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Primo pacchetto Mobilità, l’IRU chiede chiarimenti sulla sentenza della Corte UE

Venerdì scorso l’IRU (Unione internazionale dei trasporti stradali) ha formalmente chiesto alla Commissione Europea di chiarire le implicazioni pratiche della recente sentenza della Corte di giustizia UE su alcune normative contestate del Primo Pacchetto Mobilità.

In particolare, l’associazione fa riferimento alla decisione del 4 ottobre scorso con cui la Corte aveva annullato la norma sul ritorno del veicolo, che richiedeva agli operatori dei trasporti di riportare a casa i camion ogni otto settimane, confermando tuttavia la validità di tutte le altre disposizioni messe in discussione dagli Stati membri (regole sui tempi e di guida e di riposo, distacco dei conducenti e accesso al mercato).

Domanda: cosa implica la sentenza UE?

Il settore del trasporto su strada europeo – si interroga l’IRU – vuole comprendere le implicazioni effettive della sentenza. In particolare, «c’è ancora incertezza tra le parti interessate sugli effetti immediati della decisione della Corte. Inoltre, gli operatori dei trasporti vorrebbero una posizione ufficiale su come la sentenza influisca sulle multe precedenti al verdetto».

Per questi motivi l’Unione ha inviato una lettera alla Commissione europea, chiedendo risposte formali sulle conseguenze pratiche del giudizio. Si domanda infatti l’IRU cosa rispondere ai trasportatori che cercano di capire se possano essere ancora multati per non aver riportato a casa il proprio veicolo. »E questo – spiega Raluca Marian, direttrice IRU per la difesa dei diritti dell’UE – nonostante la Corte dell’Unione europea abbia chiaramente affermato che la disposizione in esame è nulla. Per noi insomma può essere chiaro che la decisione della Corte abbia un effetto immediato, ma le centinaia e migliaia di microimprese che effettuano trasporti continentali non hanno tutte familiarità con il complicato sistema di sentenze dell’organo lussemburghese»”.

Oltre che per l’annullamento della restituzione del veicolo, l’IRU ha poi chiesto precisazioni su come la sentenza incida sulla comprensione e applicazione pratica del ritorno del conducente e sull’interpretazione comune delle situazioni di distacco e non distacco dell’autista.

«Dato che la Commissione ha finora guidato il settore in modo competente – conclude Marian – rimaniamo in attesa di un riconoscimento ufficiale, anche perché, al momento, la pagina web della Commissione sulle norme di accesso al mercato non elenca nemmeno la decisione della Corte e sta ancora spiegando come il veicolo dovrebbe tornare a casa. A questo riguardo, l’IRU auspica un approccio in due fasi, con una spiegazione molto urgente sulle disposizioni relative alla restituzione del veicolo e un’analisi più approfondita del ragionamento della Corte sugli altri motivi».

Il legale rappresentante può fungere da responsabile tecnico. A patto che…

Fino a oggi a ricoprire il ruolo di responsabile tecnico, di colui cioè chiamato ad assicurare la corretta organizzazione nella gestione dei rifiuti da parte dell’impresa in maniera effettiva e continuativa e per questo – lo ricordiamo – munito di idonei titoli di studio, esperienza nei settori di attività e idoneità in termini di conoscenze e competenze da provare tramite apposite verifiche, poteva essere:
– il titolare o legale rappresentante dell’impresa
– un dipendente
– un soggetto esterno all’organizzazione.

Ora, invece, dopo che sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto legge 17 ottobre 2024 n.153 (DL Ambiente), può essere nominato Responsabile Tecnico anche il Legale Rappresentante della stessa impresa, a condizione che, così come prevede il nuovo comma 16 bis dell’art. 212 del D.Lvo 152/06, abbia svolto il ruolo di responsabile tecnico per almeno 5 anni consecutivi nella stessa impresa.

