Doveva essere un provvedimento temporaneo. E invece sono passati più di sette mesi dall’entrata in vigore del taglio di 30 centesimi sul costo dei carburanti (o, per ciò che interessa le aziende, di 25 centesimi di taglio dell’accisa a cui va aggiunta poi – nel costo alla pompa – il prezzo dell’Iva), stabilito dal decreto Ucraina del 22 marzo 2022 che, come sappiamo bene, fu introdotto per far fronte alla crisi energetica e in particolare all’aumento dei costi di benzina, diesel e metano per autotrazione.
Inizialmente pensata come eccezionale (doveva durare solo fino al 20 aprile), la misura è divenuta in un certo senso ordinaria dal momento che di fatto non ha mai cessato di essere in vigore, attraverso una serie di proroghe – otto in tutto – che ne hanno rinviato la scadenza. Anche perché nel frattempo i costi dei carburanti, ad eccezione di qualche fisiologica fluttuazione, sono rimasti sempre abbastanza alti.
L’ultima proroga in ordine di tempo era stata fissata al 31 ottobre. Adesso un decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri, l’ultimo dell’uscente governo Draghi, ha rinnovato lo sconto sui carburanti per altri diciotto giorni, quindi fino al 18 novembre 2022. Dopodiché sarà compito del nuovo esecutivo occuparsi della gestione di questo intervento emergenziale.
Secondo i più recenti dati diffusi dal MISE, aggiornati al 17 ottobre 2022, la media settimanale dei prezzi vede la benzina stazionare intorno a 1.697 euro/litro (+37 millesimi circa), mentre per il gasolio,in questo momento eccezionalmente più caro, ci vogliono 1.882 euro litri (+93). Ma il conto più salato di tutti lo paga sempre il «metanista». In settembre, stando alle ultime rilevazioni mensili di Assogasmetano, il prezzo medio nazionale del gas naturale per autotrazione è risultato di circa 3,151 €/kg, un valore record.
Dopo la decisione per certi versi sorprendente di due settimane fa della Commissione Trasporti UE, il Parlamento Europeo ha deciso oggi di adottarne la proposta legislativa che prevede la realizzazione di stazioni di rifornimento per auto, camion, treni e aerei alimentati da combustibili alternativi come elettricità e idrogeno e il supporto alla diffusione dei veicoli sostenibili.
Secondo il testo adottato – approvato con 485 voti favorevoli, 65 contrari e 80 astensioni – entro il 2026 le strade principali dell’UE dovranno avere almeno una colonnina di ricarica per auto elettriche ogni 60 km. Lo stesso requisito si dovrebbe applicare anche a camion e autobus elettrici, ma solo sulle strade TEN-T principali – i grandi corridoi europei di transito – e ovviamente con stazioni più potenti. Sono inoltre previste alcune esenzioni per le regioni ultraperiferiche, le isole non collegate alle reti energetiche continentali e le strade a traffico particolarmente ridotto.
Le nuove norme fanno parte del pacchetto “Pronti per il 55% nel 2030”, il piano dell’UE per ridurre le emissioni di gas serra entro quella data di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990. Come previsto dalla Commissione, i deputati hanno concordato che entro il 2024 ogni Paese UE dovrà presentare un quadro strategico nazionale per il raggiungimento degli obiettivi che riguardano le stazioni. Il Parlamento ha suggerito inoltre di installare un maggior numero di stazioni di idrogeno lungo le strade principali dell’UE (ogni 100 km anziché ogni 150 km, come proposto dalla Commissione) e di farlo più rapidamente (entro il 2027, anziché entro il 2031).
Tra gli altri principi fissati:
l’utilizzo delle stazioni di ricarica accessibili al pubblico dovrebbe essere aperto a tutti gli utenti, indipendentemente dalla marca di automobile, in modo facile e non discriminatorio;
dovrebbe essere indicato un prezzo per kWh e per kg, conveniente e confrontabile con i prezzi medi;
dovrebbe essere creato, entro il 2027, un punto di accesso europeo comune per i dati sui combustibili alternativi, in modo da fornire informazioni su disponibilità, tempi di attesa e prezzi in tutta Europa.
