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La Germania svende la logistica: sul mercato asset strategici come poste, ferrovie e porti 

Dalle acquisizioni alle dismissioni. E’ questo il percorso della maggiore economia europea che, nel pieno della globalizzazione puntò sulla logistica, acquisendo partecipazioni importanti, mentre ora anche per ripianare i conti pubblici colloca quote importanti di Poste Dhl, DB Schenker e della società di gestione del porto di Amburgo. Ecco l'analisi di Pietro Spirito, manager e scrittore, esperto di trasporti e logistica

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A metà degli anni Novanta del secolo scorso, la Germania decise di puntare, oltre che sulla ricostruzione economica interna, sul consolidamento della posizione competitiva nel settore della logistica. I due grandi colossi dell’economia pubblica tedesca, le poste e le ferrovie, su indicazione del governo della Merkel, decisero di effettuare due acquisizioni di grande importanza a livello mondiale: comperarono rispettivamente Dhl e Schenker, rispettivamente il primo ed il quarto operatore logistico mondiale.

Logistica asset indispensabile per la globalizzazione

Alle spalle di questa azione strategica, esisteva la consapevolezza che l’economia internazionale era entrata nella fase più intensa della globalizzazione. Dentro questo scenario, la logistica era un asset indispensabile per sorreggere la competitività dell’industria manifatturiera. L’economia industriale più forte dell’Unione Europea aveva compreso che il consolidamento della presenza sui mercati mondiali richiedeva un sistema di servizi logistici a supporto della penetrazione nei Paesi di nuova industrializzazione, da un lato per gestire la logistica del decentramento produttivo e dall’altro per penetrare con i prodotti finiti.

Il tempo delle dismissioni

Poi, quando la globalizzazione ha cominciato a conoscere un’ondata di risacca, lo scenario è cambiato. Il vento proprietario sulla logistica ha cambiato segno, in Germania. Dalle acquisizioni si è passati alle dismissioni, per fare cassa ma non solo. Questa vicenda è anche il sintomo della crisi più complessiva che sta attraversando l’economia tedesca, entrata in una fase di recessione che condiziona anche le scelte strategiche di posizionamento. Diventa necessario ridurre il livello di indebitamento delle aziende nella proprietà pubblica, e la dismissione degli asset logistici costituisce lo strumento disponibile per questo obiettivo.

La banca statale tedesca KfW ha collocato a febbraio 2024 circa 50 milioni di azioni di Poste Dhl, gruppo postale e logistico quotato a Francoforte, incassando 2,17 miliardi di euro. L’operazione rientra nell’ambito di un piano di vendita delle partecipazioni del governo tedesco che punta a raccogliere fino a 4 miliardi di euro, vendendo alcune quote delle oltre 100 società partecipate. La partecipazione di KfW scende così a circa il 16,5% del capitale di Dhl dal precedente 20,5%, ma resta il primo azionista. Il collocamento delle azioni è stato rivolto a investitori istituzionali, in base a quanto comunicato dal ministero delle Finanze tedesco. 

Le operazioni intorno a DB Schenker

Anche il destino di DB Schenker, l’operatore logistico delle ferrovie tedesche, è quello della dismissione, per ridurre in modo consistente l’indebitamento delle ferrovie tedesche. Le operazioni sono in corso, e comincia ad essere abbastanza chiaro che sarà con ogni probabilità un investitore istituzionale ad acquisire il controllo di questo soggetto. 

Il gruppo logistico saudita Bahri si sarebbe ritirato dalla competizione per l’acquisizione di Db Schenker, lasciando in campo solo la danese Dsv e la società di private equity Cvc Capital Partners. Bahri aveva presentato l’offerta più alta, superando i 16,4 miliardi di dollari, cosa che potrebbe costringere la proprietaria Deutsche Bahn a rivedere al ribasso le proprie proiezioni finanziarie su una cessione decisa per alleggerire il debito da 37 miliardi di dollari a bilancio. Dopo che anche Maersk s’è chiamata fuori, i restanti contendenti, Dsv e Cvc, dovrebbero presentare le loro offerte finali entro la fine di agosto. Cvc starebbe lavorando ad un’offerta in consorzio con Abu Dhabi Investment Authority e Gic. Secondo le previsioni di Db, l’accordo preliminare di vendita dovrebbe esser chiuso entro l’anno, per poi essere definito entro il 2025.

La liquidazione degli asset nel porto di Amburgo

Poi c’è il destino proprietario del porto di Amburgo, il principale scalo commerciale tedesco, ed uno dei principali di Europa. Hamburger Hafen: così lo chiamano i tedeschi, posizionato sul fiume Elba, a ben 110 chilometri dal Mare del Nord. Si tratta del principale porto della Germania e del terzo porto europeo, subito dopo gli scali di Rotterdam e di Anversa. Stando alla classifica di Alphaliner,  oggi il porto di Amburgo sarebbe alla ventesima posizione mondiale, in una lista dominata dagli scali asiatici.

A oltre 7 mesi dalla proposta di acquisto della quota del 49% della HHLA da parte del colosso MSC di Gianluigi Aponte, il porto di Amburgo sembra aver imboccato con decisione la strada di una liquidazione dei suoi asset. Secondo quanto anticipato da Alphaliner, il vettore marittimo francese CMA CGM e l’operatore di terminal tedesco e il gruppo logistico Eurogate (che attraverso la recentemente acquisita Eurokai controlla anche Contship Italia) hanno deciso di unire le forze per sviluppare un nuovo terminal container nel porto di Amburgo. L’ingresso della compagnia francese Cma-Cgm, numero tre nella classifica mondiale dei container operator, segna un ulteriore passo verso una privatizzazione internazionale del porto tedesco per antonomasia. Prima del gruppo francese guidato dalla famiglia libanese Saade si sono insediati nel porto di Amburgo la compagnia cinese Cosco, il gruppo italiano Grimaldi (fra i primi a sbarcare nel porto) e, ultima in ordine di tempo, la MSC.

Pietro Spirito

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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