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Rimborsi IVA UE 2010: le domande entro il 30 settembre

Entro il 30 settembre prossimo può essere presentata domanda di rimborso dell’IVA 2010 versata in un uno Stato comunitario diverso dall’Italia. A questo scopo bisogna inviare richiesta esclusivamente in via telematica all’Agenzia delle Entrate, che poi entro 15 giorni la inoltra allo Stato in cui è stato effettuato il versamento. A quel punto l’Amministrazione di tale Stato ha 4 mesi di tempo per dare comunicazione diretta al contribuente sull’esito della richiesta di rimborso, erogando la somma spettante nei 10 giorni successivi alla comunicazione.
La stessa scadenza (30 settembre 2011) vale anche per gli operatori residenti in altri Stati comunitari, che possono chiedere il rimborso dell’IVA assolta in Italia per gli acquisti effettuati nel nostro Paese, tramite la propria Amministrazione finanziaria, che provvede poi a inoltrare la richiesta all’Agenzia delle Entrate.
A tal proposito l’Agenzia delle Entrate specifica che il contribuente comunitario con un credito IVA per un periodo inferiore a 3 mesi potrà chiederne il rimborso utilizzando la richiesta annuale.
Per le richieste riferite a un trimestre, l’importo minimo rimborsabile è di 400 euro (se inferiore, il rimborso sarà annuale); per le richieste relative all’anno, invece, l’importo minimo rimborsabile è di 50 euro.

Fuso Canter: passaggio all’euro 5. E non solo…

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Il Fuso Canter, piccolo camion del gruppo Daimler, passa all’euro 5 allineandosi al mantra del momento: minori costi di esercizio. Formula ormai obbligatoria per questi tempi bui, abbinata a miglior comfort, prestazioni e sicurezza.
Il cuore delle novità sul Canter, in produzione da settembre nello stabilimento portoghese di Tramagal, è il motore turbodiesel, quattro cilindri euro 5, da 3 litri di cilindrata, offerto con tre livelli di potenza: 130, 150 e 175 cv.
A questo motore sono abbinati due cambi: un manuale a cinque marce e, novità assoluta per il Canter e per i veicoli della categoria, il cambio a doppia frizione a 6 marce Duonic, entrambi disponibili con l’optional della funzione start&stop.
Il Duonic, un DSG a doppia frizione (che consente comunque di passare a un innesto manuale), può essere di grande aiuto nelle missioni in cui è richiesto un uso intensivo del cambio e grande attenzione alla guida.
La casa dichiara che il Duonic mantiene lo stesso consumo del cambio manuale e che, con l’abbinamento al sistema start&stop, si riduce del 3%. A ridurre ulteriormente il costo di gestione arriva pure l’allungamento dell’intervallo di manutenzione da 30.000 a 40.000 km.
A livello meccanico le altre importanti novità per le versioni più leggere (da 3,5 ton), sono le sospensioni anteriori a ruote indipendenti e, per tutti i Canter, di un impianto frenante elettronico. Nei modelli più pesanti, i 6S e 7C, è di serie l’ESP e si possono montare, optional, gli airbag lato conducente e lato passeggero.

LE NOVITÀ IN CABINA
La cabina di guida del Canter euro 5 è ridisegnata sia all’esterno che all’interno.
Sono nuove la plancia, la strumentazione con display multifunzione, i sedili con supporto lombare regolabile e, a richiesta, anche ammortizzati, il sistema di riscaldamento e climatizzazione automatico. Razionalizzati gli utili spazi portaoggetti.
All’esterno il nuovo Canter è riconoscibile per i paraurti in tre parti, in acciaio con spigoli rivestiti in materiale plastico e per la griglia del radiatore a V. La cabina, ora trattata con una nuova verniciatura a immersione cataforetica e la sabbiatura del telaio, è più resistente alle aggressioni della corrosione.

PIÙ VERSIONI, MAGGIORE CARICO UTILE
Con l’introduzione del motore euro 5 la gamma Canter ha ampliato le possibilità di scelta.  Oltre ai classici ptt da 3,5 e 7,5 ton oggi il veicolo è disponibile anche con peso totale di 6 ton. Con l’introduzione della versione da 6 tonnellate sono stati ridefiniti anche i carichi ammessi sugli assi e le configurazioni del telaio. In questo modo, secondo il modello, le capacità di carico utile sono aumentate tra gli 85 e 500 kg. Sul Canter da 7,5 ton, l’asse posteriore ha una capacità di carico di 6 ton.
Altre interessanti novità nella gamma sono la versione con passo extralungo da 4.750 mm per gli allestimenti fino a 7.000 mm di lunghezza e il modello 3S con una larghezza di 1.700 mm. È migliorata anche la versatilità di allestimento con i nuovi montanti, le nuove prese di forza e il posizionamento standard dei fori sul telaio.