Secondo il gruppo verde Transport & Environment (T&E), che ha apprezzato particolarmente il voto di oggi, con il nuovo corso i camion elettriciusufruirebbero di molti punti di ricarica pubblici. Infatti i Paesi dell’UE sarebbero tenuti ad avere una capacità di ricarica di 2.000 kW ogni 60 km lungo le principali vie di trasporto della rete centrale TEN-T nel 2025, che salirà a 5.000 kW nel 2030. A partire da quella data, gli obiettivi si applicheranno poi all’intera rete stradale TEN-T.
La ricarica con un caricabatterie da 700-900 kW durante una pausa di riposo obbligatoria per il conducente è sufficiente – secondo T&E – per quasi tutti i camion per completare il loro viaggio quotidiano. Al momento, sempre secondo l’ONG, gli obiettivi dei Paesi membri per il 2025 verso gli autocarri si fermano invece a 1.400 kW di capacità di ricarica, fino a 120 km di distanza e su solo il 15% della rete stradale.
«Disponiamo al momento di 377.000 stazioni di ricarica nell’UE, ovvero la metà del numero che si sarebbe dovuto raggiungere se i Paesi dell’Unione avessero mantenuto le loro promesse – ha spiegato Ismail Ertug, relatore sull’infrastruttura per i combustibili alternativi – Per salvare il Green Deal, dobbiamo dunque affrontare questa strettoia della decarbonizzazione». Dopo l’adozione dei mandati negoziali, il Parlamento è pronto ad avviare i negoziati con i governi UE.
Con la pubblicazione sulla su G.U. n. 244 del 18 ottobre 2022, diventa operativo il Decreto MIMS-MEF del 30 giugno scorso che definisce termini e modalità di presentazione delle domande per la concessione del Buono patente autotrasporto, che rientra nel “Programma patenti giovani autisti per l’autotrasporto”. Il Fondo ha una dotazione di 3,7 milioni di euro per l’anno 2022 e di 5,4 milioni di euro per ogni anno dal 2023 al 2026. Una parte delle risorse stanziate sul Fondo per il 2022 – 1 milione di euro – è destinata alla progettazione e alla realizzazione della piattaforma informatica che sarà utilizzata erogare il contributo.
Beneficiari del Programma sono i cittadini italiani ed europei che – nel periodo tra il 1° marzo 2022 e il 31 dicembre 2026 – abbiano un’età compresa tra i 18 e i 35anni, e che intendano conseguire le patenti di guida per il trasporto di merci C, C1E, CE e la carta di qualificazione del conducente (CQC). A ogni beneficiario è riconosciuto un buono pari all’80% della spesa per la formazione necessaria al conseguimento di patente e CQC, fino all’importo massimo di 2.500 euro. Il buono può essere richiesto una sola volta, è emesso secondo l’ordine cronologico di inoltro delle istanze fino a esaurimento delle risorse disponibili per ogni anno dal 2022 al 2026, non costituisce reddito imponibile del beneficiario e non rileva ai fini dell’ISEE. Per accedere al buono, occorre registrarsi sulla piattaforma – con SPID, CIE o CNS – e compilare il modello disponibile con le necessarie dichiarazioni sostitutive.
Il buono è disponibile nell’area riservata del beneficiario e utilizzabile solo presso le autoscuole e/o soggetti in possesso di nulla osta per l’effettuazione dei corsi CQC (rilasciato dalla DG Motorizzazione e dalle Direzioni Generali Territoriali accreditati sulla piattaforma informatica), che applicheranno uno sconto, pari al valore del buono, sulle spese della formazione. Le autoscuole accreditate sono inserite in un elenco consultabile dai beneficiari, sulla piattaforma informatica “Buono patenti” e sono obbligate ad accettare i buoni secondo le modalità stabilite nel decreto. Le autoscuole dovranno attivare il buono entro 60 giorni dall’emissione, pena l’annullamento del buono stesso (in questo caso il beneficiario dovrà fare nuova domanda, nei limiti delle disponibilità delle risorse residue). Il beneficiario del Buono deve conseguire la patente, ed eventualmente anche la CQC, entro 18 mesi dalla sua attivazione.
