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L’autotrasporto minaccia il fermo: dal Ministero nessuna risposta su fondi, tempi di attesa e codice della strada

S’infiamma il fronte della categoria. L’incontro di ieri sera tra le associazioni e il Governo – il secondo da quando è ripartito il dialogo – non è stato ritenuto soddisfacente in alcun punto. Così Unatras denuncia “forti tensioni nella categoria” e convoca il comitato esecutivo, mentre TrasportoUnito ipotizza un fermo a partire dal 31 marzo. Il Ministero guidato da Matteo Salvini ha chiesto 10 giorni di tempo per trovare soluzioni

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Si scalda il fronte dell’autotrasporto. Dal Governo non sono arrivate le risposte attese nell’incontro di ieri sera, il secondo da quando è stato riaperto il dialogo. Al tavolo, guidato dal Capo di Gabinetto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Alfredo Storto, non sono state evidenziate soluzioni per l’applicazione della normativa sui tempi di attesa, sui tempi di pagamento e per le modifiche al Codice della strada. Strada in salita anche per il ripristino dei 12 milioni tagliati alle risorse strutturali assegnate ogni anno alla categoria, mentre si ipotizza un extrafondo di 600 milioni per il ricambio del parco. Ma per ora tutto è sospeso: il Governo si è preso 10 giorni supplementari per trovare il bandolo della matassa e portare soluzioni ai problemi del settore, mentre Unatras, la confederazione di sigle presente al tavolo, annuncia di convocare il comitato esecutivo per decidere eventuali azioni di protesta, mentre TrasportoUnito – che al tavolo ha portato una serie di riforme per incentivare la professione di autista professionista anticipate da Uomini e Trasporti – minaccia il fermo che potrebbe essere proclamato già a partire dal 31 marzo se l’assemblea dell’associazione in programma per il 16 marzo darà il via libera. 

Totale insoddisfazione di UNATRAS

“UNATRAS – si legge in una nota – che non si è mai sottratta al confronto costruttivo per trovare soluzioni idonee per la tenuta e competitività di migliaia di imprese di autotrasporto italiane, ha espresso totale insoddisfazione per l’esito dell’incontro e annunciato di convocare il proprio Comitato Esecutivo per deliberare le decisioni degli imprenditori del settore”.

La protesta “a malincuore” di Trasportounito

“Difronte alla totale assenza di qualsivoglia risposta da parte del Ministero alle gravissime problematiche che rischiano di far collassare gran parte delle aziende italiane di autotrasporto – afferma Maurizio Longo, Segretario Generale di Trasportounito – ci troviamo costretti a malincuore a ricorrere alla protesta che lo stesso autotrasporto ha sempre utilizzato con grande prudenza”. Secondo TrasportoUnito le risposte del Ministero alle proposte presentate sarebbero state “eufemisticamente, evanescenti e prive di qualsiasi contenuto.” 

Alla ricerca di soluzioni per tempi di attesa, codice della strada e fondi

Nella riunione, che ha vissuto anche forti momenti di tensione, – riferisce Unatras – sulle norme relative sui tempi di attesa non sono state prospettate le modalità attraverso le quali rendere le stesse esigibili. Per le storture relative ai tempi di attesa al carico/scarico delle merci ed il rispetto dei tempi di pagamento, che impattano notevolmente sulla sicurezza sociale e della circolazione, devono essere ancora fatti dei passaggi tecnico-giuridici per individuare una ipotesi che di fatto penalizzi il committente che non rispetta i tempi suddetti.

Sulle modifiche al codice della strada bisognerà attendere la legge delega che evidenzia le sanzioni per le violazioni commesse nell’esercizio dell’attività debbano essere applicate solo sulla CqC ed emanare semplificazioni, possibili nel quadro della normativa comunitaria al conseguimento della CQC. Positivo l’impegno a coinvolgere in una commissione tecnica le rappresentanze dell’autotrasporto, per la predisposizione della legge delega che sarà emanata nel giro di 6-8 mesi sul Codice della strada.

Sul fronte delle risorse economiche il MIT ha palesato grandi difficoltà e reperirle, pur garantendo di continuare a lavorare con il Ministero dell’Economia per recuperare i 12 milioni tagliati ai 240 milioni strutturali per la categoria e tentare di istituire un fondo ad hoc pluriennale di 600 milioni di euro per gli investimenti nel rinnovo del parco veicolare, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica.

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