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Rifiuto, non mi scappi. Nel numero di novembre di UeT tutto sul sistema di tracciamento dei trasporti

Da dove nasce l’esigenza di tracciare i rifiuti? Perché il Sistri, il sistema di tracciabilità telematico dei rifiuti nato nel 2010 e mai divenuto pienamente operativo, si è rivelato un fallimento? E come funziona il nuovo registro elettronico denominato «Rentri» che prenderà il via nel 2024? Quali sono i soggetti obbligati all’iscrizione? A queste e altre domande risponde il nostro mensile con un numero monografico interamente dedicato al trasporto e al tracciamento dei rifiuti: un settore sempre più sotto la lente e indicato come uno dei tasselli più importanti in chiave di economia circolare. Anche perché la tracciabilità, la trasparenza e la circolarità dei flussi sono considerate oggi caratteristiche essenziali – anzi rappresentano la precondizione – per poter parlare in maniera innovativa e sostenibile di qualsiasi altro aspetto legato alla gestione dei rifiuti.

Nel numero, in distribuzione in questi giorni e online sul nostro sito (puoi sfogliarlo qui), parliamo di quanti e quali sono i rifiuti prodotti in Italia e di come si trasportano, delle differenze tra Sistri e Rentri in termini di costi e operatività, del rapporto tra autotrasporto e tecnologia, di come avviene il tracciamento nei principali Paesi europei e di molto altro ancora.

Al centro anche una panoramica sul mercato dei veicoli con allestimenti per la raccolta rifiuti e su quanto di meglio verrà esposto a Ecomondo 2022 (vi segnaliamo, in tale contesto, il workshop di Federtrasporti sul valore del trasporto nell’economia circolare, che si terrà l’8 novembre alle ore 11 a Rimini Fiera).

Leggi l’editoriale: Le accise e il gusto di Salvini per l’attualità 

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Con la carta C2A spese sotto controllo e maggiori tutele per gli autisti

Il mondo del lavoro legato all’autotrasporto è in fase di evoluzione. È sempre più difficile per le aziende trovare autisti professionisti. Un problema, quello del reclutamento dei conducenti, che si protrae da almeno un decennio e che costringe il settore ad interrogarsi sul futuro, in un momento in cui l’aumento dei costi sta mettendo in difficoltà numerose imprese di trasporto. Quali sistemi adottare per invertire la rotta?  

C2A, società conosciuta per la sua carta di pagamento «all-in-one» per flotte e trasportatori, partecipa al dibattito in corso, rispondendo con soluzioni che puntano a migliorare la qualità del lavoro degli autisti, dando allo stesso tempo alle aziende la possibilità di monitorare l’attività svolta e controllare le spese delle flotte dei mezzi pesanti.  

«C2A Truck è molto di più di una semplice carta carburante e di una carta bancaria – spiegano da C2A – perché consente di recuperare l’IVA e le accise sul carburante con la fattura mensile, di integrare i flussi nella contabilità e permette di visualizzare online il saldo disponibile di ognuna delle tessere utilizzate. Il tutto senza alcuna cauzione finanziaria». Le carte C2A funzionano infatti con un conto centralizzato ricaricabile. Questo dà la libertà di stabilire i limiti di spesa e permette di avere il controllo completo su quanto viene speso. Allo stesso tempo i dipendenti possono pagare in sicurezza le spese aziendali autorizzate dal responsabile delle carte. 

Un punto centrale sul quale si sofferma C2A è l’incremento dei costi medi stradali che, come ha rivelato un’indagine della Banca d’Italia sui trasporti internazionali di merci, nel 2021 ha interessato sia i carichi completi sia quelli parziali. Il rialzo dei noli ha riguardato tutte le aree geografiche di destinazione e provenienza e deriva principalmente da un aggravio dei costi operativi, dovuto in particolare all’aumento dei prezzi del carburante. «È per questo motivo che, se si fotografa l’attuale situazione del mercato dal punto di vista degli autisti – sottolineano da C2A – è necessario introdurre soluzioni in grado di dare maggiori tutele e benefici, con l’obiettivo di coinvolgere i giovani e avviarli a questa professione. Con C2A Truck gli autisti non devono anticipare le spese, ma è l’azienda che in pochi click carica la carta con i fondi necessari a svolgere tutte le attività. Grazie alla copertura assicurativa fornita da C2A, i conducenti che viaggiano all’estero inoltre possono sentirsi più tranquilli. La carta di pagamento infatti è nominale e include l’assistenza medica e il rimpatrio in caso di necessità, con l’organizzazione del recupero dell’autista e del mezzo, al fine di riportarli in Italia».

