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Nuovo tratto sull’Aurelia: La Spezia alleggerisce il traffico

Inaugurato oggi un nuovo tratto dell’Aurelia che fungerà come variante all’abitato di La Spezia e consentirà di collegare la Val di Vara e la Val di Magra, le due vallate popolose vallate spezzine, molto segnate da pendolarismo.

La nuova infrastruttura, realizzata dall’Anas, è lunga 3,3 km, a quali vanno aggiunti altri 3,1 km relativi con un precedente lotto del 2008, e ha comportato anche la realizzazione di due svincoli a rotatoria: il primo necessario per collegare la variante con l’ospedale Felettino; il secondo necessario per collegare la variante con la ex strada statale 330 e con la viabilità urbana. Per consentire l’apertura dell’intera tratta è stato inoltre necessario rinnovare completamente gli impianti delle gallerie “Sarbia” e “Castelletti”.

L’opera ha richiesto un investimento di circa 5 milioni di euro, a cui vanno aggiunti quelli degli impianti in galleria (circa 4 milioni di euro) e quelli più consistenti, effettuati nei primi anni 90 del lotto 2 della variante (pari a oltre 39 milioni di euro), per complessivi 48 milioni di euro. “L’apertura della tratta odierna – ha commentato il presidente dell’Anas, Pietro Ciucci – coincide con la vigilia della consegna dei lavori relativi al lotto 3 della variante prevista per luglio/agosto prossimi; lotto che completerà il sistema tangenziale di La Spezia in direzione sud-est, sgravando il centro cittadino da ingenti volumi di traffico, attraverso i diversi svincoli di collegamento previsti (investimento complessivo per 240 milioni di euro)”.

Fita cambia, Anita conferma

Che sia l’effetto di un nuovo vento è presto per poterlo dire. Ma la Fita-Cna sicuramente prova a cambiare. E per questo affida la presidenza a Cinzia Franchini, imprenditrice modenese (la sua azienda si occupa di merci pericolose) di appena 39 anni, che incassa l’87% dei voti (2 in tutto quelli contrari). La neopresidente ha di certo una grande “voglia di cambiamento”. Appena qualche mese fa, ospite del Ring (l’intervista a tutto campo con metafora pugilistica) di Uomini e trasporti (n. 265 di marzo), Cinzia Franchini parlava della necessità “di rivedere i meccanismi di rappresentanza” all’interno delle associazioni di categoria, di “rottamare” alcuni soggetti rimasti “lì per troppi anni”, di “ripartire dalla base” per accrescerne la partecipazione e la condivisione. A questi presupposti quindi ispira la sua presidenza, che vede un drastico dimezzamento anche dell’organismo presidenziale, che dai 15 membri precedenti passa ai 7 attuali, proprio per accrescerne le capacità decisionali.
Si tratta di un processo “appoggiato” dalla Cna – e non a caso il presidente Ivan Malavasi era presente all’elezione – ma anche “tentato”, nel senso che è decisamente ridotto nei tempi: due anni, sono quelli concessi alla Franchini per dare una svolta, dopodiché si tornerà al voto. Come a dire, la base ha bisogno di messaggi forti, ma anche di risposte rapide.
Ad affiancare Cinzia Franchini nell’organo di presidenza saranno
: Giancarlo Betti (Toscana), Olindo Brega (Marche), Angiolina Mignolli (Veneto), Giancarlo Spinella (Sicilia), Ferruccio Trabanelli (Piemonte), Raffaele Grassi (Lombardia).

Praticamente nelle stesse ore anche un’altra associazione, Anita, eleggeva il suo presidente, anche se nel segno della continuità. Viene infatti riconfermato per altri tre anni Eleuterio Arcese, affiancato dagli stessi vicepresidenti dello scorso mandato: Sergio Bertani, Natale Mariella, Renzo Muratore, in qualità di vicario, e Marcello Pigliacelli.

Per cercare delle novità quindi bisogna andare a leggere le linee programmatiche del triennio, che vedono come priorità la sottoscrizione di accordi di settore, lo sviluppo di una politica industriale incentrata sulle riforme al fine di riorganizzare le imprese, una semplificazione normativa che renda efficiente il sistema dei trasporti e l’individuazione di parità di condizioni tra vettori nazionali e internazionali. Tutti temi che il riconfermato presidente affronta oggi a Roma, alle 10, in un’Assemblea pubblica presso l’Auditorium di via Veneto.

