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DITECI LA VOSTRA! E voi cosa ne pensate dell’autostrada viaggiante Brescia-Lubiana?

A4: lavori terza corsia da Venezia a Trieste

IL GRANDE INGORGO? SI COMBATTE CON L’AUTOSTRADA VIAGGIANTE

Stanno per partire i cantieri che creeranno code e disagi lungo la direttrice Est-Ovest, con lo spettro di contingentare il traffico pesante. Per uscirne l’ALOT lancia l’idea di un’autostrada viaggiante tra Brescia e la Slovenia

Il tempo: agosto 2012. Il luogo: tratto autostradale A4 tra San Donà e Cessalto. Lo scenario: code interminabili di auto si muovono con lentezza esasperante. A volte non si spostano affatto. E i camion? Dove sono i camion? Perché ce ne sono così pochi in giro?
Per ora è solo la cronaca (immaginaria) di una coda annunciata. Ma quando cominceranno i lavori sulla terza corsia dell’A4 nella tratta Venezia-Palmanova-Trieste rischia di diventare una triste realtà. Novantacinque km di nuova corsia con la realizzazione di due svincoli a Meolo e Alvisopoli e la ristrutturazione del nodo di inter connessione con la A23 possono essere letali per la circolazione. Già oggi la direttrice Est-Ovest è satura di veicoli – soprattutto pe santi – in transito da e per Austria e Slovenia, attraverso i valichi di Tarvisio, Gorizia e Trieste. Un flusso che, durante la stagione estiva, peggiora ulteriormente per il traffico privato vacanziero.
Con l’avvio dei cantieri per la terza corsia, però, diventerà sempre più probabile l’ipotesi di contingentamento dell’autotrasporto, con forse limitazioni merceologiche o incremento delle giornate di blocco del traffico pesante. Inutile dire che tutto ciò avrebbe pesanti ripercussioni non solo sul settore logistico, già fortemente in crisi, ma sulla competitività dell’intero sistema produttivo del Nord Italia a causa dell’incremento dei tempi di movimentazione delle merci, della limitata accessibilità territoriale e dell’aumento dei costi di trasporto. In una tale situazione di emergenza diventa allettante l’ipotesi avanzata dall’Agenzia della Lombardia Orientale per i Trasporti e la Logistica (Alot), realtà che raggruppa le province di Brescia, Bergamo, Mantova, Cremona e opera per la sostenibilità del trasporto. L’Alot propone di far salire i camion sul treno a Brescia, nel terminal di Ospitaletto, per condurli fino ai confini con la Slovenia. Nel caos generato dalla monocorsia contingentata una soluzione che potrebbe avere senso anche per i trasportatori. Con l’avvertenza che può essere utile solo ed esclusivamente nelle more dei lavori, come pezza a una situazione insostenibile.
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L’INTERVISTA

8 dicembre: alle 19.30 parte lo sciopero dei benzinai, ma prima si tratta al ministero

Spazio al dialogo, ma intanto via allo sciopero. È questa la posizione delle associazioni che rappresentano i distributori di carburante, che martedì 8 ottobre saranno ricevute dal ministro dello Sviluppo Economico, ma non per questo rinunceranno a incominciare a incrociare le braccia. Così, fatta eccezione per Liguria e Toscana, le due regioni “risparmiate” in quanto già gravemente colpite dall’alluvione, proprio l’8 dicembre dalle ore 19.30 inizierà lo sciopero sulla rete ordinaria, mentre alle 22 partirà quello sulle autostrade. A meno di uno sblocco delle trattative, la protesta dovrebbe terminare tra le 7 e le 8 dell’11 novembre, rispettivamente su rete ordinaria e autostradale.
Alla base delle motivazioni dello sciopero c’è soprattutto l’abolizione a fine 2011 del bonus fiscale, una misura che i distributori volevano invece rinnovata.

