Grandi Navi Veloci aumenta i collegamenti con la Sicilia. Dal 16 luglio scatta la Civitavecchia-Termini Imerese e Termini Imerese-Genova operate dalla Forza. La prima parte ogni sabato alle ore 10 (arrivo previsto alle ore 22) e ogni domenica alle ore 20 (arrivo previsto lunedì alle ore 9); da Termini Imerese a Civitavecchia con partenza ogni sabato alle ore 24 (arrivo previsto domenica alle ore 13). Da segnalare soprattutto che per garantire la continuità al trasporto merci nella stagione estiva è previsto un collegamento settimanale esclusivamente per il trasporto merci da Termini Imerese a Genova con partenza tutti i lunedì alle ore 20 e arrivo alle ore 16,30 del martedì.
Doppio arresto nell’autotrasporto. Il primo parte dal gip del tribunale di Nocera Inferiore e riguarda un imprenditore ravennate, Danilo Donati, per la terza volta finito agli arresti in sedici mesi. L’ipotesi d’accusa è associazione a delinquere finalizzata all’evasione delle accise. In particolare, la contestazione si riferisce al trasporto dalla Spagna, avvenuto nel settembre del 2009. di 24 mila tonnellate di olio vegetale – come peraltro c’era scritto sulla scheda di trasporto – escluso quindi dalle accise, risultato invece lubrificante. Oltre a Donati risultavano indagate altre 50 persone, compresi diversi spagnoli. La difesa di Donati si è espressa in maniera molto critica sull’ordinanza di custodia cautelare, denunciando il fatto che “si tratta della terza inchiesta e della terza misura cautelare relativamente allo stesso segmento di attività professionale di Donati. Cambiano solo alcuni referenti, ma è ovvio, visto che l’attività imprenditoriale di Donati si svolge su tutto il territorio europeo. Ed è la stessa magistratura di Nocera Inferiore a riconoscere che alcuni fatti oggetto dell’inchiesta attuale sono gli stessi di cui si occupa Milano, di cui riconosce anche la incompetenza. Eppure vengono ugualmente contestati”. L’altro arresto è scattato a Trento, su iniziativa della Finanza. È nei confronti di Antonio Muto, le cui imprese operano tra il basso Reggiano e il Mantovano, accusato di bancarotta fraudolenta. Muto è accusato di aver distratto beni di ingente valore dall’attivo patrimoniale di una società a responsabilità limitata, la Marmirolo Porfidi srl con sede a Campagnazza di Pozzolo, che è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Trento nel mese di agosto 2010 e che possedeva una cava di inerti nel Viadanese.
Si chiamava Corridoio 1 perché era il più importante, quello destinato a collegare Nord e Sud dell’Unione europea, da Berlino a Palermo. Adesso però a Bruxelles ci ripensano, non tanto alla direzione quanto alle destinazioni iniziale e finale. Più precisamente, dopo l’analisi del progetto di bilancio comunitario per il 2020 presentato lo scorso 29 giugno a Bruxelles, che prevede – per l’Italia meridionale – una radicale rivisitazione dell’assetto del sistema di comunicazione, si pensa a una modifica. E così da Berlino ci si sposta più a nord fino a Helsinki e da Palermo si raggiunge La Valletta, a Malta. Tutto qui? Sì, ma la cosa rilevante si scopre se si guarda il disegno del nuovo corridoio: a Napoli infatti si interromperebbe per deviare verso Bari da dove, attraverso una nuova “autostrada del mare”, si collegherebbe appunto al porto di La Valletta. Risultato: l’Italia a sud di Napoli, e in particolare la Siclia, rimarrebbe esclusa dal corridoio. Tanto è bastato per sollevare le ire del Presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, che ha scritto una lunga lettera al Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, per scongiurare il pericolo del definitivo isolamento dell’Italia meridionale dal resto d’Europa e per chiuedere un incontro urgente. Lombardo sostiene che la proposta della Commissione è per un verso illogica dal punto di vista geografico ed economico e, inoltre, viola i principi di coesione territoriale, sociale ed economica, su cui si fonda proprio il Trattato dell’Unione europea. In più secondo il presidente Lombardo ci sarebbe anche una violazione del regolamento CEE n. 913, relativo al traffico merci, che proprio lo scorso anno ha disegnato, in virtù delle nuove adesione all’Unione di paesi del Nord Europa, un corridoio speciale per le merci – il numero 4 – che nasce a Stoccolma e termina a Berlino. Quindi con una logica completamente diversa, che adesso si vorrebbe abbandonare. Da ultimo il presidente della Sicilia si concentra sulle conseguenze che il nuovo tracciato del corridoio 1 avrebbe rispetto al Piano nazionale dei trasporti, in quanto se venisse a mancare un collegamento di primo livello, nessuna infrastruttura progettata a sud di Napoli avrebbe “fondamento” economico: dall’asse autostradale a quello dell’alta velocità, “passando per il ponte sullo Stretto, per finire alla rete di porti e aeroporti di Calabria e Sicilia”. Tutte le opere realizzate, appaltate o solo progettate, diverrebbero “antieconomiche” per definizione: uno scenario antitetico rispetto la programmazione nazionale, che prevede di dotare il mezzogiorno di un livello adeguato di infrastrutture. Ce la farà Lombardo a vincere la sua battaglia? Difficile fare previsioni. Quel che è certo è che la decisione definitiva della Commissione sull’argomento è prevista per il 21 settembre.