Inoltre il decreto Ambiente, tra le altre disposizioni relative alla razionalizzazione dei procedimenti di valutazione e autorizzazione ambientale, la promozione dell’economia circolare, l’attuazione di interventi in materia di bonifica di siti contaminati e di dissesto idrogeologico, modifica all’articolo 4 la composizione dell’Albo Gestori Ambientali, integrandola con due nuove figure. O meglio, la prima, scelta come rappresentante delle organizzazioni rappresentative della categoria degli autotrasportatori, è del tutto inedita. La seconda, invece, proviene dalla categoria dei gestori dei rifiuti, che era già rappresentata con due membri che adesso salgano a tre.

La guida di camion è un lavoro usurante: la Spagna a un passo dall’approvazione della riforma

Guidare un veicolo pesante è rischioso e alla lunga usurante. E le organizzazioni spagnole dell’autotrasporto e del trasporto persone cercano da circa venti anni di ottenere il riconoscimento normativo di tale assunto. Dopo lunghe trattative, però, mentre la parte legata al trasporto persone, aderente alle sigle UGT e CC.OO. ha deciso di andare avanti e di proclamare uno sciopero di sette giorni non consecutivi (il primo già organizzato oggi 28 ottobre e gli altri in calendario per l’11, il 28 e il 29 novembre e per il 5, il 9 dicembre e il 23 dicembre), le organizzazioni dell’autotrasporto merci hanno invece siglato un accordo articolato in cui hanno ottenuto diverse aperture. In particolare la promessa del Ministero della Previdenza Sociale di attivare la procedura con cui fissare coefficienti per anticipare l’età pensionabile degli autisti professionisti compensando l’aumento del contributo previdenziale con una diminuzione dell’attuale contributo per infortuni sul lavoro e malattie professionali
Prima di passare in rassegna i principali punti dell’accordo, ricordiamo però che per adesso è stato sottoscritto soltanto dall’associazione CEMT (Confederazione spagnola del trasporto merci), perché Fenadismer, Astic, Onu e FVET hanno deciso di sottoporlo all’approvazione dei propri organi direttivi. Ecco gli altri punti.

• avvio di una procedura con cui definire i coefficienti di riduzione necessari per giungere all’anticipazione dell’età pensionabile degli autisti di veicoli pesanti con peso superiore alle 3,5 ton;

• presentazione dell’istanza di avvio di un procedimento amministrativo per firmare un Accordo su materie specificherelative alla prevenzione dei rischi professionali e sul controllo dell’attività che include tali punti:

– 1. gli accertamenti medici periodici previsti dalla normativa preventiva diventano obbligatori per gli autotrasportatori di merci;

– 2. le imprese di autotrasporto acquisiscono il diritto a effettuare controlli casuali per verificare l’eventuale consumo di alcol e droghe da parte del proprio personale viaggiante.

Contestualmente a tale procedura i firmatari dell’accordo si impegnano a rivolgersi alle diversePubbliche Amministrazioni per richiedere:

• 1. La riduzione dall’attuale 6,7% al 3,7% dell’aliquota contributiva per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

• 2. Lo sviluppo di un sistema telematico con cui le aziende di trasporto persone o merci possano verificare se un loro conducente è legalmente autorizzato alla guida.

• 3. La regolarizzazione delle procedure per effettuare controlli iniziali, periodici o a campione durante l’esercizio dell’attività di guida finalizzati a verificare il consumo di alcol, droghe esostanze psicotrope.

• 4. L’istituzione di un sistema di riduzione dei contributi a favore delle aziende di autotrasporto merci che abbiamo notevolmente ridotto gli infortuni sul lavoro o i cui autisti non siano stati responsabili di alcun incidente grave nell’ultimo anno. In via sussidiaria, se ciò non fosse possibile, sarà richiesto alle amministrazioni di istituire una forma di sussidio alle imprese di trasporto merci su strada per acquisire veicoli conformi ai più recenti standard di sicurezza.

