6,4%: è questa la percentuale di infiltrazione della criminalità organizzata all’interno delle imprese di trasporto. E anche per questo ieri il ministro dell’Interno ha firmato un doppio protocollo Protocollo quadro per la legalità e la sicurezza delle imprese, finalizzato a stabilire delle forme di collaborazione tra forze dell’ordine e sistema delle imprese. A siglarli da parte governativa il ministro Maroni e da parte delle imprese il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli e il vicepresidente Paolo Uggè. Quest’ultimo in particolare ha apposto la firma al primo protocollo attuativo che si pone il compito di prevenire, contrastare e reprimere qualsiasi tipo di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore dei trasporti, spedizione e logistica.
Con l’apporto delle associazioni di categoria, sarà possibile attivare – ha detto Maroni – «strumenti straordinari di contrasto al crimine» per consentire agli imprenditori di «operare serenamente e in sicurezza».
Ma cosa contiene il Protocollo dedicato ai trasporti? Praticamente parte da due indicatori fondamentali: il mancato rispetto dei costi minimi di sicurezza e la cancellazione dall’Albo e dalla Camera di Commercio per poi dare vita a una nuova impresa o dagli stessi interessati o da parte di loro prestanomi. « Due indicatori che – ha spiegato Uggè – qualora non venissero rispettati, spingeranno il ministero ad avviare le opportune verifiche per l’applicazione degli aspetti sanzionatori». In pratica quando si sa che un’azienda non rispetta i costi minimi o che ha chiuso in un luogo o con un nome e poi ha riaperto altrove o sotto altre insegne a quel punto scatta la segnalazione dell’associazione agli organi di controllo per approfondire la cosa. Insomma, un meccanismo alquanto virtuoso, anche perché dietro un’azienda che non percepisce i costi minimi, nel momento in cui partono le indagini, ci sono tutte le altre che questa ha incontrato lungo la filiera e che magari non hanno interesse a sottoporsi a tali verifiche. Di conseguenza, come ha sottolineato Uggè, questo elemento potrebbe diventare un fattori di forza per convincere sempre più imprese a rispettare la normativa sui costi minimi.
Protocollo Maroni-Conftrasporto contro le infiltrazioni malavitose nel trasporto
CNA-Fita in agitazione sulla riforma dell’accesso alla professione
Trasportounito strappa un tavolo sulla legge 127 in cambio della sospensione del fermo? La cosa non deve essere molto piaciuta alle altre associazioni dell’autotrasporto e in particolare a CNA-Fita, che ha proclamato uno stato di agitazione delle proprie imprese associate, perché percepisce un clima preoccupante rispetto all’attuazione del Regolamento comunitario relativo all’accesso alla professione e ad alcune indiscrezioni trapelate. «Come requisito di ingresso – si legge in una nota dell’associazione – si parla di mantenere l’esenzione dal Regolamento europeo 1071/2009 fino ai 3,5 ton per le sole imprese monoveicolari (favorendo ulteriormente la frammentazione del mercato) e di non adeguare la capacità finanziaria ai 9 mila euro per tutti, bensì unicamente per le aziende che intendono esercitare o esercitano la professione di autotrasportatore con autoveicoli fino ai 35 quintali a differenza del maggiore onere di 50 mila euro per tutti gli altri». Due provvedimenti giudicati inaccettabili.
Per bloccarli CNA-Fita punta sul sottosegretario Bartolomeo Giachino, al quale il presidente dell’associazione, Cinzia Franchini, vista anche la decisione di riaprire un tavolo sulla legge 127, indirizza un commento di fuoco: «I costi minimi non vanno ridiscussi bensì fatti rispettare. Il Sottosegretario non si preoccupi dei problemi alla circolazione locale in qualche porto. Si preoccupi piuttosto di parlare con chi gli ha garantito il tempo necessario per fare delle cose precise, altrimenti la pace sociale potrebbe diventare un boomerang pericoloso».
Ricordiamo che il Regolamento di cui si discute va recepito entro il 4 dicembre. Almeno fino a questa data, quindi, di accesso alla professione torneremo sicuramente a parlare.
Le 10 proposte di Conftrasporto per rilanciare il settore
Il settore dell’autotrasporto è in crisi e andrebbe rilanciato. Secondo Conftrasporto è possibile farlo senza far scucire un euro allo Stato, che peraltro in questo frangente non ha grosse disponibilità in tal senso. E a questo scopo ha stilato un decalogo preciso di punti, semplice a da attuare a costo zero. Passiamoli in rassegna.