In sede di conversione del Decreto Sviluppo sono state introdotte alcune disposizioni relative ai trasporti eccezionali e all’applicazione dei costi minimi di sicurezza.
Rispetto agli eccezionali è prevista l’introduzione della semplificazione delle procedure di rilascio delle autorizzazioni relative ai trasporti eccezionali, attraverso l’inserimento del comma 9 bis all’art.10 del codice della strada. Entro 60 giorni dovrà essere emanato dal governo un provvedimento che modificherà il Regolamento d’esecuzione del Cds prevedendo l’invio telematico di domande e allegati agli enti proprietari della strada, in modo da consentire il rilascio dei titoli entro i 15 giorni prescritti dal Codice della strada.
Rispetto invece ai costi minimi, viene modificato il comma 15 dell’art. 83 bis della Legge 133/2008, per prevedere che l’unica autorità competente ad applicare le sanzioni previste dal comma 14 dello stesso articolo 83 bis (quella cioè che prevede l’esclusione fino a 6 mesi dalla procedura per l’affidamento pubblico della fornitura di beni e servizi, e l’esclusione per un anno dai benefici fiscali, finanziari e previdenziali previsti dalla legge), è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Le modalità con cui le stesse saranno applicate saranno stabilite con decreto dello stesso ministro di concerto con quelli di Economia, Giustizia e Sviluppo Economico. Tutto ciò rende necessaria la modifica del decreto 16 settembre 2009 con cui erano state individuate le autorità competenti ad applicare tali sanzioni.
Il superporto di Monfalcone? Per ora viene messo in un cassetto. Una dichiarazione ufficiale non c’è, ma lo strascico di polemiche e difficoltà si allunga ora ulteriormente. Stavolta il problema nasce nella manovra finanziaria, in cui è previsto un limite massimo dell’1% per la quota di ammortamento della partecipazione della finanza privata a opere infrastrutturali, da spalmare nell’arco di un secolo. Lo scopo è di accrescere le entrate tributarie per lo Stato, ma inevitabilmente così si raffredda l’interesse di banche e privati a finanziare opere. In pratica quindi la questione non è limitata alla questione Unicredit, in quanto domani potrebbero incontrare difficoltà anche altri progetti sostenuti in project financing. Ma questa vicenda, come detto, è la ciliegina sulla torta. Per rendersene conto basta leggere le dichiarazioni di Maurizio Maresca, il vicepresidente di Unicredit Logistic: «Il decreto legge, se rimane questa formulazione, rende impossibile Trieste-Monfalcone. Ma, nel caso specifico, va rilevato che il governo non aveva adottato nessun tipo di decisione. Un ritardo molto grave, tale da affossare il progetto. Un ritardo, forse, decisivo a prescindere». Certo Maresca aggiunge che parla a titolo personale, ma puntualizza pure che l’atteggiamento psicologico dell’istituto di credito si è raffreddato. Parole chiare, parole che suonano molto simili a una parola “fine”.
