La Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno di Pdl e Lega che impegna il Governo a prevedere, nella normativa di attuazione del Sistri, che i vettori stranieri operanti nel trasporto dei rifiuti possano proseguire l’attività solo aderendo al Sistri stesso. Si placano così le associazioni – e in prima linea Contrasporto – che già minacciavano di scendere sul piede di guerra reclamando una disparità di trattamento e sottolineando la forte preoccupazione che avrebbe consentito alle ecomafie e alla criminalità organizzata di continuare tranquillamente a commettere i propri reati e illeciti ambientali senza opporre alcun valido controllo sul ciclo della gestione dei rifiuti.
Precisazione obbligatoria: l’ordine del giorno non è una legge. E’ semplicemente una richiesta del parlamento che dovrebbe impegnare il governo laddove prendesse in considerazione la materia oggetto dell’ordine del giorno. Ma il condizionale è d’obbligo: spesso l’esecutivo “concede” un ordine del giorno pur di placare alcuni animi, senza che però sia certo che poi mantenga l’impegno. Tant’è che l’approvazione dell’ultima Manovra economica ha dispensato a piene mani qualche centinaio di ordini del giorno. Insomma, a buon intenditor…
SISTRI allargato agli stranieri: la Camera approva un ordine del giorno
Le promozioni FiatPro
Si sente dire spesso che le reti di vendita delle Case costruttrici puntano ad avere dei venditori specializzati nei veicoli commerciali; per la varietà delle proposte tecniche e per la complessità della materia fiscale che interessa questi veicoli da lavoro. Forse però un venditore specialista è anche necessario per riuscire a districarsi nella selva di promozioni che vengono immesse in campo dalle singole Case. Nella foga di ritagliare le proprie offerte addosso alle esigenze del cliente, finisce infatti che le promozioni si confondono e, per comprenderle e coglierne le differenze, ci vuole competenza. Un esempio viene da Fiat Professional. La Casa italiana sta affrontando l’autunno con una strategia molto agguerrita in tema di offerte e promozioni. Forse addirittura troppo agguerrita, nel senso che l’ampiezza e la varietà delle proposte rischia di essere disorientante. In pratica tutta la gamma ne è interessata e per ogni modello ci sono più soluzioni in materia di finanziamenti eccetera. Ne sintetizziamo qualcuno, lasciando ai responsabili acquisti la valutazione delle differenze pratiche e della convenienza di ognuna.
FIAT DUCATO
Lo “strillo” dice che si può avere con prezzi da 13.900 euro. Si tratta di quanto proposto per la versione Furgone 2.0 Multijet 16v 115 Cv Euro 5.
Poi iniziano le precisazioni: il prezzo di 13.900 euro si riferisce all’ipotesi di permuta di un usato; altrimenti è di 17.500 euro. Non è richiesto alcun anticipo e l’impegno è di 57 rate di 370 euro (la prima da regolare a gennaio 2012). Il tasso di interesse netto (TAN) è di 2,8% all’anno, ma aggiungendo le varie voci del caso si arriva a un tasso reale (TAEG) del 7,47%.
Nello stesso pacchetto di promozioni c’è anche quella di Fiat Professional PLUS che evidenzia l’offerta del Ducato con climatizzatore disponibile con rate di 340 euro al mese.
In questo caso l’l’importo di 340 euro per la rata scaturisce dal finanziamento per il pagamento di un Ducato Furgone 28 CH1 2.0Multijet 16v 115 Cv Euro 5 con climatizzatore, che ha il prezzo di 18.596 euro. L’anticipo è zero anche in questo caso e le rate 59, appunto di 339 euro l’una (a partire dal 2012). Il TAN in questo caso è del 5,95% mentre il TAEG è del 7,34%. Al termine dei 59 mesi c’è però una rata finale di 5.016 euro. Insomma, non c’è l’anticipo, ma c’è il posticipo…
Se poi si è interessati alla versione Natural Power (metano), c’è un’ulteriore promozione, con offerta articolata in maniera differente.
L’idea di fondo è: “il Ducato Natural Power allo stesso prezzo del Diesel”. In pratica l’esempio che viene fatto si riferisce al Ducato Maxi Furgone 35XLH2 Natural Power da 136 Cv. Il prezzo è di 28.080 euro (senza alcuna tassa e senza messa in strada). Aggiunti i vari balzelli e le varie voce relative alle spese della pratica, ai bolli, alle coperture assicurative del prestito, oltre che gli interessi e le spese di incasso e di invio dell’estratto conto, si arriva a un importo totale di 40.826 euro, da pagare (senza alcun anticipo) con 57 rate mensili di 716 euro da cominciare da gennaio 2012.