 

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Nissan NV 200: 2100 euro subito, il resto in 4 anni

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Con il suo NV200, uno dei modelli di più recente arrivo e con una taglia particolare nel panorama dei furgoni disponibili sul mercato, la Nissan gioca la carta delle promozioni soprattutto finanziarie.
“Tasso zero in 4 anni” è la filosofia di fondo. Il che significa che l’NV200 Van Easy 1.6 Euro 5 si può avere versando un anticipo di 2.100 euro e pagando poi 48 rate mensili di 235 euro. Nella formula è compresa anche la protezione del finanziamento e un anno di assicurazione furto e incendio. Il Tan è pari a zero e il Taeg è di 2,17%.

Da inizio 2011 l’autotrasporto ha speso 1,56 mld in più per il gasolio

Dall’inizio dell’anno a oggi, l’aumento del prezzo del gasolio ha incrementato i costi complessivi del settore dell’autotrasporto, su base annua, di oltre 1,5 mld di euro. I conti li ha fatti la CGIA di Mestre. Come si è raggiunto a questo importo? Stimando un consumo medio annuo di carburante dell’intero settore pari attorno ai 10,5 mld di litri, con gli aumenti avvenuti alla pompa dall’inizio dell’anno a oggi (da quando cioè il 3 gennaio il prezzo al litro del gasolio era di 1,312 euro a oggi che costa 1,512 euro, vale a dire un 15,24% in più), le oltre 113 mila aziende del settore dell’autotrasporto si trovano a pagare 2,19 mld di euro in più.
Se a questo importo si stornano l’Iva (che per gli autotrasportatori è deducibile nella quasi totalità dei casi) e le accise (essendo queste ultime deducibili, le imprese potranno beneficiare di un risparmio fiscale pari a 154,9 mln di euro ) i costi aggiuntivi netti, registrati dall’inizio dell’anno a oggi, sono pari a 1,56 mld di euro. «Una vera stangata che rischia di mettere in ginocchio moltissime aziende del settore ormai a corto di liquidità», ha commentato Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre.
           

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Ford Transit Euro 5: pensato per il risparmio

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Seguendo le necessità dei clienti, e in particolare la richiesta di alte prestazioni a fronte di costi di gestione sempre più contenuti, il best seller della Ford, in arrivo alle concessionarie entro la fine dell’anno, monta a bordo i nuovi diesel Duratorq TDCi da 2,2 litri euro 5 con potenze da 100 a 155 cv. Una sola cilindrata per tutte le potenze. Un solo motore per tutti i modelli Transit a trazione anteriore, posteriore e integrale.
Il Transit a trazione anteriore si può scegliere con 100, 125 o 140 cv, mentre la versione più potente a trazione posteriore raggiunge i 155 cv. A livello di coppia anche il motore più piccolo, da 100 cv, sviluppa 310 Nm. Al vertice la motorizzazione da 155 cv con 385 Nm.
Il motore ha un sistema d’iniezione diretta common-rail con pressione più elevata, a 1.800 bar, i turbocompressori VNT a palette regolate elettronicamente, la pompa dell’olio a portata variabile, un nuovo sistema di ricircolo dei gas di scarico e filtro diesel antiparticolato con catalizzatore ossidante per l’euro 5. Tutti elementi che migliorano prestazioni e consumi.
Il risparmio non deriva però soltanto dai motori più efficienti, ma anche da una serie di accorgimenti che Ford ha introdotto sul nuovo Transit.
La prima è la ricarica rigenerativa intelligente, sistema che aumenta la potenza sviluppata dall’alternatore quando il mezzo frena o decelera. Convertendo l’energia cinetica della vettura in energia elettrica, riduce la resistenza dell’alternatore che grava sul motore in fase di accelerazione o durante la marcia, risparmiando carburante. La corrente elettrica liberata ricarica la batteria, a cui i sistemi elettrici del Transit possono attingere in una fase successiva.
Un sistema avanzato di gestione della batteria tiene costantemente sotto controllo lo stato della batteria, e quando i livelli di carica superano l’80% disaccoppia l’alternatore per ridurre il carico del motore. Questi due sistemi sono di serie sulla maggior parte dei modelli Transit 2012.
Con la pompa a portata variabile, infine, l’olio viene erogato solo quando risulta effettivamente necessario. La pompa resta quindi in funzione per meno tempo, consumando così un minore quantitativo di energia e migliorando il risparmio di carburante.
E visto che non si risparmia soltanto in  questo modo, ma anche riducendo al minimo i tempi di fermo macchina, il Transit ha allontanato gli intervalli di manutenzione, estendendoli a 50.000 km/2 anni a offrendo una garanzia anticorrosione fino a 12 anni. Un traguardo reso possibile da una zincatura aggiuntiva su predellini anteriori e laterali, barre longitudinali, traversine, passaruota posteriori e altri componenti del sottoscocca.
Secondo calcoli effettuati dalla Ford, l’allungamento degli intervalli a 50.000 km possono portare ad un risparmio compreso tra il 25% e il 40% sui costi di manutenzione in base alla versione.
 
