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Scania YETD 2012: si riaccendono i motori

1 dicembre 2011: si aprono le iscrizioni, attraverso il sito web www.scania.it, per partecipare alla quinta edizione dello Young European Truck Driver, la manifestazione targata Scania e dedicata ai giovani conducenti di veicoli industriali (max 35 anni), che dovranno misurarsi su prove di abilità nelle manovre, guida sicura ed economica, ancoraggio del carico e controllo preliminare del veicolo per potersi laureare come miglior giovane camionista europeo 2012 e tornare a casa con il fiammante Scania personalizzato del valore di 100.000 euro!
Potranno iscriversi i giovani autisti nati dopo il 1° gennaio 1977.
La manifestazione rientra nello Scania Driver Competitions, che si svolge in 38 Paesi nel mondo e prevede per l’edizione 2012 l’adesione di 55mila partecipanti, diventando così una delle maggiori manifestazioni al mondo di questo tipo.
La competizione si svolgerà presso la sede Italscania di Trento, la semifinale sarà sabato 5 maggio 2012 e la finale nazionale sabato 9 giugno 2012. La finalissima europea avrà luogo a Södertälje in Svezia nel quartier generale di Scania il 7 e 8 settembre 2012.

Da Confindustria riparte l’attacco ai costi minimi

Cambiano i governi, ma gli attacchi ai costi minimi rimangono sostanzialmente gli stessi. A portarli avanti, come spesso in passato, è sempre Confindustria, che denuncia come la loro applicazione, «generando corrispettivi insostenibili per la produzione industriale, rischia di mandare fuori mercato settori come il petrolifero, il chimico e l’alimentare, soprattutto al Sud». A quanto ammonterebbero tali corrispettivi? Secondo i calcoli confindustriali il sovraccosto è stimato tra i 18 e i 24 miliardi rispetto ai prezzi praticati fino a oggi sul mercato. Una cifra che di fatto porterebbe a una conseguente disapplicazione della normativa. Valutazioni da cui scaturisce l’invito rivolto al nuovo governo di rimuovere il meccanismo che, in realtà celerebbe dietro le ragioni della sicurezza, delle vere e proprie tariffe amministrate e come tali contrarie alla libera concorrenza.
Accusa, questa, che investe peraltro non soltanto i costi minimi, ma pure gli accordi di settore, che consentono di derogare ai costi stessi. Prova ne sia che alcuni dei tavoli aperti proprio per definire gli accordi nel settore dei container e della GDO sono in stand by, perché attendono un parere dell’Antitrust.
Tutte considerazioni che hanno fatto tuonare il riconfermato presidente della FAI, Paolo Uggè, che risponde ai numeri con i numeri: «il settore trasporti e logistica nell’anno 2010 ha fatturato 190 miliardi di euro di cui 120 miliardi per la logistica e 70 miliardi per i trasporti. I costi minimi non interessano i traffici su distanze inferiori a 100 chilometri che valgono 15 miliardi di euro. I traffici movimentati dal conto terzi per i rimanenti 55 miliardi valgono 35 miliardi di cui 20 miliardi su distanze superiori a 500 chilometri». «I costi minimi – ribattè Uggè – incideranno per appena il 5 per cento su un fatturato di 20 miliardi e per il 3 per cento su un fatturato di 15 miliardi. Questi sono i conti veri».
Ma Uggè va anche oltre, ricordando come «nella seduta dell’Osservatorio del 25 ottobre scorso, dopo la presentazione delle tabelle da parte del responsabile di Fai Conftrasporto, un dirigente di Confindustria affermò che il lavoro era pregevole, addirittura eccellente. Ora le carte in tavola vengono improvvisamente cambiate. A che gioco giochiamo?». L’accusa di Uggè è precisa: per un verso Confindustria cerca di «assicurarsi una facciata di trasparenza e moralità», come peraltro ha fatto solo poche mesi fa quando sottoscriveva importanti impegni per la legalità con il ministro Maroni. Poi però «per intascare qualche centesimo in più a chilometro si butta tutto nella spazzatura e si mette in pericolo la vita della gente sulle strade».

