le superfici dell’impalcato per l’intera lunghezza della galleria.
Attività che comporteranno diverse interruzioni della circolazione. Complessivamente si contano 22 chiusure notturne infrasettimanali tra il 29 agosto e il 6 ottobre 2022, dalle ore 19:30 alle ore 6:00; la chiusura totale per 21 giorni, a partire dalle ore 17.00 di lunedì 17 ottobre, fino alle ore 10.00 di lunedì 7 novembre 2022.

La società Geie TMB che gestisce il Traforo del Monte Bianco propone una cartina con itinerari alternativi e informa, inoltre, che potrebbero verificarsi disagi nelle ore che precedono e che seguono il periodo di chiusura al traffico per l’eventuale transito di veicoli sotto scorta.
Per i mezzi pesanti e i pullman, la società informa che le aree di regolazione di Passy e di Aosta chiuderanno/riapriranno rispettivamente 45 e 60 prima rispetto all’orario di interruzione.

Il calendario potrebbe subire variazioni e la versione aggiornata è pubblicata sul sito www.tunnelmb.net, sulla app TMB Mobility ed è associata al QR Code riportato nel calendario scaricabile cliccando qui.

Alto Adige, Tirolo e Baviera chiedono alla Ue il «pedaggio di corridoio» sull’A22 per i camion

Con una lettera congiunta inviata alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la ministra bavarese Melanie Huml, il governatore del Tirolo Günther Platter e il presidente della Giunta altoatesina Arno Kompatscher hanno richiesto il «pedaggio di corridoio» sull’asse del Brennero per i camion, quindi un aumento dei pedaggi.

Nella lettera si fa appello a un «collo di bottiglia» lungo il corridoio Scan-Med con conseguenze importanti a livello di inquinamento a danno delle persone e della natura circostanti, richiedendo alla politica una maggiore spinta verso il trasferimento modale delle merci applicando una «tariffazione legata all’inquinamento» per il raggiungimento degli obiettivi climatici. Questo, in attesa del tunnel di base del Brennero la cui realizzazione è prevista nel 2032.

In parallelo, il Governo austriaco annuncia una ulteriore stretta sul «dosaggio dei camion» in transito (max 300 camion l’ora) verso Sud attraverso il valico di Kufstein/Kiefersfelden, sul confine tedesco, portando a 24 le giornate interessate nel primo semestre del 2023 (quest’anno sono state 21).

Amazon apre a San Salvo (Chieti) un nuovo centro di distribuzione

È ufficialmente operativo il nuovo centro di distribuzione Amazon di San Salvo, in provincia di Chieti. Si tratta del decimo centro che il colosso dell’e-commerce ha aperto in Italia.

Annunciata da tempo, la struttura è dotata dell’avanzata tecnologia Amazon Robotics, che non sostituisce il personale umano ma lo supporta. I magazzini sono dotati cioè di robot che trasportano i moduli di scaffali verso le postazioni di lavoro dove i dipendenti prelevano, impacchettano e spediscono gli ordini che saranno poi consegnati ai clienti. In questo modo verrà reso più produttivo e  meno gravoso il lavoro degli addetti.

Amazon afferma che il centro prevede la creazione di 1.000 posti di lavoro a tempo indeterminato entro i prossimi tre anni. I dipendenti sono assunti al quinto livello del Contratto Nazionale del Trasporto e della Logistica.

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Le tariffe dell’autotrasporto raggiungono nuovi record in Europa

L’inflazione, l’indebolimento della domanda, l’instabilità sociale e la guerra in Ucraina stanno determinando un’evoluzione tumultuosa dei prezzi del trasporto stradale. A rivelarlo è l’edizione del secondo trimestre 2022 dell’European Road Freight Rates Benchmark, prodotto da Transport Intelligence, Upply e IRU. Si tratta di un report che analizza trimestralmente i noli stradali europei e le prospettive di mercato.

Le cause degli aumenti

Il report individua e quindi tiene separati i fattori che stanno incidendo sull’aumento delle tariffe per il trasporto merci stradale; per ciascuno di essi fornisce dati e informazioni precise.

  • Guerra in Ucraina: sicuramente uno dei fattori più impattanti. Lo studio sottolinea come a marzo, a seguito dell’invasione dell’Ucraina, il prezzo del gasolio al lordo delle imposte nell’UE-27 sia balzato del 69% rispetto al livello di gennaio.
  • Indebolimento della domanda: diversi indicatori segnalano un indebolimento della domanda di trasporto stradale europeo, con il calo dell’attività in tutte le principali economie e i tassi di inflazione che pesano sulla fiducia dei consumatori e delle imprese.
  • Inflazione in aumento: l’inflazione è in aumento in tutti i Paesi europei e a giugno ha raggiunto il livello record dell’8,6% nell’Eurozona. Secondo gli ultimi dati, la Spagna sta registrando l’aumento più elevato con un +10,2%, superiore alle altre principali economie europee: Germania (7,9%), Francia (5,8%), Italia (8%) e Regno Unito (9,1%).
  • Carenza di autisti: la carenza riguarda l’intero continente europeo. La Germania si trova in una situazione particolarmente critica, con una carenza stimata tra i 50.000 e gli 80.000 autisti di camion. I lavoratori migranti rappresentano il 24% della forza lavoro tedesca e la perdita di cittadini ucraini che tornano a difendere il proprio Paese ha ulteriormente limitato l’offerta di autisti in Germania.