Le autoscuole provvedono al caricamento, sull’applicazione web delle informazioni relative ai titoli e alle abilitazioni eventualmente conseguite da ciascun beneficiario e provvedono all’emissione di fattura elettronica di importo pari a quello del buono attivato. Entro 30 giorni dall’accettazione della fattura, alle autoscuole viene liquidato l’importo del buono attivato.Buono patente autotrasporto
È stato inaugurato ieri a Torino il nuovo stabilimento ePowertrain di Fpt Industrial, brand di Iveco Group dedicato alla progettazione, produzione e vendita di sistemi di propulsione. Il sito produttivo è interamente dedicato alla gamma elettrica del marchio, che comprende assali elettrici, motori centrali integrati (Central Drive) e pacchi batteria per veicoli commerciali leggeri, minibus e autobus. Si tratta del primo impianto a zero emissioni nette di CO2 del Gruppo.
Lo stabilimento occupa una superficie totale di 15.000 metri quadrati, genera la propria energia con pannelli solari e altre innovative tecnologie fotovoltaiche ed eoliche, si rifornisce di ulteriore energia da fonti rinnovabili e acquista crediti di carbonio. Uno spazio interno di 6.000 metri quadrati coltivato con 100 piante resistenti alla siccità aggiunge un ulteriore assorbimento di CO2 previsto per circa 7 tonnellate all’anno.
A pieno regime, lo stabilimento impiegherà circa 200 persone per produrre oltre 20.000 assali elettrici e oltre 20.000 pacchi batteria all’anno. Gli assali elettrici equipaggeranno veicoli commerciali pesanti come il Nikola Tre, mentre le transfer box elettriche e i pacchi batteria compatti saranno installati su veicoli commerciali leggeri e minibus, come il nuovo Iveco eDaily.
Mihindukulasuriya Patabendige Cansious Premasiri Fernando. È il nome della vittima di un tremendo scontro frontale tra il suo furgone e un camioncino a Montorio, nel Veronese. Mihindukulasuriya era nato in Sri Lanka sessantuno anni fa, per poi trasferirsi a Verona e lavorare come conducente di mezzi commerciali. Ieri mattina, poco dopo le 7, l’autista cingalese dopo aver effettuato una consegna di pane e riprendere il suo giro, si dirigeva verso il vicino ingresso della tangenziale, ma lungo quella strada il suo mezzo veniva centrato da un autocarro che arrivava in direzione opposta. Al volante di quest’ultimo c’era R.B., 42 anni, veronese, che secondo i primi accertamenti stava guidando con un tasso alcolico molto elevato.
Il violento impatto tra i due mezzi non ha lasciato scampo a Mihindukulasuriya, che è morto sul colpo per la gravità delle ferite riportate, schiacciato tra il muso del camion e il muro che separa la strada dalla pista ciclabile e dal fosso. Secondo i testimoni presenti il camioncino si è spostato verso l’altra corsia di marcia improvvisamente, in un tratto con leggera curva a sinistra, senza lasciare possibilità al conducente del furgone di provare una manovra evasiva per evitare l’impatto.
L’investitore è ora in ospedale in condizioni critiche e in terapia intensiva, ma nel frattempo è stato imputato di omicidio stradale, con l’aggravante del tasso alcolemico fuori norma. Un reato che prevede, lo ricordiamo, fino a 12 anni di carcere. Tra l’altro il 42enne non avrebbe potuto mettersi alla guida del suo mezzo, perché la patente gli era stata revocata per ben tre volte, sempre col motivo della guida in stato di ebbrezza: un provvedimento della durata di tre anni, ancora in corso. Quindi, oltre alle possibili conseguenze per aver causato l’incidente, rischia anche una multa di oltre 30 mila euro e un anno di carcere. I due veicoli sono stati sottoposti a sequestro penale e messi a disposizione del pubblico ministero, Carlo Boranga.