Il gruppo bolognese Coesia rileva la svedese FlexLink

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Il cane che morde l’uomo fa notizia. E quando si legge che un gruppo italiano acquisisce un’azienda di logistica estera, di questo si tratta. Per la precisione è il gruppo bolognese Coesia, quello che fa capo a Isabella Seragnoli, a rilevare da un fondo di investimenti (Aac Capital Partners) la svedese FlexLink, vale a dire una società specializzata nella logistica di fabbrica di alta gamma (in particolare nell’healthcare, nel largo consumo, nell’elettronica e nell’auto), presente in 26 paesi tramite 800 collaboratori, che chiuderà il 2011 con un fatturato di circa 175 milioni di euro.
Coesia da parte sua vanta 950 milioni di fatturato, 3900 collaboratori su scala globale, tramite aziende attive nella produzione di macchine automatiche, ingranaggi di precisione ecc.

Stop a dicembre ai treni notturni dalla Sicilia: le merci si spostano (in parte) sul mare

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C’era una volta, nella solare Sicilia, il cargo merci. Treni lenti, ma sicuri che trasportavano dal Mediterraneo fino alle Alpi e oltre casse e container, per la gioia delle imprese produttive isolane.
Una bella favola cui però manca il lieto fine. A partire dall’11 dicembre 2011 le Ferrovie dello Stato hanno deciso di non far più partire treni dall’isola nella fascia oraria 23-5. Una scelta che avrà enormi ripercussioni sul trasporto merci, che di solito viaggia su rotaia proprio nelle ore notturne.
Fino al 2005 la Sicilia era servita da 14 collegamenti viaggiatori/merci verso il Nord Italia e da altri 14 provenienti dal continente, per complessivi 56 treni. Oggi si è arrivati a un’offerta composta da soli 5 collegamenti in andata e altrettanti in ritorno, per un totale di appena 14 treni. Questo significa, in soldoni, lasciare in braghe di tela le aziende siciliane.
Nel frattempo la Nts (Network terminali siciliani), società che avrebbe dovuto realizzare e gestire il Centro intermodale di Catania Bicocca, è stata messa in liquidazione, facendo naufragare l’idea di creare un polo unico che avrebbe dovuto sostenere tutto il traffico siciliano fino a 1 milione e 200 mila ton, contro le attuali 400 mila. La Nts, partecipata al 50% da RFI-FS e Sis (Società Interporti siciliani), aveva accumulato un passivo di 600 mila euro: per andare avanti era necessario la ricapitalizzazione da parte dei soci, che però non è arrivata per espressa volontà di RFI.
Ma la situazione era precipitata da tempo, con l’aumento delle tariffe da parte di Trenitalia Cargo, in gran parte dovuta all’incidenza dei ‘ritorno a vuoto’ e dei costi di traghettamento sullo Stretto. L’interrogativo a questo punto è: dove andrà a parare il trasporto merci non-gomma abbandonato dalle Ferrovie?
Una possibilità è quella della modalità marittima, che nel primo semestre di quest’anno mostra un + 7% nelle spedizioni e un + 8% nel fatturato. Tirrenia sta utilizzando sulle rotte tra Palermo e Cagliari un traghetto ro-ro ‘tuttomerci’, con una velocità di crociera di 19 nodi. Dal 19 ottobre, poi, è partito il nuovo servizio Grandi Navi Veloci tra Livorno e Termini Imerese, con frequenza trisettimanale e partenza a mezzanotte (da Livorno lunedì, mercoledì e venerdì; da Termini martedì, giovedì ed sabato). La conseguente domanda è: il traffico su ferro lasciato a terra potrà essere stornato sul mare?