Uno sguardo all’Europa

A ciò si aggiunge il fatto che in alcuni corridoi si sono registrati aumenti molto significativi delle «tariffe spot». Citiamo ad esempio il caso di Francia/Gran Bretagna: in seguito alla Brexit, le operazioni di trasporto tra i due Paesi sono diventate più costose e più lunghe. Anche nella tratta Germania/Polonia, ad eccezione del collegamento Duisburg-Varsavia, le tariffe hanno raggiunto nuovi massimi storici dopo aver seguito una tendenza al rialzo dall’inizio della pandemia. «La domanda – spiega il report – ha risentito in particolare dell’indebolimento dell’industria in Germania e Polonia. L’instabilità creata dal conflitto in Ucraina è particolarmente evidente in questa parte d’Europa e influisce anche sullo sviluppo delle prospettive industriali».

E le previsioni per i prossimi mesi non sono delle più rosee. Thomas Larrieu, Chief Executive Officer di Upply, ha sottolineato come «gli autotrasportatori debbano ancora far fronte a significativi aumenti dei costi (carburante, manodopera, ecc.), quindi è probabile che le tariffe rimangano a livelli elevati nei prossimi mesi».

Immatricolazioni 2022: in negativo commerciali e industriali; segno «più» per i trainati

Calano le vendite di veicoli commerciali leggeri e autocarri pesanti, mentre crescono quelle dei veicoli trainati (rimorchi e semirimorchi). È il bilancio sull’andamento delle immatricolazioni nel comparto dei veicoli commerciali e industriali nei primi sei mesi del 2022, tracciato da Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica).

Dal report emerge che il mercato dei veicoli commerciali leggeri ha fatto registrare un calo dell’11,2%. Lo stesso periodo del 2021 segnava invece un aumento delle immatricolazioni del 58,5% (grazie alla comparazione con un mese di giugno 2020 già impattato dal lockdown per l’emergenza covid).

Le immatricolazioni di autocarri pesanti nel primo semestre 2022 sono state 13.427, con una diminuzione seppur minima dell’1,1%. Nello stesso periodo 2021 la crescita era stata invece del +47,4% rispetto al 2020.

Per il settore dei veicoli trainati (rimorchi e semirimorchi) con ptt superiore a 3.500 Kg l’andamento è positivo con +13,3% di immatricolazioni. Nello stesso periodo del 2021 la registrazione di nuovi libretti era stata del +42,1%.

Lo studio integrale dell’Anfia è disponibile qui.

Hupac, i traffici non decollano: «I deficit infrastrutturali rallentano il trasporto combinato»

Dopo lo sviluppo vivace nel primo trimestre dell’anno, con tassi di crescita mensili ad alta cifra, il traffico di Hupac, operatore specializzato nel trasporto intermodale in Europa, è crollato nei mesi di aprile e giugno. A dichiararlo è la società stessa in una nota stampa, attribuendo il calo alle chiusure delle tratte e alle limitazioni di capacità causate dall’intensa attività di costruzione sul corridoio Reno-Alpi.

Il segmento del traffico transalpino attraverso la Svizzera è stato particolarmente penalizzato. «Nel corridoio nord-sud non siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi di crescita prefissati – ha spiegato Michail Stahlhut, CEO del Gruppo Hupac – Per contro, il traffico nei corridoi nord-est e sud-est si è sviluppato in modo molto soddisfacente. Il traffico da/per la Spagna è rimasto al di sotto delle aspettative a causa delle restrizioni di capacità».

Se invece si prende in considerazione l’intero primo semestre 2022, il traffico nella rete di Hupac ha raggiunto un volume di 575.000 spedizioni stradali, pari a un moderato aumento dell’1% rispetto all’anno precedente.

Tuttavia, la preoccupazione principale del Gruppo Hupac è quella di garantire una capacità sufficiente nella rete ferroviaria.

«Per i lavori di costruzione previsti nei prossimi anni – spiegano da Hupac – l’attenzione deve essere sempre più rivolta al mantenimento della capacità e all’istituzione di percorsi di deviazione efficienti. Le esperienze negative degli ultimi mesi dimostrano che il trasporto combinato ha bisogno della piena capacità di tracce ferroviarie su base settimanale, anche durante l’esecuzione di misure di costruzione, per evitare colli di bottiglia nelle forniture».

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