 

Logistica. Confronto a Bologna su Libro Bianco Europeo sui trasporti

Un confronto sul Libro Bianco dell’Unione europea sui trasporti, tra operatori del settore e autorità comunitarie sarà al centro della Conferenza indetta da Freight&Logistics (F&L) e Freight Leaders Council (FLC), di Bologna del 10 e 11 novembre prossimi.
La due giorni bolognese è il primo incontro ad alto livello tra la logistica italiana e europea per definire le richieste della domanda e dell’offerta di logistica, i possibili scenari europei del settore al 2020. In particolare ampia discussione sarà riservata al ruolo dell’Italia nei traffici merci verso l’Est Europa attraverso l’integrazione tra i porti e l’hinterland.
Tra gli interventi più attesi quelli di Jean-Eric Paquet, della DG Mobility and Transport della Commissione europea e dell’inviato Opec, Haidar Elias Khadadeh che affronterà il problema dell’impatto dell’energia sulla supply chain, tema al quale sarà dedicata una speciale sessione di lavori, durante la quale sarà presentato, per la prima volta in Italia, il programma di sostenibilità ambientale «Lean & Green».

L’autotrasporto francese a caccia di consensi

Circa dieci migliaia di camion francesi dal primo dicembre circoleranno per le strade di Francia (ma sicuramente qualcuno lo vedremo anche in Italia) con grandi adesivi che recheranno messaggi concepiti per promuovere il ruolo dell’autotrasporto, sottolineandone l’importanza per l’economia e la società intera. Ecco alcuni dei messaggi: “87% delle merci viaggia su strada”, “Il 75% delle merci che viaggiano per strada percorre meno di 150 chilometri”, “In meno di 20 anni i camion hanno ridotto dell’80% le emissioni inquinanti”, “Sto trasportando per voi…”.

Non ci sono elezioni in ballo, ma solo la ricerca di consenso, simpatia, sostegno. È quel che c’è dietro all’insolita iniziativa decisa dalla Csiam (Chambre syndicale internationale de l’automobile et du motocycle) che a dispetto della sua ragione sociale comprende anche i costruttori di veicoli industriali. In realtà la campagna di sensibilizzazione – di questo in realtà si tratta – ha un obiettivo concreto: svolgere un’azione di lobby diffusa per contrastare i programmi governativi in materia di trasporto merci. Il governo di Parigi infatti intende varare un piano programmatico che mira a far crescere al 25% del totale i traffici non stradali (ferrovia e vie d’acqua) che oggi sono il 14%. Ciò significa che per il trasporto su gomma non è previsto nessun investimento, soprattutto non è previsto alcun intervento di potenziamento della rete stradale.

Il mondo dell’autotrasporto francese contesta questo indirizzo e argomenta il proprio dissenso con argomenti che sono validi ovunque, anche (se non di più) in Italia.

Il ragionamento si basa sugli aspetti economici del problema. La Csiam ha calcolato che per spostare l’1% dei traffici dalla strada alle altre modalità, occorre che queste ultime (appunto le ferrovie e il trasporto fluviale) aumentino le loro capacità del 10%. Purtroppo però realizzare un chilometro di via ferroviaria costa circa due volte e mezzo il costo di un chilometro di un’autostrada. E notoriamente di quattrini non ce ne sono molti, mentre le previsioni (e le speranze) dicono che la domanda di trasporto aumenterà sensibilmente, nell’immediato, non tra vent’anni…