Stando all’Osservatorio «Contract Logistics» del Politecnico di Milano, negli ultimi anni un’azienda committente su due ha avuto difficoltà a reperire servizi di trasporto necessari, soprattutto nei periodi di picco, mentre il 63% delle imprese di trasporto ha incontrato difficoltà a reperire autisti. «Sono varie le ragioni che al momento contribuiscono a tenere distanti i giovani – concludono da C2A – Su questo stiamo facendo la nostra parte, con l’obiettivo di contribuire a invertire la rotta». 

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EDITORIALE | Le accise e il gusto di Salvini per l’attualità

Non confidate troppo in Matteo Salvini. Non perché difetti di capacità, quanto per la sua indole caratteriale. Quella del nuovo ministro delle Infrastrutture si nutre infatti di riflettori ed è in grado di percepire con anticipo i temi che l’attualità tenderà ad amplificare e, di conseguenza, a cavalcarli. Per forza di cose, però, gli argomenti che, un po’ come carta moschicida, assorbono l’aria che tira, hanno due caratteristiche di fondo: devono essere estremamente facili, perché devono poter essere compresi da una platea il più ampia possibile; devono (o, meglio, possono) durare lo spazio di un mattino, nel senso che se l’attualità domani si tinge di nuance e profumi diversi rispetto a ieri, bisogna saper virare in fretta. Scordandosi il passato con estrema nonchalance.

Due tratti opposti all’autotrasporto, che per un verso è un settore in ombra, sottotraccia, poco incline a conquistare la scena dell’attualità, se non per episodi più o meno tragici rispetto ai quali è meglio prendere le distanze. Per un altro, perché è un comparto complesso, tecnico, governato da logiche tutte proprie. E per di più afflitto da sempre dagli stessi problemi, a cui se ne aggiunge qualcuno di nuovo soltanto per «importazione». La carenza di autisti, per esempio, è sì un’emergenza di questi anni e in parte figlia del settore, ma è anche la conseguenza di un calo demografico della società. Perché, detto banalmente, se in Italia avessimo un tasso di natalità elevato e un’immigrazione copiosa di certo sarebbe più facile reperire mani a cui far girare un volante.

Tutto ciò viene confermato dalle prime dichiarazioni del Salvini neo-ministro, concentrate a ribadire un progetto infrastrutturale che funziona un po’ come una bandiera, da agitare nei bar in un modo o in quello esattamente opposto: l’immarcescibile ponte sullo Stretto. Non sto sostenendo che sia o meno da fare, riscontro però che il nuovo capo del ministero di piazza di Porta Pia lo ha consegnato alle cronache, corroborandolo di popolarità allargata per avergli attribuito la potenzialità di creare 120 mila posti di lavoro. Sulla base di quali stime non si sa. E d’altra parte quando navighi sull’onda, ciò che conta è rimanere in superficie, scivolandoci sopra come fa un surfista con la tavola.

Ugualmente esemplare dell’evaporazione rapida dell’attualità è stata pure la polemica sul ministero del Mare, creato e integrato a quello del Sud. Salvini non ha gradito la mossa perché potrebbe restringere il perimetro d’azione del suo dicastero, in particolare rispetto alle politiche migratorie, controllate anche tramite la guardia costiera. E in questo modo è sembrato contrario alla stessa nascita di questo nuovo gabinetto. Eppure, scorrendo il programma elettorale della Lega (a pagina 96) si legge esattamente il contrario. Perché, sulla base del fatto che «l’Italia è al centro del Mediterraneo» e che ciò malgrado «la maggior parte dei 30 milioni di container» in arrivo ogni anno dal Canale di Suez «passa davanti alle nostre coste ma non si ferma», si propone di «ridefinire i compiti del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e creare un ministero del Mare e della Logistica». Proposta concreta e anche molto fondata sulla carta, che però rischia di sciogliersi come neve al sole perché entrata in rotta di collisione con un interesse contingente e preminente.

