Un intervento strutturale per dire basta alle frodi nella logistica. E’ la posizione di Fiap che interviene nel dibattito innescato dal sequestro di 46 milioni di euro a FedEx a seguito di un’inchiesta aperta dalla procura di Milano la scorsa settimana. L’Associazione guidata da Alessandro Peron punta sottolinea che le molte “reazioni di giornalisti, stakeholder e associazioni di categoria, con un susseguirsi di analisi e soluzioni proposte per affrontare il problema” devono portare a soluzioni concrete. “Ancora una volta – commenta Peron – assistiamo a un dibattito che rischia di essere sterile, dove si attribuiscono le colpe al nuovo CCNL, a presunti vuoti normativi o alla mancanza di controlli. Ma il punto centrale viene spesso eluso: molte grandi imprese che acquistano servizi di trasporto e logistica basano le loro scelte esclusivamente sul prezzo, senza preoccuparsi delle modalità con cui questi prezzi vengono resi possibili“.
Tariffe troppo basse per stare correttamente sul mercato
Le aziende di trasporto e logistica, – si legge in una nota – per operare a certe condizioni economiche, sono spesso portate a eludere il fisco in due modi principali: sul piano contributivo, dove la normativa sulla corresponsabilità esiste, ma deve essere applicata con rigore, e sul piano IVA, dove si chiede da tempo l’introduzione del meccanismo del reverse charge nel settore, ma manca la volontà politica e di molte associazioni per realizzarlo.
Reverse charge e applicazione del Codice penale per l’acquisto di servizi
L’Associazione ribadisce “con forza la necessità di misure incisive per contrastare le frodi in maniera efficace e duratura”. “Chiediamo – continua la nota – con determinazione che venga applicata con rigore la norma sulla corresponsabilità, che si introduca finalmente la reverse charge nel settore ed inoltre che si estenda l’articolo 712 del Codice Penale (Acquisto di cose di sospetta provenienza, ndr) sull’incauto acquisto non solo ai prodotti, ma anche ai servizi. Solo così si potranno colpire realmente i veri beneficiari di questi sistemi fraudolenti: certi committenti. Non basta un intervento sul piano civilistico, serve una responsabilità anche in sede penale”.
Andare a fondo per individuare i veri responsabili
Infine, FIAP auspica che l’inchiesta milanese possa arrivare a capire le dinamiche reali della situazione. “Siamo al fianco del lavoro dei Pubblici Ministeri in questa operazione – ribadisce la nota – auspicando però che non si traduca in una mera operazione di incasso economico. È fondamentale che si vada a fondo nell’individuazione dei veri corresponsabili, come richiede la normativa, e che le imprese coinvolte vengano rese pubbliche in modo trasparente, affinché sia chiaro chi trae realmente vantaggio da questi sistemi fraudolenti”.