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La Germania aumenta i pedaggi autostradali per camion dal 2023

A partire dal 1° gennaio 2023 il pedaggio autostradale in Germania aumenterà. E non di poco. A renderlo noto è lo stesso Bundesrat, ovvero l’organo costituzionale legislativo del sistema federale tedesco, che ha approvato l’emendamento alla legge sul pedaggio per le strade di grande comunicazione.

I rialzi delle nuove tariffe saranno consistenti anche perché aumenterà il peso sia dei costi esterni per l’inquinamento atmosferico (che dipende dalla classe ambientale del motore), sia dei costi fissi per l’inquinamento acustico. Inoltre, accanto all’attuale differenziazione in base alla classe di emissione, le nuove tariffe sono state differenziate anche in base alla classe di peso e, nel caso di veicoli di peso superiore a 18 tonnellate, anche in base alla numero di assi.

Solo per fare un esempio, rispetto alle tariffe 2019 il pedaggio per un veicolo Euro 5 con peso superiore a 18 tonnellate e con più di 4 assi, aumenterà fino al 15,6%. Se tre anni fa pagava infatti 19,8 cent/Km, adesso dovrà sborsarne 22,9 cent/km.

L’importo per lo stesso tipo di veicolo varierà, ovviamente, a seconda della classe emissiva. Un Euro 0/1 con ptt superiore a 18 tonnellate e più di quattro assi pagherà ora ben 35,4 cent/km, mentre un Euro 2, un Euro 3 e un Euro 4 sborseranno rispettivamente 34,9, 31,6 e 25,4 cent/km. Chi pagherà di meno saranno i veicoli Euro 6. L’importa varierà tra i 9,8 e i 19 cent/km, sempre in base a tonnellaggio e assali.

Si può scaricare la tabella completa dei pedaggi in vigore dal 1° gennaio 2023 (in inglese) come pdf a questo link.

Simula smarrimento della carta tachigrafica: autista denunciato e multato di 4.000 euro

Pensava di occultare le infrazioni sui tempi di guida e di riposo con un astuto stratagemma: denunciare lo smarrimento della carta tachigrafica, così da ottenere un duplicato. In questo modo, l’autista aveva due carte da utilizzare in modo alternativo e «farla franca» in caso di controlli (presentendo cioè agli agenti sempre una carta in regola con i tempi).

Non sappiamo quante volte questo sistema abbiamo retto di fronte alle verifiche, ma di sicuro non a quella effettuata lo scorso 1 novembre da una pattuglia della Polizia Stradale di Pontremoli, in Toscana. Gli agenti, insospettiti dall’eccessiva precisione dei tempi di guida registrati, hanno approfondito la ricerca e svelato, grazie alla lettura dei dati memorizzati sul tachigrafo digitale, la frode della doppia scheda.

L’autista, impiegato presso un’azienda di trasporti del lucchese, è stato così deferito all’Autorità Giudiziaria per la violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro e la falsa denuncia presentata. Ma non solo. Per le ripetute violazioni accertate sul rispetto dei tempi di guida, gli sono state comminate multe salatissime per più di 4.000 euro, oltre al ritiro immediato della patente.

Se volete approfondire l’argomento su come utilizzare correttamente il tachigrafo e rispettare i tempi di guida e di riposo, vi riproponiamo la nostra serie podcast «L’orologio della Strada».

La flotta di driveMybox si arricchisce di 48 nuovi Renault T Evolution 480

A pochi mesi dal suo approdo in Italia, driveMybox, che fa incontrare la domanda e l’offerta di questo mercato, prosegue la propria strategia di crescita ampliando il parco mezzi con veicoli di nuova generazione. Si tratta, nello specifico, di 48 Renault T Evolution 480 con nuovo motore DE 13. L’entrata in flotta di questi nuovi veicoli rappresenta per la società, che ha sede legale a Melzo, in provincia di Milano, un altro importante tassello nel suo percorso per raggiungere la massima efficienza nel trasporto su gomma. I veicoli, infatti, sono stati scelti dalla società per «ottimizzare l’impatto ambientale e ridurre le emissioni inquinanti».