Ecco finalmente i costi minimi dell’Osservatorio

Non è stato sicuramente facile, ma finalmente l’Osservatorio nazionale della Consulta del Trasporto e della Logistica è riuscito ad approvare i costi minimi per l’autotrasporto. Una determinazione importante perché fissa una soglia che sia i vettori sia i committenti non potranno in alcun caso derogare quando andranno a definire un contratto di trasporto. Ma una determinazione importante pure perché completa un percorso normativo che fino a ieri era rimasto monco e che rischiava di restare tale se i venti di crisi che soffiano sulla politica avessero portato alla caduta del governo. Ipotesi che diventa giorno dopo giorno tutt’altro che remota. E deve essere stata proprio tale prospettiva a far uscire la trattativa interna all’Osservatorio da quel pantano in cui si era arenata. Trattativa comunque «aspra» – come l’ha definita il presidente di Fai Contrasporto, Paolo Uggè nel suo  commento settimanale sul sito dell’Associazione – che non ha raggiunto posizioni unanimi (la delibera è stata approvata soltanto a maggioranza) e ha «sollevato anche qualche problema di metodo». Fatto sta che adesso non soltanto ci sono i numeri generici per le varie fasce di tonnellaggio, ma per tutte una serie di tipologie di trasporto specifiche (trasporti frigo, di prodotti petroliferi in cisterna, collettame, di prodotti in Adr con cisterne, di prodotti con ribaltabili, di prodotti alimentari in cisterna, di cemento sfuso in cisterna, di mangimi in cisterna, trasporti effettuati da vettori frazionisti) c’è una previsione dettagliata, seppure riferita ai soli veicoli sopra le 26 ton, anche se il segretario generale della Fiap nonché membro dell’Osservatorio, Silvio Faggi, ha già chiarito che «nel corso delle prossime riunioni dell’Osservatorio verranno elaborati i costi relativi ai veicoli di peso inferiore alle 26 tonnellate per le tipologie oggettivamente presenti sul mercato». In qualche caso – come quello del Collettame o delle Messaggerie – i costi minimi diventano inferiori a quelli che fino a ieri il Ministero individuava in maniera generica. Per molti altri, invece, a partire dai trasporti Frigoriferi fino a quelli Cisternati e Petroliferi, la determinazione del costo va oltre (in alcuni casi in maniera rilevante) rispetto ai dati ministeriali. Senza considerare che quasi sempre l’Osservatorio – che comunque si riserva di affinare il metodo di quantificazione ed eventualmente di riconsiderarlo nella riunione del 15 dicembre – ha fissato un costo minimo per l’andata e il ritorno e uno per la sola andata.Ma soprattutto l’Osservatorio ha anche chiarito la seguente formula con cui il ministero dello Sviluppo Economico dovrà adeguare (e pubblicare mensilmente sul proprio sito) i costi di esercizio e i costi minimi di sicurezza in relazione all’andamento del costo del carburante:                                 costo carburante per km incidenza = —————————————————— x 100                     «altri costi» + costo carburante per km Gli «altri costi» sono appunto quelli appena determinati dall’Osservatorio.E tale individuazione dovrebbe scongiurare quelle «interpretazioni distorte» che – come ha ricordato Uggè – erano state individuate dalle rappresentanze della committenza. Cosa accade adesso? Il sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino, parlando dalla Sardegna – isola gravata da una serie di problematiche specifiche per le quali lo stesso Sottosegretario ha annunciato l’apertura di un tavolo dedicato – ha affermato con prontezza che dopo la delibera dell’Osservatorio diventa fondamentale definire le modalità applicative negli accordi di settore, definendo comparto per comparto le deroghe e le diverse condizioni.E in effetti già si sono levate voci che esprimono particolare urgenza. Tra queste quella del presidente di Anita, Eleuterio Arcese, che dopo aver chiarito come le imprese di autotrasporto siano riuscite «a tirare avanti riducendo i margini – già bassi – per assecondare i clienti nelle continue richieste di abbattimento dei prezzi dovute alla crisi», ha poi aggiunto che «nella situazione attuale non riusciamo più a garantire i servizi richiesti dai nostri committenti». Cosa chiede Arcese? Detto sinteticamente, di aumentare il prezzo del trasporto, anche a prescindere dal dibattito dei costi minimi. Pena il collasso del settore. I costi sono stati pubblicati sul sito del Ministero alle Infrastrutture e Trasporti. Per consultarli cilccare sulla scritta seguente:Costi di esercizio e costi minimi di sicurezza – deliberazione 2 novembre 2011