Sistri: probabile proroga a giugno 2012 per le piccole imprese

Il Sistri sembra sempre più sbriciolare. E dopo l’interrogazione della scorsa settimana da parte del Pd, anche la Lega cambia posizione e, per opera del suo relatore in commissione Finanze, Maurizio Fugatti (insieme al suo collega del Pdl, Giuseppe Marinello), introduce un emendamento al Decreto Sviluppo, che prevede una lunga proroga del sistema di tracciabilità dei rifiuti, che arriva dritta dritta al giugno 2012. Rispetto però alla stesura originaria del testo, che faceva slittare il sistema soltanto per le aziende con meno di 50 dipendenti, stamattina c’è stato in sede di Commissione un ridimensionamento, visto che adesso il tetto dimensionale scende a meno di 10 dipendenti. Certo, non c’è ancora certezza sull’approvazione dell’emendamento, in discussione all’interno delle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera, ma dal Consiglio dei Ministri è già giunto il via libera per porre la fiducia sul provvedimento (da approvare entro il 12 luglio), visto pure l’alto numero di emendamenti presentati: più di 1500, di cui 1004 giudicati ammissibili.

Nella sua prima stesura, l’emendamento introduceva anche un’altra importante norma – stamattina giudicata inammissibile – che proponeva di rendere effettivo il pagamento della quota annuale soltanto a partire dal primo anno di integrale operatività del Sistri. Insomma, di congelare il versamento fino all’effettiva partenza del sistema. Ma come detto la norma non deve essere piaciuta a chi tiene sotto controllo i conti dello Stato: soltanto per il 2010, infatti, il Sistri ha fatto entrare nelle tasche del ministero competente oltre 100 milioni di euro. E forse non c’è molta voglia di rimetterli in gioco.

Concessionarie Iveco: a Verona una sede tutta nuova

È il principale nodo di traffico italiano, quello in cui si incrociano i corridoi europei 1 (Palermo-Berlino) e 5 (Lisbona-Kiev), quello che conduce diretti al cuore dell’Europa e che non a caso vede transitare circa 4 milioni di veicoli pesanti e leggeri in un anno. Stiamo parlando dell’Interporto di Verona Quadrante Europa, primo in Italia e secondo in Europa, voluto e realizzato dal Consorzio ZAI. E da lunedì scorso, all’interno della vasta area di proprietà di questo Consorzio, c’è anche un’altra moderna ed efficiente struttura: la nuova sede di Verona della Concessionaria Iveco Officine Brennero Spa, realizzata su un insediamento di circa 30 mila mq di cui 6 mila coperti, dove lavoreranno 70 dipendenti. Per Iveco non si tratta di un nuovo ingresso nel territorio veronese: un presidio commerciale, seppure più piccolo, era già esistente e “faceva gruppo” con la concessionaria di Trento, che continua a vivere seppure ridimensionata.

La nuova sede di Verona è soprattutto un gioiello in fatto di servizi: oltre a vendere e ad assistere veicoli industriali, commerciali e bus (nuovi e usati), li noleggia a breve, medio e lungo termine; garantisce assistenza 24 ore tutto l’anno, anche grazie alle sinergie con le 12 officine autorizzate presenti sul territorio; è aperta in maniera prolungata, sabato compreso; ripara e fornisce ricambi per rimorchi e semirimorchi; effettua taratura dei cronotachigrafi digitali, revisione dei veicoli e assistenza per tutto ciò che riguarda il Toll Collect (il pedaggio autostradale tedesco); funziona come lavaggio per tutte le tipologie di veicoli.