Grazie ai software aggiornati e ai motori di ultima generazione, i veicoli Renault Trucks si sono confermati essere il compagno ideale di viaggio per il raggiungimento di questi obiettivi. Ne è la prova l’abbattimento delle emissioni di CO2 (di oltre il 7%) e di NOX garantiti da questi mezzi, conseguenza anche di un ridotto consumo di carburante per chilometro percorso (fino a – 6% rispetto alla generazione precedente) che si traduce in una migliore gestione dei costi e in una ottimizzazione d’utilizzo dei veicoli.

I 48 veicoli Renault Trucks scelti da driveMybox includono tecnologie collaudate per migliorare la sicurezza a bordo. Sono allestiti con cabina sleeper, motore da 480 cv e cambio Optidriver con software Optivision, regolatore di velocità Eco con Optiroll, rallentatore Optibrake+ abbinato al rallentatore idraulico Voith, ABS, ASR controllo della traiettoria, sistema antiribaltamento ESC e assistente alla frenata d’emergenza. Per il comfort degli autisti, tutti i nuovi veicoli sono equipaggiati con climatizzatore da fermo.

I primi 8 veicoli sono stati consegnati presso il nuovo show room di Airuno della concessionaria Bergamo Trucks. Gli altri 40 mezzi andranno presto ad aggiungersi all’attuale flotta di driveMybox.

Mercedes-Benz, il nuovo e-Sprinter stupisce nella prova dei consumi

Mancano ormai pochi mesi al debutto della nuova generazione dell’e-Sprinter, il furgone della Stella che sarà presentato in anteprima mondiale all’inizio di febbraio 2023. In attesa del suo reveal ufficiale, proseguono senza sosta i test effettuati dal costruttore per valutare le performance in termini di efficienza, autonomia e capacità di carico.

La nuova generazione del van 100% elettrico è stata sottoposta a uno speciale test drive lo scorso 19 ottobre. Non si è trattato di un test su una pista di prova chiusa, né tantomeno su un banco di prova. Per creare le condizioni reali di una consegna espressa, il viaggio è stato completato nel traffico cittadino e su strade e autostrade federali. Nel dettaglio, il veicolo ha percorso 475 chilometri dal Museo Mercedes-Benz di Stoccarda all’aeroporto di Monaco e viceversa, con una sola carica della batteria e senza ricarica, segnando un consumo di energia di 21,9 kWh per 100 chilometri.

E ciò nonostante il percorso sia estremamente impegnativo in termini di consumo di carburante a causa dell’elevata percentuale di autostrade e della salita al Giura Svevo, con il tratto più basso a 210 metri sul livello del mare e quello più alto a 785 metri sul livello del mare. All’arrivo, il quadro strumenti indicava un’autonomia residua di circa altri 20 chilometri

Il nuovo Mercedes-Benz eSprinter sarà lanciato con tre diverse dimensioni di batteria. Per il test drive è stato scelto un veicolo di pre-produzione con la più grande delle tre varianti. In vista di una configurazione pratica del veicolo per l’uso CEP (corriere, espresso, servizio pacchi), per la dimostrazione è stato scelto un eSprinter extra-lungo con tetto alto.

Intermodalità, Rixi: «Per non perdere competitività logistica serve investire sulle vie del mare»

«Per non perdere capacità logistica occorre scaricare il traffico pesante sulle vie marittime, ecco perché sono più propenso per il marebonus rispetto al ferrobonus». Così il Viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Edoardo Rixi, intervenuto oggi a Roma in occasione degli Stati Generali del Trasporto e della Logistica 2022 di Alis. Il Viceministro ha quindi sottolineato la necessità di intervenire sulle arterie principali del Paese «per evitare che entro quindici anni non siano più operative. Di fronte a questo scenario, per evitare di perdere capacità logistica a causa dei lavori, le vie del mare sono quindi lo strumento che ci consente di scaricare subito milioni di camion su tutta la lunghezza del Paese, oltre a rappresentare una soluzione sotto il punto di vista della riduzione di emissioni di CO2».

