Veicoli - logistica - professione

Home Blog Pagina 276

Nel biennio 2021-2022 sequestrati dalla Finanza 8.126 pallet contraffatti

Quella delle frodi dei pallet è un’attualissima vecchia storia che si ripete da decenni. Il meccanismo è più o meno sempre lo stesso: gli imballaggi in legno vengono rubati e, grazie a società fantasma che emettono fatture false, reimmessi su un mercato nero parallelo, a prezzi ovviamente più bassi, dove all’introito del furto si aggiunge anche l’evasione dell’IVA. I numeri sono allarmanti: Legambiente ha stimato in 720 milioni di euro il giro d’affari del racket di pallet nel nostro Paese, mentre Conlegno ha stimato al 30% la quota del mercato dei pallet usati gestiti illegalmente.

Questa pratica controversa è da tempo sotto i riflettori degli investigatori. L’ultimo bollettino della Guardia di Finanza relativo al biennio 2021-2022 (dati aggiornati fino al 31 luglio) parla di «8.126 pallet sottoposti a sequestro, prioritariamente per violazioni in materia di sicurezza prodotti». Sempre nello stesso arco temporale, le fiamme gialle hanno condotto numerose operazioni di sequestro. Una delle ultime maxi-indagini è relativa allo scorso aprile ed è tra quelle che hanno destato più clamore: 16 persone sono state denunciate nel lucchese per aver messo in piedi un giro di dieci società fantasma che producevano fatture false per un ammontare totale di oltre 10 milioni di euro, con un’evasione fiscale di 2,2 milioni.

Il modus operandi della società incriminata consisteva nell’acquisto di pallet usati, verosimilmente dal mercato nero. Per mascherare la reale provenienza, la società faceva poi emettere fatture false da società fantasma o fittizie. L’impresa lucchese saldava tali acquisti mediante bonifici e tali provviste, come spiega la GdF, «venivano immediatamente prelevate in contanti da amministratori prestanome, che consegnavano il denaro agli amministratori occulti i quali, a loro volta, provvedevano ad acquistare i pallet dal mercato nero. Il prelievo del contante ai bancomat di un amministratore occulto veniva anche ripreso con video e lo stesso veniva trovato in possesso di diversi bancomat e carte di credito intestate a società fittizie in cui lo stesso non rivestiva alcuna carica».

Al tema delle evasioni fiscali nel commercio dei pallet abbiamo dedicato un episodio della nostra serie video «4 minuti di…» (guarda il video qui). Per ulteriori approfondimento sull’argomento, rimandiamo al nostro numero monografico di luglio 2022, interamente dedicato proprio alla questione del pallet (puoi sfogliarlo qui).

Benalu acquisisce Legras: nasce un costruttore di rimorchi da 250 milioni di fatturato

Operazione di concentrazione tutta francese nel settore dei semirimorchi. Per la precisione il gruppo Benalu, società con sede a Liévin, specializzata nella realizzazione di ribaltabili stradali – ne produce circa 2.500 veicoli all’anno (per il 45% destinati a mercati esteri), facendo ricorso a circa 500 dipendenti e fatturando (dati 2019) 170 milioni – ha acquisito Legras Industries, altra società francese con sede a Epernay, con 250 dipendenti e 80 milioni di fatturato, specializzata nella realizzazione di piani mobili

L’operazione serve a fortificare la posizione della nuova entità, che adesso diventa un unico solo gruppo, identificato come «Benalu-Legras», guidato da Arnaud de Ponnat, già oggi CEO di Benalu, che potrà distribuire i suoi prodotti canalizzandoli nelle reti di entrambe le società. Ma soprattutto, la dimensione accresciuta consentirà di beneficiare di un maggior potere d’acquisto sul mercato delle materie prime e quindi di negoziarne il prezzo a condizioni migliori. Cosa non secondaria considerato che le materie prime costituiscono circa l’80% del prezzo dei rimorchi.