E non è tutto. Perché essendo anche uno dei primi Iveco Truck Station in Italia (in tutto saranno 6 entro il 2011 e 12 entro il 2012) – vale a dire una rete di circa 200 punti di assistenza sparsi lungo i principali corridoi europei e dedicati al trasporto pesante a lungo raggio – fa propri anche gli ulteriori standard di servizio richiesti per questo tipo di strutture. Così, per esempio, a Verona l’autista, in attesa di un lavoro di officina, ha a disposizione una stanza con un letto su cui riposare o un angolo relax in cui rilassarsi. Inoltre, può reperire nel magazzino ricambi una disponibilità di pezzi molto più elevata. Infine, nelle performance di una Truck Station c’è anche il ricorso a strumenti diagnostici di avanguardia, come quella che in pochi attimi effettua, tramite laser, l’operazione di equilibratura e convergenza. L’area dedicata all’officina, per esempio, è attrezzata con 7 buche, per poter garantire assistenza a 28 veicoli contemporaneamente grazie a ponti di varie dimensioni tra cui il più grande è in grado di sollevare un trattore unitamente al suo semirimorchio.
Si dirà: ma tutto questo interessa i veicoli pesanti. Ed è vero. Ma per quelli commerciali alle Officine Brennero c’è un Daily Chrono Service che offre, senza appuntamento, quattro operazioni essenziali come controllo freni, marmitte, olio-filtri e ammortizzatori. Mentre i proprietari di veicoli a metano troveranno uno spazio appositamente dedicato.

Insomma, alle Officine Brennero – che lo ricordiamo è l’unico dealer di proprietà Iveco (in Sardegna la casa torinese partecipa al 50% con Acentro) – l’autista di un qualunque veicolo da trasporto può trovare tutto quanto necessario per la sua attività, gestito nei tempi più rapidi e con gli strumenti più moderni. Senza considerare che – come ha sottolineato l’amministratore delegato della società, Federico Gaiazzi – tutta questa offerta di servizi si svolge in una cornice anche esteticamente piacevole, con spazi dilatati e confortevoli e materiali dal sapore high tech. Perché ciò che funziona può anche essere bello…

 

Iveco Officine Brennero Spa

Via Mantovana 158/B

37137 Verona – Italia

Numero verde 800.320.555

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L’Osservatorio tace: le tabelle ministeriali valgono anche per i contratti scritti

Il tempo è scaduto: la legge prevedeva il 12 giugno come data ultima affinché l’Osservatorio dei costi presso la Consulta quantificasse i costi minimi di sicurezza. E così da domenica 12 giugno sono le tabelle ministeriali (per la precisione le ultime sono quelle di aprile) a supplire a tale mancanza, diventando applicabili non soltanto ai contratti verbali – com’è stato fino a ieri – ma anche a quelli scritti. D’altra parte l’ultima settimana, malgrado ricca di incontri tra associazioni di committenti e di autotrasportatori, è servita a poco: di accordo non se n’è vista l’ombra; semmai, a forza di mediazioni, qualche piccola convergenza. Nel senso che il livello preteso inizialmente da parte della committenza – il famigerato 0,87 euro/km – è stato portato a circa 1 euro. Ma da parte degli autotrasportatori non c’era troppo interesse a chiudere su questa soglia: le tabelle ministeriali, quelle che appunto erano già pronte per regolamentare pure i contratti scritti, indicano un valore minimo di 1,24 euro/km.
Così, in termini di trattativa, c’è un nulla di fatto. In termini pratici però le cose cambiano. In che senso? Ma nel senso che se dal 12 giugno un vettore riceverà per un servizio di trasporto superiore ai 100 km (la soglia chilometrica limite su cui si applica la normativa) meno di quanto riportato nelle tabelle del ministero, potrà chiedere a un Tribunale di condannare il committente a pagare la differenza tra quanto emesso in fattura e quanto appunto previsto nelle tabelle ministeriali.
Insomma, esattamente quanto ha fatto il Tribunale di Trieste nel caso sottoposto alla sua attenzione nello scorso marzo.
Inutile dire che questa situazione ha fatto andare su tutte le furie i rappresentanti della committenza. Anche perché il 9 giugno si erano fatti convincere dal sottosegretario-mediatore, Bartolomeo Giachino, a firmare un documento in cui “manifestano la volontà di rispettare lo spirito della norma dei cosiddetti costi minimi di sicurezza”, ma non la loro quantificazione in base alle tabelle ministeriali, che di fatto – si diveva letteralmente – “avrebbe avuto effetti devastanti sull’intero sistema economico”. Insomma, la committenza per un verso tendeva a mettere da parte quell’equazione tra costi minimi e tariffe sottolineata da sempre, ma per un altro non ne voleva sapere di quell’1,24 euro/km che il ministero considera “costo minimo”. In più, a margine, i committenti parlavano pure della necessità di inserire un regime sanzionatorio per gli autotrasportatori che non applicano i costi minimi e di adeguare l’azione diretta in casi di subvezione.
Poi, però qualcosa non è andato come previsto. E quando alla riunione di venerdì i partecipanti scemavano clamorosamente, tanto da far venir meno il numero legale, Confindustria consegnava una nota alle agenzie in cui accusava lo stesso ministero dei Trasporti sia di aver “impedito che lo stesso Osservatorio potesse adempiere, entro il termine del 12 giugno, ai suoi obblighi di legge, facendo mancare la presenza dei rappresentanti dell’Amministrazione”, sia di “aver assecondato le richieste degli autotrasportatori, senza considerarne l’impatto sull’intero sistema economico”, rischiando così di determinare un innalzamento delle “tariffe mediamente superiore del 25%, con un incremento dei costi di trasporto stimabile in circa 11 miliardi di euro”.
Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto, giudica infondati questi calcoli: “i costi minimi per la sicurezza peseranno sulle tasche dei cittadini solo per qualche millesimo di euro per ogni chilogrammo di merce trasportata dai Tir nei punti vendita. Per il sistema produttivo invece i maggiori costi in realtà sono minori utili che in questi anni, soprattutto il mondo dell’intermediazione, ha ottenuto grazie a inaccettabili forme di sfruttamento che si sono scaricati in costi per la collettività derivanti dagli incidenti”.
Per tutte queste ragioni il presidente Fai ha giudicato positivo l’operato del governo, individuandone un neo soltanto nel “non aver agito da stimolo nei lunghi nove mesi entro i quali le parti, come la legge consente, avrebbero dovuto individuare i costi specifici dei singoli settori”.
E proprio in quest’ultima affermazione, forse, va letto lo sviluppo delle trattative. L’art. 83 bis, infatti, istitutivo dei costi minimi, consente di disapplicarli in presenza di accordi volontari di settore, sottoscritti da associazioni di committenti e da quelle di autotrasportatori. Ebbene, su questo terreno sembra esserci un piccolo spiraglio. Da parte della committenza, infatti, si dice in pratica: “cari trasportatori, siamo disponibili a firmare accordi di settore, ma prima vogliamo che l’Osservatorio definisca i costi minimi”. E anche Unatras, sulla questione, lascia aperta la porta, dicendosi disponibile a trattare per definire costi minimi diversi in relazione ai differenti settori. Insomma, non un costo unico per tutto il comparto, ma costi diversificati per ogni ambito merceologico di trasporto.
Che possa essere la strada giusta lo diranno soltanto le trattative. E nemmeno tanto lontane. Il prossimo tavolo, infatti, è previsto per martedì 13 giugno.

