Veicoli - logistica - professione

Home Blog Pagina 1480

Fiat Industrial cresce e cerca partner

Sono numero positivi quelli che il presidente di Fiat Industrial snocciala per il terzo trimestre 2011: i ricavi arrivano a quota 5,9 miliardi (rispetto a 5,2), l’utile di gestione sale a 484 milioni (da 330), l’utile netto si spinge fino a 204 (da 117). Complessivamente nei primi 9 mesi del 2011 l’la società che ingloba i marchi Iveco, CNH e Fiat Powertrain relativamente ai motori pesanti mette in cassa un utile netto di 557, anche grazie alla redditività che ha ritoccato l’8,3% (con CNH che fa meglio di Iveco con un considerevole 9,7%). Ad andare a fine anno l’utile di gestione dovrebbe essere ritoccato al rialzo, passando da 1.5 a 1,6 miliardi. E stessa musica per il 2012, seppure Iveco dovrebbe avere una qualche difficoltà nella vecchia Europa, dove il mercato, dopo l’andamento più che positivo degli ultimi mesi, che aveva portato a una crescita del portafoglio ordini della casa italiana sempre in dopppia cifra. Cosa peraltro confermata anche nel terzo trimestre, malgrado già si percepisce una leggera frenata.
Insomma, tutto bene, al punto che lo stesso Marchionne, come spesso capita in situazioni di questo tipo, ha smentito per l’ennesima volta la messa in vendita della società. Non ha nascosto invece la possibilità di stringere alleanze con altri costruttori. D’altra parte, è forse il caso di ricordare che, almeno per ciò che riguarda i veicoli industriali, Iveco è uno dei pochi marchi rimasti a muoversi in solitudine, dopo che Renault Trucks negli anni passati era entrato nell’orbita di Volvo Trucks (come pure Nissan Diesel) e adesso Man e Scania sono finiti sotto il tetto di Volkswagen. C’è poi Daimler che ha in pancia diversi marchi come Mercedes, Mitsubishi Fuso, Peterbilt, Freightliner.
Certo, anche Iveco dispone di una costellazione ricca di joint venture, create per meglio aggredire singoli mercati, in particolare quelli in piena crescita (Cina, Russia, Brasile), che sono poi quelli numericamente ma anche strategicamente più interessanti. Ma adesso c’è la disponibilità esplicita a stringere alleanze. Aspettiamo di vedere chi si farà avanti.

Aumenta il gasolio: l’autotrasporto paga oggi per essere rimborsato domani

Ci risiamo: c’è un’emergenza e per affrontarla si chiede il contributo diretto di chi va per strada. Così, di fronte alle tragiche inondazioni che la scorsa settimana hanno devastato la zona della Cinque Terre e il nord della Toscana, il governo aumenta di circa otto centesimi al litro il prezzo dei carburanti (più precisamente quattro + iva). Certo, com’era avvenuto per il Fondo dello Spettacolo qualche mese fa, anche in questo caso l’Agenzia delle Entrate comunica che l’aumento non colpisce l’autotrasporto in conto terzi che utilizza veicoli sopra le 7,5 ton. Ma… Ci sono più «ma». Innanzi tutto, il fatto che esiste un autotrasporto al di sotto di questa soglia di tonnellaggio, che nei conti fatti dalla CNA-Fita non sono pochi: 18.633 imprenditori che si troveranno a spendere complessivamente circa 22 milioni in più. E poi l’altro «ma»: le modalità con cui si eccettua l’autotrasporto, che non valgono ovviamente nel momento dell’acquisto del carburante, ma come funziona in generale per le accise e come ha funzionato per il Fondo Spettacolo funzionano tramite rimborso differito. Come a dire, intanto paga – e non poco: circa 40 milioni in più – e poi verrai rimborsato. Ma di questi tempi ogni onere aggiuntivo, seppure con la prospettiva di essere  recuperato, pesa non poco sui bilanci già stremati delle aziende. Peraltro, tutto questo avviene proprio mentre a livello internazionale l’andamento del prezzo del petrolio mostra una tendenza al ribasso. Che fa quindi respirare le imprese di altri Stati, ma non le nostre. E proprio mentre la stessa Istat quantifica l’incremento su base annua del carburante al 14%. Come a dire: piove sul bagnato!  

