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“Considerare le alternative all’elettrificazione per i mezzi pesanti”. Ecco l’indicazione di Draghi per la transizione del trasporto merci

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Garantire la continuità dei finanziamenti ed espandere quelli attuali a sostegno delle infrastrutture di ricarica e rifornimento dei mezzi pesanti considerando le alternative all’elettrificazione, come i combustibili sostenibili e le fonti alternative. È questa l’indicazione che emerge dal report di Mario Draghi per la Commissione Europea, “The future of European competitiveness – A competitiveness strategy for Europe” per quanto riguarda la transizione green del trasporto pesante. In un futuro, dove la domanda di mobilità di merci è destinata a raddoppiare entro il 2050, il report punta tutto sul green e digitalizzazione, dove le parole chiave sono intelligenza artificiale, big data, monitoraggio real time e carburanti alternativi.

Trasporti e logistica pilastri fondamentali

Il documento procede con un’analisi dettagliata dello stato attuale dei trasporti e della logistica in Europa, un settore che genera il 5% del Pil europeo, con il 5% dei posti di lavoro diretti e il 10% di quelli transfrontalieri e al quale si riconosce la strategicità per lo sviluppo dell’Europa. In particolare, il report sottolinea che “la rete di trasporti dell’Ue è alla base delle operazioni gestite da un importante settore logistico, che ospita le più grandi aziende del mondo e rappresenta il 26% di tutti i posti di lavoro legati ai trasporti”. 

Il potenzia inespresso: infrastrutture, intermodalità e carburanti alternativi

Tuttavia, i trasporti mostrano ancora molto potenziale inespresso. In particolare, per quanto riguarda le infrastrutture. “Si prevede che il completamento della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) prevista dai trattati dell’Ue – si legge nel report – porterà un aumento annuo del PIL pari a 467 miliardi di EUR nel 2050”, mentre accelerare sull’intermodalità “potrebbe contribuire a ridurre i costi del trasporto merci porta a porta del 10% e consentire risparmi sui costi esterni di quasi 20 miliardi di euro nei prossimi 25 anni”. Per questo il report raccomanda di assicurare gli investimenti infrastrutturali per i prossimi 10 anni, come per esempio la rete TEN-T, che richiede circa 845 miliardi di euro di fondi entro il 2040 (di cui 210 miliardi di euro per i principali collegamenti transfrontalieri), ma al momento non dispone di un piano in grado di garantire gli investimenti necessari. Tra l’altro, il report mette in guardia sull’accelerazione negli investimenti in infrastrutture terrestri che stanno avviando Paesi come Usa e soprattutto Cina, mentre l’Europa indietreggia. 

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Sull’intermodalità invece pesa la frammentazione: le ferrovie risultano frammentate sia dal punto di vista delle regole che sul versante infrastrutturale, ma anche i trasporti terrestri. “Il trasporto stradale soffre di frammentazione – si legge – In tutta l’Ue, le regole del traffico e gli standard fondamentali dei veicoli divergono, così come il quadro normativo per la mobilità innovativa”. Infine, la digitalizzazione langue. “Solo l’1% delle operazioni transfrontaliere – racconta il report – può essere effettuato in modo completamente digitale, ovvero senza richiedere un documento fisico in qualche fase del processo di trasporto”. Procedure macchinose, quando invece le nuove norme per la digitalizzazione, già in vigore nell’Ue, se applicate consentirebbero di risparmiare 27 miliardi di euro in 20 anni

Infine, la transizione energetica che il report considera una delle sfide più importanti del futuro prossimo. Ma se per le auto la strada sembra tracciata, per il trasporto sembra esserci qualche riflessione in più da fare. “Solo una quota marginale è elettrificata a causa dei costi elevati -si legge nel report – difficili da sostenere per un settore che dipende in gran parte dalle Pmi”. Inoltre anche la rete di ricarica sconta ritardi per cui l’indicazione di valutare alternative: “in questo segmento sono disponibili e verranno valutate alternative all’elettrificazione, come il ruolo dei combustibili sostenibili, rinnovabili e a basse emissioni”. 

Come procedere?

In primis, secondo la visione di Mario Draghi, gli Stati dovrebbero investire maggiormente nei trasporti, destinando la quota Ets a progetti di decarbonizzanione e incentivando partneriati pubblico-privati. In particolare, gli investimenti volti a ridurre le emissioni nei settori del trasporto aereo, marittimo e dei veicoli pesanti dovrebbero garantire le continuità ed espandere il raggio d’azione. Infine, normativa comune sui servizi cooperativi e connessi per incentivare l’intermodalità stradale e sistemi intelligenti per rendere più digitale il trasporto stradale. 

Investimenti sulle infrastrutture, intermodalità, digitalizzazione per liberare il potenziale inespresso di un settore come quello dei trasporti e della logistica, fondamentale per lo sviluppo dell’Europa, in grado di generare il 5% del Pil, sul quale però pesa la mancanza di programmazione e frammentazione con il rischio di retrocedere vicino alla forza degli investimenti (in crescita) della Cina

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