MAN rileva l’intera joint venture con Force in India

Prosegue la strategia di globalizzazione del marchio MAN. Stavolta la bussola punta verso l’India, dove la casa costruttrice di Monaco di Baviera aveva già costituito nel 2006 una joint venture con la Force Motors – definita MAN Force Trucks –  allo scopo di realizzare veicoli per il mercato asiatico e africano. Inizialmente la quota detenuta da MAN era del 30%, salita poi al 50% nel 2008. Oggi, il rilancio, con la stipula di un accordo che prevede l’acquisizione da parte di MAN della MAN Force Trucks.
Un accordo che diventerà operativo entro l’anno – sempre che arrivino le necessarie autorizzazioni – e che vede comunque la Force restare fornitore privilegiato della casa tedesca.
Per il resto le ragioni strategiche dell’operazione sono presto dette: “Negli ultimi anni abbiamo notevolmente beneficiato dell’esperienza del nostro partner Force Motors – ha spiegato il CEO di MAN Georg Pachta-Reyhnofen – la sua conoscenza del mercato indiano e i rapporti di lunga data con i fornitori locali ci sono stati di grande aiuto al fine di consolidare la nostra attività in India. Ora la nostra volontà è di ampliare il business per nostro conto”.

Passera vuole fare bene? Confermi Giachino

Il governo Monti è nato, ha già ottenuto la prima fiducia al Senato e, come prevedibile, sono anche già comparse all’orizzonte le prime nubi sul suo esecutivo. Al neo ministro dei Trasporti, l’ex banchiere Corrado Passera, alcune associazioni hanno già rivolto le loro speranze che quanto precedentemente fatto non venga vanificato.
Il Presidente di Confartigianato Trasporti Francesco Del Boca si manifesta «fiducioso nella volontà del Governo di riaccendere i motori del sistema economico e di assicurare al Paese le condizioni per recuperare competitività». «In particolare – aggiunge Del Boca – confidiamo nella competenza e nella sensibilità del ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera. Le imprese di autotrasporto merci si aspettano che sia garantita continuità al lavoro svolto dal Ministero insieme con le rappresentanze degli autotrasportatori e che gli impegni già indicati e le iniziative già avviate possano trovare attuazione al fine di risollevare uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi».
L’auspicio – si legge poi in una nota della Fiap – è che, per quanto attiene al ministero dei Trasporti, il nuovo Ministro voglia avvalersi ancora della preziosa collaborazione di Bartolomeo Giachino che in questi anni ha svolto un lavoro prezioso nell’interesse non solo degli autotrasportatori ma dell’intero Paese. Ne è prova la pace sociale che, nonostante le burrasche generate dalla crisi, ha retto negli ultimi 3 anni.
Un po’ più severo è Paolo Uggè, recentemente riconfermato alla presidenza di Fai/Conftrasporto che, nelle pagine del sito della confederazione, dedicate alle sue riflessioni sul nuovo Governo, afferma che «Siamo pronti a collaborare ma non a lasciarci prendere in giro. Nessuno si azzardi a pensare che modifiche alle regole concordate con il precedente Governo ed approvate dal Parlamento, possano essere cambiate in modo unilaterale con la bugia che alterano la concorrenza.»