Gli ECOnetic sono ancora più economici
Puntate a ottenere la gestione più economica possibile del veicolo? Per raggiungere questo obiettivo Ford propone i modelli Transit ECOnetic, oggi disponibili anche in versione a passo lungo con tetto medio. Gli ECOnetic sono equipaggiati con il sistema Start&Stop e il sistema Ford avanzato di gestione della batteria. Qualche esempio? Il Transit 280 ECOnetic a passo corto da 100 cv con il tetto basso consuma l’8,5% di carburante in meno rispetto al modello precedente. Abbinato al limitatore di velocità a 100 km/h (optional), i consumi nel ciclo combinato scende a 6,55 l/100 km, il CO2 a 173 g/km. In totale 909 litri in meno ogni 150.000 km rispetto alla versione del 2009.
Per la prima volta è disponibile un modello 350 ECOnetic a passo lungo da 125 cv con il tetto medio con consumi pari a 7,16 l/km, cui si aggiunge una straordinaria capacità di carico. Rispetto alla versione attuale a passo lungo da 115 CV con il tetto medio, consuma 1.875 litri di diesel in meno ogni 150.000 km.

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Osram Truckstar® accende la notte dei driver

Si accende la notte degli autisti sintonizzati su RTL 102.5 dal 20 settembre al 14 ottobre 2011, con citazioni e annunci firmati Osram all’interno della trasmissione Crazy Club, il programma della notte, in onda dal martedì al venerdì dalle 3.00 alle 6.00, compagna dei guidatori notturni, come i driver professionali.
Con le lampade Truckstar Osram assicura una visibilità ottimale sulla strada, consentendo agli autisti una maggiore concentrazione: fino al 100% di luce in più (rispetto alle lampade standard) concentrata nel campo visivo critico tra 50 e 75 m.
Un fascio luminoso più penetrante e uniforme consente una migliore rilevazione dei pericoli e la possibilità di poter contare su un tempo di reazione maggiore. Più luce sulla strada significa minore stress e maggiore sicurezza dell’autista, spesso alla guida per lunghi percorsi e in condizioni di scarsa visibilità.
Le lampade Osram Truckstar non trascurano nemmero il portafoglio riducendo il numero di sostituzioni e, conseguentemente i tempi di fermo e i costi.
Per quantificare il risparmio è a disposizione un calcolatore on line su: www.osram.it/truckstar-calcolatore

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Eurovignette. Pedaggi discriminatori

Il 12 settembre scorso è stata approvata dal Consiglio Europeo la direttiva sull’Eurovignette che introduce nei pedaggi stradali a carico dei mezzi di trasporto merci superiori a 12 ton, anche i costi dell’inquinamento atmosferico e acustico da essi provocato, oltre a quelli già previsti per le infrastrutture.
La nuova direttiva – approvata con i voti contrari di Italia e Spagna e l’astensione di Portogallo, Olanda e Irlanda – può essere adottata su tutte le autostrade europee e va a favorire i Paesi centrali e di attraversamento della UE – che infatti hanno votato a favore. Lo scopo è quello di ridurre l’inquinamento proveniente dai mezzi pesanti, snellire il traffico, imporre un sistema di tassazione progressiva dei percorsi effettuati dai veicoli industriali. Il livello del pedaggio potrà dipendere dalla classe d’inquinamento del veicolo, dalla distanza percorsa e anche dall’orario di passaggio in determinate strade, in funzione del congestionamento. I veicoli Euro 6 saranno esenti sino al 31 dicembre 2017, gli Euro 5 fino al 31 dicembre 2013, gli ibridi e gli elettrici saranno completamente esenti.
Gli Stati potranno modulare la nuova tassa (fino al 175% della tassa base), applicare esenzioni al pagamento (per veicoli sotto le 12 ton), mentre le regioni montuose potranno applicare un importo superiore al transito per alcune particolari infrastrutture. Quest’ultimo aspetto – motivo del dissenso dei rappresentanti italiani – si traduce in un ennesimo colpo all’economia del nostro Paese che per trasportare le merci italiane in Europa deve necessariamente passare valichi e trafori trovandosi a pagare una sorta di sovrattassa sia che passi per la Francia, per l’Austria, la Slovenia o la Svizzera. Cosa che invece sarà risparmiata – e qui sta il “favore” – ai Paesi dell’Europa continentale dove i confini sono rappresentati, al massimo, da qualche fiume.
Ora gli Stati membri hanno due anni di tempo per trasporla in legge nazionale.

