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Carenza autisti, Villa (Federtrasporti): «Situazione drammatica. Si riaprano i flussi migratori»

«Ogni 5 autisti che scendono dal camion, ne troviamo uno che sale...». È questo il bilancio del Presidente di uno dei più grandi consorzi di autotrasporto in Italia (4.000 camion e un fatturato aggregato di circa 450 milioni di euro) che invita a «creare condizioni di lavoro adeguate» anche per attirare i giovani. Stipendi più alti? «Giusto, ma le aziende non possono sostenerli»

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Riapertura dei flussi migratori, incentivi a sostegno della formazione del personale extraUe, adeguamento dei servizi e delle infrastrutture per rendere il lavoro degli autisti meno duro e comunicazione diretta ai giovani per attrarli nel mondo della logistica. È questa la ricetta di Claudio Villa, Presidente di Federtrasporti che annuncia anche un premio per un giovane regista che racconti sul grande schermo la vita sul camion.

Parliamo molto di carenza di autisti. Come è la situazione in Federtrasporti?

La situazione è drammatica: abbiamo camion fermi perché non ci sono i conducenti. Non riusciamo a sostituire coloro che vanno in pensione o che cambiano vita perché il mestiere dell’autista non ha più l’attrattiva che aveva fino a qualche anno fa. Ogni 5 autisti che scendono dal camion, ne troviamo soltanto uno che ci sale…

Spesso gli autisti lamentano stipendi bassi e condizioni di lavoro dure…

È vero. Una delle ragioni è proprio questa: il lavoro dell’autista dovrebbe essere retribuito meglio, ma oggi le aziende non riescono a dare il giusto perché non c’è un sistema che garantisce il recupero dei costi. Ad esclusione del gasolio, il cui incremento di costo è riconosciuto in automatico almeno da chi ha la fortuna di lavorare con multinazionali. Per esempio, nel mondo Federtrasporti, con una flotta di circa 4.000 camion, solo un terzo può contare sull’adeguamento tariffario automatico. Poi ci sono tutti gli altri costi irrecuperabili, come le autostrade, che registrano aumenti sostanziosi. Quindi, verissimo: gli autisti meriterebbero compensi maggiori, ma sarebbero insostenibili per le aziende. E comunque, dobbiamo dire che oggi un autista che fa il corto raggio e rientra la sera a casa guadagna circa il 30% in più di un operaio specializzato…

Come fare allora per avere autisti?

Considero come primaria una soluzione: riaprire i flussi migratori con una certa regolarità. Si vadano a cercare gli autisti che mancano in giro per il mondo, indipendentemente dai colori, dalle razze, dalle religioni e senza porsi troppi problemi. L’importante è aggirare a livello normativo quella assurda richiesta di pretendere il possesso della CQC a chi proviene da paesi non europei, perché chi arriva da fuori del territorio dell’Unione non può averla. A meno di fare accordi particolari tramite il nostro ministero per effettuare corsi dedicati direttamente nei paesi di origine o di concedere una moratoria temporale per acquisire la CQC entro un determinato lasso temporale.

E come risolvere il nodo della formazione per chi viene da Paesi extraeuropei?

Il sistema delle aziende è in grado di sostenere la formazione, inoltre si potrebbero prevedere altri incentivi statali sostenuti dalle tasse che l’autotrasporto paga all’erario. Una decina d’anni fa circa il 12-13% del nostro personale proveniva dall’Africa, oggi non ne abbiamo neanche uno. 

Perché?

Molti sono tornati a casa, qualcun altro è andato in Francia e in altri Paesi europei. Bisogna muoversi anche verso la creazione di servizi adeguati, con aree di sosta fruibili dalle persone, con servizi igienici e parcheggi disponibili, spazi comuni gradevoli. Occorrerebbe anche lavorare seriamente sull’immagine della categoria, cercando di scardinare gli stereotipi che ancora pesano sulla figura dell’autista. 

Ritiene utile agire nelle scuole?

Come Federtrasporti abbiamo sostenuto la riduzione da 21 a 18 anni dell’età in cui è possibile prendere la patente professionale proprio perché pensiamo che i giovani che escono dalle scuole non aspettano tre anni prima di intraprendere una professione. Quindi sicuramente entrare nelle scuole per far comprendere questa professione è un’ottima iniziativa. Poi occorre agire anche sul piano degli incentivi per l’accesso alle patenti, come da qualche anno sta facendo l’Albo. Noi, da parte nostra, stiamo pensando di finanziare una scuola di cinema concedendo un premio a un giovane regista che decida di impegnarsi su un soggetto dedicato all’autotrasporto. Crediamo sia un modo per avvicinare il grande pubblico questo mondo essenziale ai processi economici e sociali. 

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