Dalle dichiarazioni diffuse dal management di entrambi le società si percepisce una perfetta intesa, testimoniata dal fatto che comunque Jean-Rémy Legras rimane azionista della nuova entità.

 Sia a Liévin che a Epernay, cioè, interpretano l’acquisizione come un’occasione di crescita e di consolidamento di un sistema industriale e rimarcano come l’operazione accresca la capacità competitiva negli acquisti, peraltro in una contingenza in cui i prezzi sono drasticamente accresciuti.

La nuova Benalu-Legras beneficia infatti di un fatturato di 250 milioni di euro, avrà in pancia, oltre ai marchi dei due costruttori storici, anche quelli di Bennes Marrel, Maisonneuve Citerne e Mega, impiega 1.300 persone e si può avvalere di stabilimenti di produzione a Liévin, Epernay, Andrézieux-Bouthéon, Cérences e Nysa (Polonia).
Ricordiamo che Benalu è controllata da Arcole Industries, società di investimento emanazione del gruppo Caravelle. 

Tranquilli in strada con Iveco Topcare

Fiore all’occhiello di Iveco è il servizio Topcare, il pacchetto di assistenza prioritaria e ospitalità “premium” basato sulla connettività e studiato per offrire, ogni giorno e a ogni orario, un puntuale sostegno ai clienti in caso di manutenzione straordinaria imprevista.  

Un servizio che ha visto il suo esordio con il lancio dell’Iveco S-Way nel 2019, che oltre a consentire ai veicoli di tornare in strada nel più breve tempo possibile, si prende carico delle esigenze degli autisti. Così, se la risoluzione del problema dovesse richiedere più tempo del dovuto, sarà Iveco a occuparsi di quanto occorra per consentire all’autista che si trova lontano da casa, di attendere e riposare nel massimo comfort grazie a una serie di servizi di ospitalità come hotel, pasti, transfer, fino anche all’eventuale assistenza medica in caso di problemi di salute di natura non urgente.

Questo è reso possibile grazie all’estesa rete Iveco, che vanta oltre 1.800 punti assistenza in Europa pronti ad assistere i clienti 24/7.
Nel caso in cui un guasto obblighi l’autista a fermarsi in officina per operazioni di manutenzione straordinaria, la Control Room di Iveco, addetta al monitoraggio costante dei veicoli connessi, riceverà immediatamente un avviso che assegnerà la massima priorità alla risoluzione del guasto. 

«Con Topcare, Iveco dimostra ancora una volta la propria capacità di assumere un ruolo pionieristico nell’innovazione del suo già ampio portfolio di servizi dedicati ai clienti – afferma Mihai Radu Daderlat, responsabile della BU Truck Servizio Clienti TCO & Servizi di Iveco – Guidati da un approccio fortemente incentrato sugli autisti e da una mentalità improntata al digitale e alla connettività, abbiamo progettato un servizio di assistenza premium per garantire che autisti e proprietari di flotte possano godere della massima tranquillità durante il lavoro. Poiché vogliamo che i nostri clienti si sentano al sicuro con Iveco in qualsiasi situazione, abbiamo ideato una copertura all-inclusive che garantisce un intervento rapido e agile, grazie all’impiego di sistemi avanzati, massimizzando i tempi di operatività dei veicoli e la produttività commerciale dell’azienda, il tutto prestando la massima attenzione alle esigenze degli autisti, anche in caso di eventi inaspettati».

Topcare è un servizio in abbonamento, disponibile per i veicoli connessi Iveco S-Way che si aggiunge ai contratti di manutenzione e riparazione Iveco. 