Ma forse è normale così: anche un programma politico, costruito in vista delle elezioni, resta funzionale fintantoché non si aprono le urne. Poi, può essere messo da parte o sostituito con altro. Ma se così non fosse, visto che sempre nello stesso programma si sostiene (a pagina 101) che la riduzione delle accise sono uno strumento di «importanza fondamentale per garantire all’autotrasporto livelli minimi di competitività», mi permetto di consigliare al nuovo ministro una misura urgente e che diventerà di attualità il prossimo 18 novembre, quando scadrà l’ennesima proroga del taglio delle accise. Il problema, come tutti sanno, è che questa misura funziona «a pioggia», interessando chi viaggia per diletto come chi lo fa per lavoro. E anche rispetto alle aziende di autotrasporto tratta allo stesso modo quelle con veicoli vecchi di trenta anni e quelle con un parco di ultimissima generazione. Il 18 novembre potrebbe essere l’occasione per rimettere a posto questa ingiustizia, contraria al buon senso e alle ragioni dell’ambiente e che soprattutto non garantisce «livelli minimi di competitività» a chi ha investito tanto in tecnologia e sostenibilità e deve soffrire la concorrenza di troppi inquinatori seriali. Ristabilire la condizione precedente, in cui chi disponeva di veicoli euro 5 e 6 pagava le accise meno degli altri, era già un ottimo punto di partenza. Ma faccia lei, ministro: sono convinto che riuscirà a trovare una quadratura apprezzabile, una volta tanto, anche da tante oscure imprese di autotrasporto.

Esiti dei controlli Truck&Bus: le infrazioni sui documenti battono quelle sul tachigrafo 

Truck and Bus, la settimana di controlli ai veicoli pesanti su scala europea organizzata da.Roadpol, dal 10 al 16 ottobre 2022, ha portato a fermare 7.100 camion e 631 autobus. Di questi ne ha multati 5.441 per le ragioni più varie. In poco meno del 15% circa dei casi, pari a 733 sanzioni, l’infrazione  riguardava il cronotachigrafo. Seppure una volta tanto non è la più frequente perché superata quelle relative ai documenti del veicolo e di trasporto, che sono state 763. Poi, volendo ricordare le principali, 521 sono relative alle inefficienze tecniche e al carico, 504 al superamento dei limiti di velocità, 376 al mancato uso delle cinture di sicurezza, 28 al trasporto di merci pericolose, 15 a guida sotto l’effetto di alcol, 11 al trasporto dei rifiuti è solo 1 a guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Complessivamente sono state 262 le patenti ritirate e 12.323 i punti decurtati.

ipunti decurtati.

Rixi, Bignami e Ferrante: due viceministri e un sottosegretario per Infrastrutture e Trasporti

Ci sono due viceministri e un sottosegretario alle «Infrastrutture e ai Trasporti». E sono Edoardo Rixi, Galeazzo Bignami e Tullio Ferrante. O almeno così li ufficializza il Consiglio dei ministri del 31 ottobre 2022. E questa indicazione fa intendere che il ministero riprende la sua precedente denominazione abbandonando quella di Infrastrutture e Mobilità sostenibile scelta dal precedente ministro Enrico Giovannini. Ma veniamo ai nomi, specificando prima che le deleghe specifiche per i singoli comparti saranno assegnate soltanto tra due o tre giorni al massimo, quando si chiarirà quindi anche come saranno distribuite tra Infrastrutture e il nuovo ministero del Mare (accorpato a quello del Sud). Fonte di potenziali polemiche.
Il primo, quello di Edoardo Rixi, lo avevamo già anticipato, visto che nei giorni scorsi si era subito affrettato a ribattere a tono, quasi fosse direttamente coinvolto, a Raffaella Paita, capogruppo al Senato per Azione-Italia Viva che accusava Salvini di cercare alibi per rallentare la realizzazione di importanti opere. Rixi ha 48 anni, è laureato in Economia e la nomina di oggi in parte lo ricompensa, giacché era già stato viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, ma si era dimesso dall’incarico per evitare contrasti tra Lega e Movimento 5 Stelle, alleati nel primo governo Conte. Rixi, infatti, era rimasto coinvolto in un processo per le spese pazze nella Regione Liguria e le dimissioni era giunte dopo la condanna di primo grado. In appello però è stato assolto e nello scorso marzo l’assoluzione è diventata definitiva.

In ogni caso Rixi della squadra ministeriale è l’esponente più titolato, sia perché vanta esperienza diretta nel settore quale responsabile delle Infrastrutture per la Lega, sia per il ricordato passato da viceministro, quando peraltro ottenne anche la delega all’autotrasporto, affiancato a quella per i porti, sia perché già come assessore della Regione Liguria alle Attività produttive di fatto si era occupato di porti.