• 5. La possibilità di svolgere la formazione relativa all’abilitazione alla guida e al conseguimento delle patenti in modo integrato, procedendo all’eliminazione del requisito di essere in possesso della patente di guida di classe C per poter svolgere tale formazione.

• 6. L’applicazione agli autotrasportatori della stessa normativa prevista per l’industria manifatturiera relativamente al pensionamento parziale.

Volvo e Daimler Truck si alleano per spingere sulla digitalizzazione dei camion di domani

Come annunciato lo scorso maggio, Volvo Group e Daimler Truck hanno definito una joint venture con cui sviluppare una piattaforma comune di veicoli “software-defined” e un sistema operativo per camion dedicato, fornendo così la base per i futuri veicoli commerciali dei due marchi. Qui abbiamo spiegato cosa si intenda per “software-defined”.

Accordo vincolante

Al momento i due gruppi leader nel settore dei veicoli commerciali hanno già firmato un accordo vincolante per costituire la joint venture (50/50) e stanno lavorando per creare la società che avrà come sede Göteborg, in Svezia. La piattaforma consentirà alle due aziende e ad altri potenziali futuri clienti di utilizzare prodotti con funzioni digitali autonome specifiche per veicoli pesanti, indipendentemente dal marchio e anche applicabili come OEM ad altri veicoli commerciali.

Da realizzare un sistema operativo e unità di controllo

Le attività della joint venture includeranno la realizzazione e l’approvvigionamento di unità di controllo centralizzate ad alte prestazioni dedicate ai veicoli industriali e in grado di gestire grandi quantità di dati. La nuova società svilupperà poi, come accennato, un sistema operativo e strumenti che i produttori di truck potranno utilizzare come base per sviluppare le proprie funzionalità digitali differenziate. Questo approccio separerà in futuro i cicli di sviluppo di software e hardware e consentirà ai clienti di acquistare e aggiornare le applicazioni digitali in modalità wireless «over the air».

Intesa completata nella prima metà del 2025

Si prevede che l’intesa per la joint venture sarà completata nella prima metà del 2025, subordinatamente all’ottenimento di tutte le approvazioni normative richieste.

Volvo Group e Daimler Truck rimarranno comunque concorrenti in tutte le altre aree aziendali e continueranno a concentrarsi su un’offerta di prodotti e servizi indipendente, comprese le rispettive offerte per i clienti digitali.

I commenti

«La firma dimostra il nostro impegno congiunto a guidare la trasformazione digitale del nostro settore – ha dichiarato Karin Rådström, CEO di Daimler Truck – Il software e l’hardware di questa joint venture saranno fondamentali per raggiungere livelli senza precedenti di sicurezza, comfort ed efficienza».

«Stiamo unendo le forze per ridefinire l’architettura software e aprire la strada a una nuova era di camion auto-ottimizzanti – ha aggiunto Martin Lundstedt, CEO di Volvo Group – Insieme stiamo eliminando la complessità per consentire ai nostri clienti di sbloccare livelli più elevati di connettività, sicurezza ed efficienza, in modo da stabilire lo standard del comparto».

5.186: sono le miglia marine percorse da una tonnellata di merce nel 2024, rispetto alle 4.675 del passato

Esistono colli di bottiglia, spesso canali che il commercio internazionale via mare percorre per tagliare costi e tempi di viaggio. Esemplari in tal senso il canale di Suez o quello di Panama. Eppure, riscontra il Review of Maritime Transport 2024 elaborato come di consueto dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (Unctad), nel corso del 2024 questi passaggi sono stati messi in crisi per varie ragioni: il mar Rosso, per esempio, a causa di tensioni geopolitiche (gli attacchi degli yemeniti Houti alle imbarcazioni in transito), il canale di Panama per l’abbassamento dei fondali. Da qui il drastico calo dei transiti da questi canali e il conseguente ricorso a rotte decisamente più lunghe, come quelle che doppiano il Capo di Buona Speranza, costringendo ad aumentare i consumi di carburante, i costi operativi e le emissioni inquinanti. Così, se fino a un decennio fa una tonnellata di merce in viaggio per il mondo percorreva mediamente 4.675 miglia marine, adesso siamo arrivati a 5.186. E ovviamente i riflessi di tutto questo sulle catene di approvvigionamento globali sono tanti, soprattutto in termini di costi e di ritardi.