Sullo stesso argomento, potrebbe interessarti:
Come i servizi digitali personalizzano l’assistenza |K44 video

Rinnovo e conversioni delle autorizzazioni CEMT: occhio alle scadenze

Il 30 settembre 2022 scade il termine per la presentazione delle domande di rinnovo e conversione in assegnazione fissa delle autorizzazioni per trasporti in Paesi non-UE; il 31 ottobre 2022 è invece il termine ultimo per presentare le domande di rinnovo e di graduatoria CEMT per l’anno 2023. 
Andiamo allora a vedere i criteri per ottenere i diversi titoli autorizzativi traendoli da quanto specificato nel Decreto dirigenziale 11 settembre 2015, n.149, tenendo anche presente che, rispetto al versamento dei diritti fissi o dei diritti di bollo, non è più possibile provvedere tramite i bollettini postali rispettivamente n.9001 e n.4028. E che quindi gli stessi diritti vanno versati al ministero delle Infrastrutture tramite il Portale dell’Automobilista o tramite Pago PA.

CEMT: come partecipare alla graduatoria

Le imprese che non hanno finora effettuato trasporti nell’area non-UE, e quindi anche quelle che non hanno mai chiesto autorizzazioni bilaterali a viaggio, entreranno in graduatoria con il solo punteggio dato dai veicoli in disponibilità – variabile a seconda che i veicoli in uso siano di classe Euro V o EuroVI – in relazione alle CEMT da attribuire. 
Le imprese che invece già nel 2022 disponevano di autorizzazioni CEMT e non le hanno utilizzate, non possono rinnovarle per il 2023, ma possono entrare in graduatoria presentando domanda entro il prossimo 31 ottobre.

Rinnovo CEMT

Può ottenere il rinnovo CEMT chi ha percorso almeno 11 viaggi nei primi 11 mesi dell’anno, vale a dire uno al mese mediamente, sfruttando appunto il permesso multilaterale. A tal riguardo è necessario che la stessa impresa abbia in disponibilità tanti veicoli di classe Euro V ed EuroVI, quante sono le autorizzazioni CEMT per cui chiede il rinnovo.

Restituzione fogli CEMT

I fogli contenuti nei Libretti di viaggio utilizzati vanno restituiti. E tale condizione va soddisfatta entro i primi 15 giorni del mese successivo.

Rinnovo assegnazione fissa autorizzazioni a viaggio

Tale rinnovo riguarda un numero di percorsi pari ad almeno 24 per relazione di traffico, quindi con una media di due al mese. I viaggi da prendere in considerazione al riguardo sono quelli da ottobre 2021 a settembre del 2022.

Autorizzazioni a viaggio a titolo precario

È un tipo di autorizzazione che si può ottenere, tramite apposita domanda, anche nel corso dell’anno. In questo modo il quantitativo di autorizzazioni che si può arrivare a ottenere tiene conto del parco veicolare di proprietà dell’impresa. 

Restituzione permessi bilaterali

Le autorizzazioni bilaterali utilizzate nel 2022 vengono incluse in sede di rinnovo e/o di conversione soltanto se restituite al ministero delle Infrastrutture entro e non oltre il 15 ottobre 2022. In ogni caso esiste un obbligo di restituzione delle autorizzazioni ottenute dalle imprese nel momento in cui vanno in scadenza, a prescindere dal fatto che siano state o meno utilizzate. Se tale restituzione non avviene ne deriva la sospensione della domanda di rilascio di ulteriori titoli per l’anno successivo. 

Come colmare la carenza di autisti? In Lituania si guarda verso l’Asia

Le materie prime costano tanto e gli autisti di camion mancano. Ormai è un mantra, ripetuto ossessivamente in tutta Europa. E ovunque si moltiplicano le iniziative per cercare di aggirare, o per lo meno mitigare, il problema. In Lituania, per esempio, il paese dell’Unione Europea in cui stanno stabilizzandosi le più grandi flotte di trasporto internazionale del continente, hanno pensato di aprire un centro di formazione particolare, a Tashkent, in Uzbekistan, mettendo tre attori attorno allo stesso tavolo: un’associazione dell’autotrasporto lituano (denominata Linava), il ministero dei trasporti dell’Uzbekistan e un’azienda di trasporto come Girteka, particolarmente sensibile alla problematica.