Sale la capacità di carico, scendono i consumi: ecco il nuovo Crafter 2011

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Consumi e costi di manutenzione drasticamente ridotti fino al 33% grazie ai nuovi motori TDI, la vera novità montata sui rinnovati Crafter che, secondo la Volkswagen, assicureranno un costo d’esercizio più basso del 25%. Altro punto a favore del nuovo Crafter è un’estensione di garanzia gratuita al terzo anno o fino a un massimo di 250.000 km percorsi. Il peso a vuoto ridotto permette anche di caricare 82 kg di merci in più.
Il più grande dei commerciali della casa tedesca ha anche un interno più curato, con l’utilizzo di nuovi materiali, e all’esterno è caratterizzato da un nuovo frontale che rispecchia l’attuale Dna stilistico Volkswagen, simile a quello del Caddy, dell’Amarok e della gamma T5.
La novità più concreta del Crafter edizione 2011 sono dunque i motori TDI 4 cilindri common-rail di ultima generazione, che sostituiscono i TDI 2.5 finora utilizzati, e che riducono fino al 33% di consumi ed emissioni di CO2 e fino al 25% dei costi di carburante e manutenzione.
I nuovi motori 4 cilindri, abbinati a cambi a sei marce, sono disponibili in tre diverse potenze:109, 136 e 163 cavalli.
Il motore al top di potenza, il 2.0 TDI 163 cv BlueMotion Technology, ha consumi nel ciclo combinato di 7,2 l/100 km (189 g/km di CO2), con un risparmio rispetto alla motorizzazione precedentemente adottata fino a 3,6 litri ogni 100 km.
La BlueMotion Technology di Volkswagen è un pacchetto che comprende, tra l’altro, il sistema start/stop per il motore, il dispositivo per il recupero dell’energia in fase di rilascio, il regolatore di velocità e un rapporto al ponte più lungo. Il pacchetto sarà disponibile per tutti i Crafter con motore TDI 4 cilindri.
La gamma del nuovo Crafter comprende tre classi di peso (3-3,5 e 5 ton), tre passi e quattro allestimenti base Furgone, Kombi, Camioncino e Autotelaio.
Furgone e Kombi sono disponibili con diverse altezze del tetto, e il Furgone anche con un maggiore sbalzo della carrozzeria.
Tutte le motorizzazioni 2.0 litri disponibili possono essere dotate di prese di forza supplementari.
Il Crafter 30 furgone è venduto a partire da 22.799,50 euro, il Crafter 35 autotelaio a partire da 22.882 euro e il Crafter 30 Kombi da 23.255,30 euro, tutti prezzi iva esclusa.