Sommario – Le domande per la riduzione pedaggi 2010 – Costo gasolio – Chiarimenti sulla CQC – Finanziamenti per le PMI siciliane di autotrasporto – Costi minimi e contratti scritti – Nella cooperativa il presidente può anche essere dipendente – Marcatura delle casse mobili – Bruxelles approva l’Eurovignette III – Riduzione dei premi INAIL – Documenti da tenere a bordo del veicolo – Proroghe Sistri – Doppio aumento accise gasolio – Recupero SSN e spese non documentate – Sanzioni ai committenti – Decreto Sviluppo del 27 giugno 2011
Si chiama “Angolo della prevenzione” ed è un servizio che la Società Autostrade dedica specificatamente agli autotrasportatori in viaggio sulla rete di Autostrade per l’Italia per dare loro l’opportunità di verificare gratuitamente il proprio stato di salute. Il progetto, che coinvolge anche Croce Rossa Italiana, riguarderà quattro aree di servizio strategiche e ad alto tasso di frequentazione di mezzi pesanti: Brianza Nord (A4 – zona Milano), Prenestina est (A1 – zona Roma, direzione Nord), Secchia Ovest (A1 – zona Modena, in direzione Sud) e Bevano Ovest (A14 – zona Cesena, in direzione Sud). In queste aree, quindi, per tutto l’anno e dal lunedì al venerdì (dalle 9 alle 17) è possibile usufruire di un check-up gratuito che verrà effettuato da personale qualificato della Croce Rossa. In particolare gli autotrasportatori potranno: – effettuare l’auto-misurazione di alcuni parametri fisiologici di base: pressione sanguigna massima e minima, frequenza cardiaca, pressione parziale di ossigeno nel sangue; – effettuare le principali analisi ematochimiche: test PSA per il controllo prostata – malattia professionale degli Autotrasportatori – glicemia, colesterolo totale, HDL e LDL, trigliceridi – sottoporsi aspirometria e elettrocardiogramma. Tramite videocomunicazione sarà offerta l’assistenza del Personale Medico Specializzato della centrale operativa della Croce Rossa Italiana che illustrerà all’interessato i risultati delle analisi e delle prestazioni effettuate, fornendo consigli su alimentazione, dieta, attività fisica ed eventuali visite da approfondire. Tutto questo perché – come ha sottolineato dall’AD di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci – “l’angolo della prevenzione non vuole e non può sostituirsi alle indispensabili tecniche diagnostiche del Sistema Sanitario Nazionale ma mira a puntare il faro sulla prevenzione, un aspetto necessario per la sicurezza di chi guida e di tutti
Dopo 12 mesi di vita e 3 presenze ad altrettante manifestazioni internazionali del calibro della IAA di Hannover, del Transport Logistik di Monaco e del Solutrans di Casablanca, in Marocco (non solo il nome, ma anche l’ente Fiera organizzatore è lo stesso) il consorzio Phontis può tirare le somme e mostrarsi molto soddisfatto.
Phontis è l’unione a livello commerciale di alcuni marchi storici del trainato nazionale e di settori affini: Piacenza, Cardi, Bianchini, Grapar, Ifac Inox, Cramaro, Bertazzoni, Elefant Car e Sari. Una nuova compagine economica alimentata da 9 realtà, sintetizzate in un solo nome e quindi in grado di operare come un unico soggetto. La crisi degli ultimi anni, dalla quale si va lentamente uscendo, ha spinto a rinnovare l’approccio al mercato globale e, vista la situazione nazionale, questa «unione delle forze» è sembrata non soltanto la scelta migliore, ma anche quella obbligata.
Phontis ha fatto il suo debutto europeo alla IAA di Hannover nell’autunno scorso e ora, «dopo la trasferta nordafricana», spiega Angela Bianchini presidente del consorzio, «possiamo affermare di avere fatto la scelta giusta. Insieme tutti i soci sono riusciti a partecipare a tre fiere di grande importanza, che da soli, per molti, sarebbe stato difficile organizzare. Abbiamo esposto i trailer, incontrato professionisti, suscitato interesse. Promuoviamo il made in Italy e la sua qualità nel mondo. Ci facciamo conoscere in nuovi mercati e prendiamo contatti per sviluppare i nostri rispettivi core businnes».
Con un termine molto utilizzato oltre oceano, il consorzio Phontis a Casablanca ha fatto, in pratica, molta «lobby». Ha cercato, pubblicizzando i propri prodotti, di influenzare le scelte economiche di alcuni operatori locali e non solo. E con tutte le potenzialità che il Marocco sta sviluppando, Phontis ha scelto il momento giusto per essere sul territorio. Aprire, per esempio, un ufficio di corrispondenza e promuoversi in tutto il paese e la regione.