In pratica il ministero uzbeko, tramite anche l’Associazione Aircuz dei vettori uzbeki, trova le persone disponibili a salire su un camion, le inscrive al percorso formativo e poi, una volta terminato, i neopatentati sono pronti per partire per la Lituana e iniziare a lavorare il giorno dopo, dovendosi preoccupare soltanto di trovare un posto dove dormire e un conto corrente in banca dove farsi versare la retribuzione. Il tutto in tempi abbastanza brevi, se si considera che l’accordo tra i diversi attori è stato sottoscritto soltanto all’inizio del 2022 e prima che l’anno termini i primi autisti inizieranno a guidare professionalmente nel paese baltico. A regime ogni ciclo di formazione dovrebbe riuscire a creare circa 1.500 autisti.

Le uniche frizioni, a dire il vero, sono state registrate soprattutto a livello burocratico, in quanto i visti per accedere in Lituana risultano più lenti da ottenere rispetto ad altri paesi europei, quali Polonia e Germania. E se quindi non si provvede al rilascio prima della fine del percorso di formazione, si corre il rischio – secondo l’associazione Linava – che i futuri autisti si indirizzino altrove, vanificando gli sforzi fatti a livello organizzativo. 

Ma non è l’unica esperienza formativa messa in campo dalla Lituana. Oltre a Girteka, infatti, anche un’altra azienda di trasporti, vale a dire CargoGO Logistics, ha affrontato di petto il problema andando a reclutarli in Asia, in particolare in India. E in questo modo è riuscito a portarne in Europa alcune centinaia e continuerà a farlo anche nei prossimi anni. Peraltro, dalla stessa azienda sottolineano che si tratta in ogni caso di conducenti professionali, con un’esperienza in ambito internazionale di almeno cinque anni, dotati di buona padronanza della lingua inglese. Ed ecco perché anche in futuro questo paese indiano sarà particolarmente privilegiato come bacino nazionale a cui attingere, anche se già oggi si segnalano altri uomini al volante provenienti da Iraq, Oman, Arabia Saudita, Kuwait, Qatar.

L’immagine in alto è tratta dal film «Milestone», di Ivan Ayr, uscito su Netflix il 7 maggio 2021. È la storia di Ghalib, camionista in crisi un po’ a causa di un improvviso lutto familiare, un po’ perché percepisce il peso degli anni che passano e che rendono difficile confrontarsi con il nuovo che avanza.

Trasporta borse senza licenza: più di 7.000 euro di multa e fermo del veicolo

La Romagna è terra di turismo e quindi anche di traffico. In particolare, nei week end. Ecco perché molto spesso la polizia stradale di Forlì proprio in corrispondenza di questo lasso temporale sorveglia il territorio in maniera più attenta, mettendo in campo un quantitativo di agenti e di pattuglie più intenso. E quando questo avviene nella rete finiscono quei pesci intenti a nascondersi nella massa. 

È esattamente quanto accaduto il 27 e 28 agosto scorso, quando dal presidio della cittadina romagnola sono partite verso la autostrada A14 più di 50 pattuglie. Hanno fornito un supporto fattivo a 36 autisti in difficoltà, ma hanno fatto anche tante multe a conducenti di camion e di vetture: 101, per la precisione, decurtando nel complesso 185 punti sulle patenti degli interessati.

Il pesce celato però aveva le forme del furgone. Lo guidava un trentunenne straniero e nel vano di carico aveva stipato un importante quantitativo di borse griffate. Alla richiesta dei documenti di trasporto, però, ha fatto spallucce e non perché non conoscesse la lingua. Perché semplicemente lui, come il proprietario del veicolo di cui era al volante, non li aveva mai avuti. Detto altrimenti, trasportava in modo abusivo.