La lotta all’abusivismo assicurativo nella legge di stabilità

Il fenomeno dell’abusivismo assicurativo dilaga. Secondo i dati della polizia stradale la percentuale di veicoli che viaggiano privi di copertura assicurativa raggiunge ormai il 10%. È tempo di correre ai ripari. Ecco perché nella legge di stabilità è stata prevista – all’art. 13 – una nuova modalità di accertamento della copertura assicurativa basata sull’incrocio dei dati. In pratica, nel momento in cui si accerta da parte di un veicolo una violazione al codice della strada subito si va a verificare se gli stessi dati sono presenti negli archivi delle imprese di assicurazione.
In particolare viene stabilito che la mancanza di copertura assicurativa può essere accertata anche confrontando cioè i dati risultanti dai dispositivi di controllo elettronico della velocità con quelli contenuti nelle polizze emesse dalle imprese assicuratrici risultanti dalle banche dati della motorizzazione civile. Se il confronto fornisce esito positivo scatta per il proprietario del veicolo l’obbligo di produrre il certificato di assicurazione obbligatoria. In mancanza parte la sanzione da 398 a 1.596 euro. A questo proposito ricordiamo che dal 1° gennaio 2012 tutti gli apparecchi elettronici di misurazione della velocità e quelli di rilevazione di accessi non autorizzati in ZTL, centri storici e aree pedonali costituiranno mezzi di prova delle R.C. Auto.

Trasporti eccezionali: arrivano le tanto attese semplificazioni

L’universo dei trasporti eccezionali era in fermento da tempo. Troppe volte erano giunti segnali di riforma e soprattutto di semplificazione, sempre caduti nel vuoto. Adesso nella legge di stabilità cambia qualcosa. Vediamo in che modo. Fino a oggi i veicoli di questo settore potevano circolare soltanto se muniti di apposita autorizzazione rilasciata dall’ente proprietario o concessionario delle autostrade (a meno di alcune eccezioni particolare).
Adesso l’art. 14 al comma 16 della legge di stabilità stravolge il comma 9 bis dell’art. 10 del codice della strada. In particolare si prevede che il governo modifichi il regolamento di esecuzione e di attuazione del codice della strada entro 60 giorni (quindi entro il 1° marzo 2012) dall’entrata in vigore della norma (1° gennaio 2012), con l’emanazione di un regolamento che definisca il dettaglio delle semplificazioni.
Ricordiamo che già lo scorso 22 aprile 2011 era stato modificato il Disciplinare Scorte. Così come previsto dal codice della strada modificato nel 2010, infatti, l’autorizzazione rilasciata in base all’art. 10 cds deve recare la previsione di una scorta tecnica anche nelle ipotesi in cui sia disposta la scorta di polizia stradale, rinviando alle norme del Disciplinare per quanto concerne le modalità di effettuazione, numero dei veicoli di scorta e persone abilitate.
Ora la legge di stabilità prevede che le autorizzazioni in questione dovranno essere rilasciate entro 15 giorni, in modo da consentire all’interessato di iniziare il viaggio munito della documentazione necessaria. Inoltre la lettera B) specifica che le autorizzazioni periodiche di cui all’art. 13 DPR del 16 dicembre 1992, n. 495 utilizzate per un numero indefinito di viaggi siano valide per un anno ove riguardanti la circolazione a carico e a vuoto dei convogli di cui alla autorizzazione rilasciata.
La lettera C), invece, dice che cosiddette autorizzazioni multiple, riferite a un numero definito di viaggi da effettuarsi entro un determinato periodo di tempo, saranno valide per viaggi compiuti entro sei mesi dalla data del rilascio dell’autorizzazione.
La lettera D) riguarda poi le autorizzazioni singole che saranno valide per un unico viaggio, purché venga effettuato entro tre mesi dalla data di rilascio.
La lettera E) aggiunge che per le autorizzazioni alla circolazione per i veicoli e per i trasporti eccezionali di tipo periodico non è prevista l’indicazione della natura e della tipologica di merce trasportata. Al comma 5 dell’art. 13 viene poi introdotta la possibilità di modificare le dimensioni degli elementi oggetto del trasporto o il loro posizionamento a prescindere dal carattere invariabile della natura del materiale e della tipologia degli elementi trasportati, differentemente da quanto stabilito in precedenza.
Si precisa inoltre che sono assoggettati ad autorizzazione periodica anche i trasporti di beni, della stessa tipologia, ripetuti nel tempo. Tale autorizzazione deve essere rilasciata con le modalità semplificate di cui alla lettera A). Inoltre è anche possibile rinnovare tutte le autorizzazioni, comprese quelle scadute, tramite domanda su carta semplice per un massimo di tre volte ed entro tre anni, a condizione che tutti i dati del veicolo e del carico siano invariati. Infine, il nuovo comma 9 bis si conclude con la previsione che, nelle domande per il rilascio delle autorizzazioni singole o multiple, sia possibile indicare a titolo di riserva un numero massimo di cinque veicoli per il veicolo trattore, per il veicolo rimorchio o semirimorchio, ammettendo ogni tipo di combinazione tra gli stessi.

