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Carenza autisti, Mariella (Anita): «Andremo nelle scuole superiori a capire il sentiment dei giovani e scardinare gli stereotipi»

Il Vicepresidente nazionale dell’associazione aderente a Confindustria svela i primi passi dell’Osservatorio Giovani presentato di recente. Martedì prossimo nella 17° Conferenza Logistica organizzata da Anita in collaborazione con Federchimica verranno discusse le proposte per il trasporto di merci pericolose: efficientare il sistema e riformare la CQC per un accesso più snello alla professione

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Parlare ai nativi digitali per spiegare le potenzialità del trasporto e della logistica e capire il sentiment delle generazioni Y e Z, scardinare gli stereotipi e stimolare politiche che possano valorizzare la professione di autista. È questa la strategia del nuovo Osservatorio “Giovani Autotrasporto e Logistica” di Anita che martedì 24 settembre sarà presente alla 17° Conferenza Logistica organizzata in collaborazione con Federchimica dove si parlerà anche della carenza degli autisti nel trasporto delle merci pericolose. “Qui – dice in questa intervista a Uomini e Trasporti, Natale Mariella, Vicepresidente nazionale di Anita e referente per la formazione – dobbiamo agire sull’efficientamento e sulla riforma della CQC”. 

Anita ha lanciato di recente un osservatorio sulla carenza di personale nel settore dell’autotrasporto. Quali sono le direttrici che seguiranno i lavori?

Da oltre un decennio la carenza di personale pende come una spada di Damocle sull’autotrasporto merci, in Italia come in Europa, minacciando lo sviluppo delle imprese. Se da una parte è impossibile non riconoscere al settore un ruolo nevralgico per le filiere del made in Italy, alle quali garantisce una solida supply chain, è altrettanto difficile non constatare che senza le persone, autisti in particolare, si contrae la capacità delle imprese in termini di volumi e valore. Stando alle ultime rilevazioni Unioncamere Excelsior, il fabbisogno occupazionale dei settori logistica e mobilità raggiungerà le 158mila unità nel quinquennio 2024-2028. Ciò significa che le aziende continuano ad aprire posizioni senza particolare riscontro da parte del mercato, la platea dei lavoratori invecchia sempre di più e le giovani generazioni, le uniche in grado di colmare il gap di competenze legato alla doppia transizione verde e digitale, rimangono distanti. Un paradosso, quello del disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, che esige il tentativo di trovare una soluzione. Per questo l’Associazione ha dato vita all’Osservatorio “Giovani Autotrasporto e Logistica”, presentato in occasione del Transpotec 2024 e che rappresenta l’impegno di rendere al settore la sua attrattiva, trasferendo alle ragazze e ai ragazzi una percezione rinnovata della professione, strategica, innovativa e a impatto ambientale ridotto. Per farlo concretamente abbiamo deciso di agire su 3 direttrici diverse: avviando un’indagine su base empirica rispetto al sentiment degli studenti della scuola secondaria di secondo grado nei confronti dell’autotrasporto; informando gli stessi rispetto alle potenzialità del comparto, che, oltre ogni stereotipo, vuole porsi in uno spazio aperto e inclusivo per offrire possibilità di occupazione senza ostacoli di genere; stimolando la promozione di politiche che possano valorizzare la professione di autista e di addetto alla logistica in maniera strutturale. Entro la fine dell’anno, inoltre, costituiremo il Comitato scientifico dell’Osservatorio, che avrà il compito di accompagnare la nostra analisi e le nostre attività a beneficio del comparto. 

In collaborazione con Federchimica, Anita interverrà in un dibattito sul tema della carenza di autisti nel comparto delle merci pericolose. Quali sono le caratteristiche del problema e quali le possibili soluzioni?

L’attività dell’Associazione non si esaurisce con l’Osservatorio. Il prossimo 24 settembre, nell’ambito della 17° Conferenza Logistica organizzata da ANITA in collaborazione con Federchimica avvieremo una riflessione rispetto alle novità nel campo della legislazione europea che interessano il trasporto ADR, stimolando il confronto tra Autorità e stakeholder in merito alle criticità che incidono sul trasporto di merci pericolose, come la carenza di autisti. In quella occasione presenteremo le soluzioni operative che abbiamo individuato per ottimizzare i processi della catena logistica, così da migliorare l’impatto del lavoro sulla vita dei conducenti e porre rimedio al fenomeno della carenza per tutte le specialità dell’autotrasporto merci. In principio, riteniamo che le responsabilità, così come i rimedi, debbano essere ricercati nel perimetro d’azione di stakeholder differenti: la committenza, la GDO, i gestori dei nodi logistici, le istituzioni e le stesse aziende di autotrasporto merci. Ad esempio, è di interesse comune dei diversi attori della filiera l’efficientamento delle operazioni di carico e scarico delle merci attraverso misure che possano contenere i ritardi significativi e le soste improduttive degli autisti. La standardizzazione di un nuovo modello operativo dovrebbe essere comunque accompagnata dalla disponibilità di infrastrutture idonee ad offrire confort e servizi essenziali agli autisti. Dal canto loro, le istituzioni, a partire da quelle europee, dovrebbero incaricarsi di promuovere una riforma della CQC, per un accesso più veloce e semplificato alla professione. Inoltre, il sistema di istruzione dovrebbe essere coinvolto maggiormente per attrarre e favorire l’inserimento dei giovani nel settore del trasporto attraverso la creazione di uno specifico percorso scolastico per la formazione degli autisti. Le aziende di autotrasporto e logistica, oltre al continuo miglioramento della pianificazione dei viaggi, sono chiamate a investire sempre di più sull’accrescimento professionale del proprio capitale umano essendo questo un fattore di crescita e di competitività per le stesse, comunicando in modo più efficace all’esterno come questa professione, sempre più verde e tecnologica, offra innumerevoli opportunità ai giovani. Per accelerare la propria transizione ecologica e digitale, infatti, le imprese del settore puntano ad arricchire il proprio know-how coinvolgendo sempre più i nativi digitali. Le Generazioni Y e Z sono abituate ad interagire con le nuove tecnologie, essendovi abituate sin dalla nascita, e dimostrano una maggiore capacità di governare processi nuovi, adeguando rapidamente la propria visione per sfruttare al meglio le possibilità offerte dalle transizioni gemelle a beneficio dell’ecosistema aziendale. 

Si parla molto di formazione. Le modalità con le quali viene fatta sono in linea con le esigenze delle aziende?

La formazione non è mai abbastanza, soprattutto in un momento come questo in cui il settore deve descrivere la propria traiettoria futura, conciliando la rapidità delle trasformazioni in atto con la necessità da parte delle aziende di non abbassare mai la qualità dei servizi. Come ho già detto, per allargare la platea degli autisti, le istituzioni dovrebbero concentrare maggiori sforzi sull’età scolastica, dotando il sistema nazionale di istruzione di un indirizzo che prepari i giovani a governare questa professione, anticipando loro le nozioni utili a superare gli esami teorici per conseguire le licenze, aumentare la sicurezza e rendere il trasporto sempre più verde e innovativo. Un corrispettivo esiste già e forma figure professionali altamente specializzate che, come l’autista, orbitano nella galassia della logistica: si chiama ITS, e, considerato l’ottimo lavoro che sta svolgendo, forse dovrebbe essere preso come modello. In azienda, allo stesso modo, i percorsi formativi tagliati sulle specifiche esigenze delle imprese permettono di promuovere il reskilling professionale delle risorse. L’unico modo per arginare le sfide del presente, rimanendo al passo coi tempi. 

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