Fonte: Elaborazioni UNCTAD su dati di Clarksons Research

Prova ne sia che il rapporto sottolinea come il commercio marittimo globale, cresciuto del 2,4% nel 2023, terminerà il 2024 con un più debole 2%, proprio a causa delle ricordate interruzioni che pesano sulla ripresa a lungo termine. Una spinta maggiormente stabilizzatrice sui commerci è giunta soprattutto dalla crescita del trasporto di materie prime alla rinfusa (minerale di ferro e cereali, in particolare), mentre il settore dei container, che già nel 2023 aveva incamerato un più modesto +0,3%, viene dato in crescita potenziale del 3,5%, ma è anche maggiormente esposto alle criticità. E quindi la conferma di tale previsione dipenderà essenzialmente da come evolveranno le tensioni geopolitiche attuali.

E comunque, già allo stato attuale, le tante criticità e l’aumento dei costi hanno già prodotto una spinta in alto sulle tariffe di trasporto di merci (a metà 2024, per esempio, l’indice del trasporto merci containerizzato di Shanghai era più che raddoppiato) e di conseguenza rischiano di innescare nuovamente delle tensioni inflattive. L’aumento dei prezzi stimato viene calcolato mediamente intorno allo 0,6%, con punte dello 0,9% in piccoli paesi insulari in via di sviluppo.

Logistica integrata e collaborazione di filiera per gli 80 anni di Anita

Collaborazione, intermodalità e sostenibilità. Sono queste le parole chiave dell’assemblea di Anita che ieri, nella splendida cornice di Villa Miani a Roma, ha festeggiato gli 80 anni di attività. L’associazione aderente a Confindustria è stata la prima a nascere in Italia nel 1944 per rappresentare le imprese italiane dell’autotrasporto merci e della logistica. Durante l’assemblea, “Dentro la storia – Proiettati verso il futuro”, aperta da un intervento ispiratore dell’alpinista Nives Meroi che ha raccontato delle 14 volte che è arrivata, insieme al marito, a conquistare gli 8.000 metri, si sono confrontate le diverse modalità di traporto con un focus sulle nuove sfide: dall’ambiente, all’energia, alla digitalizzazione, all’integrazione modale.

Più investimenti per il rinnovo del parco mezzi e per il trasferimento intermodale sono le richieste arrivate da Riccardo Morelli, Presidente di Anita. “Le imprese devono ripensare i propri modelli di business – ha detto Morelli – così da renderli strumentali a proiettarsi nel futuro in maniera etica e responsabile, aumentando la qualità dei servizi offerti”.  Una rivoluzione che il settore non può affrontare da solo e che pone l’esigenza di individuare a monte obiettivi e strumenti, già con la prossima Legge di Bilancio “Dalla quale ci aspettiamo una maggiore attenzione alle peculiarità e alle reali esigenze del comparto, a partire dalla decarbonizzazione del trasporto pesante e dunque una dotazione finanziaria decisamente più cospicua nei prossimi tre anni. Non può esserci transizione senza un rinnovo del parco circolante dei veicoli industriali e l’utilizzo di carburanti rinnovabili”. Per ridurre le emissioni del settore invece Morelli ha chiesto “maggiore sostegno, al marebonus e al ferrobonus, con un impegno particolare da dedicare al combinato terrestre, che sta vivendo un momento particolarmente complicato e che deve essere incoraggiato anche nel combinato transalpino”. 

