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Traforo Monte Bianco, da oggi la chiusura totale. E l’Europa fa i conti con le infrastrutture in crisi

Lo stop del traforo, che si unisce alla chiusura del Frejus e alle riduzioni di traffico sul Brennero, rischia di mandare in tilt il trasporto su strada. Una crisi che si aggiunge alle difficoltà dell’intermodalità ferroviaria in tutta Europa. La FAI-Conftrasporto chiede un incontro urgente e la revisione del Protocollo Alpi

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Alle 17 di oggi il traforo del Monte Bianco chiuderà completamente al traffico per 15 settimane, fino alla stessa ora di lunedì 16 dicembre. Un altro stop ai valichi che si aggiunge alla chiusura del Frejus e alle riduzioni di traffico sul Brennero imposte dall’Austria. La chiusura del collegamento con la Francia è dovuta – secondo quanto riportato da TMB-Geie, il gestore, responsabile del tunnel – al risanamento della volta su due tratti. Il progetto, inizialmente pianificato nel 2023, era stato rinviato di un anno per garantire una buona connettività tra Italia e Francia a seguito della frana sulla A43 nella Savoia francese.

Strada e rotaia sotto scacco

E se l’intermodalità ferroviaria in Europa si prepara a vivere uno degli inverni più freddi della storia recente grazie alla liquidazione di Fret Sncf costretta da un’inchiesta della Commissione Ue a cedere grosse quote di mercato alla concorrenza e DB Cargo che potrebbe seguire lo stesso percorso dopo che l’Antitrust europeo ha acceso un faro sulla Germania (leggi il nostro articolo qui), anche la modalità stradale deve fare i conti con una continua riduzione di capacità infrastrutturale dovuta ai lavori in corso e alle limitazioni di accesso. 

Un incontro urgente sui valichi

Contro l’ennesimo collo di bottiglia al trasporto pesante in entrata e uscita dal nostro Paese è scesa in campo la Fai-Conftrasporto con la richiesta di “un incontro urgente al Vice Premier e Ministri Antonio Tajani e Matteo Salvini e al Commissario Europeo ai Trasporti per scongiurare una crisi che sarebbe non solo per il comparto dell’autotrasporto e della logistica, ma dell’intera economia italiana”. Secondo la FAI lo scambio di merci tra l’Italia e i Paesi europei rischia una paralisi. “Al peggio non c’è mai fine”,  ha dichiarato Paolo Uggè, presidente della FAI-Conftrasporto che ha ricordato gli interventi dei Parlamentari europei Carlo Fidanza, Paolo Borchia, Massimiliano Salini e Pierfrancesco Maran la Commissione Europea nel mese di agosto sulla necessità di riaprire il Frejus. “E’ giunto il momento di rimettere in discussione – ha concluso Uggè – i contenuti del Protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi e noi siamo pronti a contribuire portando la voce delle imprese dell’autotrasporto e della logistica”.

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