Antitrust: «La norma sul contratto unico nelle Ferrovie va abrogata»

La manovra di Ferragosto aveva previsto l’applicazione dei contratti nazionali di settore in ambito ferroviario. Una norma gradita a Trenitalia, ma criticata aspramente dal presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, che nel corso di un’audizione in commissione Trasporti della Camera sugli effetti della norma ha detto chiaramente che «va abrogata perché restringe la concorrenza». Più precisamente Catricalà si è detto preoccupato delle aziende ferroviarie che si stanno affacciando nel mercato, perché «non sono le aziende che devono venire a fare l’alta velocità, ma sono piccole aziende che fanno un po’ di concorrenza a Ferrovie nel settore delle merci».

«Stimiamo – ha profetizzato il presidente Antitrust – che il 40% non ce la faccia a sostenere il peso del nuovo contratto, o perlomeno ce la farà con enorme difficoltà, a costo di perdere investimenti, di ridurre i profitti e con sicuri riflessi pregiudizievoli sui livelli occupazionali”.

Catricalà ha inoltre sottilineato come “imporre per legge l’applicazione di un contratto sia lesivo dell’autonomia contrattuale e probabilmente leda anche le norme del trattato perché impedisce a un’azienda straniera che vuole agire in Italia di adottare un contratto di tipo nazionale”.

Furgone in garanzia prende fuoco: per la Cassazione è colpa del trasportatore!

Una società di trasporti acquista un furgone per trasportare capi di abbigliamento. Il furgone è usato ma coperto da garanzia. Dopo pochi giorni, nel bel mezzo di un viaggio, un corto circuito manda a fuoco il veicolo. Di chi è la colpa? Seconda la Corte di Cassazione (sentenza del 21 ottobre 2011) non c’è dubbio: è del trasportatore che in maniera negligente aveva stivato la merce nel veicolo andando a pizzicare il filo elettrico dell’impianto. Insomma, il fatto di caricare il veicolo è stato giudicato un uso imprudente della cosa acquistata, che come tale ha fatto venir meno la garanzia. Il corto circuito, nella ricostruzione della Cassazione, non dipende dal difettoso funzionamento dell’impianto elettrico del veicolo, ma da un fatto colposo del trasportatore, che quindi ha interrotto il nesso di causalità con i danni subiti e di consguenza ha escluso la responsabilità del venditore.

L’agenda del mese di Novembre 2011

Sommario:
Dimezzati i tempi per i ricorsi contro le sanzioni amministrative
Pubblicata l’ADR 2011
Ecco la regola del minuto per il cronotachigrafo digitale
I costi minimi non c’entrano con le liberalizzazioni
Garanzie finanziarie per commercianti e intermediari di rifiuti senza detenzione
Libro Unico del Lavoro e regime sanzionatorio
Bruxelles chiede a Italia classificazione rischio per autotrasporto
L’Eurovignette è legge: due anni per recepirla
Adempimenti dichiarativi sulle dichiarazioni IVA
Nuovi termini per comunicare in via telematica le operazioni Iva
Precisazione dell’aliquota ordinaria IVA
Scatta il contributo ambientale per lo smaltimento pneumatici

Allegati

Scarica l’Agenda in formato PDF

Il Senato approva misure di sostegno all’autotrasporto

Ci sono risse in Parlamento, ma anche diverse azioni bipartisan. E così dopo il voto favorevole della Camera sull’emendamento dell’Idv che allocava diversamente i fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto, il Senato dà una mano all’autotrasporto approvando misura di sostegno all’autotrasporto. Più precisamente il sottosegretario ai Trasporti Bartolomeo Giachino ha accolto le mozioni Pd e Idv e un ordine del giorno del senatore Pdl Giulio Camber. L’oggetto delle misure: l’applicazione al Friuli Venezia Giulia della clausola di salvaguardia europea sul cabotaggio per consentire l’adozione di misure speciali, vista la concorrenza sleale che gli autotrasportatori della regione subiscono da parte di colleghi dell’Est europeo.
Le mozioni, inoltre, impegnano il governo a favorire “una revisione delle competenze normative sull’autotrasporto che riaffermi il ruolo del ministero dei Trasporti in modo da garantire uniformità di comportamenti in tutto il Paese e di evitare fenomeni di dumping territoriale tra imprese”. Tra gli impegni chiesti anche quello di “favorire aggregazioni e sviluppo di grosse imprese di trasporto, come previsto dal nuovo Piano nazionale della logistica, al pari degli altri Paesi europei, in grado di negoziare in un mercato libero il costo del servizio”.