1) Abolizione del Sistri e sua sostituzione con un sistema di tracciabilità basato sull’utilizzo informatico del formulario di identificazione dei rifiuti e i precedenti registri di carico
2) Vincolare la concessione dei benefici alla imprese (riduzione pedaggi, rimborso del contributo al SSN sulla RC Auto, ecc) al mantenimento dei livelli occupazionali
3) Eliminazione dell’IPT limitatamente ai casi di trasformazione d’azienda, fusione di due o più imprese, aggregazione di diverse realtà in cooperative o consorzi al fine di agevolare l’esercizio dell’autotrasporto
4) Controlli sui committenti in numero pari a quello degli incidenti con feriti gravi o morti sulle strade in cui siano coinvolti veicoli industriali
5) Limitare i divieti di circolazione per veicoli industriali ai soli giorni festivi dell’anno;
6) Liberalizzazione delle attività di noleggio con conducente
7) Liberalizzazione trasporto ferroviario e incentivi per sviluppo combinato ferro-strada.
8) Patto per la mobilità urbana
9) Pian Generale dei Trasporti reso un impegno vincolante
10) La consulta per trasporto e logistica reso un organo di governo.
Insomma, ci sono proposte politiche, altre tecniche, altre a metà strada. L’abolizione del Sistri, per esempio, è per un verso tecnica ma è anche politica (visto il rilievo tutto politico che le sta dando il ministro Prestigiacomo, con cui Paolo Uggè, presidente Fai-Conftrasporto, è in polemica aperta). Non è detto che così come proposta sia a costo zero: per creare un nuovo sistema di tracciabilità, infatti, qualcosa andrebbe speso, senza considerare tutti gli oneri che lo Stato dovrebbe sostenere in caso di smantellamento del sistema per azioni legali di fornitori e di aziende che hanno già versato i contributi per gli anni passati.
Per il resto c’è un po’ di tutto. Ci sono i divieti di circolazione ormai scanditi più dal Codacons che da altri soggetti maggiormente competenti in materia e sui quali quindi è il caso di fare azioni di lobby.
C’è la liberalizzazione del noleggio senza conducente, che… a volte ritorna (l’ultimo passaggio in Parlamento ebbe addirittura l’approvazione in una Camera e la drastica cancellazione nell’altra). Tutto sta capire se la contrarietà atavica di alcune fazioni sia scomparsa del tutto, per rimuovere questa anomalia peraltro tutta italiana.
C’è la liberalizzazione dei trasporto ferroviario, che a dire il vero già ci sarebbe.
C’è la rimozione della peraltro lievitata IPT per i casi di aggregazione, cosa che eviterebbe di gravare finanziariamente operazioni di questo tipo, che potrebbero soltanto imprimere capacità competitiva al sistema di autotrasporto italiano.
I “sassi”, come dire, sono tanti. Ora bisogna allargare la discussione. E prioritariamente conquistare il sostegno dell’intera Unatras.
Supra City Z di Carrier: quando il freddo si tinge di verde
Rimane da sciogliere un dubbio: come funziona un’unità refrigerante che fa a meno del motore? La risposta è semplice: grazie a un motore idraulico interno, alimentato da una pompa collegata direttamente alla presa di forza (PTO) del motore dell’autocarro. Così si converte sia la trasmissione della forza meccanica tramite il sistema idraulico, sia l’energia prodotta dal motore dell’autocarro in alimentazione costante per il sistema di refrigerazione. Ma soprattutto per conservare una refrigerazione costante, indipendente dal motore, l’unità Supra City Z sfrutta una tecnologia di distribuzione variabile, costituita dalla combinazione tra pompa dell’olio e il regolatore elettronico per il motore idraulico.
In più per la lotta ingaggiata contro le emissioni gassose Supra City Z si affida a un motore Euro 5, mentre per sconfiggere quelle sonore, oltre a eliminare la fonte principale di inquinamento acustico derivato dal sistema di refrigerazione, ricorre a impianti di insonorizzazione della versione Supra Silent, che riducono i livelli di rumore a 62 dB in modalità stand-by.
L’unità Supra City Z è supportata da una rete capillare e affidabile di servizi post vendita Carrier Transicold (oltre 550 centri di assistenza con 1.700 tecnici e un call center multilingue che fornisce assistenza 24 ore su 24 in 17 lingue). Inoltre, è disponibile in tre versioni: Supra City Z 900 (9.020 watt), Supra City Z 1000 (11.100 watt) e Supra City Z 1000 MT (da 11.100 watt, multi-temperatura) per carichi fino a 19 ton.
