Porti a rischio per l’aumento di contenzioso e possibile fuga dei traffici in altri scali europei. Sono queste le conseguenze secondo la Community portuale di La Spezia (Associazione spedizioniere, Associazione Agenti marittimi e Spedizionieri doganali) dell’entrata in vigore del nuovo Codice doganale, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 3 ottobre. Il provvedimento penalizzerebbe i porti italiani trasformando sanzioni amministrative in procedimenti penali, fino alla confisca della merce “con il rischio quasi certo – si legge in una nota della Community portuale – di essere rinviati a giudizio anche per errori formali che nei fatti verrebbero equiparati al reato di contrabbando. Il tutto con un effetto perverso immediato: il dirottamento dei maggiori quantitativi di merce e prodotti possibili su altre dogane europee e quindi anche su altri porti europei, che nella pressoché totalità dei casi continuano, anche nell’ottica di un allineamento di tutti i Paesi alle norme comunitarie, ad applicare norme meno penalizzanti e meno radicalizzate”.
Un Codice moderno per l’Agenzia delle Dogane
Chiaramente di parere contrario l’Agenzia delle Dogane che annuncia l’entrata in vigore del nuovo codice con una circolare esplicativa e ricorda come “gli operatori doganali e quelli economici hanno ora un coerente e aggiornato quadro normativo a cui fare riferimento nelle attività doganali”.
Al riguardo il Direttore dell’Agenzia, Consigliere Roberto Alesse, ha sottolineato “le nuove disposizioni rappresentano un risultato notevole dell’Amministrazione doganale e del Ministero dell’Economia delle Finanze per il raggiungimento del più ampio obiettivo di modernizzazione del Paese”. Il Direttore della Direzione dogane, Dott. Claudio Oliviero, ha, inoltre evidenziato l’importanza del nuovo sistema sanzionatorio che si è conformato ai criteri di deterrenza e proporzionalità propri della legislazione unionale rendendolo coerente con l’indirizzo complessivo delle sanzioni penali e amministrative in materia tributaria vigenti in Italia.
La fuga dei traffici e delle entrate per le casse dello Stato
“Il nuovo Codice doganale che sostanzialmente si occupa solo di sanzioni visto che tutte le altre tematiche doganali sono ormai riconducibili alla normativa comunitaria – sottolinea la Community La Spezia – “penalizza” nel senso letterale del termine l’intera filiera portuale, logistica e trasportistica, trasformando contenzioni e sanzioni di tipo amministrativo in “reati di contrabbando”. Le conseguenze saranno devastanti con un effetto boomerang per le stesse casse dello Stato, visto che la inevitabile fuga di carichi e di merci verso lo sdoganamento in altre Dogane comunitarie, con un approccio meno radicale, determinerà la perdita di consistenti aggi sui dazi doganali stessi che saranno “regalati” alla casse erariali di altri Paesi comunitari”. Secondo la Community spezzina si determineranno quindi vere e proprie forme di distorsione del mercato con diretta penalizzazione delle imprese italiane specie in porti e in aree logistiche come quella di La Spezia che, in un lineare e corretto rapporto con una Dogana oggi di fatto estromessa dai contenziosi e dalla valutazione delle sanzioni, avevano edificato un sistema meno burocratizzato e più funzionante.
Solo 8 tribunali in Italia per il contenzioso doganale
“Il tutto all’insegna di una colpevolizzazione preliminare quasi ideologica, in base alla quale il semplice errore in buona fede viene trasformato in potenziale reato penale (contrabbando) con conseguenze pesantissime (confisca delle merci), fatto salve le valutazioni dei giudici. Valutazioni che, considerando che solo otto Tribunali in Italia sono stati insediati con personale limitato proprio con competenza specifica relativa alle procedure doganali, difficilmente potranno essere affermate in tempi e con costi compatibili con le esigenze delle catene logistiche, dei porti e dei flussi di import ed export del Paese”.