Ponte sullo stretto, Salvini: «Andremo fino in fondo»

«Costasse quello che costasse, con il Ponte sullo stretto andrò fino in fondo». Lo ha affermato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini in apertura degli Stati Generali del Trasporto e della Logistica 2022 iniziati oggi a Roma presso la sede di Alis – Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile. «Il progetto – ha proseguito Salvini – rappresenta l’opera a campata unica più green ed ecocompatibile della storia, in grado di far risparmiare 140mila tonnellate annue di anidride carbonica e creare attrattività per tutta l’Italia, oltre che vera continuità territoriale veloce tra Sicilia e Calabria. La prossima settimana sarò a Bruxelles, vedremo se c’è la possibilità di cofinanziare il progetto con l’Europa». 

«Gli autotrasportatori oggi sono costretti ad aspettare anche ore per attraversare i tre chilometri e trecento metri che separano la Sicilia dalla Calabria» ha chiosato poco dopo il ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, sottolineando come «in uno scenario in cui il Mediterraneo torna a essere luogo di scambi e non più solo di transiti, occorre dotare di infrastrutture il Mezzogiorno affinché giochi un ruolo centrale. Il Ponte sullo Stretto è il necessario completamento del corridoio europeo che nasce a Berlino e deve esaurirsi a Palermo, garantendo continuità per la gomma». 

Tra le altre priorità evidenziate dal ministro Salvini per il settore dell’autotrasporto ci sono inoltre «lo svecchiamento del parco circolante e lo snellimento e velocizzazione delle pratiche burocratiche che comportano tempi lunghissimi d’attesa per il conseguimento delle patenti di guida. Serve quindi investire in innovazione, tecnologia e capitale umano» ha concluso Salvini. 

Sul tema delle priorità per il settore è intervenuto in apertura dei lavori anche il Presidente di Alis, Guido Grimaldi: «Sono tre i punti che riteniamo prioritari per sostenere l’autotrasporto: ripristinare la disciplina del gasolio commerciale per l’autotrazione, incentivare ulteriormente il ricambio del parco circolante e, infine, supportare la transizione verso l’elettrico mediante l’installazione di colonnine di ricarica sull’intera rete viaria nazionale». 

MAN lavora sulla mega-ricarica dei veicoli elettrici

Quando si parla di trazione elettrica per veicoli pesanti non bisogna pensare solo al mezzo in sé e per sé, ma a tutto il sistema al quale il camion partecipa, costituito dal veicolo, dalla stazione di ricarica e dalla connessione in rete. In questo contesto, la realizzazione di un’infrastruttura estesa di power station in grado di caricare il camion in tempi molto più brevi degli attuali è uno degli argomenti cardine per lo sviluppo dei futuri veicoli industriali ‘full electric’.

Ecco dunque che l’anno scorso MAN Truck & Bus ha deciso di unire le forze con cinque partner dell’industria e dell’università nel progetto di ricerca NEFTON (Commercial Vehicle Electrification for Transport Sector Optimized Grid Connection – Elettrificazione dei veicoli commerciali per il settore dei trasporti e connessione alla rete ottimizzata). L’obiettivo è quello di realizzare una ricerca omnicomprensiva sul funzionamento del trasporto elettrico pesante delle merci entro il 2024. Oltre a MAN i partner sono il fornitore di sistemi powertrain AVL; l’esperto in power electronics PEA; la Technical University of Deggendorf; la Technical University of Munich (TUM); l’istituto di ricerca Forschungsstelle für Energiewirtschaft (FfE).