Come si vede la valutazione delle varie proposte richiede oculatezza e attenzione. Comunque è indubbio che Fiat non sta lesinando sforzi e fantasia per mettere sul tavolo un’ampia gamma di soluzioni. E ciò vale per tutta la gamma, articolata anche per le proposte a metano, e con differenti possibilità di rateizzazione.
Provvedimento BPW di assistenza su assali ECO Disc
BPW chiede ai propri clienti, proprietari degli assali per trailer ECO Disc con freno tipo TSB 3709, TSB 4309 e TSB 4312 (prodotti tra luglio 2009 e agosto 2011), di presentarsi presso un centro autorizzato BPW per effettuare le dovute verifiche di assistenza.
A seguito di un possibile allentamento prematuro delle guarnizioni a tenuta grossolana, BPW coglie l’occasione per apportare a tutti gli assali già circolanti un ulteriore step di sviluppo della pinza freno, sostituendo anche i pressori di spinta e le pastiglie, garantendo così un’ulteriore miglioria e maggior durata della vita dei freni. Il cliente finale, proprietario dei rimorchi, godrà così senza gravare ulteriormente sulle proprie tasche, del sistema più innovativo di pinze freno BPW e della sostituzione delle pastiglie freno.
Per chiarimenti sulla campagna di manutenzione TSB: BPW Italia, tel. 045 508777, e-mail TSB-Service@bpwitalia.it.
La manovra estende il contratto FS a tutte le imprese: scoppia la polemica
La manovra finanziaria è al centro di mille polemiche. Tra le altre ce n’è una che riguarda il trasporto ferroviario e deriva dalla previsione di obbligare tutte le imprese del settore che operano in Italia ad applicare il contratto di lavoro delle Ferrovie dello Stato.
Una previsione che da subito non è piaciuta a Confetra, che per bocca del suo il direttore generale, Piero Luzzati, l’ha definita fuori luogo (rispetto a “un provvedimento che dovrebbe avere come uniche finalità il contrasto dell’emergenza finanziaria e il rilancio del sistema economico attraverso interventi di semplificazione e di liberalizzazione”) e soprattutto “di retroguardia, palesemente contraria al principio costituzionale di libertà contrattuale”.
Sulla stessa scia si è mossa anche FerCargo, che dopo aver ricordato che il contratto collettivo FS “è già da tempo scaduto” ha tuonato sostenendo che “La modifica, imposta da forze politiche che a parole si richiamano a principi liberali, irrompe a gamba tesa nelle trattative in corso tra sindacati e imprese ferroviarie, mettendo a rischio la ricerca di una reale condivisione sul contratto unico di settore mobilità”.
Anche Conftrasporto ha commentato negativamente la disposizione, accusando il governo di essere affetto da una sindrome da “liberalizzazione ad intermittenza”, per cui si chiede di liberalizzare negozi, farmacie professioni, taxi e settore della n.c.c, ma poi, in ambito del settore ferroviario, si impone a tutte le imprese operanti nel territorio, “di applicare per legge il fatiscente e obsoleto contratto delle Ferrovie dello Stato”. Una norma che, secondo Paolo Uggè, presidente dell’Associazione, “è fatta per omaggiare l’ultimo monopolista statale, contraria ad ogni buona regola riferita alla contrattazione aziendale”.
Unica voce fuori dal coro è quella di Federtrasporto, secondo cui con la norma in questione “ci saranno regole nuove uguali per tutti”. Federtrasporto, in rappresentanza di Agens, l’associazione datoriale di Confindustria, precisa che “da tempo ha formalmente dichiarato superato e superabile il contratto collettivo nazionale delle attività ferroviarie, sottoscritto nel 2003 e scaduto nel dicembre del 2007, alla luce della liberalizzazione del mercato che impone a tutte le aziende concorrenti nuove regole che premino flessibilità, produttività e qualità del lavoro”. Inoltre, prosegue, “Federtrasporto e Confindustria, per rispondere alle esigenze del mutato contesto competitivo nazionale e internazionale, alla fine del 2010 hanno formalmente invitato tutte le imprese del settore a partecipare al tavolo comune per la riscrittura del nuovo contratto nazionale: regole nuove che avrebbero consentito ad ogni attore di competere, evitando così che la concorrenza si possa sviluppare sul ‘dumping contrattuale’ piuttosto che sul mercato. Tutte le imprese hanno declinato l’invito”. E comunque – conclude Federtrasporto “esistono altri due contratti nazionali ‘di riferimento’ per le imprese ferroviarie: il contratto nazionale Autoferrotranvieri e il contratto nazionale logistica, trasporto merci e spedizioni, applicato da imprese private. Ma soprattutto è in corso un processo di costruzione del nuovo contratto nazionale della Mobilità, sostenuto con convinzione dallo stesso ministro Altero Matteoli e approdato ad una prima intesa nel settembre 2010 (peraltro non ancora operativa) tra le principali associazioni datoriali del settore, tra cui Federtrasporto-Agens, e tutti i sindacati maggiormente rappresentativi. Ebbene, nessuna delle nuove imprese ferroviarie ha ritenuto di partecipare alla costruzione della prima parte del nuovo contratto nazionale”.