Risultato: più di 7.000 euro di sanzione, fermo amministrativo del veicolo, sequestro della merce

5.000 camion a idrogeno: la straordinaria commessa richiesta da GP Joule a Clean Logistics

Il numero è da far tremare i polsi, ma in realtà le stranezze della storia che vi raccontiamo sta dietro i suoi protagonisti. GP Joule, società tedesca specializzata nella diffusione di energie rinnovabili, ha acquistato la bellezza di 5.000 camion elettrici da 40 tonnellate, alimentati con celle a combustili a idrogeno, per un valore di circa un miliardo di euro. A consegnarglieli – ed è qui la prima cosa anomala – non è un costruttore tradizionale di veicoli, ma un trasformatore o, per meglio dire, una società – peraltro quotata in borsa – che effettua quello che si chiama un retrofit, trasforma cioè nella sua sede di Amburgo camion, autobus e furgoni tradizionali in veicoli a zero emissioni tramite il ricorso a tecnologie a idrogeno. In pratica, compra camion nuovi, li alleggerisce della catena cinematica e poi li dota di un motore elettrico, di un sistema fuel cell e, in più, di sospensioni elettropneumatiche, di un assale anteriore idraulico e di un sistema di controllo di propria produzione. Sulla carta è il più grande contratto al mondo relativamente a veicoli di questo tipo, anche se ovviamente la consegna sarà diluita nel tempo, nel senso che inizierà nella seconda metà del 2023 per terminare nel 2027.

Come verranno prodotti i 5.000 camion

Per comprendere come Clean Logistics riuscirà a mettere in atto tutto questo, bisogna tenere presente che lo scorso luglio ha acquisito, tramite un investimento da 4,8 milioni di euro (1,8 contanti e gli altri in azioni proprie), un piccolo costruttore olandese di nome Ginaf, specializzato in autocarri per trasporto fuoristrada, edilizia, agricoltura, pulizia strade ecc. Una società attiva quindi in nicchie specifiche, supportata da uno stabilimento produttivo a Veenendaal, in cui realizzava circa 250 camion ogni anno, e da un centro di assistenza a Ederveen. Il tutto in Olanda. Fallita nel 2011, venne rilevata dalla cinese CHTC e poi ceduta nell’ottobre 2020 al management della stessa società che adesso lo ha girato alla società tedesca.

Con tale acquisizione Clean Logistics eredirita lo status di vero e proprio produttore, dotato quindi dei necessari requisiti di registrazione.

Cosa ci farà l’acquirente di 5.000 camion

Ma questo è soltanto il primo protagonista della storia. L’altro, forse ancora più interessante, riguarda l’uso che GP Joule farà di questi 5.000 veicoli. Perché in realtà questa società, confidando sull’apporto di almeno 500 dipendenti, già si occupa, per un verso, della produzione e della fornitura di idrogeno verde da fonti rinnovabili e, per un altro, di allestire e gestire stazioni di rifornimento di idrogeno. Da domani, quindi, potrà creare un unico grande pacchetto in cui infilare anche i camion. E in questo modo andrà a risolvere quel dubbio basilare della transizione – «vanno realizzati prima i veicoli con nuove alimentazioni o le reti di distribuzione – creandole esattamente insieme e fornendo alle imprese di autotrasporto e di logistica interessate a sposare questo tipo di transizione tutto quanto serve allo scopo.

Un concetto espresso chiaramente anche da Ove Petersen, CEO e cofondatore di GP Joule, quando afferma che «l’aspetto rivoluzionario della collaborazione tra un produttore di elettricità e idrogeno (come GP Joule) e un costruttore di autocarri (come Clean Logistics) è che la mobilità pesante sta diventando parte della nuova economia energetica sostenibile». E il fatto che si stabilisca un tale collegamento consentirà di espandere «la diffusione delle energie rinnovabili ancora più velocemente, senza cioè aspettare l’espansione delle reti elettriche».