Approvata la Manovra: ecco quanto interessa l’autotrasporto

Nella seduta di ieri, la Camera dei Deputati ha approvato il DL 138 del 13 agosto 2011, relativo alla cd. “Manovra di Ferragosto” con tutte le modifiche apportate nella prima lettura dal Senato.
In attesa della pubblicazione in GU (prevista per questo fine settimana) ecco in sintesi le disposizioni che interessano l’autotrasporto:
Modifica art. 83-bis. Con un’ulteriore modifica alla normativa sui costi minimi di esercizio, si consente la stipula di accordi di settore anche oltre il 12 giugno 2011 (limitatamente ai contratti scritti di autotrasporto, ai sensi dell’art.6 D.Lgv. 286/2005).
Con questa modifica si è inoltre stabilito che l’entrata in vigore di detti accordi venga subordinata al parere preventivo della Consulta e che gli stessi siano pubblicati con Decreto del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Ripristino del SISTRI. Diventerà operativo il 9 febbraio 2012 per tutte le categorie di soggetti a esso obbligati (eccetto i produttori di rifiuti pericolosi fino a 10 dipendenti, per i quali il sistema scatterà a giugno 2012).
Tenuto conto delle complicazioni operative registrate in passato, questa nuova disposizione impegna il ministero dell’Ambiente a effettuare una “verifica tecnica delle componenti software e hardware del sistema, anche ai fini dell’eventuale implementazione di tecnologie di utilizzo più semplice rispetto a quelle attualmente previste, organizzando, in collaborazione con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative, (appositi – ndr.) test di funzionamento”.
Aumento dell’IVA. Per incrementare il gettito fiscale e ridurre il disavanzo del bilancio, è stata approvata la disposizione che aumenta dal 20 al 21% l’aliquota iva ordinaria. Non vengono invece toccate le aliquote iva ridotte del 4 e 10%. L’aumento diviene operativo già da domani (dal giorno successivo alla pubblicazione in gazzetta della legge di conversione).
Introduzione dell’IPT Progressiva. È stata confermata la disposizione originaria del decreto legge che elimina l’IPT in cifra fissa e introduce quella progressiva. La maggior imposta (scatta anch’essa dal giorno successivo alla pubblicazione in GU) si applica nel momento della trascrizione dell’atto di vendita, anche se questo è stato stipulato prima.
La nuova IPT produrrà un notevole aumento del carico fiscale sulle nuove immatricolazioni e sui passaggi di proprietà dei veicoli adibiti al trasporto di merci che, si vedranno quadruplicare gli esborsi. Per esempio: se per immatricolare un trattore stradale, oggi è richiesta una IPT pari a circa 196 euro, con la nuova norma si dovrà pagare più di 800 euro.
Mancata abrogazione di alcune feste civili. Sono state ripristinate le festività civili del 25 aprile, 1° maggio e 2 giugno, mentre verranno eliminate tutte le festività patronali, con eccezione di quella di Roma (29 giugno), in quanto prevista dal Concordato.
Confermata la riduzione a 2.500 euro per il libero utilizzo del denaro contante. In precedenza il limite era fissato a 5mila euro (DL 78/2010). Questo viene ora ridotto, per consentire maggiori accertamenti fiscali e una maggiore lotta al sommerso.
Confermata la liberalizzazione dell’accesso all’esercizio delle professioni e attività economiche. Da questa disposizione sono esclusi i taxi e NCC e non riguarda nemmeno il settore dell’autotrasporto di cose in conto terzi, in quanto la professione è regolata da vincoli dell’ordinamento comunitario (regolamento UE 1071/2009) e non suscettibile di ulteriore liberalizzazione per disciplina nazionale.

