Faranno sicuramente discutere le conclusioni di un nuovo studio sul confronto tra veicoli pesanti elettrici e tradizionali, realizzato dall’istituto di ricerca olandese TNO, in collaborazione con Agora Verkehrswende e per conto di Transport&Environment (T&E), associazione no-profit che si occupa di sostenibilità nel settore trasporti.
Secondo la ricerca, infatti, dal 2035 tutti i camion elettrici per il trasporto merci (ZET – Zero Emission Trucks), inclusi quelli destinati alle lunghe percorrenze, saranno più economici degli omologhi con motore diesel, garantendo al contempo lo stesso raggio di operatività e capacità di carico uguali o maggiori.
Tra 13 anni – si legge nel rapporto – il 99,8% dei camion elettrici sarà in grado di trasportare almeno la stessa quantità di merci gestita dai mezzi diesel, a parità di distanza e nel medesimo tempo, a fronte di costi inferiori in termini di possesso e utilizzo. Anzi, nella maggior parte dei casi i mezzi pesanti elettrici potranno risultare più economici dei diesel come Total Cost of Ownership (TCO, il costo di acquisto e utilizzo di un mezzo lungo tutta la sua vita) già prima del 2035. Per lo 0,2% dei mezzi elettrici che non raggiungeranno le stesse prestazioni dei veicoli con motore endotermico sarà necessario uno stop aggiuntivo lungo il viaggio (oltre a quello previsto per legge) in cui effettuare una ricarica ulteriore. Ma anche così questi mezzi risulteranno più economici in termini di TCO.
Nel 2030 necessaria una riduzione delle emissioni del 65%
Secondo T&E, tuttavia, per procedere verso la decarbonizzazione della logistica su strada e conseguire l’obiettivo del 100% di vendite di nuovi mezzi elettrici al 2035, sarà fondamentale aggiornare i target al 2030, prevedendo per quella data una riduzione delle emissioni del 65%. Mantenendo invariati gli attuali obiettivi (-30% di CO2 al 2030), infatti, il mercato UE sconterebbe gli effetti di una ridotta transizione tecnologica. In questo scenario, sostiene l’associazione, a metà del prossimo decennio l’Europa si troverebbe con 1,3 milioni di camion elettrici circolanti in meno, al cui posto è ragionevole prevedere la permanenza dei vecchi e inquinanti diesel.
Stimolare i produttori a elettrificare le flotte
T&E ritiene che obiettivi climatici europei più ambiziosi, fissati già a partire dal decennio in corso, possano spingere le aziende produttrici a elettrificare presto le loro flotte. “Già oggi – si legge nell’indagine – la maggior parte dei furgoni elettrici adibiti al trasporto merci in ambito urbano è più efficiente e più conveniente dei corrispettivi diesel. Gli attuali target di abbattimento delle emissioni, però, non ne stimolano a sufficienza la produzione, determinando una grave scarsità di questi veicoli sul mercato”.
Percorrenza “elettrica” e spazio di carico come nei mezzi endotermici
Lo studio mostra inoltre come i camion elettrici risulteranno equivalenti a quelli con motori endotermici in termini di raggio di percorrenza. In Europa la maggior parte dei veicoli per il trasporto merci su gomma (97%) copre meno di 800 km al giorno: una distanza che rientra nel range dei mezzi elettrici che stanno entrando sul mercato (considerando la possibilità di effettuare la ricarica durante la pausa obbligatoria per i guidatori). Anche i tir più grandi e pesanti, impiegati per i viaggi più lunghi, avranno la stessa capacità di carico dei diesel, considerando il differenziale dato dalla sostituzione del motore endotermico e da un margine extra di carico di 2 tonnellate previsto dalla normativa europea.
Infine, lo studio avverte che le considerazioni esposte valgono solo per i mezzi pesanti adibiti al trasporto merci, non per i “vocational trucks”, come i veicoli da cantiere o utilizzati nei servizi di raccolta dei rifiuti. Per questi ultimi le prospettive di elettrificazione sono più complesse e richiederanno probabilmente più tempo.
«Si può progettare, già da oggi, un futuro della logistica in cui dal 2035 saranno in vendita solo camion a zero emissioni – commenta Andrea Boraschi, responsabile della Mobilità pulita di T&E Italia – Una decisione ambiziosa in questa direzione, necessaria per proteggere il clima, favorirà le economie di scala, abbattendo i costi per le imprese dell’autotrasporto e consentendo all’Europa di mantenere un primato industriale strategico».
«Oltre a standard importanti in materia di emissioni di gas serra – aggiunge Wiebke Zimmer, vicedirettrice di Agora Verkehrswende – saranno necessarie misure aggiuntive, come incentivi all’acquisto dei mezzi puliti o un’imposta sul carbonio».