Il nuovo viceministro Bignami durante un comizio a Bologna con Giorgia Meloni

«Con Matteo Salvini ministro ed Edoardo Rixi vice ministro – hanno subito commentato Francesco Buzzone e Stefania Pucciarelli, due parlamentari leghisti della Liguria – viene riproposto quel modello di concretezza che è stato già messo in atto con la realizzazione del Decreto Genova. Ci sono tante sfide da vincere anche in Liguria, tanti cantieri che aspettano il semaforo verde per la crescita del nostro Paese».

Galeazzo Bignami, invece, è stato eletto nelle liste di Fratelli di Italia, è bolognese, di professione avvocato e già la settimana scorsa si era espresso a proposito di un’infrastruttura – il Passante autostradale – che a Bologna vale quanto la Gronda per Genova. Bignami aveva detto in particolare che l’infrastruttura, che di fatto consiste in un allargamento di tangenziale e autostrada, Â«va migliorata, realizzando una viabilità complementare a sud». Ma era un giudizio non ancora supportato da uno studio e un’analisi approfondita. C’è da giurare quindi che presto argomenterà meglio questa affermazione.

Tullio Ferrante è avvocato: è stato eletto nelle liste di Forza Italia alla Camera nella quota proporzionale per la provincia di Salerno

Tullio Ferrante, infine, ha 33 anni è di San Giorgio a Cremano (Napoli), è molto legato dal punto di vista politico a Marta Fascina. È stato eletto nelle liste di Forza Italia alla Camera nella quota proporzionale per la provincia di Salerno. Anche lui, come Bignami, è avvocato – per la precisione è senior associate di Tonucci & Partners –specializzato in contrattualistica commerciale e crisi di impresa.

Rixi fa le prove generali da viceministro: «Faremo la Gronda di Genova in poco tempo»

Polemiche sulla Gronda, a Genova, c’è se sono da tempo. Perché quell’opera, che dovrebbe alleggerire il traffico autostradale del capoluogo ligure, già appesantito dai tanti cantieri attivi per ripristinare la sicurezza delle gallerie presenti nell’area, creando una nuova infrastruttura affiancata all’esistente così da dividere traffico urbano da quello di attraversamento e dai flussi connessi con il porto, serve alla città e ai tanti veicoli in transito come oro. 

E non è un caso che il neo ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, l’ha prima indicata tra le opere prioritarie e poi ha sottolineato che sarebbe già pronta e finanziata, ma non è partita per «paura dei tecnici e dei politici di firmare». È in proposito ha spiegato l’opportunità di ripensare la funzione della Corte dei Conti, il sistema dell’abuso d’ufficio e del danno erariale. «Bisogna accelerare – ha aggiunto – firmare e prendersi delle responsabilità».

Non trascorrono molte ore che un’altra politica genovese, Raffaella Paita, ora Raffaella Paita, capogruppo in Senato di Azione/Italia Viva, ma fino a qualche settimana fa presidente della Commissione Trasporti della Camera, scrive un post su Facebook in cui invita Salvini a fare in fretta: «Iniziamo con gli alibi.  La Lega aveva un viceministro con il Governo precedente e ora ha la guida del ministero. Ci aspettiamo che Salvini firmi subito per sbloccare la Gronda. Il resto sono solo chiacchiere, e la Liguria ha bisogno di infrastrutture, non di annunci».

A quel punto succede qualcosa che ha un doppio valore. Perché a replicare a Paita è Edoardo Rixi, che è sì responsabile infrastrutturale della Lega, ma qui parla piuttosto come candidato principale per quel posto di viceministro alle Infrastrutture, peraltro già occupato nel primo governo Conte e poi lasciato volontariamente dopo la condanna in primo grado per la vicenda “spese pazze” alla Regione Liguria dal 2010 al 2012 (quando era assessore alle Attività produttive), avvenuta il 30 maggio 2019 e per la quale è stato assolto in appello il 18 marzo 2021, ora in via definitiva. Rixi infatti replica su Twitter come chi si sente già dentro una partita. peraltro ricorrendo a un’espressione («stai serena») che a una renziana brucia particolarmente: «Paita stia pure serena sulla Gronda, faremo noi in poco tempo quello che loro non hanno fatto per anni».