Realizzare imprese che sembrano impossibili” è il titolo della tavola rotonda durante la quale si sono confrontate le diverse modalità di trasporto.  “E’ fondamentale adottare un approccio di cooperazione fra la modalità di trasporto merci ferroviaria e quella stradale – ha detto Sabrina De Filippis, Amministratore delegato di Mercitalia Logistics – in un’ottica di piena integrazione. Come Polo Logistica stiamo lavorando, ma oggi più che mai diventa necessario il supporto delle istituzioni. Abbiamo chiesto anche incentivi per le aziende manifatturiere che scelgono la logistica integrata”. Ha promesso ascolto il Presidente della IX Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, Salvatore Deidda, mentre l’Amministratore Unico di RAM, Davide Bordoni, ha sottolineato che “la digitalizzazione dei processi è un requisito fondamentale per realizzare la collaborazione” e promesso “un’accelerazione del progetto Piattaforma Logistica Nazionale”. Infine, Luca Sisto, Direttore Generale di Confitarma, ha richiamato l’importanza della continuità territoriale: “I valichi alpini – ha detto – sono la naturale prosecuzione delle autostrade del mare. Entrambi sono cruciali per la competitività dell’Italia e per il funzionamento delle catene di approvvigionamento globali”.

Un ruolo fondamentale per la logistica è stato il riconoscimento di Leopoldo Destro, Responsabile di Confindustria per i trasporti che ha promesso l’impegno dell’associazione per rimuovere il ricorso delle aziende italiane al franco destino, ovvero alla vendita della merce lasciando all’acquirente la svelta del vettore (che quasi sempre è straniero). “Confindustria punta a dare alla logistica un ruolo centrale per la competitività delle sue aziende – ha detto – Le sfide sono molteplici. Tra queste, l’utilizzo del Franco Fabbrica che con-tribuisce a limitare fortemente la crescita della logistica nazionale e a renderne frammentata l’offerta”. 

Dopo l’intervento in video del ministro Matteo Salvini, è stato consegnato il premio “Autista dell’anno”, il riconosci-mento ideato da ANITA, finalizzato a valorizzare la figura dei conducenti di mezzi pesanti. Il riconoscimento è stato consegnato dal Presidente del Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori, Enrico Finocchi, e assegnato a Halyna Ladaniak, dell’azienda Logistica Mediterranea. La prima autista donna a vincere il contest. 

Decreto flussi, per gli autisti obbligo di patente, ma non di CQC. Precompilazione online dal 1° novembre

Gli autisti che arriveranno in Italia con il nuovo decreto flussi dovranno avere una patente di guida superiori equipollenti e convertibili in Italia, ma potranno perfezionare l’iter per l’acquisizione della CQC una volta arrivati in Italia. A fare chiarezza sulle assunzioni nell’autotrasporto merci in conto terzi arriva una circolare interministeriale (Interno, Lavoro, Agricoltura) che annuncia l’avvio della precompilazione online per l’assunzione di personale con il decreto flussi 2025. Per i 70.720 lavoratori previsti con contratti subordinati non stagionali (tra cui è inserito il settore dell’autotrasporto merci in conto terzi) sarà possibile, infatti, cominciare a compilare online (al seguente indirizzo https://portaleservizi.dlci.interno.it/) la richiesta di nulla osta a partire dal 1° al 30 novembre per i click day del 5, 7 e 12 febbraio 2025, mentre la finestra verrà riaperta dal 1° al 31 luglio ma solo per il lavoro stagionale. 

Patenti riconosciute in Italia

Per l’autotrasporto di merci in conto terzi sarà possibile assumere personale di guida proveniente da paesi per i quali l’Italia riconosce la patente di guida, in particolare la CE, dando la possibilità di convertirla in Italia. Tra questi, Albania, Algeria, Marocco, Moldova, Macedonia del Nord, Tunisia e Ucraina. 