Una posizione alla quale FerCargo ha voluto ribattere, per precisare che “né Fercargo, né le singole imprese ad essa associate sono state invitate partecipare, ad alcun livello della trattativa per il nuovo CCNL, né dal Governo né da Federtrasporto stessa”. Ciò che è accaduto – prosegue – “è invece che alcuni mesi fa FerCargo, che aveva elaborato una propria proposta per lo specifico settore del trasporto ferroviario delle merci, ha cercato di aprire un tavolo di confronto con Federtrasporto attraverso alcuni specifici incontri, iniziativa poi annullata da Federtrasporto in conseguenza della costituzione del Forum del Trasporto Ferroviario tra Fercargo, NTV, Assoferr, Arriva DB, Arenaways”. “Evidentemente – conclude la nota – Federtrasporto non ha piacere che in Italia ci siano altri soggetti, oltre alle FS da loro rappresentate, che parlino tra loro, interagiscano e possano esprimere una propria posizione sullo sviluppo del trasporto ferroviario nel nostro paese”.
In ogni caso FerCargo “ritiene auspicabile un contratto nazionale che, al suo interno, individui pienamente la specificità del settore cargo e quindi marchi una chiara differenziazione rispetto al trasporto viaggiatori di lunga percorrenza ed al trasporto locale, che operano in contesti ed ambiti del tutto differenti. Lo stesso contratto nazionale dovrà contenere principi e regole di carattere generale, per poi lasciare ampio spazio alla contrattazione aziendale, tenuto conto che, anche nell’ambito del cargo, vi sono aziende che per dimensione, distribuzione territoriale, tipologia di business, necessitano di una specifica organizzazione del lavoro”.
Queste in sintesi le posizioni espresse fino a oggi. Ma tutto lascia presumere che la polemica continui.
Strage Ustica. Chiesti 100milioni di euro ai ministeri di Difesa e Trasporti
Dopo trent’anni arriva una sentenza storica per la Strage di Ustica avvenuta la sera del 27 giugno 1980 quando l’aereo civile Itavia 870 scomparve in mare tra Ustica e Ponza: il giudice del Tribunale Civile di Palermo Paola Protopisani ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire gli 81 parenti delle vittime con oltre cento milioni di euro. Si tratta di una cifra mai riconosciuta in Italia. Le motivazioni: “Non garantirono la sicurezza del volo e depistarono l’accertamento dei fatti”.
A22 realizza una nuova area per camion a Valdaro
Autobrennero va avanti nel suo Piano parcheggi approvato lo scorso febbraio e acquista un terreno di 55.560 mq da destinare ad area di sosta in grado di ospitare 240 mezzi pesanti. Prezzo d’acquisto: circa 3,9 milioni di euro, una cifra assolutamente gestibile per una società che ha chiuso l’esercizio 2010 con un utile di 64,3 milioni di euro. Sempre lungo la A22 sono presenti anche l’autoparco Sadobre con una capacità di 300 stalli e le aree di sosta al km 1+800 (Brennero), al km 85+327 (presso la stazione di Bolzano sud), al km 131+436 (in prossimità della stazione di Trento nord, presso l’area dell’Interporto di Trento, in affitto da società Interbrennero S.p.A.) e al km 309+076 (presso l’area di servizio Campogalliano ovest). Di recente è stata anche riassegnata la realizzazione di 100 stalli alla stazione autostradale di Rovereto sud.
Richieste visite di controllo all’Inps: dal 1° ottobre solo on-line
L’INPS, con circolare n. 118 del 12 settembre 2011, stabilisce che a partire dal 1° ottobre tutte le richieste dei datori di lavoro relative a visite mediche di controllo dei dipendenti in malattia dovranno essere inoltrate con canale telematico. Però, viene concesso un periodo transitorio fino al 30 novembre 2011 nel corso del quale le richieste di visita potranno essere inviate tramite i canali tradizionali.