1,6 milioni del Friuli V.Giulia per autostrada viaggiante e intermodalità

La Giunta regionale del Friuli Venezia Giula ha approvato un finanziamento di oltre 1,1 milioni di euro a favore della società Alpe Adria spa per la gestione dell’autostrada viaggiante tra Trieste e Salisburgo. Più precisamente è il rinnovo fino a febbraio 2012 dei contributi che la Regione assegna ogni anno ad Alpe Adria che, in collaborazione con l’austriaca Ökombi, garantisce un servizio di treni giornalieri di andata e ritorno tra il porto di Trieste e Salisburgo, che nel 2011 dovrebbe interessare complessivamente 33.400 camion.
Sempre la Giunta regionale  e sempre su proposta dell’assessore Riccardi ha anche stanziato quasi 520 mila euro alla società tedesca Kombiverkeher per un servizio di trasporto intermodale tra il porto di Trieste e Wors, porto fluviale enodo ferroviario della Magonza-Ludwigshafen nella regione Renania-Palatinato, a Sud di Francoforte. Il servizio ferroviario, attivo dagennaio e ora alargato a 6 partenze settimanali, segue la linea Trieste-Udine-Tarvisio-Salisburgo-Freilassing-Monaco di Baviera-Stoccarda-Mannheim-Worms.

Nuova autostrada del mare Chioggia-Augusta-Malta

È partita da qualche settimana una nuova autostrada del mare che collega il Veneto con la Sicilia e Malta. Più precisamente il servizio parte dal porto di Chioggia, scala ad Augusta in Sicilia e si conclude a La Valletta a Malta, per poi tornare indietro. A garantirla con cadenza settimanale è la compagnia Ustica Lines, che però ha intenzione di raddoppiare le partenze.

Kerax XTREM: rinforzato per i più duri trasporti minerari

0

Non esiste il veicolo perfetto. O meglio, a renderlo tale è la missione che si affronta ogni giorno. E se questa è il trasporto di minerali e quindi le esigenze di robustezza diventano esponenziali difficilmente un veicolo standard può essere quello giusto. Ragionamento evidentemente sposato da Renault Trucks che lancia sul mercato una versione rafforzata del Kerax, pensata espressamente per chi lavora per l’industria mineraria e quindi necessita  di un veicolo altamente resistente, che sappia cavarsela su terreni instabili, che riesca ad arrampicarsi su pendenze impervie, ma che sia pure in grado di muoversi in spazi ridotti. Non a caso il veicolo, chiamato XTREM, è un 8×4 con telaio rinforzato su tutta la lunghezza tramite raddoppio dei longheroni che vanno dal motore alla barra paraincastro, viene equipaggiato con sospensioni paraboliche posteriori rinforzate a quattro lame, con un ponte con capacità di carico di 36 ton (optionale), con un canter del volano in ghisa, di una frizione bi-disco e di uno scambiatore termico del cambio di serie. Insomma, avrete capito che si tratta veramente di un mezzo muscoloso, offerto con potenze da 430 a 520 cv per i veicoli euro5 (da 380 a 500 cv sui mercati dove è sufficiente l’euro 3).

Quattro confederazioni annunciano azioni legali per recuperare i contributi Sistri

«Negli ultimi due anni 325.470 imprenditori italiani hanno speso 70 milioni di euro per iscriversi, acquistare oltre 500mila chiavette usb e quasi 90 mila black box. Risultato: il Sistri non è mai partito». Sono numeri denunciati in maniera unitaria da Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confesercenti. Ma soprattutto sono numeri che hanno indotto le quattro confederazioni ad avviare le necessarie azioni legali nei confronti del ministero dell’Ambiente, compresa l’ipotesi di una class action, per recuperare i contributi versati. Questo per il passato. Per il futuro, invece, le quattro sigle chiedono «una revisione profonda e strutturale del sistema, per semplificare il quadro normativo e le procedure e rendere il Sistri uno strumento di semplice utilizzo, realmente efficace per contrastare le ecomafie e fondato su criteri di trasparenza ed efficienza».

close-link