La CQC non obbligatoria per il nulla osta

Per quanto riguarda la Carta di qualificazione del conducente, la circolare ministeriale avverte che per “l’effettivo impiego nell’attività di conducente all’interno del territorio nazionale, le imprese di trasporto dovranno dimostrare che siano perfezionati gli adempimenti forniti per il rilascio della CQC”, ma il testo sottolinea anche che “ai fini dell’ingresso di tali lavoratori, con la richiesta di nullaosta non stagionale, non è necessario documentare il possesso della CQC, ma solo della patente richiesta”. L’autista – precisa la circolare – dipendente da un’impresa italiana potrà acquisire o rinnovare la CQC esibendo la richiesta di rilascio del permesso di soggiorno. 

Conversione della patente per il contratto a tempo indeterminato

Infine, gli autisti potranno circolare per un anno senza conversione della patente, ma in questo caso il contratto di lavoro potrà essere a tempo determinato per la durata massima di un anno, dopodiché dovranno convertire il documento di guida per ottenere un contratto a tempo indeterminato.

Legge di bilancio: autotrasporto preoccupato per i tagli. Salvini: “Presto sostegno per il rinnovo dei mezzi”

Risorse scarse per l’intermodalità e possibilità di tagli ingenti. Sono queste le preoccupazioni dell’autotrasporto in vista dell’approvazione della prossima legge di bilancio. Il primo a comunicarle in forma ufficiale, dopo la bagarre legata alla possibilità di aumento delle accise sul gasolio, è Conftrasporto che reputa positivo il superamento dell’allineamento dell’accisa, ma esprime preoccupazione sui tagli alle voci di spesa per trasporto e logistica. “Il testo della legge di bilancio arrivato alla Camera va preso come il primo passo per la costruzione del Piano strutturale di bilancio di medio-termine,” afferma Pasquale Russo, Presidente Conftrasporto-Confcommercio in una nota.  A queste preoccupazioni ha risposto indirettamente il ministro Matteo Salvini intervenendo con un messaggio video all’assemblea di Anita che ha annunciato una misura di lungo periodo per il rinnova del parco mezzi. “In sede europea e soprattutto nazionale – ha detto Salvini – è allo studio una misura di lungo periodo che vedrà la luce nei prossimi giorni e che aiuterà le imprese nel rinnovo del parco veicolare con lo scopo di rendere davvero più sostenibile il settore, salvaguardandolo cioè dagli oneri previsti da Bruxelles”.

Risorse scarse per l’intermodalità

Ma le risorse risultano scarse anche per l’intermodalità. “Bene anche l’annunciato finanziamento pluriennale, nell’ottica di un inquadramento strutturale, sia del marebonus (Sea Modal Shift) che del ferrobonus, necessari per continuare il processo di riequilibrio delle quote modali, in linea con quanto avanzato nei mesi scorsi da Conftrasporto-Confcommercio – si legge nella nota – Le risorse stanziate, però, sono inferiori a quelle che andrebbero impegnate per garantire alle due misure di agevolare in maniera stabile l’intermodalità”. 

Possibili tagli

Quindi Conftrasporto-Confcommercio apprezza che “il Governo abbia recepito gli impatti negativi in merito all’ipotesi di intervento sull’accisa per il diesel eliminando qualsiasi riferimento alla misura, dando anche il reale peso alle indicazioni europee in merito ai cosiddetti SAD (Sussidi Ambientalmente Dannosi), sui quali non riscontriamo previsioni normative su eventuali modifiche ai regimi attuali”, ma rimane un punto interrogativo sugli ulteriori tagli che il settore potrebbe subire a seguito della riduzione delle risorse a favore del Ministero dei Trasporti, valutati in circa 800 milioni di euro sul triennio. 

Mercato trainati ancora in sofferenza: -36,8% a settembre

È una spirale in continua discesa quella del mercato italiano dei rimorchi e semirimorchi con massa totale a terra superiore alle 3,5 tonnellate. Ad eccezione dell’unico mese con il segno + alla voce immatricolazioni (giugno, +4,1%), il 2024 si sta rivelando un anno particolarmente critico per il comparto, con una serie continua di cali.