La chiave tecnica centrale è il Megawatt Charging System (MCS) e la sua capacità. Considerando fattibilità, efficienza economica e sostenibilità, questo sistema di mega-ricarica dovrà concretizzarsi nello sviluppo di una stazione ad alta efficienza che consenta anche la ricarica bidirezionale (dal camion alla stazione e viceversa) per usare il veicolo come unità di stoccaggio nella rete elettrica.

A questo scopo MAN e le due università tecniche di Monaco e Deggendorf stanno sviluppando nuovi sistemi con capacità di ricarica di 3 megawatt che saranno testati sui banchi di prova del nuovo partner del progetto Fraunhofer ISE. Inoltre verranno sperimentate correnti di carica di 3.000 ampere che consentiranno di ricaricare completamente un camion elettrico in soli 15 minuti.

La seconda vita delle batterie e il loro riciclaggio intelligente

Secondo MAN, anche se le trazioni elettriche a batteria saranno la tecnologia del futuro, ci vorranno alcuni anni prima che i BEV (Battery Electric Vehicles) diventino la norma e non l’eccezione sulle strade. Tra i camion, il costruttore teutonico prevede che quelli elettrici avranno nel 2030 una quota del 60% nelle applicazioni di distribuzione e del 40% nel trasporto a lungo raggio. Questo significa che le batterie a fine vita raggiungeranno livelli industriali solo tra 10-15 anni. Tuttavia, MAN sta già lavorando allo sviluppo di una strategia per utilizzare le batterie in applicazioni secondarie per risparmiare risorse.

Innanzitutto, per garantire una maggiore durata della batteria, l’obiettivo è quello di insegnare ai clienti a guidare, caricare e utilizzare i veicoli in modo da ridurre al minimo il carico sulla batteria, cosa che può aumentare in modo significativo la vita della stessa. Le batterie che tornando a MAN dopo l’uso non possono più essere utilizzate per la trazione hanno poi tre opzioni: un secondo utilizzo sul veicolo dopo la riparazione in fabbrica; un altro impiego, ad esempio come accumulo tampone di impianti solari o eolici; infine il recupero delle materie prime da riciclare per nuove batterie.

Attualmente MAN sta lavorando con vari partner e l’Università di Kassel su alcuni progetti per valutare se le batterie usate siano adatte per i sistemi di stoccaggio fissi. A questo proposito circa 120 pacchi batteria, con contenuto energetico di 18,6 kWh a pacco, sono stati consegnati a un produttore di sistemi di accumulo. Questi pacchi batteria provengono dalla prima prova di camion da distribuzione elettrici iniziata in Austria nel 2018 e durata tre anni. Nel progetto l’attenzione è rivolta ai sistemi di accumulo di energia per le aziende industriali, come per esempio il “peak shaving”, ovvero il bilanciamento dei picchi di ricarica.

Il riciclaggio entra in gioco dopo la seconda vita delle batterie o nel caso in cui le batterie non siano più adatte per applicazioni di stoccaggio, per esempio se danneggiate in un incidente. L’obiettivo di MAN è raggiungere un ciclo chiuso per le materie prime, recuperando materiali come nichel, manganese, cobalto o litio, per la produzione di nuove batterie. Attualmente, il tasso di riciclaggio è superiore al 70% dove MAN ha scelto un processo meccanico seguito da un trattamento idrometallurgico.

In questo ambito, MAN fa parte in tutta Europa della rete di riciclaggio del Gruppo Volkswagen.