D’altra parte Rixi il dossier Gronda lo conosce molto bene. Lo scorso settembre, intervistato da Repubblica, aveva già fatto i conti di quanto sarebbe costata: «L’investimento, che riguarda Autostrade, era valutato a 4,2 miliardi: ora, con i costi aumentati del 35%, si sfiorano i 5,7 miliardi. Ma questo non costituisce un problema: ci vorranno 6-8 anni per realizzarla, bisogna partire immediatamente con i lavori fino ad arrivare alla cifra iniziale, al limite integrando mentre si costruisce».

E poi, a proposito del modello Genova adottato per il ponte Morandi, aveva spiegato che «va esteso a tutte le opere, in modo da realizzarle in tempi più brevi e adeguando le normative, ad esempio non garantendo la copertura economica all’intera opera, già dall’apertura dei cantieri. Realizzare velocemente e bene le infrastrutture fa risparmiare. In un anno e mezzo Autostrade ha incassato il 70% di quello che ha speso».

Credito di imposta Adblue: dalle ore 10 del 2 novembre è possibile la registrazione sul sito dell’ADM

A tutte le aziende di autotrasporto interessate a ottenere il credito di imposta legato all’incremento del prezzo dell’Adblue: fate molta attenzione. Giovedì 27 ottobre è stato pubblicato un decreto direttoriale del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile (il n. 460) che aggiunge un dettaglio assolutamente importante. Andando infatti a modificare l’art. 4 del decreto direttoriale n. 446 del 25 ottobre 2022 scorso, con cui si indicavano le modalità e i termini per la richiesta del contributo. Il quale, lo ricordiamo, è un credito d’imposta del 15 per cento della spesa sostenuta per l’acquisto di AdBlue al netto dell’IVA nell’anno 2022 da parte delle imprese di autotrasporto merci in conto terzi iscritte all’Albo e al REN che operano con veicoli euro V e VI.

La modifica, in particolare, prevede la possibilità per le imprese che non si fossero registrate nel portale dell’Agenzia delle Dogane per la presentazione delle istanze per il contributo sull’acquisto del gasolio, di registrarsi nel portale a partire dalle ore 10:00 del 2 novembre prossimo, così da poter inserire l’istanza a partire dalla data di apertura fissata al 4 novembre 20220 alle ore 10.00.

Un’opportunità, insomma, da cogliere al volo.

Ecomondo | «Il cerchio del continuo ritorno»: un workshop di Federtrasporti sul valore del trasporto nell’economia circolare

La materia prima, dopo opportuno trattamento, diventa un prodotto. E il prodotto, dopo un utilizzo più o meno prolungato, diventa rifiuto. Sempre e comunque. A meno di non adottare un modello economico che sostituisce la materia prima rigenerando gli stessi prodotti e ridando nuova vita a potenziali scarti.
Un modello virtuoso per l’ambiente e vantaggioso per il trasporto, che nella circolarità operativa trova quasi sempre un viaggio per il ritorno. Ma perché tutto ciò funzioni, servono dei presupposti di collaborazione fra gli anelli della filiera e investimenti in tecnologia.

Di questo si parlerà nel workshop organizzato da Federtrasporti, in agenda a Ecomondothe green technology expo, Rimini Fiera 8-11 novembre 2022 – per martedì 8 novembre, alle ore 11.00, presso la Sala Abete (Hall Ovest).

Un’occasione in cui verranno analizzate alcune pratiche virtuose di economia circolare.
Giuseppe Conti, amministratore di SAIB, azienda piacentina leader nella produzione di pannelli truciolari, illustrerà il sistema produttivo adottato che porta ogni anno a realizzarne più di tre milioni, processando 490 mila tonnellate di rifiuti legnosi, dai quali separano – e quindi recuperano – tutto ciò che non è legno (plastiche, ferro, ecc). Una montagna di pannelli – che scongiurano l’abbattimento di 250 mila alberi – che alimenta poi le linee produttive di aziende del calibro di Febal, Veneta Cucine, Aran, Lube, Mondo Convenienza, Ikea e tante altre, divenendo l’anima di cucine e camere. I vantaggi di questo modello di economia circolare investono anche il trasporto. È sufficiente seguire le tipologie di servizi che a SAIB forniscono due cooperative emiliano-marchigiane per rendersene conto. Da quanto ci hanno riferito Eugenio Zaninoni e Roberto Perugini, presidente del Coap di Piacenza e direttore del Carp di Pesaro, il flusso di movimentazione è non soltanto circolare, ma anche cadenzato su un moto tendenzialmente perpetuo. Nel senso che inizia con la presa in carico dei pannelli presso la SAIB per poi consegnarli ai suoi clienti. I quali, dopo averli scaricati, ricaricano gli stessi semirimorchi delle due cooperative con gli scarti delle loro lavorazioni. Esattamente quelli che poi vengono ritrasferiti a SAIB per alimentare la produzione di nuovi pannelli e, nello stesso momento, prenderne altri da portare nuovamente ai mobilifici. E così di seguito in un cerchio senza fine.