Dopo il -3% di luglio e il -17,5% di agosto, anche settembre ha fatto registrare un calo significativo: -36,8%, con 842 unità immatricolate in meno rispetto alle 1.332 di settembre 2023. I dati, diffusi dal Centro Studi e Statistiche dell’Unrae, evidenziano anche il calo nel cumulato dei primi nove mesi dell’anno, con 10.197 rimorchi e semirimorchi immatricolati da gennaio scorso contro gli 11.992 dello stesso periodo del 2023, per una perdita totale in volume di 1.795 unità (-15%).

Secondo Michele Mastagni, Coordinatore del Gruppo Rimorchi, Semirimorchi e Allestimenti di Unrae, «l’andamento dell’immatricolato di quest’anno ha risentito delle incertezze economiche e dell’elevato costo del denaro, fattori che hanno disincentivato il rinnovo dei veicoli da parte delle aziende di autotrasporto, portando il mercato verso una chiusura 2024 con un calo a doppia cifra. Se a questo aggiungiamo che l’età media del parco circolante italiano ha ormai raggiunto i 17 anni, il risultato è una combinazione preoccupante che rischia di compromettere la sicurezza della circolazione stradale».

Unrae ha chiesto pertanto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di emanare con urgenza il provvedimento necessario per rendere operativo, entro la fine dell’anno, il fondo di 7,5 milioni di euro per gli incentivi 2024 destinati all’acquisto di nuovi rimorchi e semirimorchi.

«Inoltre – continua Mastagni – dal momento che nel testo della Legge di Bilancio presentato in Parlamento non sono previste misure specifiche per il trasporto merci, un settore di importanza cruciale per l’economia del nostro Paese, continueremo a sollecitare l’istituzione di un Fondo quadriennale dedicato, di almeno 70 milioni di euro, per il rinnovo del parco circolante, che aiuti a rilanciare il mercato dei veicoli trainati e a migliorare la sicurezza stradale».

23 ottobre: al via la patente digitale da esibire in caso di controllo

Tessera sanitaria, tessera di assicurazione malattia e patente di guida. Sono questi i primi tre documenti che, a partire dal 23 ottobre 2024, potranno avere una versione digitale. Lo prevede l’art. 64 del codice dell’amministrazione digitale introdotto con l’art. 20 del decreto legge n. 19/2024, che ha istituito il portafoglio digitale italiano.

È all’interno dell’app IO, dove si trovano anche le carte di credito con cui in genere si effettuano i pagamenti.

Per la tessera sanitaria l’inserimento è automatico. Per la patente, invece, bisogna effettuare l’inserimento nel «portafoglio» dell’app IO dopo aver attivato la sezione Documenti. Il servizio è del tutto volontario e sarà progressivo, nel senso che dal 23 ottobre sarà attivabile dai primi 50 mila interessati, scelti seguendo un criterio di rappresentatività territoriale e anagrafico. Per sapere se si è tra questi 50 mila bisogna aver ricevuto la relativa notifica. In ogni caso un ulteriore allargamento è previsto dal 6 novembre quando dovrebbero essere coinvolti 250mila cittadini, mentre dal 30 novembre diventeranno un milione. Infine, dal 4 dicembre in poi, il portafoglio digitale sarà attivabile da tutti.

Rispetto alla patente di guida, la legge definisce la versione digitale della patente un documento equipollente della carta di identità e soprattutto aggiunge che servirà esclusivamente per soddisfare l’obbligo di esibizione da parte dei conducenti dei veicoli durante la circolazione.

La patente digitale si può esibire tramite il proprio smartphone al posto di quella cartacea o di plastica quando si sarà fermati per un controllo su strada. E tale esibizione dovrà essere accettata dagli agenti di controllo. In ogni caso, però, questi stessi agenti potranno, laddove lo ritengano necessario, effettuare una verifica dell’esistenza e della validità della patente consultando l’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida.

In questo caso non potendo ovviamente essere ritirata la versione digitale, chi accerta la sanzione potrà richiedere al titolare l’esibizione e quindi la consegna della patente cartacea. 

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