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Parte da Verona l’Ecostralis Tour – VIDEO

L’inaugurazione della nuova sede veronese della Concessionaria Iveco Officine Brennero ha dato ufficialmente il via all’Ecostralis Tour. Un giro d’Italia in 7 tappe per consentire agli autotrasportatori di conoscere da vicino il nuovo pesante stradale Iveco: i vantaggi del nuovo veicolo e le tecniche dell’Iveco Driver Training, il corso di formazione sulle modalità di guida virtuosa del marchio torinese.
Dall’Interporto Zai di Verona, attiguo a Officine Brennero, dove la carovana sosterà l’11 e 12 giugno, l’Ecostralis Tour si trasferirà il 19 giugno all’autodromo di Pergusa, in Sicilia, per poi risalire il 25 giugno a Nardò, in Puglia, e arrivare il 3 luglio ad Avellino. Il 7 e 8 luglio la carovana farà tappa a Roma presso la Concessionaria Iveco Romana Diesel, quindi sarà all’autodromo di Magione, in Umbria, il 10 luglio. Chiusura del Tour sulla pista prove di Balocco, in Piemonte, il 16 e 17 luglio.
La carovana conta 6 Ecostralis con semirimorchio decorato tricolore, in omaggio ai 150 anni dell’Unità d’Italia. A supporto del Tour un pool di partner qualificati come: Michelin, il gruppo CIR (Compagnia Italiana Rimorchi), Bosch, ZF, Gen-Art e Lavazza.

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La manutenzione dell’aria che respiriamo in cabina

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L’estate sta arrivando e tra i controlli ordinari da effettuare al veicolo, specifici di questa stagione ci sono la sostituzione del filtro dell’aria, del filtro antipolline e la ricarica del condizionatore. Piccoli gesti che però contribuiscono a una guida più confortevole e sicura. Autoclima, azienda italiana specializzata in condizionatori e climatizzatori invita a effettuare, presso un centro autorizzato, un controllo al proprio sistema di climatizzazione una volta all’anno o almeno ogni 15.000 Km, indipendentemente dalla temperatura esterna.
Si provvede così a un controllo di tutti i componenti del sistema, operando un test di funzionamento e rendimento (con svuotamento e ricarica del gas refrigerante), cambio filtro abitacolo e disinfestazione dell’evaporatore (ricettacolo di funghi e batteri) e tutti i canali di distribuzione dell’aria fino all’abitacolo.
Se non riscontreranno danni ai componenti del sistema, con poca spesa ci si può assicurare di poter viaggiare al fresco e garantiti contro il caldo della stagione che si avvicina.

Sul nuovo sito www.autoclima.it  si possono trovare tutte le informazioni utili relativamente ai prodotti e ai servizi di assistenza.

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Una campagna VDO contro il tempo (perso)