Al Fusa Expo di Brescia – fiera B2B dedicata alle innovazioni per aziende e professionisti – è nata ETA (Ethical Transport Approach), una nuova associazione dedicata alla riqualificazione professionale degli autisti nei trasporti su gomma, per iniziativa di Emanuela Carpella e Giuseppe Lacorte, alla guida di due aziende di trasporti locali e rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione. Secondo i fondatori, l’esigenza di una realtà che si occupasse di gestione etica della professione di autotrasportatore nasce dalla evidente considerazione che il settore soffre di una grave carenza di organico, anche perché guidare un camion non è ritenuto un lavoro attrattivo.
Ciò dipende da diversi fattori: «Sussistono dei cliché sociali – spiega ETA – che non corrispondono più alla realtà di un’attività che richiede notevoli competenze tecnologiche e in tema di sicurezza, oltre a soft skill necessarie per sostenere il livello di stress da gestire giorno e notte». Inoltre, nella maggior parte delle aziende di trasporto commerciale, la figura dell’autista non ha ancora ricevuto il giusto riconoscimento, con una formazione non sempre puntuale e stipendi non adeguati. Per rilanciare un comparto strategico dell’economia Italiana «occorre dunque adottare un nuovo standard di gestione degli autisti, che preveda più rispetto, più formazione e un nuovo approccio etico».
Ecco quindi la proposta di un Decalogo che aiuti a cambiare la situazione. I 10 consigli sono:
1) LE PERSONE AL CENTRO. I dipendenti delle aziende di logistica e trasporti svolgono un lavoro importante, spesso in condizioni pericolose e molto stressanti. È il momento di mettere al centro le persone che operano nel trasporto, l’autista e chi dirige l’organizzazione giornaliera, facendole sentire parte integrante dell’azienda e investendo in formazione professionale e immagine.
2) INCLUSIONE E ACCOGLIENZA. Tutti i partner di ETA fanno della diversità un punto di forza. L’impegno si nota anche nell’assunzione di presenze femminili, essenziali per contribuire a creare una nuova reputazione al ruolo dell’autista.
3) COINVOLGIMENTO DEI DIPENDENTI. I partner includono autisti e corrieri nei processi decisionali, così da mettere al centro i loro bisogni e rendere più semplice e piacevole il loro lavoro. Proprio per questo nella sede di ciascun partner dev’essere presente un’area dedicata agli incontri tecnici operativi.
4) ATTENZIONE PER IL DIPENDENTE, PER LA SALUTE E IL BENESSERE MENTALE.Le aziende partner si prendono cura dei propri dipendenti, svolgendo controlli costanti, garantendo sorveglianza sanitaria e implementando corsi per la gestione dello stress, di educazione alimentare, di meditazione e di relazione umana.
5) AREA RELAX.Le aziende che aderiscono al progetto mettono a disposizione nelle loro sedi aree dedicate all’accoglienza con ogni tipo di ristoro, creando un ambiente rilassante dove potersi riposare dopo lunghe ore al volante.
6) FORMAZIONE E TRAINING SPECIFICO.Ethical Transport Approach si impegna a verificare che tutti i membri forniscano ai propri dipendenti un’appropriata formazione professionale, comprensiva di corsi specifici di aggiornamento e di sicurezza per essere preparati al meglio.
7) CONTROLLO E MANUTENZIONE MEZZI.Per garantire di lavorare sempre in completa sicurezza, le aziende che aderiscono al progetto si impegnano a controllare in modo costante e frequente tutti i mezzi della loro flotta, inserendo nel team una figura di riferimento per le opportune verifiche.
8) FORNITURA DI STRUMENTI ADEGUATI.Il lavoro di tutti i dipendenti è organizzato e gestito attraverso modelli e sistemi efficaci ed efficienti, grazie anche alla fornitura di strumenti adeguati all’ottimizzazione delle attività quotidiane.
9) BASTA CON IL CLICHÉ NEGATIVO DEL CAMIONISTA.Gli autisti, corrieri e autotrasportatori delle aziende partner devono operare in divisa aziendale con il logo Ethical Transport Approach, come veri piloti. L’uniforme vuole rappresentare l’importanza del loro lavoro e della responsabilità che hanno sulla strada.
