Il 12 dicembre anche gli USA sono partiti. L’atto ufficiale che dà il via alla distribuzione del vaccino negli Stati Uniti è stata l’approvazione da parte della Food and Drug Administration del vaccino anti Covid-19 sviluppato da Pfizer-BioNTech, quello che richiede il rispetto di una temperatura più estrema (-75°) e che verrà gestito direttamente dal produttore. Anche se poi di fatto nella parte operativa entreranno FedEx e UPS. Una cosa analoga avverrà anche in Italia, dove i vaccini sono stati acquisiti dall’Unione europea, che ha riservato all’Italia il 13,46% del totale, vale a dire una quota di circa 200 milioni di dosi. Tutti i vaccini saranno indirizzati verso un unico hub nazionale, situato all’aeroporto di Pratica di Mare, a sud di Roma, e da qui distribuiti in 1.500 hub sul territorio, in pratica uno ogni 30 mila abitanti, sotto lo stretto controllo e gestione delle Forze Armate.
Seguirà tutt’altra direttrice quello della Pfizer, appunto, che sarà convogliato verso 300 punti di sommistrazione distribuiti sul territorio.
L’avvio previsto per l’inizio della vaccinazione è intorno alla metà di gennaio e dovrebbe terminare in circa nove mesi.
Ma in generale quali criticità dovrà affrontare tutta la fase della distribuzione? Come saranno gestiti e controllati gli spostamenti? In che modo saranno coinvolti gli autotrasportatori? Sarà sufficiente il parco veicolare già circolante, attrezzato per trasportare a temperatura controllata, oppure sarà necessario investire su nuovi mezzi?
K44 come al solito Risponde. In questo episodio con l’aiuto di Clara Ricozzi e Marco Comelli, rispettivamente presidente e segretario generale di OITAf, Osservatorio Interdisciplinare per il Trasporto Alimenti e farmaci.
Buona visione!
I video presenti nel programma sono stati registrati prima dell’emergenza Covid-19