Per ulteriori informazioni www.carriertransicold.eu.
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Accordi di settore: riaperto il tavolo per i container
Accordi di settori? Finalmente, si può fare. Non soltanto nel settore della Grande Distribuzione, dove la trattativa è in corso da qualche settimana, ma anche in quello – per certi versi più difficile – dei container. È di oggi infatti la notizia che Confitarma, a nome della committenza, ha dato la sua disponibilità a sedersi intorno a un tavolo insieme alle associazioni dell’autotrasporto. E così lunedì 14 novembre a Milano, presso la sede della Fedespedi, il tavolo per la trattativa sarà formalmente riaperto.
Vi terremo informati sugli sviluppi.
Kingkan, il figlio “pesante” della joint venture cinese di Iveco
La joint venture Iveco Hongyan Commercial Vehicle Co. (SIH) siglata tra Iveco, SAIC e Chongqing Machinery ha partorito il primo frutto: si chiama Kingkan ed è stato presentato oggi a Chengdu, nella provincia del Sichuan. Il nome è già un programma: se infatti “King”, in inglese è il “re”, ovvero il leader del segmento, “Kan” invece, nella leggenda cinese, è il nome di un animale molto forte, sinonimo di potere. Insomma, un veicolo che unisce forza e affidabilità così da essere in grado di “competere – come ha detto Franco Ciranni, senior vice president International Operations – sul mercato domestico, dove i volumi di vendita sono superiori a 900mila unità all’anno, ma è anche già pronto per essere esportato”.
Kingkan, evoluzione dei prodotti della linea classica di SIH, garantisce elevate prestazioni e un ottimo rapporto qualità-prezzo. La sua nuova cabina reca comunque la “firma” Iveco, affidata al caratteristico frontale “a V”.
Ufficiale: il Ponte sullo Stretto non si farà!
Il ponte sullo Stretto di Messina rientra (se mai ne era uscito) nel libro dei sogni. Stamattina infatti la Camera, con il consenso del governo, ha deciso di destinare ad altro i soldi che erano rimasti nelle casse dello Stato per questa imponente opera. Più precisamente è stata l’approvazione di una mozione dell’Idv sul trasporto pubblico locale su cui l’esecutivo aveva espresso parere favorevole a mettere la parola “fine” alla vicenda Ponte. La mozione, infatti, impegna l’esecutivo “alla soppressione dei finanziamenti che il Governo ha previsto per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, pari complessivamente a 1 miliardo e 770 milioni di euro, di cui 470 milioni per il solo anno 2012 quale contributo ad Anas s.p.a. per la sottoscrizione e l’esecuzione, a partire dal 2012, di aumenti di capitale della società Stretto di Messina spa”. Una mozione che giunge dopo che la scorsa settimana anche l’Europa aveva evitato di prendere posizione sull’infrastruttura, giudicandola affari italiani.
28 ottobre: divieto di circolazione dalle 16 alle 22
Secondo quanto previsto dal decreto del 19 luglio scorso, pubblicato in Gazzetta Ufficiale numero 170 del 23 luglio 2011, domani venerdì 28 ottobre, dalle 16 alle 22 non possono circolare i veicoli sopra le 7,5 ton. Sabato 29 ottobre il divieto scatta alle 14 per terminare alle 22, mentre domenica 30 ottobre lo stop dura dalle 8 alle 22. Gli altri divieti previsti per i venerdì riguardano il 7 dicembre (precedente cioè all’8, che è festivo) e al 23 dicembre (prima dell’accoppiata Natale e vigilia). Divieti, anche qui, validi dalle 16 alle 22.
Convenzione Alpi: la Camera respinge la reintroduzione del protocollo trasporti
Ieri la Camera ha respinto per quattro voti (296 contro 292) un emendamento del Partito Democratico sulla ratifica della Convenzione delle Alpi. L’emendamento in questione era finalizzato a reinserire nel testo di ratifica il protocollo trasporti, eliminato dal testo normativo dalla commissione parlamentare e che in sintesi avrebbe impedito la costruzione di nuove autostrade a cavallo delle Alpi.
Molto positivo, da parte degli autotrasportatori, il commento di Paolo Uggè, presidente di Fai Conftrasporto: “Grazie al lavoro svolto dal governo, e in particolar modo dal sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino, l’Italia ha evitato che il destino del nostro sviluppo fosse messo nelle mani di Austria, Francia, Germania, Svizzera e Liechtenstein che potrebbero avere tutto l’interesse a frenare la nostra crescita a proprio vantaggio”.