10) RETRIBUZIONE ADEGUATA GARANTITA.I partner del progetto si impegnano a pagare regolarmente i loro dipendenti, dando loro una retribuzione adeguata per l’importante lavoro che svolgono.
I COMMENTI
Antonio Colaianni – Project Development manager ETA- «L’associazione intende portare la sostenibilità sociale nei trasporti, con azioni mirate a riqualificare la figura dell’autista, per migliorare la qualità del suo lavoro, la sua salute e la sicurezza stradale». Ettore Pomarici, formatore CQC -«Superato l’esame per avere la qualifica di conducente, l’autista dovrebbe seguire corsi di aggiornamento ogni 5 anni, ma non essendo previsto un test finale, l’impegno viene eluso o vissuto come un fastidioso obbligo burocratico. L’impressione è che manchi un’identità professionale e gli autisti si adattano a situazioni non ben definite tra datore di lavoro e committenti». Agostino Crosti, professore al Politecnico di Milano in ‘Diritto penale ed etica dell’ingegnere industriale’ – «Il cambio di rotta nella logistica, promosso da ETA, è nell’interesse di tutto il tessuto produttivo italiano, perché la centralità della persona è uno dei fondamenti del made in Italy. Se non si attraggono più giovani disposti a lavorare, con passione e dedizione, nel comparto degli autotrasporti come in quello industriale il rischio concreto è che il made in Italy si dissolva, per carenza del suo fattore di successo: l’essere umano».
La multa per eccesso di velocità inflitta attraverso un’ordinanza-ingiunzione di pagamento della Prefettura deve essere notificata nel termine di 150 giorni dalla sua adozione; se tale termine viene superato l’ordinanza è nulla e la sanzione scompare.
Con questa decisione il giudice di pace di Busto Arsizio ha dato ragione a una cooperativa che, difesa dall’avvocato Roberto Iacovacci, aveva ricorso contro una sanzione ex art. 142, 8ºcomma del Codice della Strada (superamento del limite di velocità di 130 km/h lungo l’autostrada A8 tra 10 e 40 km/), comminata il 1° febbraio 2020. La coop aveva fatto ricorso nei tempi previsti e il 15 aprile 2020 questo era giunto al Prefetto di Varese. Il prefetto però lo aveva rigettato l’11 novembre dello stesso anno, chiedendo al contempo il pagamento della sanzione pecuniaria. La cooperativa si era appellata anche contro questo provvedimento, poiché riteneva che non fossero stati rispettati i termini previsti dagli artt. 203 e 204 C.d.S.
Il giudice ha così esaminato cosa dice la legge. A norma dell’art. 203 C.d.S. il trasgressore, entro 60 giorni dalla contestazione o dalla notificazione, può proporre tra l’altro ricorso al prefetto del luogo della violazione, mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento. In questo caso, il prefetto trasmette il ricorso all’ufficio o al comando cui appartiene l’organo accertatore, corredandolo dei documenti allegati dal ricorrente, nel termine di 30 giorni dalla sua ricezione. A sua volta il responsabile dell’ufficio o del comando cui appartiene l’organo accertatore deve trasmettere gli atti al prefetto nel termine di 60 giorni dal deposito o dal ricevimento del ricorso direttamente o dal ricevimento degli atti da parte del prefetto. Gli atti, insieme alla prova della avvenuta contestazione o notificazione, devono essere corredati dalle deduzioni tecniche dell’organo accertatore utili a confutare o confermare le risultanze del ricorso.
L’art. 204 C.d.S stabilisce inoltre che il prefetto, esaminati il verbale, gli atti prodotti, il ricorso e i documenti allegati, se ritiene fondato l’accertamento adotti, entro 120 giorni dalla data di ricezione degli atti da parte dell’ufficio accertatore, ordinanza motivata con la quale ingiunge il pagamento di una somma determinata, nel limite non inferiore al doppio del minimo per ogni singola violazione. Passati questi termini senza che sia stata adottata l’ordinanza del prefetto, il ricorso si intende accolto. In sintesi, quindi, il secondo comma dell’art. 204 prevede che l’ordinanza-ingiunzione di pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria debba essere notificata nel termine di 150 giorni dalla sua adozione.