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Il tempo è denaro. E VDO ha seriamente intenzione di non farlo disperdere ai trasportatori. Proprio per questo lancia una campagna europea – chiamata Go for Efficiency – basata su diverse innovazioni, tutte legate dall’ottimizzazione della gestione del tempo. La prima riguarda la versione 1.4 del tachigrafo digitale DTCO 1381, aggiornato tenendo conto del nuovo Regolamento CE 1266/2009 che applica la “Regola del Minuto”. Detta in sintesi, questa normativa eleva ad attività esclusiva per ogni singolo minuto, quella con durata maggiore. In questo modo, nell’arco di una giornata, diventa probabile che si recuperino preziosi minuti di guida. A questo scopo c’è bisogno di un supporto digitale, quale è appunto il rinnovato DTCO in versione 1.4, che in più fornisce garantisce un’ottimizzazione temporale del lavoro anche da altri punti di vista: funziona in modo più veloce, le funzioni di test e diagnosi diventano più efficaci, l’inserimento manuale dei tempi di guida e riposo è molto semplificato, lo scaricamento dei dati è più rapido.
E a proposito di scarico-dati, VDO propone anche un pacchetto ad hoc per prendere insieme al crono digitale, anche il DLD, vale a dire quello strumento che evita di inserire la carta Azienda sul mezzo e di effettuare il trasferimento dati da veicolo a ufficio semplicemente tramite Wi-Fi (se la distanza – per esempio, dal piazzale alla sede aziendale – lo consente) o via GPRS. Inutile ribadire che anche in questo caso è evidente il risparmio di tempo che si ottiene.
Ma la campagna è anche l’occasione per mostrare per la prima volta il TIS Track&Trace, funzione aggiuntiva di TIS-Web (un software di gestione dei dati del crono) con cui localizzare i veicoli e monitorare l’attività di guida degli autisti. Tutto direttamente sul pc o anche su iPhone e iPad di Apple.
La campagna Go for Efficiency è indirizzata a chi ha intenzione di sostituire il tachigrafo, sia analogico che digitale, di qualunque marca. L’occasione promozionale può interessare in particolare quelli che vedono scadere l’anno di tempo per effettuare la calibrazione annuale e così evitano almeno un fermo macchina.
Per maggiori dettagli basta rivolgersi a un’officina VDO.

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E ora sul Sistri indaga la Procura

Ancora pioggia sul Sistri. Stavolta la questione diventa pesante. Sono in corso perquisizioni nelle sedi delle società Selex Management (gruppo Finmeccanica), Viacom e al ministero dell’Ambiente, accompagnate da tre iscrizioni sul registro degli indagati.  A disporre il tutto è stata la Procura di Napoli, che indaga su presunte irregolari nell’aggiudicazione dell’appalto per la realizzazione del Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti da poco rinviato, sul quale il governo ha imposto un segreto di Stato che di fatto rende poco conoscibili molti dettagli.
Le iscrizioni emesse dal procuratore aggiunto di Napoli Federico Cafiero de Raho e dai sostituti Catello Maresca e Marco Del Gaudio per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, all’abuso d’ufficio e alle fatturazioni inesistenti, si riferiscono a Francesco Paolo Di Martino, ad della società Viacom, a Sabatino Stornelli, ad della Selex Management, e a Luigi Pelaggi, dirigente del ministero dell’Ambiente. «Risulta che l’affidamento della progettazione, dell’esecuzione dell’infrastruttura del sistema Sistri e la relativa gestione – chiarisce il decreto – sono avvenuti con affidamento diretto, pertanto in violazione della normativa sui contratti pubblici». Per questo motivo, i pm intendono «verificare con quali modalità l’accordo è stato concluso e le condizioni contrattuali accettate, in particolare il rapporto tra il valore della fornitura di beni…

Dal ministero dell’Ambiente, però, promettono massima collaborazione con gli inquirenti e smentiscono alcuni particolari. Innanzi tutto, una nota ricorda che «il progetto, avviato dal precedente Governo, che aveva già effettuato la scelta della Selex, è stato mandato avanti dall’attuale Governo, avendone valutata e riconosciuta l’utilità sociale per contrastare l’illegalità nel settore dei rifiuti. Per queste ragioni il Ministero fornirà, come del resto ha sempre fatto, la massima collaborazione alle autorità inquirenti nelle quali nutre la massima fiducia».

In più dal ministero precisano che «Luigi Pelaggi, capo della segretaria tecnica del Ministero dell’Ambiente, non ha ricevuto l’avviso di garanzia di cui sarebbe destinatario secondo notizie di stampa, ed ha sempre agito nell’assoluto rispetto delle normative e della correttezza professionale. Nessuna perquisizione è avvenuta oggi negli uffici del ministero dell’Ambiente, ma solo una richiesta di atti che sono stati forniti alle forze dell’ordine. I medesimi atti peraltro erano stati forniti in passato alla Corte dei Conti, al Tar del Lazio e alla Commissione Bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti».

«In questo, come in tutti gli altri casi – conclude la nota – al ministero dell’Ambiente porte aperte e trasparenza per tutelare la legalità».

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