23 e 24 novembre: nuovi test per il Sistri

I governi passano, il Sistri resta e va avanti a colpi di test. In base a quanto disposto dalla Manovra bis, infatti, il ministero dell’Ambiente deve organizzare nuovi test e nuovi corsi per le officine entro il prossimo 15 dicembre per verificare il funzionamento del sistema. E così vuol fare, malgrado lo scetticismo generale. Le date dei test sono previste in particolare per i prossimi 23, 24 e 25 novembre, anche se quelli che coinvolgono le imprese di autotrasporto sono quelle dei primi due giorni.
Sul sito del Sistri, insieme alle date dei test, ci sono anche dei link a una nota di presentazione e a un questionario da compilare per partecipare ai test. Interessati all’iniziativa saranno tutte le imprese coinvolte nell’esordio ufficiale del Sistri previsto per il 9 febbraio 2012. Le statistiche parlano di 73.000 produttori, 20.000 trasportatori, 10.000 impianti e 551 Comuni. In particolare il 23 e 24 novembre.
Dal ministero informano che dopo il 15 dicembre saranno organizzati altri test rivolti alle imprese fino a 10 dipendenti, quelle cioè per le quali il Sistri dovrebbe partire dopo il 1° giugno 2012.
Ricordiamo che, per partecipare ai test, è anche in funzione un Contact Center, al quale sottoporre qualunque dubbio. Risponde al numero verde 800003836 e all’indirizzo e-mail: supportotecnico@sistri.it. Gli utenti che potranno partecipare ai test dovranno comunque essere preventivamente individuati dalle Associazioni di categoria e segnalati almeno 7 giorni prima della data di effettuazione dei test. Ragion per cui gli interessati dovranno prima provvedere ad aggiornare i dispositivi elettronici e a salvare almeno una “Registrazione cronologica” e una “Scheda Movimentazione”. Insomma, ci sono tanti passaggi da mettere a punto e anche una tempistica dubbia (come quella dei sette giorni necessari affinché le associazioni individuino i partecipanti).
In più anche il questionario da compilare, che dovrebbe servire a recepire possibili semplificazioni, non sembra cogliere nel segno, in quanto chiede semplicemente risposte rispetto ai tempi di risposta del sistema o ad aspetti marginali di natura elettronica, quando invece le problematiche sollevate dagli operatori toccano procedure quotidiane e di sostanza.
Andiamo avanti… ma scettici.

Accordi di settore container: i committenti chiedono parere all’Antitrust

Il trasporto container non è contemplato nei costi minimi approvati dall’Osservatorio. E c’è un motivo: sono in corso delle trattative avanzate per definire un accordo di settore in deroga. A questo scopo il 14 novembre associazioni dei vettori e quelli dei committenti si sono incontrate a Milano.
Sono venuti fuori due novità interessanti. Innanzi tutto la volontà di definire la parte normativa dell’accordo, affidata a una costituenda commissione tecnica, la cui prima riunione è stata fissata per il 28 novembre.
La seconda novità è che le associazioni dei committenti hanno riferito di essersi rivolte all’Autorità Garante della Concorrenza rispetto alle modifiche apportate all’articolo 83 bis della legge 133/2008. Ragion per cui, prima di andare avanti nella trattativa, le parti hanno deciso di attendere il parere dell’Autorità.  

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