Fabrizio Fabbri, responsabile tecnico di Fortom Chimica, parlerà del recupero dei solventi realizzato dall’azienda vicentina che gestisce rifiuti industriali per trarne nuovi prodotti e che si avvale a livello logistico dei servizi del GAM di Mantova.

Altro processo, ma sempre collegato alla circolarità, sarà quello in cui ci introdurrà Elvira Raimondo della Società Chimica Bussi: dal trattamento alla potabilizzazione delle acque messi a punto dalla realtà del pescarese, in orbita al gruppo Todisco, e coadiuvata a livello logistico dalla Cipaa di Popoli, che fornisce più vite al bene liquido per eccellenza usando clorito di sodio ottenuto per elettrolisi e autoproducendo la stessa energia necessaria al processo.

Per info e accrediti: redazione@uominietrasporti.it – segreteria@gruppofedertrasporti.it
Organizzazione e coordinamento, segreteria organizzativa tel. 051 7093831/11 – Via G. Di Vittorio 21/B1, 40013 Castel Maggiore (Bo)

La mozzarella che avete mangiato ieri sera ha viaggiato su un veicolo di 16,4 anni

Fate mente locale sulla mozzarella che avete mangiato ieri sera: sapete attraverso quale contenitore mobile è arrivata fino alla vostra tavola? Rispondere: «il camion», non vale. Tutto ciò che arriva sulle nostre tavole viaggia in camion, perlomeno in ultima battuta. La domanda si riferisce, invece, a quell’allestimento che il camion si porta dietro e serve a conservare alla giusta temperatura gli alimenti trasportati: rimorchi e semirimorchi refrigerati. Ebbene, in Italia – come ha quantificato OITAF – Osservatorio Interdisciplinare Trasporto Alimenti e Farmaci, all’interno del secondo Libro Bianco del Trasporto ATP in Italia, presentato il 27 ottobre a Genova – ce ne sono in giro la bellezza di 17.529. E con tutto ciò che si mangia è anche normale.

La cosa anomale è che in media raggiungono un’età media di 16,4 anni.

La cosa anormale è che questi mezzi nel 60% dei casi sono di proprietà dello stesso produttore o della società commerciale che si occupa di distribuire la mozzarella. Quindi, una realtà spesso molto piccola e che interpreta il trasporto in conto proprio non come attività principale, ma come accessorio ad altro.

La cosa anormale è che la stessa società che magari promuove il valore ambientale che sprigiona dalla mozzarella che produce, etichettandola con qualche suffisso evocativo (del tipo «bio»), poi affida questo prodotto green a veicoli geriatrici, con tutto ciò che ne consegue in termini di inquinamento.

La cosa anormale è che, quindi, la flotta italiana di rimorchi e semirimorchi ATP è costituita per la stragrande maggioranza da mezzi già declassati a Isotermici Normali per il trasporto da 0° C in su, malgrado da lungo tempo esistano in commercio soluzioni avanzate per efficientare i consumi, per ridurre le emissioni di CO2 e di altri inquinanti e per garantire ai prodotti alimentari che consumiamo un’adeguata sicurezza.   

Ci sono eccezioni, per carità, ma sono confinate a qualche decina di casi, vale a dire quelle mosche bianche rappresentate da grandi flotte di trainati operanti in conto terzi e in grado quindi di generare significative economie di scala. Ma si tratta, appunto, di una sparuta minoranza.