In pratica Clean Logistics prenderà degli autocarri nuovi, li priverà della catena cinematica e quindi li doterà, oltre che di motori elettrici, di fuel cell e di un assale appositamente sviluppato, anche di uno speciale sistema di controllo che viene definito «HyBoss». GP Joule li prenderà e a chi è interessato a usarli gli fornirà anche l’infrastruttura di ricarica.
In più, lo stesso Petersen enfatizza il risvolto ambientale dell’operazione visto che un camion diesel per percorrere 100 mila km annui consuma 25 litri di gasolio ogni 100 km emettendo nell’aria circa 65 tonnellate di CO2. Di conseguenza i 5.000 camion a idrogeno della fornitura saranno in grado di risparmiare all’ambiente 325 mila tonnellate di CO2 ogni anno. uso sarà quindi in grado di risparmiare più di 325.000 tonnellate di CO2 all’anno. Infine, lo stesso CEO non manca di sottolineare i connotati politico-economici della vicenda in quanto «la produzione di idrogeno è utile al sistema e garantirà la sicurezza dell’approvvigionamento del Paese in futuro. Perché quando il vento non soffia e il sole non splende, solo l’idrogeno verde fornirà le quantità necessarie di energia rinnovabile e quindi anche la sovranità e l’indipendenza».

L’IAA di Hannover torna in presenza dal 20 al 25 settembre: le anticipazioni

A quatto anni dall’ultima edizione del 2018 e dopo il rinvio a causa della pandemia nel 2020, torna ad aprire i battenti lo IAA Transportation, la biennale dedicata ai veicoli commerciali e industriali che si terrà dal 20 al 25 settembre prossimi ad Hannover, in Germania.

Chi ci sarà

Tra gli espositori di questa edizione figurano i più importanti produttori di veicoli industriali come Daimler Truck, DAF, Ford Trucks, Iveco, MAN, Scania e Volvo Trucks, che presenteranno le loro ultime novità di prodotto.

Nel complesso la fiera vedrà la partecipazione di oltre 1.200 espositori provenienti da più di 40 Paesi, tra cui numerose aziende affermate e start-up che saranno rappresentate per la prima volta con uno stand all’IAA, in particolare nei settori della tecnologia, delle infrastrutture, dell’energia, del trasporto di persone e del trasporto dell’ultimo miglio. Questi espositori includono Amazon Relay, Linde, Samsung, Siemens e nuovi produttori di veicoli, con particolare attenzione alla sostenibilità come Nikola, Quantron e Volta Trucks.

Non solo esposizione

Oltre alla parte espositiva, la fiera mette a disposizione dei visitatori anche un’area dedicata ai test drive (padiglione 11), con la possibilità di provare un totale di 22 mezzi pesanti e 39 veicoli commerciali leggeri, tra cui anche numerosi veicoli elettrici. Accanto ai test drive ci sarà poi una dimostrazione di come avviene il processo di ricarica, che si terrà nel Plug & Play Campus.

Al centro dei vari eventi in calendario (presentazioni di novità di prodotto, convegni e workshop) spiccano temi come la digitalizzazione, la guida autonoma e le motorizzazioni elettrificate, tutti legati dal fil rouge dell’innovazione in un contesto destinato a favorire il dialogo tra i vari stakeholders dei settori coinvolti per una mobilità efficiente e sostenibile.

Al centro della manifestazione anche la complessità della logistica dell’ultimo miglio, a cui è stata dedicato un apposito spazio denominato IAA Last Mile Area. Qui i visitatori potranno informarsi sulle ultime novità in materia di distribuzione urbana, sia attraverso il «Forum Industria», dove sono attesi numerosi esperti che interverranno sugli sviluppi del settore, sia attraverso l’area espositiva nel padiglione 13 dove saranno presentate le più innovative soluzioni per l’ultimo miglio: dalle bici cargo elettriche per le consegne ai furgoni alle soluzioni dell’Internet of Things, fino alle piattaforme Saas. In quest’area un totale di 20 espositori mostreranno i loro prodotti, tra cui Allsafe, DriveU.auto, ElectricBrands, Evum Motors, ZF, Gaius Auto, UPS e what3words.

Dove acquistare i biglietti (e quanto costano)

Il salone sarà aperto da martedì 20 a domenica 25 settembre, tutti i giorni dalle ore 9:00 alle ore 18:00. I biglietti sono acquistabili sul sito ufficiale dello IAA Transportation. L’ingresso singolo infrasettimanale costa 25 euro, il sabato e la domenica 15 euro, mezza giornata 11 euro, come il parcheggio giornaliero. L’abbonamento per tutta la durata della manifestazione, dal 20 al 25 settembre, costa 69 euro.