Nel caso in esame, invece, il ricorso gerarchico è stato consegnato al Centro Nazionale Accertamento Infrazioni il 15 aprile, per cui l’ordinanza avrebbe dovuto essere emessa a ottobre 2020, invece dell’11 novembre, data che supera i termini perentori stabiliti. Il giudice di pace ha così dichiarata nulla l’ordinanza prefettizia «perché tardivamente assunta», accogliendo così il ricorso e annullando la multa.
Il mondo del pesante incontra la ciclologistica. Renault Trucks ha infatti stretto un accordo con il produttore di Lione, Kleuster, per fabbricare e distribuire Freegône, bicicletta cargo su tre ruote a trazione elettrica. L’intesa permetterà di incrementare e accelerare la produzione e la commercializzazione del “triciclo”, che verrà assemblato in un’area dedicata di 2.100 mq all’interno dello stabilimento industriale Renault Trucks di Vénissieux e venduto attraverso la rete europea del costruttore. Il team Renault Trucks dedicato all’assemblaggio conta già una dozzina di persone per soddisfare la crescente domanda e a brevissimo la capacità produttiva sarà quintuplicata rispetto a quella attuale. In questo modo Renault Trucks amplia la propria gamma elettrica con una soluzione complementare nella mobilità dell’ultimo miglio. Diventa così l’unico produttore in Europa a proporre una gamma così ampia di veicoli elettrici, da 650 kg a 44 ton di peso totale.
«Con l’aumento delle zone a basse emissioni (ZTL), la crescita esponenziale delle consegne urbane e una forte consapevolezza ecologica collettiva – spiegano dal produttore transalpino – il futuro nelle aree cittadine appartiene mezzi di trasporto agili e a basse emissioni di carbonio, come appunto le bici cargo elettriche a pedalata assistita per uso professionale».
Le Freegône, oltre a poter accedere a strade, piste ciclabili, zone pedonali e ZTL, grazie alla sua agilità e alle dimensioni ridotte può arrivare direttamente dal cliente nel punto di consegna. Con un’autonomia di 80 km, la bici può essere più produttiva di un piccolo veicolo commerciale e anche più economica, grazie al basso costo di gestione. Si tratta dell’unico veicolo a tre ruote cargo sul mercato a proporre 5 moduli (cella non refrigerata, cella refrigerata, alimenti, pianale e benna). Il modello con cellanon refrigerata ha una capacità di carico di ben 350 kg e 2 mc di volume utile, mentre quello con cella refrigerata offre una cella frigorifera positiva e negativa omologata ATP, con un intervallo di temperatura compreso tra -25 e +4°C. Infine il modulo benna per rifiuti è l’unico che può essere svuotato automaticamente in meno di 20 secondi in un camion con benna o in un container. Grazie alla sua modularità, la Freegône si rivolge a diversi target, dalla consegna e ritiro di pacchi o prodotti alimentari, ai servizi di corriere, passando per l’artigianato, la raccolta dei rifiuti, la manutenzione degli spazi verdi e il settore alimentare. Ad oggi, quasi 200 Freegône viaggiano in tutta la Francia, alcune da quasi 7 anni, a testimonianza della loro affidabilità e durata. I cicloveicoli sono già disponibili nella rete francese del produttore e, a partire dal 2023, verranno distribuiti in tutta Europa.
«La bicicletta cargo può essere una risposta ai nostri clienti che operano in aree urbane e sono alla ricerca di soluzioni per accedere alle zone senza emissioni» ha spiegato Bruno Blin, presidente di Renault Trucks. «Con RT condividiamo l’ambizione di fornire la soluzione di mobilità urbana più adeguata nelle aree densamente popolate – ha sottolineato Gérard Têtu, fondatore e direttore di Kleuster – Questa collaborazione ci è sembrata quindi vantaggiosa per entrambe le aziende, permettendoci di rispondere sia alle odierne sfide ambientali che alle esigenze dei nostri clienti acquisiti e potenziali».