In seguito le richieste dovranno avvenire tramite portale WEB dell’Istituto – servizio di “Richeista Visita Medica di controllo”, con accesso tramite PIN. Di conseguenza occorre la preventiva abilitazione, cosa già possibile a chi dispone di PIN per consultare gli attestati di malattia.
Chi invece non fosse abilitato deve presentare presso una Sede INPS i seguenti documenti:
– – modulo di richiesta, compilato e sottoscritto dallo stesso datore di lavoro privato o dal legale rappresentante, con l’elenco dei dipendenti per i quali si chiede il rilascio del PIN per l’accesso agli attestati di malattia del personale con allegata copia del documento d’identità del sottoscrittore;
– – modulo di richiesta individuale compilato e firmato da ogni dipendente autorizzato, con allegata fotocopia del documento di identità.
13 settembre: i certificati di malattia vanno trasmessi solo in via telematica
Dal 13 settembre diventa operativa la nuova modalità di trasmissione telematica all’Inps dei certificati di malattia attestanti l’assenza dei lavoratori. Quindi a partire da oggi il datore di lavoro non potrà più richiedere al proprio lavoratore l’invio della copia cartacea dell’attestazione di malattia, ma dovrà prendere visione delle attestazioni di malattia dei propri dipendenti avvalendosi esclusivamente dei servizi resi disponibili dall’Inps. Ovviamente il lavoratore è obbligato a comunicare tempestivamente al datore di lavoro la propria assenza, con i modi previsti dal Contratto Collettivo di settore.
Se poi il datore di lavoro ne faccia richiesta, il lavoratore dovrà anche comunicare il numero del protocollo identificativo del certificato di malattia che gli ha fornito il medico, il quale in caso di richiesta del lavoratore è tenuto a rilasciare al momento della visita copia cartacea del certificato e dell’attestato di malattia telematici.
Sono nei casi in cui non sia possibile procedere all’invio telematico di tale certificazione e il medico abbia rilasciato il certificato e l’attestato in modalità cartacea, il lavoratore dovrà inviare il certificato all’Inps entro due giorni dal rilascio e l’attestato di malattia al proprio datore secondo le modalità tradizionali.
Salerno: in arrivo 83 milioni per rilanciare il porto
Ci sono 83 milioni di euro in arrivo per il porto di Salerno. Entro fine anno è previsto il via libero definitivo dell’Europa e a quel punto sullo scalo campano potrà confluire questo ultimo blocco di finanziamenti, che si aggiungono ai 200 già spesi nei primi mesi dell’anno. Gli ultimi 83 milioni – ha detto il presidente dell’Autorità Portuale, Andrea Annunziata – «serviranno a completare la sistemazione interna della struttura, e ci consentiranno di avviare un’altra fase di sviluppo, legata alla logistica integrata. Che include il collegamento con il centro logistico di Mercato San Severino e l’Agro nocerino, e l’interporto di Battipaglia».
Inoltre i fondali del porto passeranno dagli attuali
Continental investe sull’India
Dopo aver ultimato l’acquisizione di Modi Tyres Company, Continental svela i suoi progetti di crescita in India. Già entro il 2011 la produzione di pneumatici per camion e bus nello stabilimento di Modipurnam crescerà di più di 500.000 unità per poi sfondare il tetto del milioni di pezzi entro il 2013. Inoltre 50 milioni saranno investiti anche per dare avvio nella seconda metà del 2013 alla produzione di pneumatici per vetture e veicoli commerciali.
Tutto questo avrà ovviamente risvolti occupazionali, visto che il numero di collaboratori della società passerà dagli attuali 1600 ai circa 2400.
Attualmente in India Continental può contare su 110 centri di distribuzione regionali e su una rete di vendita composta da più di 1.400 dealer, anche in fase di continuo sviluppo. Fino ad oggi il business più corposo è stato generato dall’attività di ricambio, anche se in prospettiva Continental punta ad accrescere la penetrazione nel primo equipaggiamento.
Andreas Penkert, CEO di Continental India, sottolinea il significato della trasformazione dell’attività condotta in India: “Lo scorso anno Continental ha visto una crescita del suo fatturato in Asia di circa il 50%, fino ad arrivare a quattro miliardi di euro. Continental è leader di mercato in Europa nei pneumatici per autovetture. Più del 30% di tutte le nuove auto europee lascia la fabbrica con pneumatici Continental. Nel segmento Premium del mercato la nostra società è uno tra i più grandi costruttori a livello mondiale di pneumatici industriali, per autocarri e autobus. Considerando queste premesse, diamo inizio ad una nuova fase delle nostre attività in India con grande impegno e con l’obiettivo di ottenere risultati importanti per i nostri clienti, per Continental e i suoi impiegati e per la regione”.