Sullo stesso argomento, ti potrebbe interessare:

Dachser metterà su strada in Germania i primi camion a idrogeno nel 2023

Prime promesse per far avanzare l’idrogeno sulle flotte di camion. A impegnarsi in questo senso è il fornitore di logistica Dachser, che ha annunciato di voler mettere in servizio nel 2023 due autocarri a celle a combustibile a idrogeno in Germania.

Il primo camion è un Hyundai Xcient da 27 tonnellate, che di giorno svolgerà operazioni di distribuzione regionale nell’area di Magdeburgo, mentre di notte sarà utilizzato per raggiungere la filiale di Dachser a Berlino-Schönefeld. Le strutture per il rifornimento di idrogeno saranno disponibili sia nella filiale di Magdeburgo che di Berlino al momento della consegna del veicolo.

Il secondo camion che l’azienda metterà su strada sempre nel 2023 è un Bluepower 1938 FCEV della Enginius di Brema, filiale del Gruppo Faun. Il veicolo sarà utilizzato per le consegne nei centri urbani di Amburgo, ha un peso totale consentito di 19 tonnellate e può trasportare fino a 18 pallet di merci con il suo rimorchio a cassone fisso. La sua autonomia stimata di 250 chilometri più riserva è ideale per le consegne nei centri urbani e offre anche un potenziale di recupero molto elevato.

L’idrogeno per alimentare questi veicoli è prodotto dalla H2 Green Power & Logistics, azienda impegnata nella costruzione di un ecosistema per l’idrogeno nel settore dei veicoli commerciali, utilizzando elettricità verde generata da fonti rinnovabili.

Potrebbe interessarti:

Dachser Iberia introduce i duotrailer da 30 metri

Aree di sosta sicure: presto un bando dal Mims

Realizzare aree di sosta stradali sicure e protette per tutelare l’incolumità degli autotrasportatori, consentire il riposo e scongiurare furti del carico. È questo l’obiettivo della convenzione stipulata presso il Mims tra il Comitato Centrale per l’Albo Nazionale Autotrasportatori e la Sogesid. A sottoscriverla è stato lo stesso ministro del Mims Enrico Giovannini, che ha espresso soddisfazione per l’intesa raggiunta.

Per realizzare tali aree, denominate «Safe and Secure Truck Parking Areas» (SSTPA) secondo gli standard europei EU-Parking, entro l’anno sarà pubblicato un bando nazionale che definirà i requisiti di partecipazione e le procedure amministrative. Il Comitato si avvarrà del supporto di Sogesid anche per lo studio dei requisiti funzionali e tecnici necessari per la realizzazione delle SSTPA e per l’analisi del fabbisogno finanziario delle stesse. 

Safe and Secure Truck Parking Areas è un programma europeo che stabilisce quattro livelli di sicurezza: bronzo, argento, oro e platino. Una classificazione concepita per aiutare gli autisti e le aziende a indirizzarsi sulle aree idonee a soddisfare sia le esigenze per un corretto riposo degli autisti e di dotazione dei servizi essenziali alla persona; sia di protezione adeguata delle merci trasportate. La misurazione dello standard prende in considerazione quattro fattori riferiti a perimetro e recinzione, area di parcheggio, punti di ingresso/uscita, procedure del personale.

Sullo stesso argomento, potrebbe interessarti:

Aree di sosta «Safe and Secure»: la Ue vara regole e standard dei servizi
Aree di sosta sicure: un vuoto da colmare
Assotir: subito nuove aree di sosta per i trasportatori
Regno Unito: 20 mln di sterline per migliorare sicurezza e servizi delle aree di sosta per camion
L’Europa impone maggiori servizi e più sicurezza nelle aree di sosta per camion
Aree di sosta sicure: dall’UE un bando da 100 milioni di euro

close-link