Si allungano i tempi per la riapertura della linea ferroviaria del Frejus, il Gottardo rimarrà chiuso fino almeno al 2 settembre, quando dovrebbero iniziare i lavori al traforo del Monte Bianco, già in questi giorni congestionato dal traffico vacanziero, mentre la statale Maddalena, che collega l’Italia alla Francia, è a ranghi ridotti per lavori di manutenzione e sul fronte austriaco, oltre alle restrizioni imposte dall’Austria contro le quali il Governo Meloni ha annunciato un ricorso alla Corte di Giustizia Ue, lungo l’Autostrada A13 sul ponte Lueg sono già in corso restrizioni alla circolazione dei mezzi pesanti nei giorni di maggior traffico per precauzione, visto che dal prossimo 1° gennaio la circolazione avverrà su una sola corsia in attesa che il ponte venga ricostruito. Insomma, un’estate a ostacoli per le merci che vanno verso nord attraversando i valichi che, secondo Anita, sono circa 160 milioni di tonnellate, il 60% delle 266 milioni di tonnellate di merci che partono dall’Italia. Inoltre, circa il 66% del volume complessivo delle importazioni e delle esportazioni tra l’Italia e i paesi europei viaggia su strada, mentre il 34 per cento sulle linee ferroviarie.
Difficili i collegamenti con la Francia
La notizia dell’allungamento dei tempi per la riapertura della linea ferroviaria del Frejus, diffusa qualche giorno fa dalle autorità francesi, bloccata da una frana nell’agosto di un anno fa, ha fatto infuriare tutti: dai politici ai vertici delle associazioni di categoria. La linea non riaprirà tra novembre e dicembre come preventivato per un allungamento dei lavori rivelatosi più complessi del previsto che hanno spostato le previsioni di riapertura nel primo trimestre 2025. Una decisione che non è passata inosservata e contro la quale sono intervenuti europarlamentari come il dem Pierfrancesco Maran che ha chiesto alla Commissione Ue di intervenire. Anche il capogruppo di FdI, Calro Fidanza e Massimiliano Salini (Forza Italia) hanno chiamato in causa la commissaria Ue Adina Valean che ha fatto sapere di che “la Commissione sta monitorando attentamente la situazione”. Ma il protrarsi della chiusura sta impattando in particolare sul Nord-Ovest, tanto che la Fai si è rivolta al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, con una lettera firmata dal Coordinatore FAI-Conftrasporto Nord Ovest Enzo Pompilio D’Alicandro, e dal Presidente della Fai nazionale, Paolo Uggè, in cui si chiede “la possibilità di un confronto affinché possa, a nome del Governo italiano, sostenere la voce delle imprese con il Governo francese e ai Parlamentari la possibilità di intraprendere ora una forte iniziativa politica con la Commissione Europea affinché le autorità francesi possano dare certezza dei tempi per il ripristino della linea ferroviaria che siano compatibili con l’importanza della stessa nel più ampio contesto degli scambi intracomunitari”.
Una situazione resa ancora più drammatica dalla chiusura del tunnel ferroviario di base Gottardo dopo l’incidente del 10 agosto 2023, traforo che tornerà totalmente utilizzabile il 2 settembre. E dei lavori, con le chiusure programmate del traforo del monte Bianco in Val d’Aosta per il quale è stata annunciata la chiusura totale al traffico dal 2 settembre al 16 dicembre 2024, per i lavori di manutenzione straordinaria, già pianificati nel 2023, ma rinviati di un anno dalla Commissione intergovernativa Italia-Francia a causa della chiusura della ferrovia del Fréjus per la frana.
Per il trasporto su gomma le cose non vanno meglio. Anche la statale Maddalena SS21 che collega l’Italia alla Francia è oggetto di lavori per la messa in sicurezza sul lato francese e anche qui i tempi di ripristino non sono certi. Su questo è intervenuta la Fiap che ha accolto con favore l’interrogazione presentata dai deputati Amich e Ciaburro sul problema. “Ringrazio i deputati Amich e Ciaburro – ha detto Alessandro Peron, Segretario Generale della FIAP – per l’attenzione dimostrata verso i trasportatori, da tempo in difficoltà per l’inaccessibilità della statale Maddalena SS21, un collegamento strategico tra Italia e Francia”.
E al Brennero non va meglio
A peggiorare la situazione nei collegamenti tra l’Italia e l’Austria, messi a dura prova dalle restrizioni imposte da Vienna al traffico pesante, contro le quali il ministro Salvini ha ottenuto dal Consiglio dei ministri il via libera per presentare ricorso alla Corte di Giustizia Ue, arrivano le limitazioni alla circolazione sul Ponte Lueg lungo l’Autostrada A 13. Un ponte che, l’Asfinag, l’ente gestore delle autostrade austriache, ha ispezionato e trovano non in linea con gli standard di sicurezza. Così ha annunciato che dal 1° gennaio 2025 la circolazione sul Ponte avverrà a corsia unica – in entrambe le direzioni, ma dal 25 luglio, nei giorni di circolazione intensi, è stato attuato un periodo di prova per la circolazione sulla corsia di sinistra per tutti i veicoli di peso superiore a 3,5 tonnellate. Un’operazione che servirà, oltre a non sopraccaricare il ponte, anche a raccogliere dati sul traffico pesante per garantire il transito durante i lavori di rifacimento del ponte per cui l’inizio dei lavori è prevista nella primavera del 2025, i tempi di costruzione della prima struttura del Ponte sono quantificabili in 2-3 anni, mentre l’intera opera sarà completata nel 2030.