La distribuzione territoriale della flotta di allestimenti refrigerati

Poi ci sono le disparità territoriali e queste, in definitiva, sono normali. Nel senso che te le aspetti. Non stupisce, infatti, che il 44,8% degli allestimenti frigo in Italia alberghi al Sud, perché è da lì che parte quel made in Italy tanto apprezzato non soltanto al Nord, ma anche oltre frontiera. Ma a portarcelo – ci informa lo studio di OITAF – non sono vettori nazionali, ma le grandi flotte dell’Europa orientale che di fatto controlla il grosso del trasporto internazionale, perché quella italiana, al pari di quella francese (che raggiunge comunque i 120.000 veicoli da trasporto con un certificato ATP e circa 150.000 veicoli in totale) è tutta concentrata sul nazionale. E allora, tutto sommato non stupisce (malgrado preoccupi) che nella fascia di mercato più a Sud dell’Italia l’età media sia addirittura superiore del dato nazionale, toccando la bellezza dei 17,4 anni.  Anche se, a dirla tutta i 13,9 anni del Nord Est non sono chissà quale vanto, considerando che i ricordati cugini francesi non vanno oltre i cinque anni di età media.

E se vi abbiamo rovinato la cena, ce ne scusiamo tanto…

Il secondo volume del Libro Bianco è stato presentato nell’ambito dell’evento Shipping Forwarding & Logistics Meet Industry – Seaside Edition. Sono intervenuti Clara Ricozzi  (Presidente di OITAF), Tiziana Altieri (curatrice dell’opera e Vice Direttore di Vie & Trasporti), Giuseppe Acquaro (CEO di Terminal Italia), Valerio Vanacore (Responsabile delle Trazioni Alternative IVECO Mercato Italia). Ha moderato l’incontro Giuseppe Guzzardi (Direttore Editoriale della Casa Editrice La Fiaccola). Tutti i partecipanti (tranne Tiziana Altieri) compaiono in questa foto

Contro i viaggi a vuoto partnership tra Golia e Timocom

Importante accordo nella logistica della movimentazione merci. Infogestweb-Golia (Gestionale organizzazione lavoro imprese autotrasporto), prima piattaforma interamente made in Italy per la gestione delle flotte, e Timocom, importante borsa carichi europea, hanno siglato una partnership per minimizzare i viaggi a vuoto e migliorare la sicurezza del trasporto su strada.
L’intesa si propone di ottimizzare sempre di più i processi logistici delle aziende, rendendo l’ecosistema dei trasporti maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico.

In particolare, l’integrazione fra i due sistemi digitali permetterà a Golia di mostrare la borsa carichi Timocom nella propria piattaforma, consentendo dunque agli utenti di evitare i viaggi a vuoto per affrontare le tratte nel modo più efficiente. In questo modo verranno anche limitate le emissioni dannose per l’ambiente e ridotti i costi gestionali di carburante, personale e sanzioni. In sintesi, la borsa carichi tedesca permette di ampliare la rete commerciale, mentre la società italiana ottimizza al meglio la parte amministrativa e la gestione della flotta.
Per aumentare la funzionalità della flotta, poi, sarà possibile effettuare la ricerca del carico direttamente da Golia, calcolare il percorso considerando tempi di guida e di riposo dei conducenti professionali e verificare la posizione del mezzo.

«Questa nuova opportunità di utilizzare Golia insieme ai nostri sistemi – ha commentato Tommaso Magistrali, responsabile commerciale per l’Europa occidentale di Timocom – permetterà ai fleet manager di gestire in modo ancora più preciso, produttivo e redditizio i propri mezzi».
«Golia si arricchisce grazie a Timocom di un nuovo servizio a supporto dello sviluppo commerciale delle aziende – ha affermato Claudio Carrano, CEO e fondatore di Infogestweb-Golia – anche per ottenere quella sostenibilità dell’autotrasporto cui tutte le aziende sane aspirano ad arrivare nell’interesse di tutti».

Golia, che conta oltre 1.600 clienti, più di 15.000 conducenti formati e 50.000 veicoli gestiti, offre ai propri clienti un copioso elenco di servizi e soluzioni, come scarico, analisi e conservazione, in tempo reale, del dato tachigrafico, localizzazione dei veicoli, analisi e monitoraggio dello stile di guida e dell’utilizzo del mezzo. Inoltre fornisce un servizio di assistenza legale, trasportistica, lavoristica e intermodale sul territorio nazionale ed internazionale.
Timocom ha invece un portfolio di oltre 147mila utenti e gestisce fino a un milione di offerte di carichi e veicoli al giorno, partner ideale per garantire rapidità ed efficienza sul mercato spot.

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