Contro neve e ghiaccio la protezione preventiva di Krone Ice-Protect-Air

È arrivato l’inverno e per chi opera nel trasporto merci questo può vuol dire affrontare condizioni di maltempo e di temperature gelide. Neve e ghiaccio possono accumularsi sul veicolo e rimuoverli dal tetto del mezzo e dal telone del rimorchio è un’operazione pericolosa sulla strada e spesso difficile da eseguire nella pratica. Solo in rari casi nelle aree di sosta sono infatti disponibili attrezzi che il conducente può utilizzare per togliere le lastre di ghiaccio prima di rimettersi in viaggio.
Krone, azienda tedesca produttrice di rimorchi, ha sviluppato il sistema Krone Ice-Protect-Air che contrasta preventivamente la possibile formazione di ghiaccio sul telone del tetto. Il sistema viene gestito direttamente dal conducente attraverso un pannello di controllo fissato alla parete anteriore del veicolo.

Come funziona Krone Ice-Protect-Air?

Un tubo, flessibile, situato centralmente tra il telone del tetto e la traversa, viene riempito con aria dall’impianto di aria compressa di bordo, in modo da sollevare il telone del tetto di circa 175 mm. Si forma così una sorta di tetto a due falde che permette all’acqua e alle masse di neve di scivolare via dal telone quando il veicolo è fermo, contrastando nel contempo la possibile formazione di ghiaccio.
Il tempo di riempimento del tubo con l’aria dopo l’attivazione è di circa 90 secondi. Prima della partenza, il tubo flessibile si abbassa di nuovo, premendo un pulsante o azionando il freno, e il tetto in tela cerata ritorna allo stato originale, privo di neve e ghiaccio.
Il sistema Krone Ice-Protect, che è certificato TÜV, è disponibile per tutti i semirimorchi centinati, ma può anche essere facilmente installato in un secondo tempo. L’acquisto può essere appoggiato dall’agevolazione “De minimis”, inoltre, alcune compagnie assicurative riconoscono una riduzione dei premi se i rimorchi sono dotati del sistema Ice-Protect.

Fiamme e camion: l’ombra della ‘ndrangheta sui roghi alla Marr

La notte di sabato 26 novembre si è ripetuto lo stesso copione. E cioè un vasto incendio, con molta probabilità di origine dolosa, che ha distrutto una delle sedi della Marr, azienda specializzata in commercio di alimenti destinati ad alberghi e ristoranti. L’incendio, scoppiato presso i capannoni della ditta a Carasco (Genova), ha coinvolto otto camion, due muletti e le celle frigorifero con derrate alimentari che si trovavano fuori dagli uffici, coinvolgendo anche l’intera struttura. Un analogo altro incendio aveva colpito il 13 novembre un’altra sede della Marr, sempre in Liguria, a Taggia (Imperia). Fortunatamente, in entrambi i casi, non si sono registrati feriti. Tra l’altro, a Taggia, i capannoni della ditta erano già bruciati nel 2018, seguendo la stessa dinamica.

Sempre nelle scorse settimane la Marr, che ha sedi non solo in Liguria (la sede principale è infatti a Rimini), era stata oggetto di altri incendi. Il 21 novembre era scoppiato infatti un altro rogo nella sede di Anzola, nella città metropolitana di Bologna.

Gli inquirenti al momento stanno seguendo la pista della criminalità organizzata. «Non tralasciamo alcuna ipotesi – hanno spiegato i carabinieri di Chiavari – purtroppo l’azienda non aveva telecamere di sorveglianza, ma nella zona ci sono alcuni dispositivi di privati e altri pubblici i cui filmati sono ora al vaglio».

Per l’incendio in Emilia è stata avanzata l’ipotesi della pista anarchica. Secondo quanto riporta la stampa emiliana, gli anarchici sarebbero infatti contrari al fatto che la ditta rifornisca di prodotti alimentari le mense delle carceri e i Centri di permanenza per i rimpatri. Per gli incendi dolosi in Liguria, invece, secondo quanto appreso dagli stessi inquirenti, potrebbero essere collegati alle ramificazioni liguri della ‘ndrangheta, presenti anche a Lavagna e nel suo entroterra. Gli investigatori cominceranno presto a sentire, oltre che i vicini in zona, anche autisti e dipendenti Marr.

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