Gasolio caro, ma c’è chi lo acquisisce illegalmente

È una legge matematica: più si aumenta la tassazione, più si genera evasione e illegalità. Con la conseguenza che c’è una parte di mercato che va avanti con sempre più fatica, perché costretta a subire la concorrenza anche da parte di chi ha deciso di rimanere al di là del confine della legalità. Ecco perché molte volte le notizie vanno lette insieme: dal 1° novembre aumenta di 8 centesimi l’accisa sui carburanti, che eccettua l’autotrasporto con veicoli fino a 7,5 ton che ha diritto al rimborso differito. Nella stessa giornata sono stata effettuati due importanti sequestri di gasolio illegale, entrambi in Puglia, entrambi in aziende di autotrasporto. Il primo a Cerignola, dove le Fiamme Gialle hanno sequestrato 8.000 litri di gasolio presso un deposito privato di carburanti in un’azienda di autotrasporto locale privo delle dovute autorizzazioni di legge, della documentazione contabile e dellle certificazioni antincendio. Nelle stesse ore, un po’ più a Sud, a Gallipoli, sempre la Guardia di Finanza ha scoperto 6.400 litri di gasolio per autotrazione in un deposito sprovvisto delle autorizzazioni necessarie, impiegato per far muovere una piccola flotta di 12 camion dell’azienda.
Avanziamo una previsione: scommettiamo che nei prossimi mesi notizie di questo tipo saranno sempre più frequenti?

CHEP alla conquista dell’Est Europa

CHEP, leader mondiale nei servizi di pooling pallet e contenitori, espanderà la sua attività nell’Europa Centro-Orientale, estendendola ad altre sette nazioni: Romania, Bulgaria, Croazia, Serbia, Estonia, Lettonia e Lituania.
«L’ambiente della supply chain nell’Europa Centro-Orientale è in rapida modernizzazione – spiega Rodney Francis, presidente della CHEP Central & Eastern Europe –  e la maggior parte delle aziende che trattano beni di largo consumo stanno utilizzando i pallet per le loro operazioni di movimentazione. Ciò ha portato i nostri clienti attivi in quei Paesi a richiederci la stessa qualità di servizio e di attrezzature che assicuriamo loro in Europa Occidentale. L’ingresso in questi sette Paesi – aggiunge Francio – consentirà a CHEP di rafforzare le proprie partnership strategiche con le principali aziende globali operanti nel settore dei beni di largo consumo, dei prodotti agricoli e del retail, oltre che ampliare gradualmente il servizio ai clienti nazionali».

Rimaste invariate le quote Albo 2012

Rimane invariato l’importo della quota per l’iscrizione all’Albo degli Autotrasportatori. Lo ha deciso il Comitato Centrale nella seduta del 25 ottobre. La situazione di crisi economica si fa sentire per molte aziende e l’Albo ne è ovviamente ben consapevole. Nessun aumento, quindi: stessi importi per l’iscrizione 2012 di imprese e consorzi, stessi criteri per la determinazione delle quote.
Eccone un prospetto:
1) quota fissa, dovuta da tutte le imprese iscritte all’albo degli autotrasportatori: €. 20,66
2) quota aggiuntiva in funzione del numero di veicoli in dotazione dell’impresa:
a)    da 2 a 5:                         €   5,16;
b)   da 6 a 10:                        €10,33;
c)    da 11 a 50:                     € 25,82;
d)    da 51 a 100:                   € 103,29;
e)    da 101 a 200:                 € 258,23;
f)     superiore a 200 mezzi:   € 516,46.
3) ulteriore quota aggiuntiva dovuta dall’impresa per ogni mezzo in dotazione, di massa complessiva superiore a 6 tonnellate:
a)    per ogni veicolo dotato di capacità di carico con massa complessiva tra 6 ed 11,5 ton, nonché per ogni veicolo trattore con peso rimorchiabile da 6 ad 11,5 ton: € 5,16;
b)   per ogni veicolo dotato di capacità di carico con massa complessiva tra 11,501 e 26 ton, nonché per ogni veicolo trattore con peso rimorchiabile da 11,501 a 26 ton: € 7,75;
c)   per ogni veicolo dotato di capacità di carico con massa complessiva superiore a 26 ton, nonché per ogni trattore con peso rimorchiabile oltre 26 ton: € 10,33.
Il pagamento deve avvenire entro il 31 Dicembre 2011, e gli interessati potranno scegliere se utilizzare la modalità on-line oppure un normale bollettino di conto corrente cartaceo (che anche quest’anno non verrà recapitato automaticamente), da riempire con la somma da pagare. In quest’ultimo caso, l’utente dovrà registrare i dati del versamento eseguito sul sito internet dell’Albo, per consentirne la rendicontazione.

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