 

Verità e bugie sui costi minimi

È grande la confusione sotto il sole. E qualcuno ci gioca. Rispetto ai costi minimi, poi, gli interessi in gioco e l’ansia di riscatto sono tanti e tali che in molti soffiano sul fuoco, raccontano in giro che i costi minimi non sono più in vigore, che la manovra – un po’ come aveva fatto con il Sistri (almeno fino a un pronto ravvedimento) – ha cancellato l’art. 83 bis. Ora, finché si dice nei bar, sui piazzali, in qualche ufficio reso afoso dal clima torrido, passi. Che lo sostenga il Sole 24 Ore nella sua edizione Trasporti è un po’ troppo.
Allora, per non ingenerare falsi allarmi e fornire uno straccio di minima certezza, ricostruiamo brevemente la vicenda. Che parte con un emendamento presentato a firma del senatore Cicolani, con cui si aggiungono un paio di frasi all’art. 83 bis essenzialmente a uno scopo: rendere possibile la stipula di accordi di settore anche oltre il 12 giugno 2011. Così come era stata scritta la norma, infatti, non sembrava chiaro: si poteva cioè pensare che, trascorsi invano quei nove mesi che la legge assegnava per la stipula degli accordi di settore, i costi minimi sia per i contratti scritti sia per quelli verbali erano quelli fissati dall’Osservatorio o, in supplenza, dal ministero dei Trasporti. Adesso questa possibilità viene chiarita: è possibile cioè cercare di sedersi attorno a un tavolo e riprendere le trattative, settore per settore, per individuare eventualmente dei costi diversi per ogni ambito merceologico, ma – è questa la novità dell’articolo della manovra – si stabilisce una nuova procedura. Che prevede il preventivo parere della Consulta dell’Autotrasporto e quindi la pubblicazione dell’accordo stesso tramite un decreto emanato dal ministro dei Trasporti. In pratica questo atto darebbe garanzia legale all’accordo e lo metterebbe al riparo da eventuali “lamentele” dell’antitrust.
Tutto qui. I costi minimi ci sono, rimangono. Ma settore per settore si possono concludere accordi. Potranno prevedere costi diversi? In parte sì. Magari migliorativi, vale a dire più alti di quelli fissati dal ministero.
A questo punto non rimane che rileggere i due commi dell’art. 83 bis modificati dalla manovra (in neretto le parti nuove). E poi provare a rispondere: Il Sole 24 Ore Trasporti mente sapendo di mentire?

4. Al fine di garantire la tutela della sicurezza stradale e la regolarità del mercato dell’autotrasporto di merci per conto di terzi, nel contratto di trasporto, stipulato in forma scritta, ai sensi dell’articolo 6 del decreto legislativo 21 novembre 2005, n. 286, l’importo a favore del vettore deve essere tale da consentire almeno la copertura dei costi minimi di esercizio, che garantiscano, comunque, il rispetto dei parametri di sicurezza normativamente previsti. Tali costi minimi sono individuati nell’ambito degli accordi volontari di settore, conclusi tra organizzazioni associative di vettori rappresentati nella Consulta generale per l’autotrasporto e per la logistica, di cui al comma 16, e organizzazioni associative dei committenti, sono sottoposti al parere preventivo della predetta Consulta generale e pubblicati con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ai fini della loro entrata in vigore . Tali accordi possono altresì prevedere contratti di trasporto di merci su strada di durata o quantità garantite, per i quali è possibile derogare alle disposizioni di cui al presente comma nonché alle previsioni di cui agli articoli 7, comma 3, e 7-bis del decreto legislativo 21 novembre 2005, n. 286, ed alle disposizioni in materia di azione diretta.

4-bis. Qualora gli accordi volontari previsti al comma 4 non siano stipulati entro il termine di nove mesi, decorrenti dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, l’Osservatorio sulle attività di autotrasporto di cui all’articolo 6, comma 1, lettera g), del decreto legislativo 21 novembre 2005, n. 284, determina i costi minimi, secondo quanto previsto al comma 4. Decorso il termine di cui al primo periodo, qualora entro ulteriori trenta giorni l’Osservatorio non abbia provveduto ad adottare le determinazioni dei costi minimi, si applicano anche ai contratti di trasporto stipulati in forma scritta le disposizioni di cui ai commi 6 e 7, ai soli fini della determinazione del corrispettivo e ferma restando la possibilità di deroga con gli accordi di cui al comma 4.”.

 

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