Il nuovo logo del mondo dei pesanti è un marchio ideato da Giampiero Mariottini (ex uomo immagine di Merker), che vuole significare «la fonte», come ha precisato Bianchini. «Siamo alla fonte, all’inizio, si spera di un lungo percorso. Atteso da oltre 20 anni. Abbiamo trovato le persone giuste con cui dialogare e mettere in piedi un’entità industriale che non ha attualmente eguali». Sono, infatti, anni che si parla di formare un gruppo unico di aziende italiane che riesca a competere a livello globale, tenendo testa ai grandi gruppi industriali tedeschi, francesi, spagnoli e austriaci, ponendosi come unico interlocutore per l’acquisto delle materie prime e per la penetrazione in nuovi mercati.
La crisi, in pratica, ha aguzzato l’ingegno. «Ci volevano questi due anni di difficoltà», prosegue Bianchini, «per spingere un gruppo di industriali a guardare oltre». Oltre il proprio piccolo orticello e unirsi per offrire ognuno una tipologia di mezzo differente e non concorrente. «Facciamo tanti prodotti diversi», prosegue la presidente, «con una stessa idea e non in concorrenza. E vorremmo anche altri italiani nel consorzio».
Ma vediamo quali prodotti vengono proposti sotto l’insegna Phontis.
Grazie a Cardi si offre tutto il panorama del trainato tradizionale, dai singoli telai da allestire, alle vasche ribaltabili in lega leggera o acciaio. Tramite Bianchini le centinature personalizzate, mentre con Piacenza si mettono a disposizione le cisterne per il trasporto di sfusi e polverulenti. Con Grapar le botti per il trasporto di liquidi alimentari e chimici, con Cramaro tutta la gamma di tetti dedicati ai ribaltabili, oltre al nuovo tetto a pareti scorrevoli Tarpall. Con Bertazzoni i semirimorchi adibiti al trasporto auto e trasformabili in motor home per ospitality sui circuiti di campionati del mondo di Formula 1 o del moto GP, con Ifac Inox tutta la gamma di veicoli isotermici per il trasporto di derrate alimentari in Atp, con Sari il gruppo assicura a ogni mezzo un sistema di lavaggio personalizzato, con postazioni fisse e mobili. Infine con Elefant Car le sponde montacarichi per ogni esigenza di carico.
La Commissione europea ha stabilito la lista dei porti strategici dell’Unione, che adesso sottoporrà all’approvazione del Parlamento. Un elenco – chiamato Core Ports – di sicura importanza, in quanto soltanto i porti inclusi possono accedere ai finanziamenti comunitari.
Per l’Italia ci sono motivi di soddisfazione, ma anche di sorpresa. La soddisfazione arriva dal porto di Livorno, entrato nell’elenco con estrema soddisfazione anche da parte del ministro Matteoli e dell’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti, Luca Ceccobao.
Desta invece sorpresa l’esclusione del porto di La Spezia, anche perché i parametri utilizzati per stilare l’elenco erano ampiamente “coperti” dallo scalo ligure. La Spezia, infatti, dispone di 5 km di banchine, 575mila metri quadri di aree disponibili, 17mila metri di binari ferroviari e 3.500 metri di strade. I terminal hanno gru con capacità di sollevamento fino a 100 tonnellate e magazzini coperti per un totale di 13 mila metri quadrati.
Il presidente di Assoporti, Francesco Nerli, definisce la decisione della Commissione “un’assurdità”, mentre il presidente dell’Autorità Portuale, Lorenzo Forcieri, la giustifica pensando a una sorta di errore tecnico, che come tale sarà rettificato e chiarito. Anche se poi ha aggiunto: “Non vorrei che ragioni politiche prevalgano sui numeri”.
Ma il caso di La Spezia, seppure clamoroso, non è isolato. Nella lista dei porti strategici non c’è nessun porto siciliano, né uno sardo. E soprattutto non figura Napoli.
Il raid al femminile Donnavventura, che partirà a Ferragosto e durerà fino a Natale, attraversando alcuni fra i più deliziosi luoghi del globo come Mauritius, Madagascar, Rèunion, Kenya, Seychelles e Emirati Arabi affronterà lunghi trasferimenti su terreni aspri e impegnativi avvalendosi del supporto tecnico e della sicurezza offerta dai più avanzati dispositivi.
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